Era a casa da sola, suo padre era al lavoro, sua madre era andata a fare delle commissioni e non sarebbe tornata prima delle quattro.
Si era fatta la doccia. L'acqua le scendeva dai capelli alle spalle e andava a sfiorarle con delicatezza i peli della figa. Chiuse gli occhi e poggiando la schiena al muro cercò la fessura tra i peli e cominciò a masturbarsi, delicatamente, così come sanno fare le donne. Penetrava la sua passerina con forza, aggiungendo poi un secondo dito, per dare ancora più energia alla Pene trazione, come se ci fosse stato un lungo e grosso cazzo e a scoparla. Si masturbava con forza ora, penetrando la figa pelosa con grande volontà, dal piacere si morde a le labbra, finché arrivò la punta dell'orgasmo in testa.
Lei si era presa l'intera giornata libera, doveva uscire in predicazione, aveva fatto poche ore durante il mese e pensava di recuperare un po'.
Fece qualche tentativo via whatsapp, cercando una sorella a cui unirsi per il pomeriggio ma non trovò nessuna disponibile.
Sarebbe uscita da sola, non era un grosso problema, doveva finire un paio di case in una viuzza del centro, avrebbe fatto quello, contando pure il tragitto a piedi da casa a quel quartiere si potevano tranquillamente segnare due ore di servizio.
Si incamminó verso il centro del paese, non era troppo distante dalla sua abitazione. Quella leggera pioggia dava un po' fastidio ma si era coperta bene e si era portata appresso pure l'ombrello, non voleva né bagnarsi né rovinarsi i capelli. Sentiva solo un po' di fresco alle gambe, dovendo portare obbligatoriamente la gonna. Il venticello fresco le risaliva la gonna e andava a toccarle le mutandine, procurandle degli spasmi di godimento, ma era lì per altro e non doveva soffermarsi su certi pensieri.
Arrivò in centro in meno di venti minuti, era primo pomeriggio, il paese sonnecchiava ancora, non c'era un'anima viva in giro neanche a pagarla. Un paio di isolati e sarebbe arrivata in via Garibaldi, dove le mancavano giusto un paio di piccoli condomini da citofonare.
Si fermò a guardare sul telefono le note che si era scritta l'ultima volta che era stata a predicare su quel territorio.
Scorse velocemente i numeri civici che si era segnata, i primi palazzi della Via erano stati completati, aveva citofonato a tutte le famiglie, quasi nessuno aveva accettato riviste o volantini. Cancelló alcuni dei cognomi che si era memorizzata sull'applicazione del telefonino che aiutava i testimoni di geova a ricordarsi cosa facevano in servizio. Ci avrebbe pensato qualche altro fratello della sala a contattarli di nuovo.
Andò al numero 20 di via Garibaldi, il citofono era piccolo, ci vivevano solo tre famiglie.
Sembrava una palazzina benestante, poteva darsi che fossero tutti un'unica famiglia, sul citofono infatti, i cognomi riportati erano gli stessi.
Ai primi 2 non rispose nessuno, forse erano a lavoro, d'altronde erano le due e mezza del pomeriggio. Riparata da un piccolo tettuccio posto sopra il citofono, tirò fuori il telefono e segnò i cognomi e a fianco la dicitura ASSENTI. Provó a suonare l'ultimo pulsante, convinta che non avrebbe trovato nessuno pure lì.
Aspetto qualche secondo, poi una voce metallica uscì dal piccolo altoparlante del citofono.
- Chi è?
- Salve, scusi se l'ho disturbata. Mi chiamo Alessandra e sono una volontaria cristiana e...
- Alt, alt la fermo subito signorina. Non mi interessa.
- Come non le interessa? Non le ho neanche detto perché son qui...
- Vi conosco già. Testimoni di Geova?
- Si, sono una testimone di geova e volevo solo lasciarle un volantino nella cassetta della posta se me lo permette...
- Guardi, non mi interessano queste cose di religione. La ringrazio ma non mi serve. Salve.
