Dopo la nostra prima esperienza quella primavera io e Giorgio abbiamo spesso rinnovato gli incontri nel granaio e raffinato i nostri modi di approccio al sesso.
In quel periodo ho fatto il mio primo pompino.
Sarà stato il terzo o il quarto incontro durante i quali non siamo mai andati oltre la masturbazione reciproca che tra l'altro era servita a farci capire come muoverci per donare maggior piacere all'altro. Ebbene ero intenta a maneggiare con cura ed impegno il membro di Giorgio che avevo l'impressione crescesse di settimana in settimana quando mi venne d'istinto chinarmi a baciarne la punta. Mi piacque e potei notare che non dispiaceva affatto nemmeno a lui così continuai con dei bacetti lungo tutta l'asta fino ai testicoli , li la pelle era calda e setosa e provai ad estrarre la lingua e leccare , davvero piacevole , oltretutto ero stimolata dal suo chiaro consenso e proseguii a leccare percorrendo all'inverso il tosto tronchetto fino ad arrivare di nuovo alla punta.
Ora Giorgio esprimeva chiaramente il suo piacere gemendo e ansimando. Per la prima volta mi parlò , aveva sempre goduto in silenzio nelle precedenti occasioni “mmm mi stai facendo impazzire , prendimelo in bocca ti prego”. Era del mio amico Giorgio la voce che stavo ascoltando ? Non era mai stato così intraprendente. Non esitai ad ubbidire e dopo aver preso saldamente il suo cazzo stringendolo alla base con la mano con l'altra premetti sul glande per allargare la fessura che leccai più volte tentando anche di infilarci la punta della lingua. Lo sentivo godere ed ero fiera di me. Venne il momento , lo presi in bocca fin dove potevo ed inizia a succhiare su e giù. Lui “fammi sentire bene la lingua e succhia più forte” Obbedii e mentre succhiavo con più intensità contemporaneamente facevo roteare la lingua.
“siii così mi stai mandando in paradiso , sei una vera troietta”
Troietta ? Ma da dove gli arrivava tutto questo coraggio , questa sfacciataggine ? Non lo riconoscevo più.
Allo stesso tempo notai che ascoltare gli apprezzamenti verso il mo operato usando termini spinti mi eccitava e lo dimostra il fatto che ripresi a succhiare con più lena. Lui continuava a gemere e sottolineava a parole quanto lo stessi facendo godere.
Presi a segare e succhiare insieme quando senza nessun preavviso mi sentii inondare la bocca dal frutto del suo orgasmo , rimasi sorpresa , ero impreparata. Il primo abbondante getto mi arrivò dritto in gola e fui costretta ad ingoiare mentre i successivi lasciai che colassero fuori lungo la sua asta fino alle palle.
Staccai la bocca e strinsi forte il membro ancora duro e pulsante per spremere le ultime gocce.
Avevo ancora vivo il senso dello sperma che scendeva caldo lungo la gola e ne potevo sentire per la prima volta il sapore in modo inevitabilmente chiaro. Realizzai che non era poi così male , una delle prossime volte avrei provato a mandarlo giù tutto.
Giorgio era stravolto e ansimante. Una volta ripreso il controllo mi disse “wow Susi sei stata fantastica , non avevo mai provato una cosa del genere” poi ripensò alle parole dette mentre mi occupavo con passione del suo aggeggio “scusa se ti ho detto delle parolacce , non volevo , mi sono uscite di getto senza nessun controllo”
“tranquillo Giorgio non mi è dispiaciuto affatto , anzi penso che venga naturale usare espressioni forti mentre si fa sesso , aumentano l'eccitazione , contribuiscono ad accrescere la passione”
Lui rifletté un attimo e poi concluse che avevo ragione , anche lui si eccitava quando gli parlavo in modo esplicito mentre mi masturbava.
