Una brezza tiepida di fine maggio entra dalla finestra, la sento sfiorarmi la schiena mentre sono seduta in calzoncini e canotta sulla poltrona alla mia scrivania.

Ho scritto per tutta la mattina, mi tolgo gli occhiali e mi stropiccio gli occhi. Sbadiglio, mentre guardo fuori, verso le finestre della casa di fronte.

Ci abita un musicista e più di una volta ho dovuto andargli a dire di non suonare la sua batteria ad orari assurdi, visto che lavoro da casa e ho bisogno di concentrarmi quando scrivo.

Ma sono stata meno risoluta di quanto mi ero proposta quando me lo sono trovata davanti. Devo ammettere che mi ha fatto un certo effetto. La sua voce profonda e le sue mani dalle dita affusolate, unite a una spavalda sicurezza di sé e al suo corpo tonico mi hanno fatta desiderare di essere uno strumento nelle sue mani.

Mentre mi perdo in questi pensieri, noto proprio lui dalla finestra aperta della sua camera, con un asciugamano attorno alla vita. Sarà appena uscito dalla doccia. La sua schiena brilla bagnata, illuminata dai raggi del sole.

Apre l’armadio, lo vedo estrarne un paio di jeans chiari e una t-shirt grigia. Si toglie l’asciugamano e io non posso staccare gli occhi dal suo perfetto fondoschiena. Si infila dei boxer blu e in un attimo si volta verso di me, sbadigliando e stiracchiandosi. Nota che lo sto fissando.

Abbasso immediatamente gli occhi di riflesso, poi li rialzo e lui mi sta guardando con un sorriso sghembo. Lo fisso anch’io, sorridendo. Il suo sguardo sa quasi di sfida.

Mi alzo e mi siedo sul bordo della scrivania, sempre guardandolo, posizionando i miei piedi sul davanzale della finestra.

Mi accarezzo il collo, mordendomi il labbro inferiore. Lui ha un’espressione divertita.

La mia mano scende sul mio seno, mentre con l’altra accarezzo l’interno della coscia destra. Lui si appoggia con le mani al davanzale della sua finestra.

Tolgo la canotta, liberando i miei seni, consapevole che qualcuno che passa per strada potrebbe vedermi e questo mi dà un brivido di eccitazione in più.

Li accarezzo, concentrando il mio tocco sui capezzoli, che s’induriscono in breve tempo. Lui si inumidisce le labbra, che rimangono leggermente aperte.

Le mie mani scendono verso il basso, divarico le gambe e le accarezzo dalle ginocchia in su, guardandolo con malizia. Con una mano afferro il bordo della scrivania, mentre l’altra scivola dentro i miei calzoncini, infilandosi anche sotto le mutandine.

Lui si sfiora i boxer sul davanti. Guardarlo mi eccita.

Sono già bagnata quando le mie dita sfiorano il clitoride. Comincio a stimolarlo con ampi cerchi, leccandomi le labbra. Anche la mano di lui è sparita nei boxer.

Ci fissiamo entrambi.

Infilo due dita nella mia fessura calda, resa scivolosa dagli umori che continuano a scorrere sempre più copiosi. Stimolo quel punto magico lì in alto, con un movimento a uncino. Dapprima lentamente, poi sempre più velocemente.

Ormai le mie mutandine sono completamente bagnate. Aggiungo l’altra mano per stimolare il clitoride, gonfio e sensibilissimo.

Aumento il ritmo fino a gemere forte, chiudendo gli occhi e gettando la testa all’indietro. Penso a lui che si tocca e mi guarda.

Esplodo gridando in un lungo, profondo orgasmo, con brividi che mi scuotono l’intero corpo. Riapro gli occhi, ma lui non c’è più.

Poi sento suonare il campanello.
Visualizzazioni: 2 109 Aggiunto: 4 anni fa Utente: