Qualche settimana prima della fine dell'anno scolastico, e quindi con l'approssimarsi delle vacanze estive, Samuele aveva infranto moltissimi cuori fidanzandosi con Cristina. Forse l'unica che non aveva mai esternato, al pari delle altre, chissà che intenzione verso di lui. Ma il caso molto spesso è ironico, e proprio loro due finirono insieme.
Alcune compagne di classe di Samuele rimasero tacitamente molto molto scontente di questa scelta, ritenendo di essere di gran lunga migliori di Cristina, la quale era una ragazza piuttosto ordinaria dall'alto del suo metro e sessantacinque e dei suoi occhiali da secchiona.
Era una sera di metà Luglio, e nel paese era in corso una sagra che aveva richiamato la partecipazione di moltissime persone. Per le strade quasi non si camminava.
Samuele e Cristina erano in giro come tutti gli altri, principalmente per passeggiare mano nella mano o per assaggiare il prodotto al centro della sagra.
La loro serata tranquilla fu bruscamente interrotta quando dinnanzi a loro piombò Matilde, una loro compagna di classe. Era fuori controllo e a dir poco spaventata.
“Sami, Cristina, aiuto, è successa una cosa terribile: Flavia si è sentita poco bene. Io e Sara siamo riuscite a portarla in una zona meno affollata ma ha bisogno di essere accompagnata a casa, e noi non abbiamo alcun mezzo. Siamo venute a cercare aiuto e per fortuna abbiamo trovato voi.”
Naturalmente Samuele e Cristina si precipitarono seguendo Matilde, la quale li condusse quasi correndo verso la stessa zona in cui avevano messo al sicuro la loro amica Flavia.
Arrivarono quindi in un'ampia piazza, la quale generalmente era destinata, come quella sera, al parcheggio di autobus di servizio pubblico interno.
Quando arrivarono videro una figura femminile in piedi vicino ad uno degli autobus. La piazza era completamente vuota. Nel procedere a gran passo, Matilde fu superata da Samuele e Cristina i quali si apprestarono a dare soccorso. Giunti dalla ragazza in piedi la riconobbero essere Sara, la ragazza che insieme a Matilde aveva soccorso Flavia.
“Dov'è Flavia?” chiese Samuele.
“L'ho fatta salire un momento nell'auto, per farla stare un po' stesa!”
Samuele salì immediatamente sul bus, senza pensarci due volte. Una volta dentro vide che Flavia in piedi in fondo del mezzo. L'auto aveva all'incirca una decina di posti, ed era lungo tra i due e i tre metri.
“Buonasera Sami. Finalmente!”
Samuele era leggermente interdetto.
“Flavia come stai? Matilde mi ha detto che...”
“Lo so, lo so, ma sto bene. E tra poco, fidati, starò ancora meglio.”
Flavia si avvicinò a Samuele e gli puntò un dito sul petto. Il dito iniziò a disegnare piccoli cerchi.
“Hai idea di quanti cuori hai infranto Sami?” Nel dir queste parole Flavia fece un viso volutamente imbronciato, ma soltanto per pochi secondi. Sfoggiò poi un ghigno malizioso. “Sicuramente quelli di tutte noi tre. Ora però avremo quel che volevamo, e lo avremo a modo nostro.”
Il dito di Flavia scese in picchiata e iniziò a infilare tutta la mano nei pantaloni di Samuele ma lui si ritrasse immediatamente.
“Sei impazzita? Sono venuto qui perché pensavo stessi poco bene, ma se era tutta una scena per ottenere chissà cosa, me ne vado via.”
Samuele si voltò per uscire ma vide che la strada era sbarrata dalla presenza di Sara e Matilde che tenevano bloccata Cristina.
“O fai a modo nostro, o la riempiamo di botte e stasera tornerà a casa piuttosto mal ridotta.”
Samuele si irrigidì sentendo le mani di Flavia toccarlo ovunque da dietro; intercettò lo sguardo triste e spaventato di Cristina.
Ora Flavia gli stava slacciando la cinta, e sfilandola dai pantaloni la lanciò verso le sue due complici e, dopodiché, in me che non si dica aveva già messo le mani sui boxer di Samuele, in corrispondenza del suo arnese.
“Nulla in contrario, vero?” disse rivolta a Cristina “Ci dispiace che debba succedere così, ma lui ci ha sempre respinte, e quindi questo era l'unico modo. Vuoi rimanere a guardare. Non abbiamo nulla in contrario noi. Vero?”
Sara e Matilde proferirono solennemente che no, loro non avevano nulla in contrario. Presero quindi la cinta di Samuele e la utilizzarono per legare i polsi di Cristina ad una delle maniglie poste in alto e che normalmente hanno la funzione di agevolare l'alzata dei passeggeri. Ora Cristina aveva tutto l'aspetto di una persona appesa, salvo che era comunque piantata a terra con i piedi.
