-Nomi e Luoghi non sono gli originali, gli eventi sono parte delle mie esperienze reali-

Maria fu importante.
Maria fu la prima.

Maria è una storia che se fosse successa oggi avrebbe fatto scandalo, sarebbe finita su tutti i giornali, avrebbe riempito tg e giornalacci da parrucchiera perchè di ragazzini che finiscono con donne adulte la stampa ne è ghiotta. Insomma Maria è la madre di una delle mie amiche estive, quando andavo in montagna dai nonni andavo spesso a casa sua per prendere la figlia Mara, con lei si usciva in bici, si andava in sala giochi o al vicino fiume. Maria era rimasta vedova quattro anni prima, sposata a diciotto anni aveva avuto subito la figlia, lei come donna era un fiore nei suoi 37 anni, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre.
Con i capelli mossi biondi tendenti al rossiccio, gli occhi piccoli e verdi, le lentiggini sul viso, aveva un bel seno tondo dallaria abbondante perché leggermente sovrappeso e i fianchi larghi.
Molto spesso usciva con noi in famiglia e appena l'anno prima avevo avuto modo di vederla in costume da bagno intero e per qualche mese divenne il mio frutto proibito, la mia ispirazione alle seghe serali sotto le coperte anche se per lei mi costruì anche una "bambola" con spugnetta e cuscini, per scoparla "davvero". Non avrei mai immaginato che l'anno seguente sarebbe stata la mia "maestra"

Quasi sempre quando arrivavo a casa di Maria la figlia non c'era. Avrei potuto andare a prenderla direttamente dalla nonna ma quella vecchia mi metteva una paura pazzesca in quella vecchia casa isolata fuori dal paese e quindi Maria divenne presto una costante nei miei pomeriggi.
Arrivavo li di solito una mezz'ora prima perchè era solita offrirmi orzata, latte e menta, qualche ghiacciolo. Mentre consumavo le bevande era solita restare li con me a braccia conserte nei suoi vestiti interi a fiori con il grembiule colorato, sempre con quel bel sorriso, mi chiedeva cose della figlia, che facevamo, dove andassimo, come era la mia amicizia con lei e via dicendo. La trovavo molto piacevole, mi piaceva un sacco Maria, più della figlia Mara che era un gran maschiaccio, iniziai ad andare da lei molto prima del solito dopo che scoprii in casa sua statuette egizie e idoli pagani, erano così misteriosi e feci caso solo allora che lei di crocefissi in casa non ne aveva nemmeno l'ombra. Il colpo di grazia fu il fatto che disegnasse e io amavo disegnare, era una gran disegnatrice e sui suoi fogli vergava figure sinuose di animali, donne nude senza viso e strani paesaggi dai profili morbidi, dagli orizzonti lineari e senza confini.
Un giorno appena arrivato da lei mi disse che Mara non sarebbe tornata a casa perchè andata dai nonni paterni e che se avessi voluto mi sarei potuto fermare lo stesso, come sempre. Faceva caldo dopotutto, mi sarei potuto riposare un po'.
Lo feci e come sempre chiacchierammo di disegno, mi insegnava cose e mi chiese se io e Mara stessimo insieme e che non mi sarei dovuto preoccupare se era così perchè l'amore è una cosa meravigliosa e Mara mi voleva un sacco di bene. La rassicurai che non era così, che eravamo solo amici. Mara era solo simpatica e mi divertivo un sacco con lei, amica in comune con altri, conosciuta tramite Simona aveva sempre avuto i capelli cortissimi e vestiva sempre con dei Jeans.

Così fu per quattro giorni.
Il quinto fu importante perchè mi si avvicinò.
Il quinto Maria varcò il confine del proibito e mi fece conoscere il sesso.

Quel giorno c'era un arsura incredibile e arrivai a casa sua che francamente stava un po' giù di corda, lo notai subito. Parlammo delle solite cose e inforcò poco dopo la mia cedrata un discorso che poteva portare solo in una direzione.
-Sai come nasce l'amore tra due persone?- mi chiese.
-No- risposi io -Credo dal fatto che stiano bene insieme- ipotizzai.
Lei fu lieta di sentirmelo dire e mi ricordò che ero maturo e intelligente.
-Daniele...Io- disse incerta e fissandomi intensamente negli occhi -Sono sicura di amarti e di volerti rendere, almeno nella nostra piccola vita, solo per pochi giorni, il mio uomo, il mio... Ragazzo...- era immobile davanti a me, seduta al tavolo del soggiorno, con la luce del giorno a filtrare dalle tende bianche alle sue spalle.