Gli incontri successivi al primo pompino ci portarono ad azzardare sempre un po di più , arrivammo a spogliarci completamente e a toccarci mentre stavamo abbracciati e ci baciavamo imparando ad usare la lingua. Lui amava stringermi i seni tra le mani e succhiare i capezzoli che avevo particolarmente reattivi e sensibili. Appena sentivo il tocco delle sue mani i diventavano ritti e le areole gonfie e turgide. Mi piaceva molto farmeli succhiare e mi dava un piacere particolare quando li mordeva fino a farmi male. Dopo la nostra prima esperienza quella primavera io e Giorgio abbiamo spesso rinnovato gli incontri nel granaio e raffinato i nostri modi di approccio al sesso.are quando me li mordeva fino a farmi provare un leggero dolore , era una sensazione forte ma estremamente eccitante.
Giorgio tentennò parecchio prima di decidersi ad avvicinare la bocca al mio sesso ma quando lo fece ci mise un nulla ad apprezzarne il sapore e presto imparò a muovere la lingua con naturalezza contribuendo a farmi vivere meravigliosi orgasmi. Il punto più intenso lo raggiungemmo quando simulammo un rapporto completo , entrambi forse non ci sentivamo pronti per compierlo pienamente.
Lui si mise sopra di me e infilato il suo uccello tra le mie cosce e iniziò a muoversi come se stessimo scopando. Lui godeva strusciando il suo membro tra le mie cosce che tenevo strette ed io provavo piacere nell'averlo sopra di me , il suo corpo caldo , il suo odore , forse fu proprio in quell'occasione che mi accorsi dell'odore del maschio in amore , un odore particolare , selvatico ed inebriante , odore di sesso. In seguito mi resi conto che anche noi donne abbaiamo un nostro odore che attira il maschio. Come succede tra gli animali i rispettivi odori durante gli amori contribuiscono ad accrescere il desiderio e moltiplicano il piacere al momento dell'accoppiamento. Lui mi venne sulla pancia e sui seni ed io invece di pulirmi con dei fazzoletti come facevo di solito questa volta mi spalmai il suo sperma accuratamente fino che venne assorbito completamente dalla mia pelle. (ora che ho acquisito esperienza e conosco le proprietà benefiche del seme maschile sulla pelle mi faccio venire volontariamente su viso e corpo per approfittare degli effetti positivi di questo “cosmetico” naturale)
Continuammo a vederci fino a metà estate , quando nonostante le proteste e gli strenui tentativi di restare in paese con i suoi nonni dovette cedere al volere dei genitori e seguirli per le consuete vacane al mare.
Rimasi così sola , senza più Giorgio e i nostri giochetti erotici tornai a sfogare la mia esuberanza attraverso la masturbazione.
Passò l'estate , l'autunno e l'inverno senza che accadesse nulla.
Avevo perso interesse per i miei coetanei ed anche con Giorgio non riuscivo più a sentirmi appagata ed i nostri incontri nel fienile si diradarono sempre più fino ad esaurirsi del tutto con l'arrivo della stagione fredda. Fu un sollievo per me perché volevo bene a Giorgio come amico fraterno e mi sarebbe stato difficile dirgli chiaro e tondo che non provavo più soddisfazione a fare sesso con lui.
Desideravo qualcosa di più che solo un ragazzo più grande e già esperto mi avrebbe potuto dare.
L'occasione venne quando a primavera inoltrata mia sorella Stefania , prossima ai 18 anni che frequentava il liceo nel capoluogo della nostra provincia dovette preparasi alla maturità.
In quel periodo iniziò a frequentare casa nostra Andrea , suo compagno di classe che veniva a studiare con Stefania in modo da darsi una mano a vicenda sulle materie in cui uno dei due si sentiva più fragile.
Andrea raggiungeva casa nostra con la sua vespa rossa che parcheggiava in cortile , abitava in città.
Era un bel ragazzo , alto e dal fisico atletico. Mia sorella credo ne fosse innamorata ma lui la considerava solo un'amica e una compagna di studi , non ha mai dato segno di essere interessato a lei sotto nessun altro aspetto.
Io iniziai presto a fantasticare e durante la notte mentre mia sorella dormiva nel suo letto io mi masturbavo nel mio e al riparo delle lenzuola mi immaginavo di essere presa da lui fino a raggiungere l'orgasmo mordendomi le labbra per non lasciare sfuggire i gemiti che avrebbero potuto svegliarla.
