Invece le cose andarono diversamente.
Ero lí nel massimo relax che mi facevo una sega ma un sesto senso mi diceva che non ero solo. Alzo gl'occhi dal mio arnese preferito e cosa ti vedo? A quattro o cinque passi da me un ragazzo nero mi guardava. Era in calzoncini da spiaggia e portava uno zainetto sulle spalle, fisico possente, un gran pacco sotto gli slip la diceva lunga su come era dotato sessualmente. Smetto di segarmi imbarazzato ma lui mi saluta gentile e mi invita a continuare, mi dice che gli piace molto stare a guardare. Non ho mai avuto rapporti gay ma non sono neppure uno a cui i gay diano fastidio. E poi, stranamente, la cosa mi dava una certa emozione. Dopo un attimo di smarrimento riprendo il lavoro di mano con un pizzico di piacere in piú. Lui é visibilmente eccitato dallo spettacolo, forse anche sorpreso dalla mia condiscendenza. Si avvicina e viene a sedersi sulla panchina accanto a me, si abbassa gli slip e comincia a masturbarsi un cazzo nero ed enorme, tutto lucido di umori. Il mio sguardo é attratto da quello spettacolo e mi indurisco come non mai. Che mi succede? Siamo due uomini praticamente nudi uno accanto all'altro e sono eccitatissimo. Le strafighe in abitini succinti e la mia splendida moglie sono scomparse dalla mia coscienza. Non so come ma sento la sua mano sostituire la mia sul mio stesso cazzo. É bravo e delicatissimo, mi masturba lentamente e dolcemente e mi strappa gemiti di piacere. Mi sembra tutto irreale e mi ritrovo col suo bestione in mano. É una sensazione bellissima stringere quel pezzo di intimità ed andare su e giú sentendo sotto i polpastrelli la differenza tra la cappella, l'asta, la radice e le palle. Si accomoda meglio sulla panchina e mi cinge le spalle col braccio libero, mi attira a sé e ne sento il calore del corpo e i muscoli forti. Reclino il capo all'indietro e mi abbandono ormai soggiogato dal piacere. Sento il suo fiato caldo sul collo e un attimo dopo la sua lingua che saetta verso l'orecchio, poi si sposta, mi schiude le labbra e mi penetra la bocca come fosse un cazzo. Non capisco piú nulla, solo piacere allo stato puro. Sento le sue mani frugarmi dappertutto e poi appoggiarsi sulla mia nuca e spingerla. Vengo accompagnato verso il suo cazzo rovente e quando le mie labbra lo incontrano, istintivamente, si dischiudono per accoglierlo. Per un attimo ho paura, la sua cappella viscida é tutta nella mia bocca,ed ora dove vorrà arrivare? Il piacere ha il sopravvento e comincio a ciucciare come fosse un cono di gelato ma caldissimo. Su e giú, dentro e fuori, la mia lingua carezza il frenulo. Anche lui gode e mugola quasi come se piangesse. Piano piano ne ingoio sempre piú, sento la saliva e le sue secrezioni colarmi sulle guance e sul collo. É lui che decide il gioco, é lui il padrone e si prende il piacere come piú gli aggrada. Io subisco, e godo nel subire. Godo e mi eccito da matti a sentire il piacere che si prende attraverso il mio corpo. Fino a pochi minuti fa non credevo che avrei mai avuto un rapporto gay ed ora so anche qual'é il mio ruolo in tale rapporto: Sono un passivo, ho bisogno di sentirmi preso e un pò violentato. Anche lui ha capito tutto ed ora é un po' meno dolce, meno delicato, quasi brutale. Per un attimo mi spinge la cappella fino in gola, probabilmente oltre. Continua a guidarmi premendo sulla mia nuca, su e giú, dentro fuori, poi, con mia sorpresa e spavento me lo infila tutto fino alle palle e mi tiene cosí. Sto per vomitare e mi sento soffocare, cerco di ritrarmi ma lui spinge sempre piú, quasi rabbioso. Divento paonazzo in volto come uno che sta affogando. Aiutooo!!! Poi la presa si allenta e posso retrarmi e respirare. Tossisco e ansimo come un asmatico. Dalla bocca spalancata mi cola saliva e succhi filanti del suo cazzo. Poi riprende tutto con piú dolcezza ma so già che quando la sua eccitazione tornerà al parossismo tutto si ripeterà. E la cosa mi eccita da morire. Sono la sua troia, sono io il "buco da sborra", fa di me ciò che vuole, mi violenta e io godo, soffro e godo e non ragiono piú, mi offro nudo e inerme alla sua voglia. All'improvviso esce dalla mia bocca, si alza e troneggia su di me, mi apre le gambe e mi passa gli avambracci dietro le ginocchia afferrandomi le cosce, mi solleva il culo e la schiena dalla panchina e mi lascia appoggiate solo la testa e le spalle. Poi mi rimette giú ma adesso il mio culo é completamente