Il cuore che nel mio petto stava impazzendo, esplodeva ad ogni battito e sentivo tremori alle gambe dal nervoso. -Non voglio...- continuò -Che gli altri lo sappiano, non devi dirla a nessuno questa cosa che ti ho detto, se vuoi posso darti anche dei soldi se vuoi ma, non...- non le feci finire la frase, il suo tono dolce e comprensivo, materno fu interrotto dalla mia voce.
-Non voglio soldi- dissi con il respiro pesante -Io, noi...- Ci misi una vita a dirlo -Mi piacerebbe, lo vorrei anche io.

Maria sorrise in modo molto tenero e si sedette vicina a me, composta, ricordo le molle del divano che scricchiolarono, alla mente mi torna anche la carta da parati, carta da zucchero con i fiori, qui e li sparsi.
La guardai negli occhi -Quando vengo qui, sto bene- gli dissi.
-Anche io- rispose lei -Avrai anche meno della metà dei miei anni ma sei più maturo di molti della mia stessa età- mi disse -Ma ti piaccio almeno un po'?-
Io sorrisi -Moltissimo- le risposi.
-E cosa ti piace di più di me?- chiese.
-Le lentiggini- risposi, lei rise di gusto e anche io.
Era vero.
-Beh se stiamo insieme...- chiese lei timidamente -Per questi pochi giorni come me lo chiederesti te?-
Io mi alzai, le andai davanti. Le presi il viso tra le mani e la baciai. Aveva le labbra secche, un po' ruvide ma mi accolse morbidamente, subito, il bacio fu condotto da lei, trasformò il mio bacio da una forzatura imprecisa, come quella sera con Simona in una cosa morbida e voluttuosa, carnosa e calda, mi afferrò i fianchi e mi trascinò con lei sul divano. Ci baciammo moltissimo, mi baciava il viso, il collo, il petto, le mani, mi carezzava la schiena, la testa, le spalle. Trattenne il fiato con forza e rumorosamente quando feci scorrere le mani sul grosso seno, era incredibile, duro ma soffice, il suo viso si colorò di rosso, sorrideva splendidamente e ancora il bacio che continuava, le mie mani sul suo corpo e le sue sul mio, sulla schiena fino ai glutei e infine... La sua mano sul mio sesso.
Mi irrigidii e lei accorgendosene si fermò.
-Sto correndo troppo? Ho esagerato?- chiese ritirando la mano.
Io scossi la testa. -No. e' che... Sei la prima che...-
-Ho capito- sorrise lei tirandosi seduta mentre io la guardavo.
Mi si inginocchiò davanti, mi slacciò i pantaloni lentamente, fissandomi ogni tanto, me li calò insieme agli slip e guardò il mio sesso con un visetto furbo e sornione.
-Lascia che ti faccia un po' di piacere, vuoi?- chiese dolcemente.

Io annuii.

Lei quindi lo prese con ambo le mani, una saldamente sul corpo del sesso, l'altra avvolta attorno al glande, usava due mani muovendole con tempi diversi, velocità diverse, movimenti diversi, era incredibile e io abbandonato alle sue mani poggiavo con la schiena allo schienale del divano, rapito, perso. La guardavo con trasporto, desiderio, La scollatura poco davanti al mio sesso era una specie di foglio bianco dove dipingere le mie pulsioni e poco dopo... Il mio mondo esplose.
Calò con il suo viso, mi baciò la cappella, io sentii dei fremiti al bacino, lungo la schiena, inglobò lentamente la cupola violacea tra le labbra, poi in bocca accarezzandola con la lingua, infine fece scivolare l'asta massaggiandomi i testicoli, lo prese in bocca quasi tutto e iniziò quei dolci movimenti osservandomi sorridendo ogni tanto.
Fu incredibile.
Fui rumoroso.
Gemetti fortissimo quando venni e lei mugolò appena senza estrarlo dalla bocca, attese che finissi mentre mi sorreggevo ai suoi capelli trattenendola, gemeva di tanto in tanto muovendo appena la testa, quando mi vide rilassarmi succhiò per altri pochi movimenti del capo e infine deglutì estraendolo dalle labbra.
Sorrise.
-Ti è piaciuto?- chiese.
-E' stato fantastico Maria...-
Lei sorrise, si pulì le labbra con un fazzoletto che portava in tasca e ci baciammo ancora anche se per poco.
-Vai- mi disse -Tra poco è ora di cena. Ci vediamo domani-
Ero di nuovo eccitato.
La strinsi e mi avviai.
La sera non serve dire che mi masturbai per lei. Era una specie di sogno a occhi aperti e nessuno dei miei amici mi avrebbe mai creduto se lo avessi raccontato.
Il giorno dopo... Ovviamente tornai.
Fu intenso come il giorno prima ma eravamo in camera sua, sul letto grande. I mobili di legno scuro e le rifiniture cromate, lo specchio tondo dai decori fumè sopra la cassettiera davanti al letto, appassionati ci baciavamo ancora e ancora, io la esploravo e le stavo sopra, lei muoveva il bacino sentendo il mio sesso gonfio sopra il suo, le scoprii il seno, quelle grosse tette un po' sciupate che stavano davanti a me abbandonate placidamente sul quel petto furono strizzate, baciate, leccate, lei mi spiegò bene come baciargli i capezzoli, come farle sentire maggior piacere, le aveva sensibilissime, le carezzavo il pube ogni tanto, sopra i pantaloni ma la danza del piacere andò avanti per due ore prima che i nostri corpi alla fine nudi stessero uno accanto all'altro. Mi aveva già fatto venire con la bocca ed ero anche venuto grazie alle sue coccole con le tette, che strette attorno al mio sesso erano diventate delle culle fantastiche per il mio uccello, fu una mia iniziativa quella delle tette perché mi ispirai ad un hentai che mi prestò Fabrizio.
Gli ero montato sopra per farlo e lei si divertì molto nel vedermi così rapito.