La conversazione al citofono era ormai conclusa quando dall'altra parte, si aprì nuovamente la comunicazione e la voce metallica tornò a parlare.
- È ancora lì signorina?
Alessandra si era mossa solo di qualche centimetro per recuperare l'ombrello poggiato al muro, quindi poté rispondere.
- Si sono qui... Ma non si preoccupi stavo andando via...
- Ma no, ma no, non volevo cacciarti, tranquilla. Senti un attimo, tanto fuori piove e mi spiace che siete lì a prendervi la pioggia. Salite a bere un caffè, mi lasciate il volantino e poi tornate a fare quello che fate.
Alessandra era titubante, la voce era quella di un uomo, e poi era sola, in questi casi consigliano di essere prudenti e di non dare eccessiva confidenza. In effetti però fuori pioveva e l'acqua non accennava a fermarsi. Una piccola sosta al caldo e all'asciutto non le avrebbe fatto male.
Decise di accettare e di affetto3a rispondere.
- OK signor...
-... Francesco. Mi chiamo Francesco.
- bene signor Francesco, sono da sola, non sono in due come facciamo di solito in servizio. Se a lei va bene salgo.
- Assolutamente. Sali pure. Ti riposi un attimo almeno. Ti apro la porta. Terzo piano.
Alessandra si affrettò a chiudere la borsetta ed entrò. Sslì le scale velocemente, la porta dell'abitazione drl signor Francesco era già aperta e lui la stava aspettando all'ingresso.
Le fece gesto di entrare, accompagnato da un rassicurante sorriso.
- Entra pure, non ti mangio, tranquilla.
Alessandra ringraziò. L'appartamento era molto ben arredato, signorile e moderno allo stesso tempo. Il signor Francesco non era così vecchio da come se lo immaginava per citofono.
La accompagnò nel grande soggiorno e la invitò a mettersi comoda sul divano. Era un bel ragazzo sui 40anni, barba lunga e incolta. Doveva essere una persona sportiva, aveva un corpo atletico, lo si notava dai muscoli appena accennati che facevano fatica a contendersi nella camicia. Alessandra lo squadró da capo a piedi. Era un bel ragazzo davvero, e soffermano gli occhi a metà del corpo notò un grosso rigonfiamento all'altezza del cazzo. Si, questo tipo doveva aver davvero un grosso e lungo cazzo. E lei aveva sempre in testa quel pensiero fisso. Il cazzo.
Alessandra si levò il giubbottino, era tutto bagnato, Francesco lo appoggiò allo schienale di una sedia, poi presa un'altra sedia si mise davanti ad Alessandra.
Era veramente una bella ragazza, notò. Il viso era gentile e semplice, non troppo truccato, il corpo perfettamente sensuale seppur nascosto da un vestito casto e dignitoso, la camicia lasciava immaginare le punte dei seni e la gonna sotto il ginocchio faceva desiderare di toccare quelle belle gambe snelle.
- generalmente non faccio entrare voi testimoni di geova in casa. Sono ateo, non mi occupo di religione. Mi dispiaceva lasciarti fuori a prendere acqua però. Hai detto che ti chiami?
- Alessandra... Ti ringrazio per avermi fatta salire....
- figurati. Non sono religioso ma non mi va di passare per cafone. Ecco, non mi va di parlare di bibbia ma se vuoi possiamo fare due chiacchiere.
Alessandra non sapeva come comportarsi. Era leggermente imbarazzata. Non riusciva a capire se lui ci stesse provando o se fosse solo una persona gentile. Cercò di conoscere un po' meglio quel premuroso padrone di casa.
- Posso darti del tu Francesco?
- ma certo Alessandra.
- ma se posso chiedertelo... Che lavoro fai?
Francesco sorrise un po' imbarazzato, si grattó i capelli e la barba, non sapeva come rispondere... Poi prese la parola.
- Il lavoro che faccio mi sa che va contro a tutte le cose in cui credi Alessandra... Mi occupo di pornografia, tranquilla però non ti ho fatta salire per questo .
