Non so come ci sono arrivata. O forse sì.
Sono sempre stata molto timida. Quando mi piaceva qualcuno, speravo sempre si accorgesse dei miei sguardi, da lontano. Non sapevo ancora che i maschi hanno bisogno dei poster davanti agli occhi. Ovviamente, mi piacevano soprattutto quelli a cui non interessavo minimamente.
Il mio essere introversa, unita alla fantasia tutta adolescenziale che la prima volta dev’essere speciale e si deve fare con qualcuno che ci piace per davvero, mi ha portata a frequentare pochi ragazzi. Ogni volta che si arrivava al dunque e dicevo che non l’avevo mai fatto prima, la cosa finiva lì. Dal giorno successivo, si eclissavano tutti.
Nell’estate dei miei 20 anni ci sono andata vicina. Sono andata a ballare con le mie amiche in uno dei tanti locali dell’isola in cui stavamo trascorrendo le vacanze estive. Mi si avvicina un ragazzo alto, moro, snello e mi chiede ballare insieme a lui. Mi accarezza. Mi bacia. Poi usciamo e ci ritroviamo soli nel parcheggio lì fuori. I suoi baci diventano più esigenti e così anche le sue mani. Quando mi ha infilato una mano nelle mutandine, però, mi sono sentita a disagio. Gli ho detto di fermarsi. Ma lui non mi ascoltava. Continuava a toccarmi contro la mia volontà. E io, che avevo bevuto più del solito, non riuscivo a spingerlo via.
Per fortuna poi è passato vicino a noi un gruppetto di ragazzi che parlavano a voce un po’ troppo alta. Lui si è girato verso di loro e io ho sfruttato quell’attimo di distrazione per tornare dentro al locale, dalle mie amiche. Quella notte l’ho trascorsa tremando e piangendo nel mio letto.
Da allora, ho trovato sempre difficile lasciarmi andare con un uomo.
Dopo qualche anno, ho incontrato di nuovo un mio caro amico ed è scattato qualcosa.
Nei mesi successivi mi sono resa conto che stavo bene con lui e che desideravo qualcosa di più di un’amicizia. Ma d’altra parte, avevo paura di perderlo anche come amico, se non avesse ricambiato quel mio stesso sentimento.
Raccolto tutto il mio coraggio, per non essere divorata dai dubbi, e glielo confesso. Sembra imbarazzato. Vuole pensarci su. Dopo una settimana, mi dice che preferisce essere solo un amico.
Questa batosta è stata ciò che mi ha spinta a penare: “Be’, se non posso avere l’amore, voglio almeno godermi la parte divertente di una relazione.”
Qualche tempo dopo, mi iscrivo a una chat di incontri. Parlo con qualche ragazzo, ma in nessuno di loro trovo ciò che cerco. Finché non trovo lui: 21 anni, riccioli castani, pelle abbronzata. Mi dice che vuole divertirsi e sperimentare un po’, prima di provarci con una che gli piace. Accetto di incontrarlo.
Beviamo qualcosa al pub, chiacchieriamo molto. Mi sento a mio agio con lui.
Seduti sul muretto di fronte al locale, ci godiamo la brezza estiva della sera. Lui fa una battuta, io rido di gusto. Mi accarezza la guancia e mi guarda intensamente. Si avvicina con la sua bocca alla mia e mi bacia. Un timido incontro di labbra presto si trasforma in un intreccio di lingue, che si cercano affamate.
“Vuoi fare un giro in macchina?”, propone lui.
“Ok…”
Ci fermiamo in un parcheggio lontano da occhi indiscreti e ci spostiamo sui sedili posteriori della sua auto. Ci baciamo a lungo. Ad ogni carezza sento il desiderio divampare come un fuoco che dev’essere domato.
Lui mi slaccia i jeans e me li sfila. Sento il cuore martellarmi nel petto dall’eccitazione.
Mi bacia sopra le mutandine e poi me le sfila lentamente.
Per la prima volta sento la bocca di un uomo esplorare la mia intimità. È una sensazione nuova, strana, ma eccitante da morire. “Sei già così bagnata…ti adoro…”, sussurra.
Alla sua lingua si alternano anche le sue dita, che mi accarezzano disegnando dei piccoli cerchi. Prima con tocchi delicati, poi l’intensità segue quella dei miei gemiti. Troppe sensazioni piacevoli in una volta. Vengo di lì a poco. Sorrido. Il primo orgasmo procuratomi da un ragazzo.
Dopo avermi lasciato qualche minuto per riprendermi, mi chiede: “Vuoi provare a ricambiare?”
La curiosità ha il sopravvento. “Ci provo…ma devi guidarmi tu…”, rispondo arrossendo.
Mi aiuta a slacciargli la cintura e i bottoni dei jeans. “Accarezzalo da sopra i boxer…”
Faccio come mi dice e con tocco incerto accarezzo piano il suo membro già duro. “Sei tu che mi fai questo effetto, sai?”, dice accarezzandomi il viso. Gli sorrido, mentre sento di essere arrossita ancora di più.
“Vuoi prenderlo in mano?”, mi chiede. Lo guardo negli occhi e annuisco.