esposto alla sua voglia. Oddio! Sto per essere inculato da questo toro nero. Chissà che male mi farà. Sono terrorizzato. Mi tiene per le caviglie con le sue mani forti come morse. La vista del mio buco posteriore, delle mie palle e del mio cazzo durissimo che ballonzola sulla mia pancia gli fanno l'effetto che fa al toro il mantello rosso del torero durante la corrida. Ha un viso demoniaco, sfigurato dalle smorfie del piacere e mi grida quasi quelli che credo essere insulti e porcate in una lingua incomprensibile. Mi ritrovo ad incitarlo: "dai, spaccami il culo, mettimi anche le palle, fammi male, riempimi di sborra". Mi sputa sul buchetto e sul suo uccello per lubrificare l'imminente sodomizzazione. Sento la cappellona appoggiarsi e cominciare a spingere e istintivamente stringo lo sfintere. Poi mi ricordo del medico quando mi ha visitato la prostata: "spinga come dovesse andare di corpo". Mi viene innaturale ma mi impongo di spingere per rilassare lo sfintere e come per incanto sento la cappella entrare con un dolore tutto sommato sopportabile. Dopo, tutto é piú facile, il bestione nero incomincia ad invadermi e mi sento riempire. La sensazione che qualcuno é dentro di te é unica. Comincia a stantuffarmi con gusto, sempre piú convinto, ad ogni colpo mi sposta le anse intestinali e ciò si traduce in sensazioni uniche, indescrivibili. A volte una leggera fitta di dolore all'addome, sul davanti, ma fa parte del gioco. Il piacere é immenso, mi sento desiderato e posseduto da uno stallone magnifico. Lo faccio impazzire donandogli il mio corpo, sono suo. Sento il mio orgasmo avvicinarsi. Dal momento in cui é entrato nel mio culo il mio cazzo si é un poco ammosciato, spesso tocca a chi viene inculato, non serve duro. Il piacere però é andato aumentando, il mio e il suo. Sento la sborra salire alla superficie, come la lava in un vulcano prima dell'eruzione. Straparlo, lo chiamo Amore, piango di gioia. Il primo getto di sperma esce dal mio cazzo moscio, é solo un preludio, un'ouverture. Lo sento scatenarsi ancor piú, mi da dei colpi che mi lasciano senza fiato. Passo le mie mani sui suoi forti muscoli dorsali, le sposto sui glutei che sento diventare di marmo ad ogni spinta e me lo tiro dentro assecondando i suoi colpi. Gli parlo all'orecchio: "Dai toro, spaccami il culo, sfondami!". Non ce la faccio piú, sono completamente posseduto, non ho piú dignità, se me lo chiedesse, per il suo piacere, mi farei addirittura cagare in bocca. Sborro e mi allago la pancia di crema calda. Lui ci si struscia sopra, pancia contro pancia, accelera il ritmo e comincia una cantilena sincopata: "Sii, sii, siiiiii, siiiiiiii". Si irrigidisce tutto, lo sento dalla nuca, dagli addominali e soprattutto lo sento col mio sfintere anale. Si ferma, di pietra, lancia un urlo rauco," sborrooooooo" e il suo cazzo diventa letteralmente di pietra. Il mio povero buco del culo ha l'impressione di lacerarsi, tento di aprirmi ancora di piú ma sono già al massimo della dilatazione. Soffro e godo da impazzire, non so piú chi sono, non so piú dove sono. Ci stringiamo in un abbraccio tetanico. Il suo primo schizzo rovente si scarica dentro di me e poi tutti gli altri senza fine (si sa che i neri sborrano tanto). Quando riprendo coscienza mi ritrovo con le unghie nella pelle della sua schiena. Lo sento afflosciarsi su di me con tutto il suo peso, ansimante e spossato dall'orgasmo. Mi godo questo corpo che ridiventa morbido e palpabile. Lo accarezzo, grato per il piacere che ha saputo darmi e appoggio le mie labbra sul suo collo, quasi con affetto. Il suo cazzo che si ammoscia ha ancora dei sussulti che percepisco col mio culetto, ma ora ogni sensazione é piú delicata, piú dolce. Finché sguscia fuori da me e dal mio buco ancora dilatato un rivolo di sperma ambrato, per l'incontro con la mia merda, mi cola caldo tra le natiche ancora spalancate, giú giú fino alla schiena per poi perdersi sulla panchina che non lo saprà apprezzare. Ci ripuliamo sommariamente e ci rivestiamo. Ci salutiamo affettuosamente, non ci incontreremo mai piú. La mia splendida moglie per stasera andrà in bianco.
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Aggiunto: 6 anni fa
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Gay e Bisex
«Un racconto entusiasmante!»
«MMMM voglio anch'io un cazzo così»
«Meraviglioso.avrei voluto partecipare e bere tutta la vostra sborra calda.»