Alcuni di loro erano sempre alla ricerca di un modo per soddisfare l'inesauribile bisogno di cazzi duri e grossi da toccare e manipolare, gli altri avevano urgente necessità di farsi liberare dal peso opprimente dello sperma che sta rendendo gonfi i loro testicoli. Qui tutti sapevano di poter ottenere quello che desideravano a patto di accettare lo scambio che il gioco impone. In uno di questi frangenti un uomo di mezza età si era accostato al fondo della galleria dove si trovavano schierate un paio di persone appoggiate alla parete intente, apparentemente, a seguire la trama del film.
Sistematosi alla destra di uno dei due, che poteva avere all'incirca la sua stessa età, aveva iniziato a sfiorargli prima leggermente, e toccargli poi con maggiore insistenza, la coscia destra con la propria mano sinistra. Non avendo ricevuto opposizioni particolari all'approccio, il predatore si era fatto più audace raggiungendo la patta dell'altro con la mano ed inserendola rapidamente al suo interno. A questo punto era iniziata un'accurata ispezione dell'apparato genitale dell'altro che, intanto, aveva iniziato ad ansimare in modo quasi impercettibile ed a spingere in avanti il proprio bacino. Sembrava quasi voler offrire il proprio sesso all'altro che, con grande soddisfazione, stava constatando di essersi imbattuto in un soggetto ben dotato. I testicoli, completamente turgidi, stavano a malapena nella sua mano e promettevano, al momento opportuno, di coronare con abbondanza di liquidi l'esplosione dell'orgasmo. Il cazzo era già durissimo, ma con il glande ancora quasi completamente protetto nel suo guscio di pelle. Solo una piccola parte del prepuzio faceva capolino come a voler uscire dal suo nido, ma senza riuscirvi. Con un polpastrello il predatore aveva iniziato a lambire e stuzzicare proprio questo intimo avamposto. Si era così accorto che una piccola goccia di sperma era già uscita dall'apice dell'uccello e aveva commentato: "sei già bagnato....dai, vieni in bagno con me....ti faccio un pompino". Non ci furono esitazioni da parte dell’altro che si avviò dietro lo sconosciuto seduttore verso i bagni a fianco della galleria pregustando già mentalmente le delizie alle quali sarebbe stato sottoposto il suo uccello.
Le aspettative non furono deluse da nessuna delle parti. Appena chiusa con cura la porta del bagno alle sue spalle il predatore non perse tempo e, inginocchiandosi di fronte all’altro, si era avventato sulla patta dei pantaloni liberando le parti intime di quest’ultimo con due rapide mosse.
La prima servì ad abbassare la zip dei pantaloni e la seconda sganciò la cintura che li sosteneva. Solo a questo punto si accorse che la preda non portava indumenti intimi e il suo pene era scattato in avanti quasi a sorpresa lasciandolo stupito per un secondo: “non porti le mutande”. "Allora ti eri preparato per divertirti oggi. Ci speravi eh?” fece con un sorriso di soddisfazione. Detto questo aveva afferrato l’uccello dell’altro ed iniziato a leccare prima, e prendere in bocca poi, i testicoli turgidi e pelosi.
Contemporaneamente la preda aveva incominciato a gemere. I sospiri erano diventati più frequenti e profondi quando l’operazione era passata dai testicoli alla cappella completamente denudata. La lingua aveva iniziato a frullare rapidamente tra il prepuzio ed il frenulo ottenendo un ulteriore irrigidimento del membro che ormai era pronto a tracimare il proprio succo.
Ma nonostante l'impegno dell'altro la preda continuava a resistere agli assalti gemendo ed ansimando, ma senza arrendersi. Il predatore aveva capito quindi che doveva passare ad altri metodi per costringere quell'uccello alla resa definitiva. Si rimise in piedi prendendo nuovamente il membro con la mano destra ed iniziando un massaggio masturbatorio deciso ed insistente sul glande. Aveva indovinato il punto debole dell'altro, ovvero l'atto della masturbazione. Ci volle poco più di un minuto perché l'azione riuscisse ad ottenere il successo atteso. Il primo fiotto di sborra era partito accompagnato da una lunghissima scia biancastra e ricadendo a terra dopo una parabola di quasi un metro. Il gemito seguito a questo primo getto era stato lungo ed intenso tanto quanto lo spruzzo stesso. Il predatore intanto stava continuando ad insistere nella sua azione. La preda era in balia del suo carnefice e con un nuovo sussulto espulse dal prepuzio un secondo fiotto di sborra, meno consistente, ma con altrettanta spinta rispetto al primo. Il predatore intuí improvvisamente dal turgore del membro che ci sarebbe stato altro sperma pronto a sgorgare da quel meraviglioso uccellone e decise questa volta di assaporare il succo della preda. Il terzo fiotto, ormai blando rispetto ai primi, lo prese quindi tutto in bocca. L'orgasmo della preda stava terminando nella mano del predatore che ancora serrava ben saldamente quel bellissimo pene, ora meno turgido di prima, ma sempre allungato e dal quale continuavano ad uscire gli ultimi frutti di quell'interminabile eiaculazione. Con la bocca ancora intrisa di sborra il predatore aveva iniziato a slinguare l'orecchio dell'altro porgendogli contemporaneamente il proprio membro eretto per essere contraccambiato ora dall'amante: "vedrai che faccio presto a venire". Il suo membro era più piccolo di quello appena spompato, ma comunque duro e svergognatamente scalpellato. Bastarono poche carezze perché iniziasse a riversare un quantitativo inaspettato di succo dei suoi testicoli al suolo. La sborrata si rivelò copiosa ed insistente sottolineata dall'ansimare di soddisfazione del predatore. Ora erano appagati entrambi. A turno svuotarono la vescica gonfissima di urina nella turca della latrina prima di salutarsi con un sorriso di approvazione, un ringraziamento ed uscire dal bagno e tornare in sala.
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Aggiunto: 4 anni fa
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«Ciao, bravo perche' il racconto mi coinvolge talmente che mi faccio una sega.....scrivi a coccodrillodelnilo61@libero.it»
«Fantastico....»
«Mi fa piacere»
«Molto bello il tuo racconto mi ha fatto venire il cazzo duro e voglioso»