Si sfila i boxer assieme ai jeans e finalmente libera la sua erezione. Lo osservo, incuriosita. Lui mi prende la mano e me l’appoggia sulla sua asta, stringendola attorno alla mia, per farmi capire come tenerlo. “Ora muovila piano, su e giù, tenendo salda la presa…sì, così…”
Seguendo ciò che mi dice, comincio a segarlo. Seguendo il mio istinto poi, vario la presa e i movimenti della mano. Lui si lascia sfuggire dei gemiti.
Assaporo la sensazione del suo cazzo tra le mie mani, caldo, duro e morbido al tempo stesso. E sentendo che man mano che lo stimolo, cresce sempre di più. Ho subito capito che avrei adorato far provare quel piacere a un uomo e anche quanto mi eccita farlo.
Incoraggiata dall’espressione del suo viso, gli chiedo: “Posso prendertelo in bocca?”
Lui mi guarda sorpreso e sorride, dicendomi: “Fai pure…”
Mi chino su di lui e con la lingua assaggio la sua cappella, leccandolo piano. È calda, rossa, bagnata. Esce già qualche gocciolina. Gliela prendo in bocca, succhiando piano. “Attenta ai denti…”, mi suggerisce. Faccio in modo di non fargli male e inizio a succhiarlo sempre più forte e di gusto.
“Riesci a prendermelo tutto fino in gola?”, mi chiede ansimando.
Con la lingua parto dalla base dell’asta, gliela lecco fino alla punta, per poi accoglierlo in bocca e abbassarmi finché non sento la cappella in gola. Lui mi prende la testa e geme. “Oh sì, così, bravissima…ora muoviti su e giù con la testa…”. Me la tiene con una mano, accompagnando i miei movimenti e dandomi il ritmo.
Passa qualche minuto e mi dice: “Sto per venire…se non vuoi che ti venga in bocca, tirati su…”
Ma io voglio sentirlo riversare il suo piacere nella mia bocca. E così, sento i primi schizzi sulla lingua, mentre lui geme forte e mi stringe la testa con entrambe le mani. Quando sento che ha finito, mi tiro su e lo guardo negli occhi. Poi deglutisco. Mi guarda stupito e dice: “Hai ingoiato? Ma sei fantastica!”. Mi lecco le labbra e gli sorrido: “Hai davvero un buon sapore…”
Dopo qualche giorno, gli dico che mi sento pronta per farlo. Voglio andare fino in fondo stavolta.
Il pomeriggio successivo mi passa a prendere e decidiamo di andare nel motel vicino casa mia. Niente macchina, almeno la prima volta ci meritiamo un letto e tutta la tranquillità e la libertà di movimento che si possano avere.
Ci fermiamo a prendere i preservativi in un distributore lungo la strada. Anche lui è nervoso e lo trovo molto dolce.
Parcheggiamo davanti alla stanza. Apro la porta con la chiave ed entriamo in una camera piuttosto sobria, a parte una piccola striscia di led blu situata sotto un accenno di baldacchino sopra al letto. Anche la tappezzeria e le lenzuola sono sui toni del blu. Esplorando la stanza, notiamo anche una vasca idromassaggio in bagno.
Tornati di fronte al letto, lui mi prende una mano e mi chiede: “Sei sicura?”
Gliela stringo e dico con voce tremante di eccitazione: “Sì, voglio che sia tu a farlo…”,
Mi abbraccia, stringendomi forte. Sa che sono nervosa e vuole mettermi il più possibile a mio agio. Anche lui è nervoso, è anche la sua prima volta. Mi prende il viso tra le mani e comincia a baciarmi in modo lento e profondo, mentre mi spinge piano verso il letto. Mi fa sedere e mi sfila la maglietta. Ho un reggiseno nero di pizzo bordato di rosso sulla parte superiore delle coppe. “Dio, quanto sei bella…il tuo seno mi fa impazzire…”
Si inginocchia davanti a me e mi bacia il collo, poi il petto e sento che con le mani armeggia con i gancetti del reggiseno, aprendolo dopo qualche tentativo. Me lo sfila lentamente e si ferma per un attimo ad ammirare la mia quarta abbondante. Mi prende i seni tra le mani e con la bocca succhia prima un capezzolo e poi l’altro, disegnando cerchi bagnati con la lingua. Mi strappa qualche piccolo gemito.
Mi fa sdraiare e si sistema sopra di me, sfilandosi la t-shirt, mettendo in mostra il suo corpo tonico e abbronzato. La sua bocca scende verso il mio ombelico, fino al bordo dei jeans. Me li slaccia e me li sfila. Lui si alza un attimo per sfilarsi i suoi e sdraiarsi subito sopra di me, tra le mie gambe.
Sento strusciare la sua erezione contro il mio clitoride già gonfio, mentre ci baciamo con passione crescente. Le sue mani sono dappertutto: sui miei seni, sui miei fianchi, sulle mie cosce.
Le mie gli accarezzano la schiena, il mio bacino si alza verso di lui con movimenti naturali.
Lui si inginocchia tra le mie gambe e mi sfila le mutandine nere di pizzo, bordate di rosso.