-C'è qualcosa che vorresti fare? Che colpisce la tua fantasia?- chiese lei. -Oltre quella cosa con il seno che hai fatto prima?-
Annuii.
-Quale?- chiese.
E io scesi sul suo sesso con la mia bocca.
Lei si irrigidì tutta stirando gambe e piedi, iniziai dalla parte più alta appena sotto l'ordinato ciuffo di peli biondicci, lambendo poi tutto il contorno senza intrufolarmi più in la.
Aveva il viso illuminato, occhi sgranati, incredula.
Piano piano iniziai a spingere di più con le mani e le labbra, era zuppa di umori e poco dopo che la mia lingua si fece strada in lei si tirò su col busto afferrandosi alle coperte con forza e strillò venendo.
Sentii un flusso intenso di umori sul mio viso e lei ricadde sul materasso tutta inarcata tenendomi la testa sul suo sesso.
Aveva gli occhi tutti aperti, con la pupilla dilatata..
-Non lo hai mai fatto?- chiese.
-No- risposi sedendomi sul letto
-E' stato fantastico. Ti è piaciuto?- domandò emozionatissima.
-Moltissimo- risposi -Lo rifarei subito-
-Ti andrebbe davvero?-
-Certo- dissi sorridendo.
-Dai- esultò lei e dopo un lungo bacio ricominciai a prendermi cura di lei, sta volta seguendo i suoi consigli su come penetrarla con le dita, dentro di lei riuscivano ad entrare quattro dita e il palmo della mano fino al pollice, mi fece entrare tutto, così un paio di volte, volte in cui aveva grossi picchi di godimento ma si concentrò sul dirmi quanto bastassero due, massimo tre dita per far raggiungere il godimento ad una donna. Venne di nuovo.
Era al settimo cielo e infine mi fece sdraiare.
Accompagnò il mio sesso dentro di se.
-Permettimi di guidarti- mi disse.
Io annuii e lei mi condusse supino e mi montò a cavalcioni, teneva il sesso eretto con una mano mentre si poggiava la cappella alle proprie grazie, scivolò dentro come un ferro rovente nel burro e se lo infilò tutto prima di lasciarlo e guardarmi dall'alto mentre le sorreggevo giocando con il seno.
-Con me puoi farlo così.- mi disse -Perchè prendo la pillola che mi impedisce di avere figli- spiegò -Ma se lo fai con altre femmine...- sorrise -Devi mettere per forza un preservativo o rischi di metterle in condizione, di fecondarle e farle avere dei figli.- spiegò per poi iniziare a muoversi.
Per me fu il paradiso.
Grazie alle sborrate precedenti durai un sacco e lei ebbe modo di divertirsi parecchio. Ebbi l'impressione che fosse venuta poco dopo la mia entrata in lei ma forse mi sbagliai ingannato dall'eccitazione del momento. Fu pazzesco e la aiutavo con colpi di reni finchè non si adagiò su di me stringendomi, io iniziai a muovere il bacino possedendola grazie solo ai miei movimenti, il grosso seno schiacciato su di me, i glutei spaziosi stretti sotto le mie dita accompagnarono la mia terza eiaculazione. Andavo velocissimo mentre la scopava... Scopavo si, lo ripeteva anche lei, spesso. -Scopami...Scopami...- come un mantra.
I miei gemiti crebbero con i suoi, lei venne prima di me e pochi affondi dopo, mentre si era abbandonata su di me piantai a fondo il sesso in lei e scaricai il mio seme. Mi fece quasi male dalla forza delle contrazioni.

Uscii da quella casa alle sette di sera, quattro ore di sesso, doccia e poi dai nonni, totalmente rimbambito, ubriaco di lei.
Ci incontrammo così altre due volte, poi Mara tornò e noi potevamo solo farci pomiciate furtive, di nascosto.

L'anno seguente sarebbe toccato alla figlia seppur in modo molto diverso e in frangenti estremamente differenti, ma prima accaddero molte cose importanti
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Categorie: Etero Prime Esperienze