I dubbi e le insicurezze che la attanagliavano erano proprio legati alla monotonia delle sue giornate, che trascorrevano sempre uguali: lavoro, figli, pensare alla casa e via così. Dopo oltre 25 anni, anche il sesso era diventato una monotonia: amava suo marito e mai avrebbe potuto pensare ad una vita senza lui, però non si sentiva più donna e amante; anche il suo corpo le creava disagio: le due gravidanze ed il trascorrere del tempo avevano lasciato in lei dei segni, che però lei accentuava enormemente rispetto a come in realtà la gente la percepiva: si poteva definire una donna morbida, un seno abbondante, fianchi pronunciati ma accattivanti, una pelle chiara come il suo nome. Un sedere tondo e sodo, che però in lei creava più di qualche problema, tant'è che i suoi vestiti, piuttosto che alla moda, dovevano sembrare delle campane sotto le quali nascondersi alle persone. Eppure il lavoro che faceva la portava a conoscere tantissima gente, di ogni tipo ed in più di un’occasione ebbe ad allontanare le avance di uomini che l’avevano adocchiata, senza che lei potesse capirne il motivo. Arrivò un giorno in cui il marito di Luna dovette allontanarsi per diversi giorni per prendere parte a delle riunioni con i fornitori del loro agriturismo, così la donna restò sola a dover gestire tutto, con l’aiuto di alcuni dipendenti. Uno di loro, un certo Salvo, originario della lontana Sicilia, lavorava presso di loro da circa 5 anni. Ormai era trattato da Luna e Pietro come uno di famiglia: si occupava un po' di tutto ma nello specifico la sia mansione particolare era quello di occuparsi della manutenzione del casale gestito dai due; il giovane aveva 27 anni, moro, alto e con un bel fisico, attratto dalla sua datrice di lavoro, la quale in diverse occasioni si accorse che lo sguardo del ragazzo cadeva sulla scollatura generosa dei suoi vestiti, piuttosto che nei suoi occhi, quando erano faccia a faccia. A Luna Salvo piaceva, ed era anche lusingata che un bel giovane come lui potesse trovarla attraente, ma non era mai successo niente, forse più per paura che il marito potesse scoprirla che per altre ragioni.
Il giorno in cui Pietro partì per lavoro fu occupato da Luna per fare un’ispezione nelle camere libere dell’agriturismo, in vista dell’arrivo di alcuni turisti toscani che dovevano arrivare da lì a qualche ora. Entrò nella camera 203, al secondo piano del casale e si accorse, entrando nel bagno, che uno dei rubinetti del lavandino sembrava chiuso male, tanto che gocciolava; provò a chiuderlo con la mano destra, ma sembrava bloccato, provò con entrambe le mani ma nulla. Fece un altro sforzo ma improvvisamente il rubinetto si ruppe, provocando un’esplosione d’acqua che la investì su tutto il busto. Cacciò un urlo e chiamò subito Salvo, che accorse prontamente. Trovò Luna completamente bagnata, con le spalle poggiate al muro, ancora colpita dal getto d’acqua fredda che proveniva dal lavabo. L’uomo si indirizzò immediatamente verso il rubinetto generale e chiuse l’acqua della stanza: Luna fu di nuovo libera di muoversi. Si girarono a guardarsi vicendevolmente e scoppiarono a ridere. Salvo fu il primo dei due ad accorgersi dello stato in cui la donna si trovava: il vestito chiaro che indossava era completamente fradicio e metteva in bella mostra il seno della donna che, nonostante compresso in reggiseno di pizzo bianco, mostrava in totale evidenza le aureole dei capezzoli che, a causa del getto d’acqua fredda, erano dritti e turgidi. Salvo smise di ridere e diventò serio, sgranò gli occhi e fece il pieno di quella meravigliosa ed inaspettata vista che gli provocava una dirompente erezione. I seni di Luna avevano fatto parte quasi giornalmente delle fantasie dell’uomo, li aveva sempre immaginati così come ora li stava vedendo e averli lì a portata di mano gli aveva provocato una eccitazione come non