Mi trovo a scrivere qualcosa che forse mai avrei pensato di affrontare…il desiderio di raccontare non una storia ma una esperienza vissuta, uno di quei momenti che ti rimangono impressi nella mente.
Siamo una coppia molto affiatata che ama giocare con il sesso in tutte le sue normali sfaccettature…quando eravamo fidanzati amavamo incontrarci per fare tanto sesso in luoghi atipici e amavamo il rischio di essere visti da qualcuno mentre eravamo intenti nelle nostre performance amorose.
Lei sapeva essere dolce ed affettuosa, era ed è pulita fuori, la classica brava ragazza, ma dentro si sentiva troia e non lo dava a vedere.
Questo infatti lo potevo notare solo io, poiché quando facevamo sesso lei partiva come un treno, si lasciava andare presto, ci metteva poco a bagnarsi la fichetta, la dovevo frenare, era un ciclone che una volta messo in moto perdeva il senso dell’orientamento sino alla massima eccitazione.
La fantasia non ci mancava e ne facevamo uso mettendo a frutto le nostre idee sul sesso, ma questo potrà essere oggetto di altre storie.
Dopo esserci sposati però, come molti sapranno, subentra una fase di accomodamento che ti porta a vedere il proprio letto matrimoniale come la naturale alcova dei propri desideri reconditi e ha giocoforza portato ad un allentamento dell’attività sessuale.
Ma è alla fine dell’estate scorsa che è successo qualcosa che mi è rimasto impresso nella mente e che merita di essere raccontato.
In Settembre abbiamo deciso di prenderci un weekend tutto per noi, di fuggire un po’ dalla città, abbiamo prenotato una notte in un albergo vicino al mare, un albergo che avevamo già visto e visto anche il periodo, ci poteva aiutare a dare sfogo a tutte le nostre fantasie sino a quel momento un po’ represse.
Fu così che io e Luana ci preparammo dapprima mentalmente ad un fine settimana di sesso. Fu lei che come ogni volta che trascorrevamo delle vacanze fuori città preparò la valigia non dicendomi cosa ci aveva messo dentro.
Dovendo fare pochi km per raggiungere la nostra meta indossammo entrambi i costumi sotto l’abbigliamento da mare, Luana però studiò come non mai alcuni dettagli che mi fecero già effetto: indossò un vestitino leggero, azzurro come i suoi occhi e completamente abbottonato davanti, sotto però lei reggiseno e mutandine (quindi in partenza abbastanza castigata!) con l’intento di cambiarsi una volta arrivati, ai piedi indossò un paio di sabot con tacco alto, cosa già inusuale per lei, infine per me l’effetto sorpresa, una cavigliera d’argento al piede destro, oggetto che per me fa tanto porca.
Entrammo in macchina e ci avviammo, ma dopo pochi km ci assalì una grande eccitazione, forse pensando già a quello che ci aspettava, durante la guida iniziai come avevamo fatto altre volte a sfiorarla, le toccai il viso, le sfiorai con le dita la bocca poi, mentre a lei saliva l’eccitazione ed il calore del corpo, le infilai un dito in bocca che lei succhio mimando una scena da sesso orale, le sbottonai leggermente il vestitino all’altezza del seno a me più vicino, entrai con la mano e toccai il capezzolo già turgido, quindi le sfiorai le cosce che allargò prontamente mentre mugolava dal piacere che le procuravo.
Nel continuare a toccarle le cosce le davo della porca, della puttana in calore, le dicevo che era una troia succhiacazzi che non aspettava altro che farselo infilare, lei gemeva e ripeteva che sì, era una troia in calore, una porca senza ritegno che si fa sbattere in qualunque momento, sempre pronta a ricevere un bel cazzo…
Non riuscivo ancora a capacitarmi come potesse essersi trasformata da moglie perbene ad amante infoiata.. ma non smisi e nonostante le peripezie della guida continuai l’opera dicendole che per dimostrarmi che era una vera porca doveva togliersi le mutandine…
Accolse la mia proposta, ormai in preda all’eccitazione, si piegò leggermente, si fece sfilare le mutandine del costume attraverso le sottili gambe…e con un gesto di sfida le posò sul cruscotto della macchina, come a far vedere a chi ci affiancava che lei sotto non portava niente…
Mi sentivo come un burattinaio, avevo in mano i fili del gioco e decisi di sfruttare al meglio l’occasione che mi si era presentata…iniziai a dirigerla, a dirle cosa doveva fare.
Le feci alzare il vestito da sotto il sedere in maniera tale da poggiare il suo culo sulla pelle calda del sedile, poi le dissi che doveva aprire ancora di più le cosce… in tal modo quando sorpassavamo i camion poteva mostrare meglio i peli fradici della sua fica.
In realtà lo fece solo una volta, poi presa dal rimorso tornò in sé e rifiutò le successive volte…ma ancora invidio quel camionista che ha avuto la fortuna di vederle il pelo infoiato mentre le mutandine erano in bellavista sul cruscotto!
Eravamo però oramai entrambi partiti per il nostro gioco…continuai a darle delle indicazioni, a dirle frasi sconce e contemporaneamente le toccavo con le dita la fica…la penetravo dolcemente e lei, sempre oscenamente a gambe aperte…
Le presi poi le dita odoranti di fica e gliele feci leccare dicendole che era l’odore di una troia…

(continua)
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