Alessandra era diventata rossa, ma improvvisamente le era passato l'imbarazzo, forse avrebbe potuto essere sin da subito più naturale avendo Francesco spezzato il ghiaccio con questa rivelazione.
- tranquillo Francesco, non mi scandalizzo. Ho 20 anni. So che certe cose ci sono.
- beh, non è un mestiere molto comune.
- esattamente cosa fai?
- come sei curiosa.
- non ho mai conosciuto nessuno... Nel tuo settore!
Scoppiarono a ridere divertiti entrambi.
- Io faccio il regista. Ma non lavoro qui in Italia. Dirigo i film all'estero. Ogni tanto tra un lavoro e l'altro torno qui a casa. È un caso che mi hai trovato.
- sarà stato il destino, chissà.. O forse gli angeli mi han guidata da te... È curioso come incontro.
- beh Alessandra, non so se altro della tua comunità sarebbero rimasti sapendo il mio lavoro. Tu sembri diversa. Hai lo sguardo sveglio. A proposito, che lavoro fsi tu?
Alessandra era arrossita per il complimento.
- lavoricchio, in nero, giusto per mantenermi qualche spesa. Vivo ancora con i miei.
- capisco...
- però avrei voluto fare un lavoro a contatto con la moda o in TV.
- sei una bella ragazza, se posso permettermi... Potresti ancora farcela.
- ho un profilo instagram. Se vuoi ti faccio vedere le foto.
Francesco annuì. Alessandra aprì la sua pagina instagram e fece vedere le foto a Francesco che gli fece il segno dell'Ok col pollice, aveva gradito le foto e la guardava con interesse. Anche Alessandra era interessata a Francesco, notava un certo feeling. I loro occhi si incontravano. Forse da parte di entrambi avrebbero potuto unirsi pure i loro corpi. Lui aveva voglia di spogliarla e far l'amore ma non poteva essere così esplicito, lei già nei suoi pensieri sentiva quel bel cazzone entrare nella figa, nella bocca, magari nel culo. Aveva voglia di farsi sfondare e sborrare per bene anche quel giorno.
Fu Alessandra a interrompere il piccolo momento di imbarazzo che si era creato.
- quindi fai cinema porno Francesco?
- eh si...
- ma sei famoso?
-... Beh, nel mio ambiente si.
- si guadagna bene? Dico, facendo i porno?
- come vedi non me la passo male.
Alessandra stava riflettendo. Da ormai un bel po' di tempo aveva una doppia vita. Alla vita da integerrima sorella aveva affiancato quella di puttanella. Succhiava cazzi a suo padre e ad altri uomini, non poteva fingere a vita di essere una santarellina.
- come mai ti interessa sapere se si guadagna bene?
- così... Curiosità...
- saresti interessata?
Alessandra si morse un labbro. Non sapeva se rivelarsi come esperta bocchinara o fingere santità. Francesco prese di nuovo la parola.
- te lo chiedo perché sei carina e avresti modo di lavorare nel campo. Però serve esperienza o comunque, serve non aver paura del sesso... So che fra voi testimoni di geova il sesso è vietato prima drl matrimonio...
- interessata no... Ma incuriosita si...
- posso farti una domanda Alessandra?
- dimmi...
- hai mai baciato un ragazzo?
- si...
- hai mai fatto altro?
Ci fu un attimo di esitazione da parte di Alessandra, ma il gioco iniziava a piacerle.
- cosa intendi per altro?
- sesso orale, penetrazione, masturbazione.
Alessandra guardò negli occhi Francesco, si alzò dal divano e si mise proprio davanti a lui. Si legò i capelli con un elastico e si inginocchiò. Francesco rimase seduto sulla sedia, non poteva credere ai propri occhi ma era ben felice di quel che stava per accadere. Già mentalmente si stava preparando e lei era decisa a fargli vedere quanto era porca, non solo la finta santarellina che aveva suonato al citofono per parlare di bibbia.
