Conduco una vita, direi abbastanza normale, benestante e tranquilla e mi concedo anche qualche svago in “più”. Quando faccio l’amore con una donna, sempre, dico sempre, mi ritorna in mente quella volta che zia Marta, la sera prima del suo matrimonio – oddio! Sono passati oramai 20 anni – mi fece godere per la prima volta nella sua bocca. Ci siamo incontrati spesso, nelle innumerevoli riunioni di famiglia, ma mai più ci fu tra noi un qualsivoglia accenno o riferimento a quanto era successo quella sera.
Uno dei miei più costosi e gustosi hobby è quello di cercare in giro per l’Italia buoni vini da gustare, mi piace bere bene mentre mangio, magari in buona e piacevole compagnia.
Una di queste gite “enogastronomiche” mi ha portato in un paese vicino a quello dove vive mia zia Marta, quale migliore occasione per andare a trovare lei e la sua famiglia. L’ho rivista con piacere, dall’ultima volta erano passati quasi 2 anni, lei perfetta massaia quasi cinquantenne, la figlia Carla impegnata nello studio per l’esame di maturità era sbocciata come un fiore meraviglioso e gli occhiali che porta quando legge le danno un tono riservato, timido ed eccezionalmente intrigante. Paolo il marito, sempre immerso nel lavoro, ha incominciato come camionista “padroncino”, ora ha tre belle nuove ed imponenti motrici e un contratto d’appalto per cinque anni con una grossa azienda che produce carta, lui e suoi due autisti, uno turco, sono sempre in giro. Mia zia è sempre lì che si lamenta, dice: “sono ancora giovane, lui in giro chissà cosa fa?! Io qui sola, spesso mi devo arrangiare….”.
La mattina ero stato in una meravigliosa, attrezzata piccola cantina artigianale, da dove dopo neanche un ora passata a guardare i riflessi rubini, annusare il delizioso profumo e assaggiare l’avvolgente bouquet di alcuni conturbanti vini rossi , ne ero uscito alleggerito di parecchi biglietti da cento euro. Però era una bellissima giornata di tarda primavera ed ero allegro e felice.
Marta aveva preparato un signor pranzo … non riesco a descriverlo.
Paolo dopo l’antipasto si alza, stranamente brinda con l’acqua e saluta tutti: “ho un container che domattina alle 5 deve essere imbarcato a Trieste, ciao a tutti! Scappo, ma domani a mezzogiorno torno e voglio ritrovarti qui – mi dice – ti porto da un mio amico che quest’anno ha imbottigliato un “Recioto” da re!”.
Carla torna in camera sua a studiare e Marta mi accompagna nella camera degli ospiti – fino a tre anni fa ci dormiva il papà di Paolo che ora “riposa in pace” – l’hanno rimessa a posto, io me la ricordavo buia e dimessa, ora è linda luminosa e arredata sobriamente con un bel letto grande, un armadio a muro, una scrivania e c’è anche l’attacco internet (mah?).
Mentre telefono all’hotel per disdire la prenotazione, Marta mi aiuta a disfare la borsa. Decido di fare una doccia, poi mi butto sul letto per riposare un po’.
Passa un po’ di tempo, forse mi sono anche scappati gli occhi con un pisolino, quando sento borbottare. La voce viene dalla stanza accanto, quella di Carla. Mi alzo mi infilo i calzoni e vado a vedere. Busso, entro, Carla stava ripetendo a voce alta non so cosa, la trovo raccolta sulla poltrona, in mutandine e t-shirt, con un libro appoggiato sulle gambe (wow!) e gli occhi chiusi, ha anche la cuffia col filo che arriva al pc appoggiato sulla scrivania. Mi siedo sulla sedia che trovo vicino alla porta e sto lì a guardarla estasiato. Lei continua a ripetere ad occhi chiusi, ed io continuo a guardarla….. mi sto eccitando, in modo incontrollabile. Resto seduto mentre il mio arnese, ormai durissimo, preme nei pantaloni … e lei continua a muovere la bocca, non sento neanche più la sua voce.
Mi alzo, mi avvicino e mi porto dietro alla poltrona dove lei era rannicchiata, le accarezzo i capelli, lei alzando la testa e guardando verso di me dal basso mi regala un sorriso pieno e sincero. Si toglie la cuffia e senza nessun imbarazzo si alza in piedi sulla poltrona e baciandomi dolcemente sulla guancia mi dice: “sono contenta che sei qui con noi!” poi mi stringe forte in un abbraccio, io sento i suoi seni premermi sul viso – sento che è senza reggiseno – poi si accuccia di nuovo sulla poltrona però continua a tenermi una mano e se la appoggia su una guancia mentre, aprendo il libro, incomincia a leggere un nuovo capitolo.
Le accarezzo la guancia e il lobo dell’orecchio, lei lascia la mia mano ma appoggia, con un leggero movimento, di più la sua testolina sulla mia mano aperta. Continua a leggere, poi gira un po’ la testa e appoggia le labbra sul palmo della mia mano, le sento dischiudersi e sento la punta della sua lingua che, con una serie di guizzi, incomincia a stuzzicarmi, sento brividi che mi prendono. Non voglio muovermi, ho paura che finisca questa stupefacente sensazione. È lei che si muove, si mette in ginocchio sulla poltrona e chiudendo gli occhi mi porge la sua bocca da baciare. Mi abbasso un po’ e la bacio con trasporto, rivivendo le sensazioni e i turbamenti dimenticati della mia adolescenza.
