-Non mi chiamo davvero Valeria sia chiaro e mio cugino non si chiama davvero Emiliano ma la storia è assolutamente vera-

Si parla di tanti anni fa, io ero forse troppo piccola e scema per capirci davvero qualcosa, ed era una di quelle estati in cui si passa il tempo dai nonni magari nel giardino dopo aver visto un film o quei programmi di Corrado come la Corrida, a quel tempo il sesso lo vedevamo come una cosa lontana e nemmeno interessava tanto e se interessava non ne parlavamo essendo una cosa proibita, sporca, da grandi, anche se si iniziava a capire ad una certa età.
Quella sera mi ricordo che eravamo tutti davanti alla TV a guardare un film di Celentano: Segni particolari bellissimo con la fantastica Edwige Fenech in cui lasciava vedere i seni e in un bel pezzo del film simula un orgasmo o almeno fa finta di farlo insomma, con la cameriera che spia e la vede che si dibatte sul letto senza nessuno che la tocchi. Quel film è assolutamente divertentissimo ma mio cugino, un pò più grande di me non la prese bene e dopo un pò a seguito di quella sequenza uscì in cortile.
Io lo seguii poco dopo e girando dietro la casa lo trovai seduto sotto il balcone del bagno, fin qui non ci sarebbe stato niente di male se non fosse che aveva il pisello in mano, mi ricordo bene che mi prese il batticuore e mi si strozzò il fiato in gola perchè non era il solito pisello che vedevo in famiglia, ero abituata a vedere mio padre nudo dopotutto e anche mio fratello ma il suo era molto diverso perchè era in erezione, duro e dritto. Se ne stava li ad occhi chiusi con il pisello in mano e lo muoveva davanti a se, si stava masturbando lontano dagli occhi di tutti, mi sporsi troppo perchè non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e mi notò.
Mi fu addosso come un lampo e mi prese per i capelli mettendomi una mano sulle labbra per tenermi zitta, mi spaventai a morte e sgranai gli occhi che mi si riempivano di lacrime ma c'era anche un'altra cosa che mi colpì.
Fu l'odore della sua mano, quella che mi pigiava sulle labbra, era infatti l'odore del suo sesso ed era buono, era caldo. Mi guardava fissa negli occhi.
Mi sussurrò qualcosa. <> chiese ed io scossi il capo. <> mi minacciò serrandomi ancora più forte il viso.
La cosa mi era un pò oscura se devo dire la verità e infatti non potei che chiedergli di specificare <> e lui mi lasciò.
Aveva ancora il sesso fuori dai pantaloni ed era ancora duro, mi ci cadde lo sguardo e sentii un nodo alla gola quando tornai a guardare mio cugino in faccia.
<> mi disse e a me venne da ridere.
<> lui per risposta mi strattonò e mi impose il silenzio portandomi li nell'ombra.
<> io sondai il terreno
<> chiesi.
<> deciso e duro.
Mi saltò il cuore in gola ma c'era qualcosa che... Non so come spiegarlo ma c'era qualcosa che mi smuoveva dentro e quella sensazione di batticuore e ansia mi stava piacendo.
<> domandai e lui rispose dopo una attenta riflessione cauta.
<> lo disse rimettendosi dentro il pisello.
Io lo fissai un pò, non mi veniva da ridere e fremevo, tremavo addirittura.
Mi affacciai oltre l'angolo per scrutare il giardino e l'unica cosa che sentii erano le risate dentro la casa.
Feci segno di si con la testa e mi sollevai la maglietta e il reggiseno restando con il seno scoperto, non avevo un gran seno, arrivo ad una seconda, come ora mezze taglie in più a parte, ma per lui fu abbastanza.
<> chiese e ancora io annuii.
Mi strinse il seno sinistro con la mano destra, la carne soffice si strizzò mentre le dita vi affondavano, poi me le prese entrambe e le strizzò, le mosse su e giù, le schiaccio e le tirò, le impastò per qualche minuto.
<> chiesi.
<> fisse lui.
<> chiesi ancora.
<> mi disse
<> risposi <> ma lui mi trattenne per un polso, ero ancora a tette all'aria e mi voltò con forza.
<> queste parole non mi usciranno mai più dalla testa <> ma non mi tansero affatto, non mi dissero nulla, non mi tolsero un sospiro, un respiro, un grido, nulla.
Abbassai lo sguardo sui suoi pantaloni e annuii.
A quel punto mi ritrovai seduta davanti a lui, su un vaso rovesciato e davanti avevo il mio primo pisello. Lo osservai parecchio mentre mi tremavano le mani <> mi esortò <> e quindi lo afferrai con una mano simulando il gesto che faceva lui prima.
Lui mi guidava: Stringi di più, arriva fino in cima, arriva fino in fondo, più veloce, più veloce, più lenta, allenta, stringi e via così fino a che non lo vidi sputare.
Dico sputare perchè è la prima parola che mi venne in mente e rimasi così stupita della cosa che caddi seduta per terra ridendo come una matta, mi ero zozzata tutte la mano e avevo un paio di gocce sul seno ma non mi interessava molto, ridevo e ridevo, ridevo.

Più tardi in macchina mia madre mi chiese che avevo tanto da ridere in cortile. Mi venne da ridere ancora ma gli risposi solamente <>. Tutti in macchina ridemmo.
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