Quando Andrea era da noi non perdevo occasione per andare in camera nostra dove loro si rintanavano a studiare e mi inventavo ogni tipo di scusa , o dovevo prendere qualcosa di mio oppure chiedevo se avevano bisogno di qualcosa , ad Andrea se aveva sete o se volevano fare merenda e così via tanto che facevo imbestialire mia sorella che me ne diceva di tutti i colori. Andrea assisteva alla scena sorridendo. Credo che oltre al disturbo che arrecavo interrompendo continuamente il loro lavoro Stefania fosse gelosa di me. Non immaginava certo che avrei potuto farle concorrenza ma sono certa che la disturbava l'atteggiamento bonario di Andrea e la simpatia che provava nei miei
confronti.
Uno di quei pomeriggi vedendo mia sorella andare verso il bagno presi la palla al balzo , mi infilai le mutandine a fiori tra le natiche , feci un lungo respiro ed entrai “mi serve il righello , a causa vostra mi tocca fare i compiti in cucina” al che lui col suo immancabile sorriso leggermente beffardo “scusa ma per noi sarebbe difficile trovare la concentrazione altrove oltretutto sembra che tu sia costretta a fare continuamente avanti e indietro , il che è divertente ma non aiuta”
“E' anche camera mia” reclamai , mi girai e andai a prendere il righello sapendo bene che era riposto nel cassetto più in basso. Mi chinai lasciano che la minigonna che indossavo si alzasse fino a scoprire per intero le mie natiche. Feci finta di faticare a trovare il righello che invece era ben visibile ai mie occhi e nel cercare spostavo il peso da una gamba all'altra più volte in modo da rendere la visione del mio culo più intrigante. “trovato” feci infine voltandomi verso Andrea che dall'espressione sul suo viso si capiva chiaramente non si era perso nemmeno un istante dell'inaspettato fuoriprogramma , gli rivolsi un sorriso falsamente innocente e me ne andai senza dire altro.
Uscendo incrociai Stefania “il righello , geometria” e me ne tornai in cucina dove ripresi a fare i compiti di italiano.
I battibecchi con mia sorella si esaurirono pochi giorni dopo quando venne il momento degli esami di maturità e Andrea smise di frequentare casa nostra.
Passarono le prove e vennero promossi entrambi e così anche per loro giunsero le meritate vacanze. Anch'io avevo dovuto passare attraverso gli esami di terza media. Ebbene si l'anno prima ero stata bocciata , poca voglia di studiare e molta di vivere.
Avrei però frequentato il liceo la prossima stagione scolastica e ciò significava lasciare il paese per alcune ore per andare in città. La cosa mi entusiasmava , quanti orizzonti mi si sarebbero aperti. In fondo sarebbe stata la prima occasione per lasciare il paesello che di giorno in giorno mi diventava sempre più stretto.
Un pomeriggio passando da una stanza all'altra della casa mi scappò l'occhio alla finestra e mi sembrò di aver intravisto una vespa rossa ferma in strada li vicino. Andai alla sincerarmene e non solo c'era una vespa rossa ma comodamente seduto in sella con le gambe accavallate e un piede appoggiato alla pedana vidi Andrea che si stava beatamente fumando una sigaretta.
Uscii di casa e gli andai incontro e senza nemmeno salutarlo
“mia sorella non c'è , è uscita con delle amiche” lui non fece una piega e mi disse “non sono qui per Stefania ma per te , ti va un giro in moto ?”.
Le sue parole mi trovarono impreparata e dopo un attimo di smarrimento gli risposi “aspetta che vado a dire a mia mamma che esco a trovare gli amici , tu però spostati più avanti così non mi vede salire in moto con te”
In un lampo fui in casa , andai in bagno a sistemarmi come meglio potevo , feci pipì , mi lavai con cura la passera ed indossai le stesse mutandine a fiori che avevo quel giorno che gli avevo mostrato il mio ampio e sodo didietro.