mai. Anche Luna aveva smesso di ridere e si accorse subito, guardando lo specchio, che era praticamente nuda per tutto il suo busto e che tale spettacolo aveva prodotto un rigonfiamento malcelato nei pantaloni dell’uomo. Salvo vide lo sguardo della donna diretto verso il suo bassoventre e così cercò di coprirsi le intimità con le mani, chiedendo scusa alla donna; lei invece si avvicinò a lui e, per somma suo stupore, gli prese le mani con le sue e le allontanò, tornò con la sua mano destra verso l’uomo e con il suo palmo accarezzò quel rigonfiamento che svettava tra la patta dei pantaloni. Salvo gemette al piacere che quella mano gli stava inaspettatamente regalando e iniziò ad attivarsi anche lui: allungo le braccia e le diresse verso i due seni turgidi che gli si ergevano dinanzi, li accolse nelle proprie mani e introdusse le mani all'interno della scollatura del vestito di lei, soffermandosi sui due capezzoli duri; anche la donna gemeva. Poi Salvo si chinò, alzò il vestito leggero di lei ed iniziò a leccare ed accarezzare le gambe tornite ma sode di lei. Scostò leggermente i suoi slip, anch'essi di pizzo neo, scoprendo il sesso umido di lei, si fece cadere addosso il vestito della donna e, come dentro una campana, iniziò a regalare piacere alla donna con la propria lingua. Dopo alcuni minuti in cui la lingua di lui aveva avidamente solcato ogni millimetro recondito della donna, questa non poté più restare in piedi ma si fece scivolare giù, in ginocchio. L’uomo uscì fuori da quella meravigliosa copertura e si diresse verso i sui pantaloni: li fece scorrere verso il basso, poi liberò anche il suo membro dai suoi slip e si avvicinò alla bocca di lei, che si aprì quasi automaticamente accogliendo il pene di lui, reso di marmo dall'eccitazione. Luna aveva preso in bocca il membro dell’uomo e lo leccava avidamente, regalando un intenso piacere all'uomo, la cui mente era annebbiata dalle attenzioni che quella donna, sognata da tempo, gli stava regalando. Quasi giunto all'attimo dell’orgasmo, la donna, come se avesse percepito lo stato in cui lui si trovava, interruppe bruscamente il suo lavoro di bocca, permettendo a lui di evitare di esplodere subito nell'orgasmo. Impegnò i successivi attimi a far cadere a terra il proprio vestito, a rimettersi in piedi e voltarsi, dando le spalle all'uomo, dirigendosi allo specchio che si trovava sopra il lavabo. Si inarcò leggermente verso il basso e con la mano sinistra scostò i propri slip, mostrando alla vista di Salvo la propria figa umida; l’uomo capì quali erano le intenzioni della donna, così si avvicinò a lei e, con l’aiuto della propria mano destra, diresse il suo fallo verso l’apertura della donna, pronta ad accogliere il suo trofeo. La penetrazione fu netta, con un solo colpo il pene era già tutto dentro di lei, che gemeva tantissimo. Salvo era inarrestabile, non capiva più nulla, il suo fallo era reso scivoloso dagli abbondanti umori del sesso della donna, eccitata come non mai. Lui spingeva e lei restituiva colpo su colpo, guardandosi allo specchio: in un attimo le sue frustrazioni ed insicurezze erano svanite, guardava l’immagine riflessa allo specchio e vedeva una donna piacente, eccitante ed eccitata, sicura che avrebbe potuto avere accanto e dietro di sé qualunque uomo l’avesse attratta.
Quei sentimenti nuovi l’avevano resa ancora più focosa e così fu lei ad accelerare il ritmo dei colpi che entrambi si scambiavano, fino a portare Salvo ad un orgasmo dirompente che riempì completamente la cavità della donna, la quale anche lei di abbandonò ad un completo piacere.
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Aggiunto: 4 anni fa
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Etero
Tradimenti
«Grazie »
«sono contento che vi sia piaciuto il racconto»
«Donne di queste trovarne in zona Parabiago»
«Bellissimo racconto, complimenti!»