Eravamo in vacanza: io, il mio ragazzo e due nostri amici d’infanzia.
Non c’erano camere da letto, l’appartamento era composto da bagno, cucinotto terrazzo e una grande stanza che fungeva da sala da pranzo e camera. C’erano quattro letti e sotto due di essi, altri due letti. Io e il mio ragazzo ne avevamo messi due accanto per formare un letto matrimoniale.
Una sera, dopo essere usciti ci siamo messi tutti e quattro accanto su quel lettone e guardare la tv. Io stavo un po’ più indietro e a pancia in giù sopra ad un cuscino grande. Alla mia sinistra c’era il mio ragazzo e alla mia destra Federico. Da anni, io e lui ci scrivevamo quando eravamo lontani e il più delle volte la discussione cadeva sul sesso. Lui si segava e io mi toccavo mentre parlavamo. A volte ci mandavamo delle foto. Non eravamo innamorati, ci andava bene così. Da quando eravamo fidanzati la cosa era un po’ scemata, per il rispetto dei reciproci partner, ma ogni tanto succedeva di nuovo.
Quella mi sfiorò il culo con la mano per sbaglio mentre aggiustava il cuscino. Aspettai un po’ e lo fece per una seconda volta, questa volta non per sbaglio. Piano piano mossi il mio culo per fargli capire che ne volevo ancora e ogni tanto continuava a strusciare la mano, a pizzicarmi il culo o a scendere un po’ più giù per dare una veloce carezza alla mia figa.
Avere il mio ragazzo accanto e l’altro nostro amico accanto a Federico era eccitante. Continuavamo a parlare e a guardare la tv, loro non si accorsero di nulla. Stavo iniziando a bagnarmi sempre di più. Lui disse qualcosa a proposito del programma che stavamo guardando, forse che aveva visto alcune puntate, intanto mise la mano sotto il suo cuscino per nasconderla, facendo uscire di lato solo per toccarmi la figa da sopra gli shorts e nasconderla di nuovo quando qualcuno si girava. Dopo cinque minuti ero fradicia. Di colpo smise e anch’io cambiai posizione.
Più tardi andammo a letto, spegnemmo le luci ma continuammo a chiacchierare un po’ dai nostri rispettivi letti. Ero ancora eccitata quindi dopo poco iniziai a pomiciare silenziosamente con il mio ragazzo. Mi spingeva l’erezione contro il monte di venere e intanto mi massaggiava il seno. Stavamo attenti a non farci sentire. Dario dormiva sicuramente, ma Federico era sveglio. Sentivo un rumore e appena potevo cercavo di capire. Il mio ragazzo più tardi si addormentò ma dopo poco continuai a sentire quel rumore e adesso, che avevano smesso di muoverci tra le lenzuola, era più chiaro: Federico si stava facendo una sega. Mi morsi il labbro. Non volevo toccarmi, volevo direttamente che mi toccasse lui. Ci pensai per un po’ di minuti mentre lo sentivo ancora andare su e giù con la mano e produrre un suono “bagnato”. Decisi di alzarmi e andare in bagno. Appena mi alzai lo sentii smettere e sorridendo nel buio recitai un “che caldo” sottovoce, anche se faceva caldo davvero in quella stanza in pieno agosto. Ero sicura mi avesse sentito, ma per essere più sicura lasciai la porta del bagno aperta e lasciai scorrere un po’ d’acqua per rinfrescarmi, o almeno per fare finta di farlo. Accostata alla porta cercavo di cogliere quanti più rumori e alla fine lo sentii, il suo letto scricchiolò: si era alzato. Chiusi l’acqua, avevo il petto bagnato e il reggiseno un po’ umido, dato che era andato a contatto con qualche goccia. Lui era lì fuori che cercava di guardarmi attraverso la porta semichiusa. Mi appoggiai in avanti al lavandino e con il piede sinistro spinsi la porta per aprirla ancora un po’. Sorrisi. Lui entrò nel bagno e chiuse la porta piano, per non farla sbattere e svegliare gli altri.