Avvisai mia madre e fui da lui in un baleno. Mi invitò a salire e una volta in sella avvio il motore e partimmo. Appena fuori il paese prese più velocità ed io istintivamente mi aggrappai a lui cingendolo stretto in vita , sentivo i mie seni già dalle forme generose premere contro la sua schiena e appoggiai il mento su una sua spalla.
Che magnifica sensazione
“dove mi porti ?”
“non molto lontano da qui , un bel posto vedrai”
Di tanto in tanto mollava la mano sinistra dal manubrio e voltandosi per chiedermi se era tutto ok me l'appoggiava sulla coscia facendomi ogni volta provare dei brividi che mi scorrevano per tutto il corpo.
Andrea prese la via delle colline e dopo pochi chilometri di salita deviò su una stradina sterrata ma ben tenuta , non c'erano i solchi che solitamente lasciano i trattori che passano per raggiungere le vigne che coprono la maggior parte del territorio collinare.
Dopo poche centinaia di metri raggiungemmo uno spazio erboso ai margini di un boschetto. Proprio a un bordo del prato e non lontano dagli alberi sorgeva una casetta tutta in legno , sembrava una piccola baita di montagna. Era su due piani ed aveva una veranda con una panchina appoggiata alla parete.
“E' dei miei zii che abitano giù in città e ci vengono a passare i fine settimana durante la bella stagione e parte delle ferie estive.
Ora sono al mare e non verranno qui fino alla settimana prossima , lasciano le chiavi ai miei perché vengano a dare un'occhiata ogni tanto ad assicurarsi che sia tutto in ordine. Oggi mi sono proposto di farlo io con la scusa di un giro in vespa”
Scendiamo di sella e dopo aver messo la vespa sul cavalletto Andrea mi invita a seguirlo. Varcata la porta mi trovo in una stanza con un tavolo da pranzo ed un divano , sul lato sinistro una bassa parete fa da divisorio tra il locale e uno spazio dedicato ad una cucina arredata giusto con l'essenziale.
L'ambiente è semplice ma ospitale , tutto in legno compreso il pavimento e la scala che porta al piano superiore.
Andrea mi prende per mano e mi guida su per i ripidi scalini.
Raggiungiamo il piano costituito da una camera da letto e una stanza da bagno. Anche qui le dimensioni sono ridotte ma è arredato con gusto e il legno la fa da padrone , dal pavimento alle pareti fino al soffitto con travi a vista.
Ci sediamo sul bordo del letto , un attimo di silenzio che io interrompo per tentare di celare il mio imbarazzo
“mia sorella è innamorata di te”
“l'avevo capito ma nonostante sia una cara amica non è il mio tipo , troppo secca , tutta spigoli , non come te che hai quelle forme tonde ed armoniose”
“sono grassa”
“o no , non sei per niente grassa , è più giusto dire generosa , perché generosi sono i tuoi fianchi e generosi sono i tuoi seni e la tua carne è piena e soda”
Io arrossisco ai complimenti che mi fanno venire le farfalle allo stomaco. “ti ho sempre considerato una ragazzina per il tuo modo di fare dispettoso e scanzonato ma quel pomeriggio che cercavi quel famoso righello che combinazione era proprio nel cassetto più in basso e faticavi a trovare ho cominciato a guardarti in modo diverso , si sei molto giovane , quasi quattro anni di differenza alla nostra età non sono pochi ma il tuo corpo è già quello di una donna e quel tuo gesto sfacciato mi ha colpito. Quella provocazione non era un gesto da bambina ma un consapevole segnale di seduzione. Perdona se sono diretto , hai già fatto sesso con qualcuno ?”
“Si , con un mio amico della mia stessa età ma non siamo mai arrivati ad avere un rapporto completo. Per il resto le abbiamo provate tutte. Ora però non mi basta. I ragazzini non mi interessano , ho bisogno di un ragazzo grande che sappia il fatto suo e tu mi piaci. O , sia chiaro non sto parlando di amore o queste cose sdolcinate che hanno in mente le ragazze della mia età , parlo di sesso”
A queste mie ultime parole reagisce con una risata “tranquilla , per innamorarsi c'è tempo , questa tanto per me quanto per te è l'età dedicata a divertirsi ed a vivere la vita con leggerezza senza farsi troppe storie. Se ti va di fare una cosa la fai , sempre rispettando gli altri s'intende”
“io ho voglia di fare l'amore con te Andrea”
Lui mi si avvicina ed in silenzio ma guardandomi negli occhi inizia lentamente a slacciarmi la camicetta che indosso sopra l'immancabile minigonna. Inizio già ad andare su di giri.