La sua mano passando tra me e la poltrona trova subito l’arnese duro e con una abilità sorprendente lo libera dall’oppressione dei calzoni, dopo averlo accarezzato dolcemente con il palmo della mano raccoglie alcune gocce che erano uscite da lui e, staccandosi dalla mia bocca, le va a raccogliere con la lingua lanciando piccoli mugolii di piacere.
In un attimo, nei pochi passi che ci dividono dal letto, si libera dello slip e della maglietta e mi trascina sopra di lei.
Il contatto con il suo corpo mi da l’estasi, vado a cercare la sua bocca e le sue labbra si aprono ad accogliere la mia lingua che subito, impazzita, si confonde con la sua in un turbinoso gioco di vortici e succhiate.
Sento i suoi capezzoli, turgidi, che premono contro il mio petto, abbandono la sua bocca per dedicarmi a suggerli con tenera violenza, lei si inarca quasi volesse penetrarmi la bocca col suo piccolo seno.
Mentre bacio quei meravigliosi boccioli, sento che lancia piccoli gridolini di piacere e mi spinge la testa verso il basso.
Scendo, sempre baciando ogni piccola parte del suo vellutato pancino, gioco con la lingua nel suo ombelico mentre lei spinge sempre la mia testa verso il basso.
Arrivo a lambire, prima col mento poi con la bocca, la sua delicata peluria bionda e mentre mi soffermo a guardare ed accarezzare con un leggero sospiro la sua pulsante fighetta, lei agganciandomi con le gambe dietro le spalle e premendo con le mani sulla mia nuca, mi attira su di lei ed io affondo la mia bocca dentro di lei ed incomincio a succhiarla voracemente.
Nonostante sia chiuso dalle sue cosce che attanagliano la mia testa fra le sue gambe, mentre è lei con i movimenti cadenzati del suo bacino a dare il ritmo al suo piacere, sento i suoi crescenti lamenti che in pochi minuti la portano al godimento completo.
Subito dopo, mi attira verso di se e abbracciandomi e dandomi tanti bacini sulla bocca, alternati a piccole leccatine per gustare i suoi umori rimasti sul mio viso, mi sorride e dice: “grazie cugino, quante volte ho sognato questo momento, tu sei stato l’oggetto fantastico di quasi tutte le mie masturbazioni”.
Stravolto, mi sono accorto di non aver ancora detto una sola parola, mi aveva preso, usato e io ero estasiato da lei, suo schiavo, ma felice.
Si era girata e rannicchiata contro di me, il mio cazzo, durissimo premeva contro la sua schiena, lei con una mano lo prende e se lo mette tra le gambe appoggiato alla sua fighetta, la sento pulsare sembra che mi stia riempiendo di baci, lei con piccoli movimenti lo accarezza e in un’eternità lo assorbe dentro di lei.
Immobile e sconvolto cerco di cogliere tutti i suoi piccoli movimenti, mentre sento che il suo respiro incomincia a farsi più veloce, io con dei piccoli e leggeri morsi le tormento il collo e la nuca, a lei piace aumenta il movimento fino farsi sempre più penetrare dal mio cazzo, sento salire dentro di me il limite e mentre oramai privo di controllo esplodo, lei con un colpo di reni spinge contro di me tutto il suo corpo, lancia un urlo liberatorio e si abbandona ad un lungo e violento orgasmo.
Poi, si gira verso di me, mi bacia e affonda il suo sguardo dentro ai miei occhi fino a quando il dolce torpore del pomeriggio e il rilassamento ci accolgono in un profondo sonno ristoratore.
Forse sono passati solo pochi minuti – ma oramai il tempo non conta più – quando una mano sulla spalla mi sveglia, apro gli occhi, zia Marta e in piedi di fianco al letto e mi lancia uno sguardo tra l’incazzato, il sorpreso e … l’invidioso. Continua a tenermi la mano sulla spalla, mi chiede: “come ti sei permesso .. con la mia bambina, mia figlia, tua cugina!!! Sei un porco!!!”. Continua a stringermi il braccio, sforza un singhiozzo che le muore in gola, non sa più cosa fare.
Le prendo l’altra mano, muovendomi lentamente per non svegliare Carla, la tiro verso di me fino a farla inginocchiare ai bordi del letto poi le passo la mano dietro la nuca e avvicino il suo viso fino ad appoggiare le mie labbra sulla sua bocca.
Ha le labbra umide, deglutisce, la mia lingua non incontra ostacoli ad insinuarsi tra suoi denti e a raggiungere la sua lingua, risponde al mio bacio, chiudendo gli occhi e stringendo sempre più forte il braccio che mi aveva artigliato fin dall’inizio.