Era costretta a rimanere lì e ad assistere alla scena che incombeva.
Flavia, che nel frattempo non aveva perso tempo e stava delicatamente e lentamente masturbando la propria vittima, fu raggiunta da Sara e Matilde, le quali iniziarono a spogliarsi a vicenda: l'una sbottonava la camicetta dell'altra lasciando intravedere un reggiseno pieno di merletti e ricami, mentre l'altra faceva scendere sulle spalle le bretelle del lungo vestito estivo, lasciando una sinuosa figura seminuda nel buio di quel veicolo. Presero quindi a baciarsi.
Naturalmente fu molto difficile per Samuele, fino al momento in cui divenne letteralmente impossibile, resistere a tutto ciò. Si sforzò, chiudendo gli occhi, di pensare alle cose più orribili. Letteralmente. Persone che precipitavano in burroni, o che vomitavano o altre cose del genere. Ma le sensazioni regalate al suo corpo da quelle tre si insinuavano nei suoi sensi e intorpidivano la sua lucidità. Si detestava per come sentiva crescere e indurirsi il suo cazzo sotto i massaggi delle loro mani. Non osava aprire gli occhi e guardare Cristina. Sperava che fosse riuscita a girarsi e non guardare. I suoi pensieri su Cristina furono bruscamente interrotti dal calore delle gambe di Sara e Matilde che iniziarono a strusciare sulle sue, che nel frattempo erano state scoperte da Flavia nel momento in cui aveva tirato giù sia pantaloni che boxer, lasciando il suo cazzo e i suoi testicoli esposti.
Fu strattonato, con tutta la difficoltà del muoversi all'indietro con i pantaloni calati fino alle caviglie, fino al sedile più largo sul fondo dell'autobus e messo a sedere. Ora quelle tre gli stavano davanti, precludendogli la visione della sua fidanzata. Flavia, quella ancora più vestita delle altre, provvide a rimanere in intimo al pari delle sue complici. Una volta fatto, si guardarono tra di loro.
“Pronte?”
Un fioco cono di luce proveniente da un lampione esterno illuminò la parte inferiore dei loro volti, illuminando i loro sorrisi appetitosi e soddisfatti.
“Sì”
Si tuffarono in ginocchio nel buio e sul cazzo di Samuele. Lui percepì immediatamente il calore delle loro lingue che lo assaltavano fameliche. Tre lingue coprivano e scorrevano per tutta la lunghezza del suo cazzo dandogli un piacere inverosimile che, nonostante sapesse provenire da una situazione ingiusta e indesiderata, vergognosamente apprezzava. Vedeva le teste muoversi nell'ombra, e questo fortificò la sua eccitazione. Una di loro poi, non seppe dire chi, spostò la sua attenzione sulle palle. Le restanti due iniziarono a baciarsi e a baciare la sua cappella con molta partecipazione della lingua. Gli angoli della loro bocca si toccavano, permettendo alle loro lingue di incontrarsi e toccarsi sulla cappella di lui. Cercarono ci stringere il loro bacio affinché la cappella rimanesse il più possibile chiusa nelle loro labbra. L'estasi lo pervase, e sperò che per Cristina, da quella distanza, fosse troppo buio per vedere.
Quasi come se gli avesse letto nel pensiero, Flavia si staccò dai testicoli e andò verso Cristina. Si premurò di slegarla solo per poi rilegarla ad una maniglia più vicina.
Mentre Flavia era impegnata in questo, Sara si alzò. Si sfilò le mutandine ormai oltremodo bagnate, cosi come del resto la sua vagina, si girò di spalle a Samuele e si mise a sedere su di lui, premurandosi di farsi penetrare. In questo la aiutò Matilde, che nonostante il buio direzionò in maniera precisa il cazzo all'interno di Sara.
Se Samuele gemette di piacere, cercando di non farsi sentire da Cristina, Sara cacciò un urlo di piacere che non fece che acuire l'eccitazione di tutte. Cavalcava impazzita, reggendosi ai sedili avanti a lei, con indosso soltanto il reggiseno e dei calzini rosa. Matilde provvide a sfilarle il reggiseno, per poi baciarla sulle labbra, scendere poi a baciarle il seno, ed infine arrivare al punto in cui lei e Samuele erano congiunti. Sentiva il rumore delle cosce e delle natiche della sua complice, sbattere sulle gambe di Samuele. Le palle di lui ballonzolavano frenetiche al di sotto della fica bagnata di lei. Nel buio, osservò sul movimento meccanico di dentro e fuori. E fu rapita. Non riuscì a resistere. Affondò la sua lingua in quella zona e assaporò tutti i liquidi. La sua lingua incontrava a ritmo alterno il cazzo di Samuele e la regione del clitoride di Sara.
Flavia era di fianco a Cristina e le bisbigliava qualcosa all'orecchio.
Visualizzazioni: 5 074
Aggiunto: 4 anni fa
Utente:
«Non male»