Dopo un tempo per me interminabile arriva in fondo e me la sfila di dosso lasciandomi in reggiseno.
“hai dei seni magnifici , anzi il termine più adatto è mammelle perché grosse e piene.”
Passa le sue mani dietro la schiena a slacciare i gancetti del reggiseno ed una volta aperti me lo toglie. Si ferma qualche istante ad osservare i miei seni nudi poi li prende con le mani a coppa e li tasta “belle sode”.
Avvicina la bocca alla mia e mi bacia mentre la sua mano mi accarezza una coscia e sale su fino a raggiungere le mutandine. Io istintivamente apro leggermente le gambe per fargli spazio e mentre continuiamo a baciarci lui fa scorrere la mano lungo il mio sesso. Sento che le mutandine sono umide e la mia passera è tutta un calore ed un colare di umori.
Lui infila le dita sotto le mutandine e le appoggia li nei punti più sensibili , le insinua nella fessura , raggiunge il clitoride che massaggia con perizia , dall'emozione che provo non mi stupirei di arrivare già all'orgasmo.
Si ferma , sfila la mano da sotto gli slip e stacca la bocca dalla mia.
Mi toglie la gonna
“hai messo su le mutandine che avevi quel giorno così mi fai rivivere quegli attimi. Sai che mi avevi fatto venire duro l'uccello e poi mi sono trovato nella scomoda situazione di non farmi scoprire da tua sorella. Ora però voglio che sia tu a spogliarmi”
Indossava una maglietta ed un paio di jeans.
Iniziai dalla maglietta e levata quella potei apprezzare il petto muscoloso coperto da un tappetino di peli neri che scendevano poi a v per esaurirsi all'altezza dell'ombelico. Rimasi qualche istante ad ammirarlo a bocca aperta quindi appoggiai le mani sul suo petto , lo accarezzai , passai sui capezzoli che sentii inturgidirsi e scesi senza mai fermarmi fino ai pantaloni. Mi toccò slacciare la cintura , poi i bottoni (non avevano la zip) ed infine li presi per il fondo , lui sollevò il sedere e glieli sfilai. Restò in boxer sotto i quali si notava la sagoma di un membro in piena erezione.
Lui mi anticipò e se li tolse da solo. Che magnifico spettacolo , quello si che era un signor cazzo , con tutto il rispetto per il pisello del mio amico Giorgio ma non c'era paragone.
Un'asta tesa e dura come il marno , una fitta peluria nera a coprire il pube e una cappella che l'erezione aveva scoperto interamente , grossa , turgida e imperlata di alcune gocce di un umore che usciva dalla fessura al centro.
“Se è vero quel che hai detto dovresti sapere già come maneggiare un cazzo , dimostramelo”
Io presa tra eccitazione e orgoglio lo presi in mano con decisione ed iniziai a massaggiarlo. Usai le due mani , una sui testicoli e l'altra chiusa a pugno a scorrere lungo l'asta. Il porcello apprezzava e non mancava di darmene dimostrazione tra gemiti e parole.
Mi appoggiò una mano sulla testa facendomi capire ciò che voleva. Iniziai con dei leggeri baci ai testicoli , poi delle leccatine e quindi me le misi in bocca a succhiarli.
Le parole che uscivano dalla sua bocca erano sempre più esplicite e non esitava ad usare termini forti tipo “sei giovane ma sembri già una troia esperta” oppure “ci sai fare puttanella , succhiami il cazzo fammi godere”
A me le parole sconce quando facevo sesso mi eccitavano da morire e così mi lavoravo quel tronco con sempre maggior passione. Dopo aver dato un paio di lappate a quel bel palo di carne mi dedicai un po alla cappella cingendola con le labbra e stuzzicandola con la punta della lingua. Mi decisi e aperte le labbra lo feci sparire per quanto possibile nella mia bocca.