- ora ti do risposta alle tue domande...
Mise la mano sulla patta dei pantaloni di lui. Al contatto gli era già diventato duro. Alessandra slacció la cintura dai pantaloni di lui e tirò giù la zip. Si avvicinò alle mutande e respiró profondamente l'odore di cazzo che il piselli enorme di Francesco emanava. Puzzava proprio di cazzo, ma a lei piaceva troppo l'odore forte del cazzo, anche l'odore di sporco la e citava, come quando si era fatta lisciare in bocca da suo padre. Più c'erano forti odori più lei si è citava Baciò le mutande, proprio dove la punta del cazzo iniziava a diventare sempre più grande. Lo tirò poi fuori con le mani e iniziò a masturbarlo. Francesco era in estasi. Non si aspettava quella Sega, quella situazione, ma lo stava eccitando un botto. Lei continuava a segnarlo mentre lui a stento tratteneva un violento orgasmo.
Si alzò in piedi e anche per Alessandra la posizione ora era molto più comoda. Sempre da inginocchiata abbassò i pantaloni di Francesco e gli prese il cazzo in bocca, fino alla gola.
Lui la lasciava fare, era davvero un pompino delizioso. Più lei Succhiava e più lui godeva. La bocca andava avanti e indietro con maestria, il cazzo era bello duro e la saliva di Alessandra lo aveva inumidito per bene. Lui allora le prese la testa e la spinse sempre più sul suo cazzo, voleva farla affogare di sborra.
Alessandra riusciva a far stare tutto il cazzo eretto bella sua bocca, era una regina della gola profonda. Rimaneva in apnea qualche secondo poi tornava a respirare e succhiare con più foga e voglia di prima, resistendo all'istinto naturale di vomitare, contrastando pure la tosse per la saliva che mista ai liquidi del cazzo le andavano di traverso.
Lui le riempì la bocca, era uscita una sborrata pazzesca. Lo sperma biancastro le usciva pure dal naso e le colava ai lati della bocca.
- ti basta come risposta? Disse Alessandra maliziosa raccogliendo con le dita la sborra rimasta ai lati della bocca.
Francesco si rimise i pantaloni. Era eccitato e felice di aver trovato in Alessandra una nuova promettente attrice porno, se lei avesse accettato.
Alessandra si era messa in ordine, aveva preso la borsetta e il giubbotto ed era pronta a tornare in servizio.
Lui la guardava ammirato. Era bellissima. Si avvicinò e le accarezzò i capelli. E baciò la fronte e lei arrossì.
- mi è piaciuto come hai spompinato Alessandra...
- anche a me Francesco...
- ci rivedremo?
- se tu vuoi... Torno a farti visita...
- ho voglia Alessandra...
- anche io Francesco...
- la prossima volta prima della sborra ti faccio bere un caffè, che te l ho promesso ma poi abbiamo fatto tutto tranne che il caffè...
- tranquillo Francesco... Preferisco bere la sborra... Mi piace più del caffè... Ora vado... Ti lascio il mio numero e ci sentiamo...
Alessandra salutò Francesco e tornò in predicazione. Guardò il cielo, aveva smesso di piovere. Prese l'ombrello e si allontanò, sorridendo. Aveva ancora il sapore dello sperma salato in bocca.
Quella sarebbe stata la sua vita d'ora in poi. Il suo desiderio era farsi sfondare di cazzi non passare i pomeriggi a suonare i citofoni...
Scendeva la neve insieme alla notte buia, Alessandra dormiva da sola nella stanza, insicura, spaventata e curiosa, della vita che andava avanti nonostante quell'avventura. Sua madre dormiva russando, la si sentiva in tutta la casa, borbottava come una caffettiera di cui nessuno stava aspettando il caffè. Suo padre invece era tutta notte che si prendeva a pugni nel bagno con la faccia rivolta allo specchio, gli occhi insanguinati dal sesso provocati da un orgasmo autoerotico, dopo essersi menato l'uccello nella vasca da bagno, pensando a come Marianna glielo prendeva in bocca fino alla gola.
