Io e Nadia, la mia migliore amica, la scorsa settimana siamo andate a Cremona, in effetti lei mi ha solo accompagnato, perché dovevo risolvere un problema con la banca Intesa dove papà aveva un conto corrente, essendo io l’erede, per poter accedere al conto dovevo presentare alcuni documenti, per questo il viaggio a Cremona; dopo aver parcheggiato l’auto in un autosilo, con un taxi, ci siamo fatte accompagnare in banca e, dopo un paio d’ore ne siamo uscite, finalmente.
Abbiamo passato il resto della giornata a zonzo in centro approfittandone per fare un po’ di shopping, poi Nadia, verso sera, mi ha detto “perché non ci fermiamo qui a cena, la città è carina, poi magari un locale, un cinema e poi torniamo a Milano” accettai ma, visto che eravamo piene di pacchetti dei nostri acquisti decidemmo prima di andarli a mettere in macchina e, quindi, ancora un taxi fino all’autosilo e poi un altro per tornare in centro. Prima di continuare, però, devo fare una premessa : io e Nadia siamo amiche dai tempi del liceo, abbiamo quindi la stessa età, 26 anni, siamo single e, decisamente, amiamo divertirci. Siamo molto simili, alte uguali, io castana e lei bionda, andiamo anche in palestra insieme e abbiamo tutte e due la fortuna di non dover lavorare perché le nostre famiglie sono sufficientemente agiate, io figlia unica , ormai senza genitori, lei con un fratello più grande e, per sua fortuna, con ancora tutti e due i genitori; forse è anche il caso di dirvi come eravamo vestite : vista la commissione che ci aveva portato a Cremona, Nadia indossava una gonna sopra il ginocchio con un piccolo spacco posteriore ed una camicetta a mezze maniche in seta color perla, io, invece, avevo un miniabito bianco con bottoni sul davanti ed una larga cintura sui fianchi che si accompagnava benissimo agli stivaletti tipo western che portavo, per l’occasione avevo anche pettinato i miei capelli lunghi con una larga treccia, ma torniamo alla nostra “gita”.
Dopo aver mangiato una pizza che, a dirla tutta, non era un granché, cercammo un cinema anche perché avevamo bevuto forse un bicchiere di vino di troppo e non potevo guidare così, meglio far passare un po’ di tempo;
lo trovammo in una piazzetta vicino ad un parco pubblico, una bella sala ottocentesca, con archi e colonne, poltrone rosse ed anche una galleria, visto che non eravamo li tanto per il film quanto per smaltire il vino di troppo ci mettemmo in galleria in fondo e, appena cominciò il film mi misi a sonnecchiare, mi svegliai quando si riaccesero le luci alla fine del primo tempo; la sala sotto non era molto affollata ed anche in galleria ci saranno state una decina di persone, quindi mi stupì un po’ quando, cominciando il secondo tempo, un uomo si sedette al mio fianco e, guardando Nadia vidi che anche lei aveva un uomo alla sua destra, comunque cercai, stavolta, di guardare il film.
Dopo pochi minuti sentii una pressione sul fianco della mia gamba e, guardando il mio vicino, mi resi conto che, pur tenendo le braccia conserte faceva strusciare il braccio contro il mio seno,, spostai la gamba e mi girai verso Nadia “ Nadia, questo ci prova che faccio?” e Nadia “anche il mio vuoi che ci alziamo?” le risposi sbagliando “no, non importa, lo terrò a bada” e mi girai di nuovo verso lo schermo,dopo poco però, non più il braccio ma una mano accarezzava il mio seno oltre il tessuto del mio vestito, gli spostai la mano, dopo poco ancora la mano ma sulla mia gamba e gli tolsi anche quella, ma sembrava una piovra, mi aveva messo un braccio intorno al collo e con una mano mi accarezzava il seno e con l’altra cercava l’interno della mia coscia, mi girai ancora verso Nadia ma vidi che anche lei era in una situazione imbarazzante, cercai di spostarmi ma ero abbastanza bloccata dalla poltrona e dal suo braccio sul collo , poi la mano si staccò dal mio seno e mi fece girare il viso verso di lui che, all’improvviso, continuando ad accarezzarmi una coscia, mi baciò, o fu il vino o non lo so, però aveva un buon sapore e, dopo un primo momento lo lascia fare, anzi, risposi al bacio, aveva una lingua carnosa e calda che avvolgeva la mia stuzzicandola, ma questo fu anche l’inizio di ciò che avvenne dopo.
Continuando a baciarci la sua mano si insinuò sotto il mio vestito raggiungendo il bordo dei miei slip, con l’altra sentii che stava slacciando i bottoni del mio vestito per mettere a nudo il mio reggiseno e, poco dopo, mi accorsi della sua mano sulla pelle del mio seno , lo accarezzava, lo stringeva, strizzava i miei capezzoli ormai induriti e, intanto, continuava a baciarmi, poi le sue dita raggiunsero le mie grandi labbra, si accorse sicuramente che ero un po’ ….. bagnata le allargò e mi penetrò con un dito che iniziò a muovere solletica domi la clito, mi girai per caso vero Nadia e vidi che anche lei era….occupata e si era spostate un paio di poltrone più in là, poi lui si interruppe un attimo, mi prese il polso del braccio sinistro e portò la mia mano ad impugnare il suo pene che mi accorsi era già in erezione e cominciai anch’io a masturbarlo, mentre lui riprendeva il suo lavoro tra le mie gambe, in effetti ero anche un po’ scivolata in basso sulla poltrona e la cosa lo agevolava.