Avevo imparato diverse tecniche durante il periodo passato a sperimentare con Giorgio , il classico su e giù , lo stesso però facendo contemporaneamente serpeggiare la lingua , il risucchio , il farlo arrivare fino alla gola per poi risalire rapidamente e togliere la bocca con lo schiocco ed altro ancora. Le misi in pratica tutte. Andrea ansimava e diceva sconcezze. Ad un certo punto mi fermò
“smettila ora ti prego o mi fai venire , ti voglio prima scopare”
Tornai seduta , il suo cazzo era al massimo della tensione e gocciolava della mia saliva. Mi fece stendere sul letto e mi sfilò le mutandine. Appoggiò le mani sulle mie cosce che accarezzò a lungo , poi una di esse la posò sul mio sesso ormai madido di umori e pronto all'amplesso. Lo percorse col pollice per tuta la sua lunghezza , su e giù , su e giù poi si dedicò al clitoride , premette facendolo uscire , era turgido ed estremamente sensibile. Avvicinò le labbra e me lo prese tra esse. Tirò un poco (mmm che delizia) quindi tenendolo aperto con le dita messe a v inizio a leccare e succhiare. Oddio non avevo mai provato un piacere così intenso a farmelo leccare. Lui sapeva come stimolare i punti più sensibili.
Non ci volle molto “oooo tesoro vengo , vengo , mi stai facendo morire” ed ebbi il primo orgasmo che Andrea accolse goloso. Scese poi più in basso e infilò la lingua tra le labbra aperte e si mise letteralmente a lappare come fanno i cani. Alternava questo gesto con slinguatine più delicate.
“ho voglia del tuo cazzo , mi stai facendo impazzire”
“è proprio quello che volevo sentirti dire troietta , ora sei pronta a prenderlo”
“non farmi male , sono vergine lo sai”
“tranquilla bambina , durerà nemmeno il tempo di un respiro e poi sarà puro piacere , credimi”
Fece colare della saliva prima sul mio sesso , altra nuova scoperta , il piacere della saliva calda a contatto con la mia passera, poi fece lo stesso sul suo cazzo. Se la spalmò per bene con la mano quindi appoggiata la cappella alla fessura spalmo con essa la saliva che aveva fatto colare su di me.
“ora entro piccola e ti faccio scoprire le gioie dell'amore”
Appoggiò la punta e spinse con decisione ma non in modo violento.
Mi scappò un lamento di dolore ben presto dimenticato perché iniziai a provare sensazioni nuove. Sentivo quell'asta scorrermi dentro , mi sembrava potesse arrivarmi in gola. Quanto era bello sentirsi posseduta , un vero maschio sopra e dentro di me che muoveva il suo pistone senza sosta facendomi provare piaceri sconosciuti fino ad allora.
Lui ansimava mentre i sui lombi si contraevano e rilassavano in un movimento senza fine e mi diceva che avevo una figa fatta apposta per ingoiare cazzi e che le mie mammelle dondolanti ad ogni colpo erano uno spettacolo.
Ogni tanto si chinava a baciarmi in bocca. Io godevo e godevo , mi sentivo in un altro mondo e gli dicevo
“scopami , sbattimi col tuo bel cazzone , ti godo”
Senza uscire da me mi prese le gambe e se le posò sulle spalle e messosi in ginocchio mi sollevò il culo e mi incriccò facendo si che i seni arrivassero a premermi sotto il mento e in quella posizione iniziò a sbattermi con forza. Potevo sentirlo arrivare fino a toccarmi l'utero. I suoi testicoli mi schiaffeggiavano le natiche ed il pompare del suo grosso cazzo immerso negli umori che la mia figa emetteva in abbondanza produceva un suono che contribuiva ad aumentare l'eccitazione di entrambi. Lui sembrava avere un'energia inesauribile perché non accennava cedimenti ne nel ritmo ne nella potenza delle spinte. Ebbi altri orgasmi , non ricordo se due o tre. So solo che furono meravigliosi.