“Continuiamo” comandai, lui mi sorrise e sentii la sua erezione spingere contro il mio culo.
“Volentieri” rispose lui, abbassandomi di colpo le mutandine e massaggiandomi la figa fradicia. Dopo poco iniziò a stringermi forte il clitoride, poi di colpo mi girò. Mi guardò un attimo sotto la luce che stava intorno allo specchio e mi leccò le goccioline fresche ancora sul mio corpo.
“Avevi caldo?” Mi chiese mentre mi leccava. Annuii e guardai ogni singolo movimento. “Ma non vedevo nemmeno l’ora di continuare a farmi toccare da te”. Mi aiutò a salire sul lavandino e spalancai le gambe, si inginocchiò e iniziò a leccarmi la figa. Strinsi i suoi capelli facendolo affogare sempre di più tra le mie labbra, mentre sentivo la sua lingua entrare nel mio buco più sacro. Mi accarezzai i capezzoli e appoggiai la testa allo specchio, godendo, lui aveva iniziato a segarsi di nuovo. Quando ebbe finito si alzò e abbassandosi di più i pantaloni e le mutande mi penetrò entrandomi dentro lentamente, facendomi sentire tutto. Sospirai. Lo volevo di più e lui aumentò la velocità. Avevo paura che quel vecchio lavandino potesse cadere a pezzi all’improvviso. Mi avvinghiai con le gambe al corpo di Federico e lui rimase dentro di me, muovendo leggermente il suo cazzo nella mia figa, mentre inarcai la schiena e aprii la bocca per far uscire un gemito, che lui bloccò sul nascere, mettendomi la mano sulla bocca. Mi fece segno di stare zitta e lo vidi avvicinarsi al mio viso mentre mi disse solo “ssh” e mi baciò. Mentre le nostre lingue danzavano, diede un forte colpo di bacino facendomi sobbalzare. Poi un altro. Poi un altro ancora più forte. Con ritmo. Pompava e mi scopava. Stavo godendo tantissimo. Uscì all’improvviso e tornò a leccarmi la figa, assaporando ogni centimetro delle mie grandi labbra. Succhiò forte il clitoride e fu difficile per me trattenere i gemiti.
Poi tornò su, vicino al mio viso, e mentre mi accarezzava in mezzo alle gambe, mi baciò di nuovo. Sentivo il sapore della mia figa mentre muoveva la lingua.
“Andiamo, ho voglia di fare una cosa” e mi aiutò a scendere dal lavandino. Aprì la porta e uscimmo dal bagno, stando sempre attenti a non far rumore per non svegliare nessuno dei due nostri amici. Non sapevo cosa volesse fare ma provai a seguirlo nel buio. Gli altri dormivamo profondamente e Federico mi portò nel mio letto, che condividevo con il mio ragazzo. Lui era lì, la sis testa davanti a me, lo sentivo respirare.
Non capivo. “Mettiti a letto” mi suggerì. Mi sdraiai e mi coprii con il lenzuolino leggero. Se guardavano il soffitto vedevo la figura di Federico, che era rimasto in piedi, dietro la mia testa. Lo vidi solo muovere, poi pochi istanti dopo capii. Iniziò a segarsi velocemente, mentre stava lì, immobile in piedi. Io, sdraiata pancia in su, guardavo sempre in direzione del soffitto e davanti avevo solo la silhouette del suo pene eretto.
Iniziai a toccarmi. Un dito, poi due. Mi stavo facendo un ditalino accanto al mio ragazzo, che se la dormiva. Intanto sopra di me sentii Federico dire di non farcela più.
“Fallo” gli ordinai. E lo fece. Si abbassò un po’ e mi ritrovai il suo cazzo in faccia, pronto a venire, e pochissimi secondi dopo ero lì, a sditalinarmi di nascosto nel letto, con il viso pieno di sperma.
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