Ed ecco la sorpresa, d’un tratto un’altra mano sul mio seno, interruppi un attimo il bacio e, girandomi, vidi un altro uomo seduto stavolta alla mia destra che mi guardava ed accarezzava il mio seno, in un attimo anche lui prese il mio polso e portò la mia mano destra ad impugnare il suo pene, ancora non pronto però, ora ne avevo uno per parte e quattro mani che frugavano il mio corpo, ansimavo ma, per fortuna il volume del film era alto e nessuno poteva sentirmi, che storia pazzesca, dopo poco, comunque venni copiosamente nelle loro mani, soffocando il mio urlo contro la spalla del primo dei due, non passarono tre minuti che si riaccesero le luci, io e Nadia ci guardammo , ora eravamo sole sedute a due poltrone di distanza ed avevamo tutte e due il fiatone, ci demmo una sistemata ed andammo in bagno, sia per pulirci che per togliere le mutandine che erano fradice, non potevamo tenerle addosso e poi uscimmo dal cinema, un po’ malferme sulle gambe a dire la verità.
Ci dirigemmo in direzione dell’autosilo cercando un taxi e senza dire una parola, veramente quasi senza guardarci, dopo un centinaio di metri un’auto ci affiancò ed una voce “ragazze non è il caso di andare a piedi, volete un passaggio?”mi voltai e riconobbi il profilo del mio primo “partner” risposi d’istinto “dobbiamo andare all’autosilo a recuperare l’auto” al che ci fecero sedere in auto e partimmo eravamo noi due e i due nostri primi compagni, chissà gli altri due, arrivati ci vollero accompagnare dentro, alla cassa uno dei due volle pagare il biglietto e ci accompagnarono alla macchina, una volta arrivati feci per salutarli ma uno dei due disse “ragazze perché non finiamo quello che abbiamo cominciato?” e mentre lo diceva si spostava davanti alla portiera della mia macchina e riapparvero i loro due amici che, probabilmente, ci avevano seguite con un’altra auto, era tardi, al piano c’era solo la nostra macchina, io e Nadia ci guardammo, non siamo proprio delle sprovvedute, si trattava di passare una mezz’ora in loro compagnia, anche se non lo avevamo mai fatto con due uomini insieme eravamo comunque abbastanza consapevoli allora risposi “ quiii?” e uno dei quattro “certo, perché no?” due si fecero vicino a Nadia e gli altri a me, cominciammo a baciarci e poi ci fecero togliere i vestiti, che mettemmo in macchina ed i reggiseni, ci ritrovammo in ginocchio con davanti alla bocca due membri da leccare e succhiare, ci demmo da fare, non vedevo Nadia ma anche lei sicuramente era impegnata come me, li impugnai e comincia a leccarli segandoli lentamente, ogni tanto li succhiavo e li inumidivo con la lingua, non ci volle molto che raggiungessero la giusta “consistenza” poi mi alzai, sempre tenendoli in mano e li portai verso la macchina, li abbandonai un attimo per piegarmi a prendere dal portaoggetti la scatola dei preservativi e ne approfittarono subito per palparmi anche con una certa rudezza, glieli infilai io lasciando la scatola sulla capote dell’auto per Nadia, mi fecero stendere supina sul cofano e, mentre uno continuava a palpeggiarmi, l’altro mi accarezzò legrandi labbra ed iniziò a strusciarci la punta del pene, si schiusero subito e lui lentamente entrò dentro di meprendendomi da dietro ecco fatto, pensai, adesso pochi minuti ed è tutto finito, anche se piacevole, invece no, lui , continuava a pomparmi, spingendo sempre di più ma lentamente, con colpi lunghi e profondi, uscì per un attimo e mi fece girare facendomi sedere sul cofano e, stavolta, penetrandomi dal davanti, avvolsi le gambe sui suoi fianchi, intanto il suo amico continuava a palparmi , poi mi sentì sollevare e mi accorsi che era passato ditro di me, ero appoggiata sul suo petto, mentre mi palpeggiava mi accorsi che un suo dito cercava di forzare il mio buchino posteriore, non ero nuova al sesso anale ma non ero mai stata con due uomini contemporaneamente, comunque probabilmente usò la saliva perché sentivo il suo dito umido ormai dentro di me e dopo poco le dita divennero due, accidenti ci sapevano fare però, ecco il suo amico si è fermato e sento la punta dell’altro cazzo puntare il mio buchino, mamma mia stava entrando, lentamente per permettere al mio corpo di abituarsi all’ospite ecco, ora c’era, ad un tratto tutti e due cominciarono a muoversi dentro di me, il loro due membri strisciavano quasi toccandosi separati solo dalla mia carne, venni subito dopo mentre loro continuavano imperterriti, venni un’altra volta prima che, anche loro arrivassero al piacere, uscirono da me quasi contemporaneamente, mi ritrovai in ginocchio, si tolsero i condom e, tenendosi con la mano il pene mi sborrarono addosso, un po’ anche sul viso, era calda, densa e dal sapore un po’ amaro, mi leccai le labbra e mi adagiai contro la mia auto ansimante. Dopo pochi minuti erano spariti, mentre io e Nadia ci guardavamo e, d’un tratto, scoppiammo a ridere eravamo conciate da buttar via, per fortuna in auto ho sempre la borsa della palestra con gli asciugamani puliti, ci lavammo con le salviettine, ci asciugammo e rivestimmo poi, finalmente, riprendemmo la via di casa, però non era stata male la gita a Cremona.
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