"Ora andiamo", mi disse sorridendo. Mise in moto e partimmo. Ci fermammo circa una decina di minuti più tardi, davanti al cancello di quella che, di lì a pochissimo, avrei scoperto essere una villetta piuttosto isolata. Lui scese ed aprì il cancello che richiuse una volta entrati. "Eccoci", mi disse poggiandomi una mano sulla coscia. "Non stare a rivestirti", aggiunse vedendo che recuperavo i miei vestiti. A piedi nudi sul ciottolato del vialetto d'ingresso mi guardavo in torno. Era una villetta piccola, a due piani, molto bella."Ti piace", mi disse. Risposi affermativamente. Mi fece cenno di seguirlo. Poi, quando ero davanti al cofano della macchina mi prese e iniziò a baciarmi. Mi voltò, mi tirò giù collant e mutande e mi ordinò di tenermi il culo aperto. "Voglio vedere, bene, il tuo culo, alla luce del sole... Che bello", disse iniziando a toccarmi l'ano. Io mi allargavo le chiappe più che potevo. Lo sentii sputarsi sulla mano e poi, quella stessa mano toccarmi il buco del culo. Inarcai la schiena ed iniziai a spingere. "Sei proprio una traia!", mi disse mentre iniziava a penetrarmi col dito. "Sì, lo sono. Sono la tua troia... Mhhhh, sì, fammi quello che vuoi!", stavo delirando dal piacere. Un po' andava avanti e indietro, un po' lo spingeva tutto su e lo muoveva dentro. Poi lo ritirò fuori e lo sentii di nuovo sputare. "Proviamo con due, spingi", mi sussurò all'orecchio. Cercai di rilassarmi e di spingere più che potevo. Sentivo le due dita farsi largo lentamente. Lo sentii di nuovo sputare e continuare con quella dolce agonia. "Come sei stretta ma non ti preoccupare...", mi disse continuando la sua opera. All'inzio sentii un po' di fastidio ma passò quando entrambe le dita erano completamente dentro al mio culo. "Odio, è bellissimo!", dissi mentre iniziavo a sculettare. Mi sentivo bene come mai prima di allora. Ero libero da ogni inibizione e condizionamento di natura sociale. Ero esattamente quello che volevo essere in quel momento. "Andiamo in casa", mi disse sflilando lentamente le dita. Entrammo in casa. Era una bella casa, tradizionale negli arredamenti. Mi piaceva, ma, in verità, non me ne fregava un cazzo. In casa ci baciammo e lui mi spinse con forza sul divano e andò a sedersi su una poltrona. "Mettiti a quattro zampe e vieni qui. Spogliami, iniziando dalle scarpe", mi disse con fare serio. Obbedii, avrei fatto qualunque cosa in quel momento. Così gattonai da lui e feci quello che mi era stato detto. Gli tolsi le scarpe, poi i calzini e mi ritrovai con quei piedi sotto al naso. "Leccali", mi disse. Non me lo feci ripetere. Avevano un gusto acido ma non me ne fotteva niente. "Brava, così. Mi fai impazzire... ma ora mettiti in ginocchio", mi disse, prima di mettersi in piedi: "e toglimi i pantaloni". Il mio viso era all'altezza del suo cazzo. Gli slacciai la cintura, il bottone e gli abbassai la zip. Poi tirai giù, pantaloni e mutande. Avevo il suo cazzo in faccia. Peloso e non troppo grosso, odorava di sudore. Non era in erezione ma non era nemmeno a riposo. "Succhiamelo". mi disse. Non sapevo bene come comportarmi ma provai a fare del mio meglio. Iniziai a segarlo mentre con la mano libera gli toccavo, e leccavo, le palle. Poi glielo presi in bocca, stando attento ai denti. Lo leccavo e succhiavo. Alla fine provai a spingermelo più giù che potessi. Lui sussultava. Lo sentivo godere e quel cazzo prendeva sempre più consistenza. Era una sensazione strana tenere un cazzo in bocca. Andai avanti per un po' poi lui mi fermò. Si spogliò completamente nudo e andò via. "Togliti i collant e mettiti là col culo all'aria", mi