Dopo un tempo che non saprei quantificare ma vi giuro non certo di breve durata , tutt'altro si decise a fermarsi. Mi fece sollevare un poco il capo appoggiando un cuscino alla testiera del letto.
Mi si si mise a cavalcioni col cazzo all'altezza del mio viso
“apri la bocca troietta e tira fuori la lingua che ti faccio assaggiare la mia sborra”
Ubbidii e lui si mise a segarsi di fronte a me. Ogni tanto mi colpiva la lingua col cazzo per poi riprendere a menarselo.
Se lo fece succhiare un paio di volte ma quando si sentì prossimo all'orgasmo lo riprese in mano e “preparati ad accogliere il mio sperma troia , sborro”
Nel momento in cui pronunciava l'ultima parola il suo cazzo esplose in una potente sborrata. Il primo getto mi arrivò preciso in bocca e ingoiai tutto mentre i successivi furono meno precisi. Alcuni mi colpirono la faccia , altri di nuovo la bocca aperta mentre gli ultimi atterrarono sui mie seni.
Andrea esausto ma non sazio mi ordino di prenderlo di nuovo in bocca e di succhiare fino a raccogliere l'ultima goccia rimasta e di pulirglielo per bene con la lingua , avrei dovuto restituirglielo lindo e lucido.
Non mi feci pregare e svolsi il mio compito con cura.
Fatto questo mi dedicai allo sperma che mi aveva lasciato addosso. Raccolsi quello sui seni con le dita che mi portai poi alla bocca per godermene il sapore , feci in parte lo stesso con quello sul viso ed il rimanente me lo spalmai fino che fu assorbito completamente dalla mia pelle.
Mentre lui si adagiava sul letto con la testa sul cuscino appoggiato alla testiera io andai a lavarmi il sangue frutto dell'avvenuta deflorazione.
Quando tornai da lui stava fumando.
Mi ci sdraiai accanto
“sigaretta ?” fece lui “dopo una scopata è quel che ci vuole”
“non fumo” replicai io
“prova , una boccata , vedrai che mi darai ragione” e mi passò la sua sigaretta. Io tirai poco convinta una prima boccata e fui subito preda della tosse.
Lui si mise a ridere e “la prima boccata fa sempre quell'effetto , prova di nuovo” e mi ripassò la sigaretta. Questa volta andò meglio , riuscii ad evitare i colpi di tosse nonostante avessi aspirato fino ai polmoni.
“visto ? Che te ne pare ?”
“boh” risposi.
Comunque quella sigaretta continuammo a fumarla passandocela l'una all'altro.
In effetti mi sentivo più rilassata.
Dopo aver fumato in silenzio prendemmo a parlare. Lui mi chiese come mi era parsa la mia prima volta , se mi era piaciuto. Ipocrita e narciso. Si era accorto benissimo dei mie orgasmi e di quanto mi avesse fatto godere ma ci teneva a sentirselo dire da me.
“E' stato super magnifico , mi hai fatto perdere la testa , non ho mai goduto così intensamente e non ho mai avuto così tanti orgasmi in successione come oggi , e tu sei soddisfatto ?”
“in tutta sincerità piccola se non ne avessi avuto la prova non avrei creduto tu fossi vergine , hai una carica erotica rara , mi hai fatto godere come poche altre volte mi è capitato. Tu hai un dono che pochissime donne hanno e sei ancora una ragazzina ed è il potere della seduzione , non quella studiata ma quella naturale. Non ti serve nient'altro che essere quella che sei , il tuo naturale modo di muoverti , l'espressione sul tuo volto , le tue forme seducono senza che tu faccia nulla perché ciò accada. Da te traspare erotismo. Te ne renderai conto crescendo di quanti cazzi farai rizzare al tuo passare o quando ti siederai al tavolino di un bar , la tua sola presenza scatenerà una tempesta ormonale negli uomini che ti staranno osservando.”
