A prima vista nessuno avrebbe detto "che bell'uomo", ma era decisamente il mio tipo ed avrei lavorato per lui.
Sono Clara, 25 anni, commessa da sempre e quel posto in quella bella boutique del centro, me l'ero guadagnato con tutto l'impegno di una ragazza che doveva aiutare in casa.
Non lavoro come commessa, io sono una commessa. Sempre gentile, cortese, dedita al cliente in tutto e per tutto e quando ho visto che quel negozio che tanto ammiravo, cercava una "assistente alle vendite", non ci pensai 2 volte e mi presentai. Fortuna volle che il titolare fosse presente, ed era una rarità, quindi mi invitò subito nel suo ufficio per un colloquio.
Avevo addosso la "divisa" del negozio per cui lavoravo e fu semplice per lui capire che non ero una ragazza alle prime armi in cerca di qualche soldo.
Lui uomo sui 55 anni, sposato come la fede al dito faceva facilmente intuire, ben vestito (e ci mancherebbe), a mio modo di vedere affascinante, con quei capelli brizzolati, la pelle perennemente abbronzata e quel po' di pancetta di chi sa godersi la vita.
E una cosa che mi colpì ancora di più era la sua ferma decisione.
Domande sintetiche, dirette, semplici a cui rispondevo come un automa.
A fine colloquio mi disse di raggiungerlo nel suo ufficio la sera stessa, per la firma del contratto.
Euforica trascorsi la mia giornata lavorativa e a chiusura mi recai nel suo ufficio.
Ci arrivai intorno alle 20, lo trovai da solo che mi accoglieva.
"A quest'ora si lavora meglio, quando si resta soli".
"Immagino..."
"Vieni, il contratto è sulla scrivania, se vuoi leggerlo prima di firmarlo fa pure."
Mi accomodati sulla larga poltroncina in pelle della sua scrivania e lessi tutto.
Uno stipendio favoloso, ferie, tredicesima c'era tutto quello che sognavo.
Una postilla alla fine, mi colse un po' sorpresa.
"Il contratto si formalizzerá solo dopo prova di dedizione al cliente".
Voleva farmi fare prima una prova?
Mi girai per chiedere chiarimenti e mi resi conto solo allora, visto che ero assorta nella lettura, che nel frattempo lui si era denudato completamente e sedeva su un divano alle spalle della mia poltrona.
"Sei arrivata al punto della prova vedo. Ecco io sono il cliente e la prova di dedizione devi farla con me."
Rimasi scioccata e bloccata, con gli occhi fissi sbarrati su ciò che vedevo e mi resi conto che aveva un cazzo decisamente grosso.
"Dimostrami la tua dedizione e il contratto è tuo"
"Io..."
"Hai letto le cifre? Non sono sufficienti?"
"No, ma non è questo..."
"Allora alzati e fammi vedere come ti dedichi al cliente. Ora!"
Il suo tono aveva assunto delle note di decisione, per cui mi alzai e mi avvicinai a lui"
"Togli il giubbino e le scarpe, ed inginocchiati"
Esegui.
"Procedi"
Mi ritrovai il suo cazzo, largo e durissimo a pochi centimetri da me, lo presi tra le mani ed iniziai a segarlo lentamente.
"Apri le mani"
Lo feci, ci sputò sopra.
"Continua"
Ora con le mani bagnate la mia mano scorreva sulla sua asta, con facilità e riuscivo a scappellarlo tutto.
"Fammi vedere cosa fai per il tuo cliente"
Mi avvicinai con la bocca ed iniziai a succhiarlo, raccogliendo prima il glande, poi l'asta, massaggiando le palle.
Era davvero enorme e faticavo a prenderlo tutto.
Alternavo leccate e succhiare, scendendo lungo l'asta fino alle palle, nel suo silenzio, tanto che temevo non facessi effetto.
Andai avanti per una decina di minuti, praticamente da sola, quando ad un tratto per la prima volta poggiò la sua mano decisa sulla mia testa e si lasciò andare ad un lungo e unico gemito mentre mi riempiva la bocca di sborra.
4/5 schizzi intensi e violenti mi allagarono la bocca mentre mi tratteneva costringendomi ad ingoiare tutto.
"Puliscimi"
Lo ripulii con la lingua e dopo poco mi alzai.
Il suo cazzo non aveva perso consistenza.
Mentre mi alzavo per pulirmi le labbra, si alzò anche lui venendo alle mie spalle.
Si posizionò con il cazzo appoggiato sul mio culo coperto dalla stoffa leggera dei leggins, e allungando le mani sul mio seno.
Mi baciò il collo, poi mi sollevò le mani sfilando la shirt. Mi spinse poi sul divano dove caddi carponi.
Con un solo strattone mi tirò via leggins e perizoma.
Mi diede un ceffone sul culo mentre appoggiava la sua asta sul solco. Mi slacciò il reggiseno facendolo cadere sul divano.
Ero lì completamente nuda e a pecora.
Appoggiò un dito sulla mia figa che gridava già di eccitazione e con un colpo secco mi penetrò con decisione.
I suoi colpi erano lenti e decisi, mi scopava profondamente senza fermarsi, alternando qualche ceffone sul culo e qualche strizzata di seno. Ero preda del suo dominio su di me e venivo copiosamente ed urlando .
Dopo il terzo orgasmo era arrivato il suo turno ed esattamente come prima capii che stava godendo da quel suo unico e lungo gemito e dal calore del suo seme che scaricò completamente dentro di me.
Mi fece girare e sedere facendomi ripulire il cazzo che era ancora enorme.
"Sei una brava assistente, per me sei assunta. Ovviamente a chiusura dovrai passare di qua ogni sera.
Da un anno lavoro in quella grande boutique, e la sera prima di tornare a casa, mi dedico al mio cliente, donandogli tutto di me. Il cliente ha sempre ragione d'altronde
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Categorie: Etero