Come ho fatto a trovarmi in questa situazione ancora non lo so. Serena la conoscevamo tutti in paese, era una che la dava già al primo appuntamento, non era una leggenda era proprio realtà. Non era una ragazza col senso del pudore, era di quelle che letteralmente aveva sempre voglia e bisogno di cazzo. Forse lo faceva per sentirsi amata, non lo so, il suo desiderio di protezione e di accettazione la portava a concedersi senza troppe difficoltà. Aveva si e no ventanni ma i suoi buchi erano stati messi alla prova migliaia di volte e da decine di maschi, a volte anche a gruppi di tre o quattro per volta. Da quel che so non si è mai vergognata della fama da "zoccola" che andava crescendo in paese. Le piaceva far eccitare gli uomini e trovava soddisfazione nel vedersi scopata in ogni buco quasi con cadenza giornaliera. Ma non lo faceva per "zoccolaggine" diceva lei, lo faceva proprio perchè le piaceva far sesso, le piaceva andare a letto la sera tranquilla di aver scopato anche in quelle 24 ore. Non aveva pregiudizi, per lei non esistevano cazzi piccoli, cazzi mosci, cazzi sporchi, ogni cazzo era una X che segnava sul personale calendario delle scopate. Un pò tutti in paese si erano fatti una scopata con lei, chi non aveva scopato del tutto le aveva comunque come minimo fatto fare un pompino. Per questo scoparsela non era un fatto di merito con cui vantarsi ma essendo una figa da paura faceva comunque curriculum, poi tra amici ci si raccontava come la si era scopata. E Serena non aveva inibizioni, per lei il piacere non aveva limiti o confini, esplorava tutti i [***] gradi del sesso senza dire mai "no" a qualcuno. Io me l'ero scopata già un paio di volte, quando non c'era nulla di meglio di fare si andava al bar, le si offriva un drink e se lei aveva voglia, e aveva sempre voglia ci si trovava o a casa sua o in automobile.
Scopava bene Serena, con tutta l'esperienza che si era fatta in quei due o tre anni li poteva insegnare il sesso a chiunque. Non lo faceva per zoccolaggine però, lei amava ripeterlo. Era semplicemente vivere la vita, gioire della possibilità di potersi divertire. Per lei scopare era come cantare ecco. Le dava motivazioni per andare avanti giorno dopo giorno. Che poi, parliamoci chiaro, era una pezzo di figa della madonna. Magrolina, capelli biondi, due tette che sembravano due fanali, una boccuccia rossa e carnosa che ispirava sesso solo a sfiorarla. Una così era nata per scopare, non poteva fare altro nella vita. Un mio amico le aveva pisciato in bocca senza problemi, lei non aveva opposto resistenza. "E' un'esperienza" – diceva, "Bisogna provare tutto nella vita prima di dire che qualcosa non piace". E quell'esperienza non le era dispiaciuta affatto visto che poi si era sparsa la voce tra i ragazzi e un pò tutti avevano iniziato a scoparla in quel modo. Tre miei amici l'avevano convinta a bere il loro piscio, durante un'orgia. Si era divertita e aveva aggiunto nuove "esperienze" ad un già ricchissimo curriculum. Lei raccontava di aver perso la verginità solo a 18 anni, prima non riusciva a concepire il sesso come attività, diventata maggiorenne le è improvvisamente scattato qualcosa in testa e ha iniziato ad esagerare col sesso. Le prime esperienze erano state scioccanti, i primi maschietti che se l'erano scopata non avevano mostrato molto rispetto alla sua poca esperienza. Le avevano tolto un pò la dignità e il piacere delle prime volte. Quasi subito ha cominciato a dare il culo, l'effetto doloroso del cazzo in quel buchino stretto l'aveva affascinata. Per molti era la regina dell'Anale nella provincia, era una delle ragazze con cui si poteva fare sta cosa, le altre erano più riluttanti a farsi scopare da dietro. E poi cazzo se sapeva succhiare. Serena non faceva i pompini, era l'essenza stessa del pompino. Una vera artista. Con lei sborravi l'anima, leie ra capace di farti godere ogni singola cellula del corpo con un bocchino.
E sua madre... cazzo sua madre...
Eleonora aveva quarantanni, si era sposata troppo giovane e la sua vita era subito andata a puttane. Il marito, che poi sarebbe il padre di Serena era scappato quasi subito con una collega d'ufficio lasciandola da sola a crescere questa bella bambolina bionda.
In paese la conoscevamo tutti Eleonora, ma essendo una donna molto schiva e riservata non ci siamo mai permessi di andare oltre. Non era come la figlia di cui ognuno di noi conosceva a memoria il buco del culo o i peli della figa. Era gnocca pure Eleonora ma con più classe.
