I tre vecchi. Un gioco che diventa di azzardo. Il mio culo.

Erano ormai giorni che rientrando a casa dal lavoro sentivo e vedevo quei tre signori (tra i 60 e i 70) giocare a carte rumoreggiando fortemente in un locale accanto al mio palazzo.
E ogni volta che passavo si fermavano per osservare, talvolta commentando, il mio posteriore.
Nelle ultime volte non potei non notare biglietti da 50 e 100 su quel tavolo e giocate che sembravano dai 20 euro in su.
Anche la mia situazione un pò più precaria del solito mi portava a notarli e pensare che sarebbe stato bello portarglieli via.
Una mattina mi svegliai e mi resi conto che mancavano 7 giorni allo stipendio e avevo sulla carta solo 40 euro. Indossavi dei leggins neri e una maglia e andai al lavoro pensando che avrei potuto rischiare, in fondo ero più giovane e sveglia di quei vecchi e forse anche se avessi perso avrebbero avuto pietà di togliere gli ultimi 40 euro a una giovane donna.
Il pomeriggio rientrando vidi che nel locale c'erano solo loro tre e decisi di entrare. Il loro stupore si trasformò in sorrisoni, mi tolsi il cappottino e sentivo i loro occhi posarsi su di me e sul mio sedere e iniziai a proporgli di unirmi a loro per qualche giocata.
Mi spiegarono subito che la giocata minima era 20 euro e che pur essendo tre amici erano molto seri in questo gioco.
Dissi loro che avevo solo 40 euro ma che mi sentivo pronta.
Iniziammo e persi le due giocate nel giro di 90 secondi. Rimasi frastornata e inizia a chiedere soldi in prestito. nel giro di meno di 50 minuti avevo perso tutto quanto mi era stato prestato. Circa 500 euro divisi come 250 dal Sig. Alberto, 150 da Luigi e 100 da Armando.
Non sapavo che fare e loro iniziavano a chiedermi di restituirli con un prelievo. Gli raccontai che non avevo nulla e mi ero seduta proprio per vincere.
Capii subito che non mi avrebbero abbuonato nulla e dopo qualche sorriso di circostanza il Sig. Alberto mi disse che il mio culo avrebbe rappresentato un ottima ricompensa.
A testa bassa mi alzai e riuscii solo a dire "dove possiamo spostarci".
il Sig. Armando mi indicò una camera e mi diressi li. Erano molto eccitati, Luigi si continuava a toccare la patta dei pantaloni. Armando dirigeva i giochi.
Mi chiese di togliermi pantaloni e mutandine e posizionarmi a 90. Esegui senza guardarli.
Sentii Luigi che mi stofinava il pene sul sedere, tra le natiche e ancora moscio lo senti venire. Non mi aveva nemmeno penetrata.
A quel punto senti pulirmi con una fazzoletto e poi Alberto, senti la punta del cazzo sull'anno e spingere, senti il dolore ma il pene non entro tutto, solo quanto bastava per sentirlo e poi lo sentti gemere.
Anche lui era andato agevolmente. Toccava ad Armando. Sembrava molto più sicuro. Senti delle sculaciate forti e le risate di Luigi e Armando.
Poi senti la pinta del pene sull'ano. Questa volte lo percepivo duro e largo. Mi preparai e capii che sarebbe stato diverso. senti una fitta fortissima mentre lui entrava. Mi prese per le natiche e lo senti spingere. forte duro. Mi senti aprire. Solo alla fine provai eccitazione e me ne vergognai.

Armando mi chiede come avrei fatto ad arivare a fine mese e allora dolcemente gli chiesi se aveva già qualcuno per le pulizie e mi proposi. Lui disse che era già munito ma avrebbe visto molto volentieri me all'opera con un "abbigliamento speciale".
Mi presentai il giorno con un cappottino lungo e sotto solo intimo. Un perizoma e una canotta. sarebbe stato quello il mio abbgliamento. Mentre pulivo lui mi osservava e poi mi chiese di preparagli un caffè. Eseguì e col dolcezza lo portai.
Lui continuava a leggere il suo giornale guandardomi di tanto in tanto mentre lavavo il pavimento. ma a quel punto tornò in mente una forte eccitazione, non capivo cosa mi prendesse. Mi avvicinai a lui seduto e mi inginocchiai. Gli sbottonai i pantaloni e lui mi diceva "non avrai extra per questo".
Non risponsi e iniziai a baciargli e leccargli il cazzo e risposi "non voglio extra".
E lui "che troia, succhiamelo". Inizia a pompare un cazzo duro, largo venoso, nonostante l'età.
In quel momento arrivò Alberto che rimase sorpreso della situazione e disse "ma guarda te lo fai anche pmpare amico mio dalla troietta".
E Armando con calma "in realtà ha deciso tutto lei, vero puttanella?" E io annui senza parlare. Dopo un pò lo sentì irrigidirsi e gemere. Con le mani mi teneva la testa e diceva "adesso ingoia puttana".
non potevo muovermi, come un automa conitnuai a pompare fino a sentire lo sperma in bocca e in gola.

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