Frequentando con una certa regolarità alcuni cinema a luci rosse ho avuto modo di notare che anche altri spettatori erano spesso gli stessi, compreso uno in particolare. Si trattava di un signore di età tra i sessanta ed i settant'anni con il quale ho avuto il "piacere" interagire in modo intimo. Come quella volta che gliel'ho messo in mano mentre eravamo seduti in galleria. Probabilmente è stata l'occasione nella quale ho goduto maggiormente grazie a lui. Quel pomeriggio mi ero spostato diverse volte di posto ed anche di sala. Appena arrivato mi ero sistemato a sedere in una poltrona sul lato opposto a quello d'ingresso della galleria, in una delle file più in alto, in modo da vedere bene i movimenti intorno a me. Poi sono salito sul camminamento più alto della galleria e praticamente sotto la feritoia di proiezione. Lo scarso movimento mi indusse ad andare a vedere che aria tirava al piano di sotto. Anche lì non è che ci fosse un gran via vai e le scarse persone presenti sembravano esclusivamente interessate al contenuto della proiezione. In effetti il film era molto coinvolgente, con interpreti maschili ben dotati e femmine maggiorate urlanti ed insaziabili. Seduto nella semi oscurità della sala al piano di sotto mi era sembrato di intravvedere una persona che si era soffermata a breve distanza da me fissandomi con insistenza. Mi era anche parso che si trattasse di quel signore che mi aveva già fatto godere con la sua abilità manuale in passato, ma non ero sicuro al cento per cento che fosse proprio lui. Mentre riflettevo sulla possibilità che si trattasse della stessa persona questi era uscito dalla sala. A causa del contenuto del film la voglia di concedermi una bella sborrata era andata aumentando con il passare dei minuti; lo scroto era veramente molto gonfio, il pene duro e qualche goccia di sperma sfuggita dal prepuzio aveva già iniziato ad inumidire i miei slip. Decisi quindi di fare un tentativo per verificare che chi avevo intravisto fosse la mia vecchia conoscenza, perché in questo caso il pomeriggio avrebbe potuto riservarmi un epilogo molto piacevole e positivo. Uscii dalla sala ed inforcai le scale per raggiungere nuovamente la galleria del cinema. Rientrando nell'oscurità di quell'ambiente non riuscivo a vedere dove stavo mettendo i piedi e decisi di sfruttare lo corrimano alla mia destra per risalire verso il camminamento in alto.
Qui avrei potuto, dopo un breve adattamento alla differenza di luce, vedere se quella persona era ancora all'interno del cinema e, soprattutto, se si trattava di chi pensavo io. Mi ero appena appoggiato con la schiena alla parete sotto la feritoia di proiezione quando notai un'ombra che si stava avvicinando alla mia destra in modo quasi impercettibile.
Stava però avanzando gradatamente e quando fu spalla a spalla con me lo potei riconoscere. Era proprio lui, il mio conoscente, quello intravisto al piano terra e che mi stava fissando. Anche lui mi aveva riconosciuto: “Ti avevo visto di sotto. Ti eri accorto che ti facevo il filo?” con queste parole aveva poi iniziato ad ispezionare la patta dei miei pantaloni ed a palparne il contenuto. Abbassata la cerniera aveva cominciato ad accarezzare il mio uccello in tutta la sua estensione estraendolo completamente dall'apertura dei pantaloni. Si stava prospettando la solita sveltina di mano fatta in tutta fretta e consentita dal frequente passaggio di persone nel camminamento. Questa volta non volevo che andasse a finire tutto con un orgasmo dopo pochi secondi di trattamento. Volevo cercare di godere il più a lungo possibile e gli proposi: “Aspetta! Non rimaniamo qui. Andiamo a sedere.” Lui non si oppose. Io rimisi con qualche difficoltà il mio arnese nei pantaloni e mi diressi in fondo alla scalinata della galleria alla prima fila. Qui potevo stare più comodo a sedere, distendendo le gambe se ne avessi avuto la necessità e senza l'interferenza di persone in transito. Lui si sedette alla mia destra e subito dopo partì nuovamente all'assalto del mio uccello. Lo prese nuovamente fuori e notai la sua soddisfazione nel trovarlo già duro e nel sentire il mio gemito mentre me lo stava scappellando.
Questa operazione fu particolarmente accurata ed insistita perché aveva capito che la cosa mi dava un piacere molto profondo. Io allargai il più possibile le gambe perché lui potesse avere a completa disposizione, ed a portata di mano, tutta la mia zona pelvica (uccello e scroto). Dopo tre o quattro passate rapide di vera e propria pugnetta il mio uccello iniziava a pizzicare in modo insopportabile. Era bellissimo, ma sapevo che poteva essere anche meglio di così. Gli dissi quindi: “Fermati. Mi pizzica tanto la punta. Perché non la bagni un po'?”. Non se lo fece ripetere due volte e sorridendo si infilò le dita della stessa mano con la quale mi stava masturbando in bocca per bagnarle con la lingua e la saliva. Sembrava non aspettare altro. Cominciò così ad alternare i suoi massaggi sulla cappella ed il cazzo con leccate umidificanti alle dita ed assaporando il gusto che il mio uccello gli lasciava. Dopo un paio di minuti di questo trattamento lui esordì commentando il livello di erezione raggiunto: “Senti cos'è diventato” riferendosi ovviamente al mio pene. Io ormai faticavo a trattenere l'eiaculazione e gli chiesi ancora: “Fermati. Altrimenti mi fai già venire. Voglio godere ancora”. Ma questa volta lui non mi ascoltò e capendo che ero vicino all'orgasmo aumentò il ritmo della masturbazione. Meno di un minuto dopo ero giunto all'inizio della sborrata che feci tutta ad occhi chiusi nella sua mano mentre lui continuava a massaggiarmi l'uccello. Mi sembrò molto lunga. Io intanto mi ero lasciato completamente andare sullo schienale della poltrona mentre lui continuava a stringere in mano il mio uccello ripetendo sottovoce, ma con grande soddisfazione: “Che sborrata che mi hai dato”. Mi ripresi dall’orgasmo appena in tempo per vedere lui lasciare la presa dal mio pene che iniziava appena a sgonfiarsi, ma dal quale colava ancora una goccia di sperma.
Per prima cosa gli porsi un fazzoletto di carta per asciugarsi la mano e lo ringraziai con un filo di voce affannata.
Lui mi guardò ancora sorridendo e disse: “Stai attento a non sporcarti” e se ne andò. In effetti avevo rilasciato una bella sbrodolata per terra proprio di fronte al mio posto a sedere, ma fortunatamente non avevo macchiato abiti e scarpe.
Dopo qualche minuto mi sono alzato e diretto nei bagni per svuotare la vescica ormai colma di urina per tutto quell’esercizio fatto. Purtroppo successivamente non ho più incontrato quella persona durante le mie visite al cinema e me ne dispiace. Avrei voluto ringraziarlo. Perché è per merito della sua abilità nel maneggiare il mio pene che ho capito come migliorare le mie attività masturbatorie, l’intensità dell’orgasmo, la qualità delle eiaculazioni e, cosa secondaria ma comunque piacevole, la gittata delle sborrate.
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