Mentre la bacio, in questa situazione direi quantomeno improvvisa e sconcertante, sento il mio cazzo che riprende vigore e va spingere sulla coscia di Carla, che ancora dorme sdraiata al mio fianco.
Carla con piccoli sospiri e mugolii incomincia a risvegliarsi, subito non si rende conto della presenza della sua mamma e ancora con gli occhi chiusi cerca, e trova, con la mano il mio sesso ed incomincia a menarlo dolcemente.
Zia Marta riaprendo gli occhi vede come Carla e il mio cazzo, stanno riprendendo vigore, e rimane un attimo interdetta e proprio in quel mentre le due donne si guardano negli occhi.
Se in quel momento Carla avesse avuto per le mani le mie palle anziché il mio cazzo me le avrebbe fatte sputare dalla gola.
“Mammaaaa! Cosa fai qui? Cosa fai lì? Cosa fai a lui? Mammaaaa insomma!!!!? È tuo nipote!!!!” “Senti chi parla neanche l’avessi trovata a pettinare le bambole! Sei una troia!!!” “Ho imparato da te, mamma!”.
Nel frattempo Carla continua a stringermi il cazzo e Marta continua a stritolarmi l’avambraccio. Prendendole per la nuca cerco di fermarle dando prima un bacio, con tanto di lingua in bocca, a Carla, poi passando velocemente a baciare, sempre con lingua in bocca, Marta, poi di nuovo Carla e poi ancora Marta fino a quando incominciano loro a baciare me.
La stretta di Carla al mio cazzo si allenta e torna ad essere dolce, Marta mi molla il braccio e allunga la mano sul mio cazzo dove intrecciando le dita con Carla incomincia un delicato e cadenzato andirivieni: mamma e figlia mi stanno sparando una meravigliosa sega.
Dopo pochi istanti ho tutte e due le loro lingue che mi frugano la bocca, ed incomincio a sentire i loro piccoli mugolii mentre disteso nel centro del letto mi godo questa piacevolissima situazione.
Oramai Marta si è liberata della leggera vestaglia da casa, io le ho tolto il reggiseno, meravigliandomi di come il suo seno, a quasi cinquant’anni, sia ancora rigoglioso e arzillo, con pochi e veloci movimenti si libera delle mutandine e con un prepotente assalto si issa sopra di me impalandosi in un sol colpo sul mio randello. Solo in quel momento si ferma alcuni secondi quasi a godere della pienezza raggiunta e attirando a se il viso di Carla la bacia con veemenza sulla bocca, Carla eccitatissima dallo spettacolo a cui aveva appena assistito risponde al bacio della mamma con lo stesso vigore e pure lei mi scavalca la testa e si pone con la sua figa sopra la mia faccia e incomincia a muoversi cercando nel mio viso e nella mia bocca la soddisfazione al suo rinnovato desiderio, mentre continua a fare lingua in bocca con la madre.
Dopo pochissimi secondi, le due donne esplodono contemporaneamente in un poderoso orgasmo, Marta si blocca su di me con tutto il mio cazzo dentro di lei, sento le pulsazioni della sua figa che me lo risucchiano quanto più possono, Carla incomincia a grondarmi sul viso umori spingendo la sua figa su di me con una violenza che addirittura mi toglie il respiro. Io cerco di assecondarle e subisco con meravigliosa felicità questo improvviso amplesso.
Passiamo alcune ore a baciarci, leccarci, scoparci, succhiarci, accarezzarci, alternandoci in tutte le possibili posizioni e combinazioni, cercando di provare tutte le sensazioni e le esperienze che la nostra fantasia aveva sempre immaginato. Carla scatenata, riesce con la sua giovane fantasia a farci fare le cose più inimmaginabili, facendo sembrare naturali, delicate e piene di dolcezza cose che non avrei mai pensato di fare ( immaginato sì!).
Mentre sto succhiando un capezzolo a Marta, Carla si insinua tra le mie gambe e incomincia a leccarmi il buco del culo, con la lingua lo inumidisce poi con un dito lo penetra e poi ancora sostituisce la lingua al dito e la spinge dentro incitandomi ad aiutarla spingendo per aprirlo. Ci segue in bagno e dopo aver pisciato chiede a me e a sua mamma di leccarle la figa per recuperare le ultime gocce che ancora le scendevano e per ricambiare fa lei la stessa cosa con la mamma che nell’eccitazione gliene versa in bocca un bello spruzzo che lei beve avidamente dopo averlo scambiato, in un lascivo bacio, sia con me che con sua madre più volte.
Durante uno scatenato sessantanove con sua mamma, lei si è messa sopra, mi chiama e chiede che le infili il mio cazzo nel buco del culo mentre la mamma le sta leccando la figa.
Marta nel momento del mio orgasmo raccoglie il mio cazzo nella sua bocca e non perde neanche una goccia del mio piacere, Carla si gira repentinamente e va baciare la mamma incominciando un meraviglioso gioco di impastamento con le due lingue, fino ad inghiottirlo tutto senza perderne una goccia.
Fuori è scesa la notte, siamo esausti, con le ossa rotte, ma la nostra mente e il nostro spirito è ancora adagiato in una soffice nuvola di piacere.
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Categorie: Incesti