Serena mi aveva portato a casa sua dopo aver bevuto un drink al bar.
Voleva scopare in un letto e non nel retro dell'automobile. Generalmente portava i maschi a casa solo quando sua madre era di turno al lavoro, Eleonora infatti lavorava come infermiera al pronto soccorso in un ospedale li vicino. Quella sera doveva essere di turno e quindi la casa era libera.
Doveva, perchè non era di turno, e ci siamo accorti di lei solo dopo esserci buttati sul divano.
Serena aveva iniziato a mordermi il collo usciti dalla macchina, avevamo fatto quei pochi passi che portavano dal vialetto di casa alla porta incastrati tra bocca e braccia che si toccavano in ogni parte del corpo, aperta la porta di casa ci siamo ritrovati sul divano, a slacciarci i jeans e a strapparci via le magliette.
Serena era già in posizione da far l'amore, sul divano, nuda, con le gambe aperte, le tette al vento e le mani che mi invitano a ingropparla.
Io le avevo infilato il cazzo in bocca senza pensarci due volte, avevo voglia di un pompino prima di metterle il cazzo tra le gambe. Non aveva ancora finito di succhiare che sua madre comparve sulla porta di casa, dal nulla. Poggiò le chiavi di casa sul tavolo e ci osservò senza proferire parola. Serena non sembrava per nulla turbata di vedere sua madre rientrar prima dal lavoro e continuava l'opera di spompinamento mentre con una mano salutava la mamma.
Poi... Poi Eleonora iniziò a spogliarsi, lasciò i vestiti cadere sul pavimento e chiusa la porta dietro se arrivò fino al divano dove la figlia continuava a spompinarmi con piacere.
Mi prese le mani e le portò sulle proprie tette, belle sode, come quelle di Serena.
Poi si abbassò e prese il mio cazzo dalla bocca della figlia e cominciò a succhiarmelo con foga, alla stessa maniera di Serena. Ero in estasi. Madre e figlia insieme a scoparmi.
Eleonora mi diede poi una spinta e mi buttò sul divano. Serena mi teneva le mani da dietro lo schienale e sua madre si mise a cavalcioni sulle mie gambe indirizzando il mio uccello nella sua figa, così senza neanche darmi il tempo di reagire. L'eccitazione con quelle due selvagge allo stato brado era al massimo. Serena prese a baciarmi senza darmi possibilità di respirare mentre sua madre continuava a strofinare la sua figa sul mio basso ventre, penetrandosi, usando il mio pisello come un martello pneumatico. Si diedeto poi il cambio, Serena andò a posizionarsi sulle mie gambe e godendo come una matta si fece scopare come non aveva mai fatto mentre sua madre Eleonora mi baciava in bocca, sul collo, dietro le orecchie.
Volevano di più, volevano andare oltre. Mi fecero alzare e si misero sul divano, a pecora, lasciandomi il culo in bella mostra mentre si tenevano in equilibrio con i gomiti ben posizionati sullo schienale.
Sfondai prima il culo di Serena e poi quello di Eleonora. Che bei culetti. Sodo e temprato quello della madre quarantenne, morbido e profumato quello di Serena. Sentivo i loro corpi gemere mentre il mio cazzo umido arrivava a stringere di dolore e passione il buchetto del culo. Cazzo se godevo anche io mentre mi davano la possibilità di incularle così a piacimento.
Dovevo sborrare, era il momento e lo dissi ad alta voce.
Serena fu lesta a prendere il mio cazzo tra le labbra e la riempii di sborra fino a farle colare lo sperma sul collo. Il rimanente andò nella bocca di sua madre a cui infilai il mio cazzo ancora duro per terminare anche dentro lei la mia sborrata.
Mi guardarono, poi si baciarono, scambiandosi sulla lingua i rimasugli del mio sperma.
Avevo ancora voglia di far qualcosa con quelle due porche selvagge, mai visto una madre e una figlia così in sintonia.
Le feci inginocchiare e pisciai in faccia alle due donne, incurante del piscio che andava a sporcare anche la stoffa del divano e il pavimento. Innaffiai per bene il volto di Eleonora, provato dai quarantanni e da una vita di lavoro e insoddisfazioni. Il mio piscio caldo le entrò in bocca, le sporcò i capelli e finì come un torrente melmoso tra i grossi seni maturi. Serena ricevette la sua quotidiana dose di piscia sul viso e ne ingoiò anche un pò, ormai era diventata una sua abitudine farsi pisciare in bocca, tutto il viso era sporco si sborra e piscio, in un miscuglio cremoso che partiva dai capelli fino agli angoli del collo.
Ora ero molto più soddisfatto.
Lasciai la casa delle due donne .
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Aggiunto: 4 anni fa
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Sesso di gruppo
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