disse indicandomi il divano. Così feci. Mi misi con il busto appoggiato allo schienale, in ginocchio, il culo in fuori. Aspettavo con ansia. Lui tornò poco dopo. Teneva in mano diverse cose. Le poggiò al mio finaco. C'era del lubrificante e una serie di tre palline dal diametro di pochi centimetri collegate con una corda terminante con un grosso anello. Iniziò a lubrificarmi. Mi penetrò con un dito, poi due con facilità. Godevo con la bocca spalancata. Poi prese la catena di palline e iniziò a spingermi la prima nel culo. La sentii entrare piano, farsi sempre più grossa e, infine descrescere. Per poi essere inghiottita dal mio culo. Provai quella sensazione per quattro volte. "Muovi il culo adesso", mi disse. Sentii le quattro sfere muoversi dentro di me. Più tardi avrei scoperto che quelle palline erano cave e contenevano una sfera all'interno, libera di muoversi. Mi mollò due schiaffi sul culo e sentii tutto vibrarmi dentro. Ansimavo violentemente. Lui tornò sulla poltrona e mi intimò di raggiungerlo, sempre a quattro zampe. Quando fui abbastanza vicino mi tocco la faccia con un piede che mi infilò in bocca. "Ora voglio che mi lecchi il culo", mi disse. Si portò sul bordo della poltrona e raccolse a sé le ginocchia. Il suo ano era scuro. Lo contrasse un paio di volte. "Lecca!". Iniziai a leccarlo. Lo sentivo spingere e stringere. "Infilaci la lingua dentro!", mi ordinò. Non me lo feci ripetere. Piano mi stuzzicavo il cazzo ma era tutto un altro tipo' di godere. Lui si masturbava. Ogni tanto mi guardava e i nostri sguardi si incrociavano. "Chi sei?", mi chiese ad un tratto. "Sono la tua schiava!", risposi eccitato. "E chi sono io?", mi disse. "Il mio padrone!", risposi. "E cosa faresti per me?", andò avanti lui. "Tutto!", risposi senza alcuna esitazione. Il suo ano ora non si contraeva più, spingeva e basta e la mia lingua ci affondava dento. Sentivo il gusto del suo culo. Poi mi scorreggiò in faccia, due volte e io inghiottii tutto. Erp eccitato come non lo ero mai stato in vita mia ma non ero sicuro di essere pronto per quello che immaginavo stesse per succedere. Ma le cose andarono in un altro modo. "Rimettiti sul divano, come prima!", mi disse. Io mi ci misi. Poi lui afferò l'anello che mi pendeva dal culo e inizò a tirare. Fu ancora più bello di quando me le aveva inserite. Quando l'ultima palla uscii iniziai a sentire una gran voglia di cagare. "Devo cagare", dissi preoccupato. "Tieni duro ancora un attimo!", mi disse lui. Prese il lubrificante, me lo buttò sull'ano e poi se lo cosparese sul cazzo. In un attimo sentti la sua cappella premermi in mezzo al culo. Le sue mani mi stringevano i fianchi. Ero eccitato, ero allargato, e il suo cazzo non era grosso. Ci volle un attimo e lo avevo tutto dentro. Pochi profondi movimenti e il suo sperma mi riempiva. Lo sentii scosso dal piacere mentre si svuotava dentro di me. Ero distrutto dal piacere. "Ora lo tolgo, tu stringi e seguimi", mi disse. Sfilò il cazzo piano e io strinsi, come mi era stato detto. Mi afferrò per un polso e mi portò in giardino. "Mi serve un bagno", gli dissi implorante. "Fai qui!", mi ordinò lui. Lo fissai imbambolato. "Forza!", mi disse seriamente. Mi accosciai fissandolo negli occhi. Ero sua. Iniziai a spingere. Subitò usci uno spruzzo di sperma seguito da uno stronzo. Lui mi guardava divertito. Ero la sua schiava. Senza dire una parola iniziò a pisciarmi addosso. Non ne fui sorpresa. Solo allora inizia a masturbarmi. Venni subito. Finito lui si chinò su di me e mi baciò. "Vieni, andiamo a lavarci".
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