Io arrossii un poco e schernendomi gli feci
“ma dai , che sciocchezze”
Lui come risposta mi fece girare su un fianco
“guardati”
Di fronte a me accostato alla parete c'era un armadio con le ante a specchio.
Per la prima volta potei apprezzare sotto un'ottica diversa il mio corpo nudo e ciò che vedevo mi piaceva , inoltre Andrea anch'egli messo su un fianco dietro di me che mi cingeva con un braccio e la mano sul mio seno mentre mi baciava tra collo e spalla contribuiva a rendere quell'immagine di una sensualità e di un erotismo sorprendente.
Mentre non staccavo gli occhi da quell'immagine si mise ad accarezzarmi gambe e natiche.
Mi infilò poi una mano tra le cosce ed una volta portatala all'altezza del ginocchio mi sollevò la gamba.
Notai subito la sua erezione , la mia passera riprese a bagnarsi.
Infilò il cazzo contro il mio inguine , se lo prese in mano e lo guidò all'ingresso della mia intimità da poco violata.
Spinse e fu di nuovo dentro di me. In quella posizione e con lo specchio difronte potevo godermi tutta la scena , allo stesso tempo protagonista e spettatrice.
Mentre lui mi tiene su la gamba posso vedere benissimo il suo palo scorrere nella mia passera. Lo vedo quasi uscire del tutto per poi sparire nei miei meandri. Ogni tanto gli scappa fuori e allora con la mano lo rimette al suo posto.
La mia figa lo accoglie seguendo i suoi movimenti.
Osservo i miei seni danzare in armonia col movimento dei suoi lombi , i capezzoli ritti e duri , le areole gonfie fino quasi a farmi male , ma è tutto meraviglioso. Andrea mi sussurra all'orecchio parole a volte dolci a volte oscene mentre non smette di sbattermi la passera con movimenti lenti ma vigorosi e profondi. A volte si ferma con la sola cappella dentro per poi riaffondare con un colpo deciso che mi fa sussultare e gemere dal piacere.
Anch'io gli parlo e lo incito , gli do dello stallone , elogio il suo cazzone e lo prego di non smettere perché sento sopraggiungere l'ennesimo orgasmo che mi fa urlare il mio godere ma ne voglio ancora “ montami e fallo a lungo , non voglio smettere di godere”
Presto al primo orgasmo ne segue un secondo e quando lui “tesoro sto per venire” io “un attimo soltanto ti prego , vengo o si vengo di nuovo”
Lui lascia che quest'ultimo mio orgasmo si esaurisca ed esce in fretta perché sa di essere al limite.
Mi girò di scatto
“ti voglio bere dammelo in bocca”
lui lascia che me lo infili in bocca e dopo poche succhiate lo sento ansimare gemere e dire
“siiii ora bevi , bevi la mia sborra calda”.
Il primo schizzo è talmente potente che mi arriva direttamente in gola , ho un singulto che mi fa leggermente aprire la bocca e un po del suo sperma cola fuori ma prontamente riprendo il controllo ed ad ogni sua sborrata mando giù anticipando la successiva così da ingoiare tutto fino all'ultima goccia. Una volta esaurito il suo orgasmo levo la bocca , prendo in mano il cazzo ancora duro e guardando lui negli occhi prima raccolgo con la lingua quello fuoriuscito che mi era rimasto agli angoli della bocca e poi stringo la cappella e succhio con forza per far uscire quelle poche gocce di sperma rimaste prigioniere nell'imboccatura , infine lecco tutta la cappella e mi passo di nuovo la lingua attorno alle labbra.
Lui si accascia esausto sul letto ed io appoggio la testa sul suo petto , mi cinge con un braccio e ci addormentiamo in un attimo , nemmeno il tempo per una sigaretta stavolta.
Prima dell'imbrunire sono di nuovo a casa e mia madre
“cos'è quell'espressione , ne avrai mica combinata una delle tue ?”
“tranquilla mamma , sono solo felice”
Manca poco e andrò al liceo. Chissà cosa mi riserverà il futuro.
Sono molto ottimista e non vedo l'ora di assaporare la vita di città.
Quante nuove avventure mi aspettano.
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