Qui avrei potuto, dopo un breve adattamento alla differenza di luce, vedere se quella persona era ancora all'interno del cinema e, soprattutto, se si trattava di chi pensavo io. Mi ero appena appoggiato con la schiena alla parete sotto la feritoia di proiezione quando notai un'ombra che si stava avvicinando alla mia destra in modo quasi impercettibile.
Stava però avanzando gradatamente e quando fu spalla a spalla con me lo potei riconoscere. Era proprio lui, il mio conoscente, quello intravisto al piano terra e che mi stava fissando. Anche lui mi aveva riconosciuto: “Ti avevo visto di sotto. Ti eri accorto che ti facevo il filo?” con queste parole aveva poi iniziato ad ispezionare la patta dei miei pantaloni ed a palparne il contenuto. Abbassata la cerniera aveva cominciato ad accarezzare il mio uccello in tutta la sua estensione estraendolo completamente dall'apertura dei pantaloni. Si stava prospettando la solita sveltina di mano fatta in tutta fretta e consentita dal frequente passaggio di persone nel camminamento. Questa volta non volevo che andasse a finire tutto con un orgasmo dopo pochi secondi di trattamento. Volevo cercare di godere il più a lungo possibile e gli proposi: “Aspetta! Non rimaniamo qui. Andiamo a sedere.” Lui non si oppose. Io rimisi con qualche difficoltà il mio arnese nei pantaloni e mi diressi in fondo alla scalinata della galleria alla prima fila. Qui potevo stare più comodo a sedere, distendendo le gambe se ne avessi avuto la necessità e senza l'interferenza di persone in transito. Lui si sedette alla mia destra e subito dopo partì nuovamente all'assalto del mio uccello. Lo prese nuovamente fuori e notai la sua soddisfazione nel trovarlo già duro e nel sentire il mio gemito mentre me lo stava scappellando.
Questa operazione fu particolarmente accurata ed insistita perché aveva capito che la cosa mi dava un piacere molto profondo. Io allargai il più possibile le gambe perché lui potesse avere a completa disposizione, ed a portata di mano, tutta la mia zona pelvica (uccello e scroto). Dopo tre o quattro passate rapide di vera e propria pugnetta il mio uccello iniziava a pizzicare in modo insopportabile. Era bellissimo, ma sapevo che poteva essere anche meglio di così. Gli dissi quindi: “Fermati. Mi pizzica tanto la punta. Perché non la bagni un po'?”. Non se lo fece ripetere due volte e sorridendo si infilò le dita della stessa mano con la quale mi stava masturbando in bocca per bagnarle con la lingua e la saliva. Sembrava non aspettare altro. Cominciò così ad alternare i suoi massaggi sulla cappella ed il cazzo con leccate umidificanti alle dita ed assaporando il gusto che il mio uccello gli lasciava. Dopo un paio di minuti di questo trattamento lui esordì commentando il livello di erezione raggiunto: “Senti cos'è diventato” riferendosi ovviamente al mio pene. Io ormai faticavo a trattenere l'eiaculazione e gli chiesi ancora: “Fermati. Altrimenti mi fai già venire. Voglio godere ancora”. Ma questa volta lui non mi ascoltò e capendo che ero vicino all'orgasmo aumentò il ritmo della masturbazione. Meno di un minuto dopo ero giunto all'inizio della sborrata che feci tutta ad occhi chiusi nella sua mano mentre lui continuava a massaggiarmi l'uccello. Mi sembrò molto lunga. Io intanto mi ero lasciato completamente andare sullo schienale della poltrona mentre lui continuava a stringere in mano il mio uccello ripetendo sottovoce, ma con grande soddisfazione: “Che sborrata che mi hai dato”. Mi ripresi dall’orgasmo appena in tempo per vedere lui lasciare la presa dal mio pene che iniziava appena a sgonfiarsi, ma dal quale colava ancora una goccia di sperma.
Per prima cosa gli porsi un fazzoletto di carta per asciugarsi la mano e lo ringraziai con un filo di voce affannata.
Lui mi guardò ancora sorridendo e disse: “Stai attento a non sporcarti” e se ne andò. In effetti avevo rilasciato una bella sbrodolata per terra proprio di fronte al mio posto a sedere, ma fortunatamente non avevo macchiato abiti e scarpe.
Dopo qualche minuto mi sono alzato e diretto nei bagni per svuotare la vescica ormai colma di urina per tutto quell’esercizio fatto. Purtroppo successivamente non ho più incontrato quella persona durante le mie visite al cinema e me ne dispiace. Avrei voluto ringraziarlo. Perché è per merito della sua abilità nel maneggiare il mio pene che ho capito come migliorare le mie attività masturbatorie, l’intensità dell’orgasmo, la qualità delle eiaculazioni e, cosa secondaria ma comunque piacevole, la gittata delle sborrate.
Visualizzazioni: 4 778
Aggiunto: 4 anni fa
Utente:
«Infatti il racconto é la cronaca di un episodio che vissuto davvero. In seguito ho anche conosciuto altri abili masturbatori, per lo più anziani. E anche questi mi hanno fatto godere con le loro mani esperte»
«Ciao, molto eccitante davvero. Mi ricorda gli incontri con qualche persona molto vecchia che di solito mi facevo toccare nel buio della sala. Erano dei veri maestri nel fare godere i giovani...»
«»
«Fantastico. Mi ricorda la mia prima esperienza in un cinema di Torino, anche se purtroppo non ho mai più reincontrato l' autore del primo pompino che mi è stato praticato. Era stato eccezionale.»
«Sono chiara,avrei voglia di fartelo anche io un bocchino....ma proprio di quelli wow»