Con un movimento veloce, si sfila anche i boxer, per poi allargarmi le gambe e posizionarsi con la testa davanti alla mia intimità pulsante e umida. La sua lingua inizia a disegnare lenta dei cerchi attorno al clitoride. Le gambe iniziano a tremarmi, il mio respiro si spezza. Adoro come lo fa.
Mi tortura per un po’ e quando i miei gemiti si fanno più forti, si ferma e la sua bocca cerca la mia. Sentire il mio sapore sulle sue labbra è una sensazione sublime. Vorrei toccare il suo cazzo ora, ma noto che la sua erezione è già piena. Allunga una mano verso il comodino e prende un preservativo. Lo apre con i denti e se lo infila. Si rimette sopra di me e mi sussurra sulle labbra: “Pronta?”
Gli prendo la testa tra le mani e gli sussurro: “Sì…”, baciandolo per incoraggiarlo ulteriormente.
Sento la cappella sfiorare le mie labbra bagnate ed entrare appena. Mi fa male. “Aspetta, non ci riesco…fa male…”
“Tranquilla, abbiamo tutto il tempo che vogliamo…sei tu che comandi ora…”, e mi bacia dolcemente.
Dopo un paio di minuti, ci riproviamo. Ma appena lo sento spingere, sento dolore. Lui si sfila di nuovo e mi dice: “Vuoi che facciamo un bagno caldo, così ci rilassiamo?”
“Proviamo…”
Riempie la vasca di acqua calda e bagnoschiuma profumato al gelsomino. Mi fa sistemare seduta fra le sue gambe, con la schiena appoggiata al suo petto.
Mi accarezza su tutto il corpo, mi bacia il collo, la sua mano scende a stimolare il mio clitoride.
Piano piano mi rilasso e mi abbandono alla sensazione di calore e alle sue mani esperte.
Passano diversi minuti e sento che ora sono davvero a mio agio.
“Sei più rilassata ora? Vuoi che torniamo a letto?”, mi sussurra all’orecchio.
“Sì, torniamo di là…”
Avvolti negli asciugamani, ci sediamo sul letto e vedendo la mia borsa sul comodino, mi ricordo del preservativo alla banana che mi aveva regalato una cara amica per uno scherzo tra noi, durante un viaggio di poco tempo prima e che conservavo da allora. Sorrido ripensandoci e dico a lui: “Ti dispiace se ci proviamo usando un preservativo che ho io?”
“Ahah, no, affatto…”
Allora lo prendo e glielo porgo. Ride quando vede di che tipo di tratta.
“Prima di infilarmelo, ti va di giocare un po’ con lui?”, dice guardandomi e aprendosi l’asciugamano.
“Oh sì, molto volentieri…”, rispondo vogliosa di sentirlo in bocca.
Lo faccio sdraiare e la mia bocca e la mia mano cominciano a muoversi all’unisono. Dapprima molto lentamente, poi mano mano che il suo cazzo diventa duro, succhiandolo e segandolo sempre più forte. La mia lingua gioca con la sua cappella, mentre i suoi gemiti mi fanno capire che sta apprezzando questo gioco, e parecchio. “Ora fermati o mi farai venire…”, mi dice mentre con una mani mi solleva il viso. “Sdraiati, è il mio turno di giocare…”
Si infila il preservativo alla banana e si sistema tra le mie gambe. Si abbassa per baciarmi, mentre con il pollice della mano destra mi stimola il clitoride. “Ora giochiamo sul serio…”, mi dice a fior di labbra. Sento la sua cappella spingere contro la mia apertura già scivolosa, mentre continua a muovere il pollice su e giù. Lo sento entrare, centimetro dopo centimetro. Superare la mia barriera, che questa volta crolla in un turbinio di dolore misto a piacere. “Mi senti? Sono tutto dentro…guarda”, mi dice.
Apro gli occhi e sollevo leggermente la testa. Vedo che è dentro di me, completamente. “Tutto bene?”, mi chiede, chinandosi sul mio viso.
“Sì, sto bene…benissimo”, gli rispondo, sorridendo. Anzi, ridendo di gioia. Una gioia spontanea, dirompente.
Ride anche lui e mi bacia con impeto. Comincia a muoversi piano dentro di me, guardandomi negli occhi. Aumenta il ritmo, ma io non sento più fastidio ormai, solo piacere. Sono invasa da mille sensazioni nuove, troppe per essere assaporate tutte in una volta. Lo sento irrigidirsi e tremare, espirando forte. “Scusami, non ho resistito, sei troppo stretta…”, confessa imbarazzato.
“Tranquillo, va tutto bene…”, gli stringo la testa al mio petto e mi godo la sensazione di aver fatto l’amore per la prima volta. Ed è stato perfetto.
Ho 26 anni e fare sesso non mi fa più paura.
Visualizzazioni: 3 978
Aggiunto: 4 anni fa
Utente:
Categorie:
Etero
Prime Esperienze
«Molto poetico»
«bel racconto molto eccitante , sembra una storia vera; sicuramente è la tua storia, fantastica mi piace»
«Grazie del bel racconto»
«»
«Vorrei provare»