Alessandra stava lì nel cantuccio drl suo letto, le coperte a coprirle il viso e il cuscino, morbido e accogliente a carezzarle dolcemente i capelli.
Stava ripensando alla giornata, a quel godurioso pomeriggio che aveva passato.
Era andata da Francesco, voleva tornare in quella casa, ne sentiva il bisogno. Coi suoi genitori era stata vaga, aveva inventato una mezza scusa per uscire e in men che non si dica era già sotto casa di Francesco. Lui la aspettava, si erano messaggiati per telefono tutta la mattina. Lei gli aveva mandato alcune foto in cui era completamente nuda, in cui si toccava la figa, tutte foto provocanti. Lui le aveva fatto i complimenti, aveva veramente un bel faccino e un corpo mozzafiato. Voleva assolutamente vederla di nuovo, conoscerla meglio, più a fondo, più in profondità.
La casa era come l'aveva lasciata qualche giorno prima, ordinata, profumata.
Francesco l'aveva accolta con tutti gli onori, facendole trovare una scatola di cioccolatini come regalo e un completino sexy da indossare.
Non c'erano stati troppi convenevoli, appena entrata nella casa si erano subito buttati sul divano l'uno addosso all'altra.
Lei gli strappò la camicia e iniziò a baciarlo sul collo. Francesco aveva già il cazzo in tiro, lungo, che esplodeva dai pantaloni. Lei a cavalcioni su lui lo sentiva da sotto farsi largo tra le mutande e puntare la sua passerina.
- Ti va se riprendiamo tutto col telefonino? - chiese Francesco.
Alessandra annuì, la eccitava l'idea di filmarsi mentre scopavano.
- Non ti creerà problemi con i testimoni di geova se filmiamo e mettiamo il video su you porn?
- Non me ne frega un cazzo. - rispose Alessandra mentre continuava a baciare il collo ed il petto di lui.
Francesco aveva posizionato il cellulare in modo che si potesse riprendere tutta la scena.
La bocca di Alessandra percorse tutto il collo e tutto il petto di lui. Scese poi dalle gambe dell'uomo e cominciò a spogliarsi. Si levò la gonnellina mostrando le gambe snelle e sensuali a Francesco e in favore di "telecamera" mostrò il suo bel culetto a violino. Lui le si gettò ai piedi e le tirò giù le mutandine e iniziò a leccare la sua fighetta pelosa con voracità e passione. Alessandra era già in estasi. La lingua di lui era potente e si muoveva con agilità all'interno della sua passera.
Francesco si alzò e obbligò Alessandra a inginocchiarsi, non che lei avesse bisogno di sentirsi obbligata, ma l'idea di lui che la dominava era eccitante.
- Ho sognato il tuo sperma...
- E allora succhia Alessandra...
Alessandra sbottonó i pantaloni, li fece cascare a terra e puntò il viso contro il cazzo di lui, che prepotente e muscoloso si era eccitato a tal punto da esplodere dalle mutande. Era come una statua di marmo.
Tirò giù pure le mutande e cominciò la succhiata. La bocca era umida, il cazzo era umido, lei riusciva a mandarsi il cazzo fin giù nella gola, lui le accompagnava i movimenti della testa con le mani. Lei prese poi in bocca le sue palle e le succhiava delicatamente.
- lo vuoi nel culo?
Alessandra annuì pure questa volta. Si alzò e si girò, dando le spalle all'uomo.
Si levò la camicetta e rimase completamente nuda, come una dea, con quel suo brl corpo da ventenne in calore. Francesco si era liberato dei pantaloni e aveva preso l'uccello in mano. Gli sputó sopra per lubrificarlo meglio e lo infilò nel culo di Alessandra.
Sulle prime la ragazza aveva sentito un forte dolore, il cazzo di Francesco era veramente grosso e lui sapeva muoversi con molta destrezza e potenza. Ogni colpo di cazzo bel suo culo sentiva l'eccitazione arrivarle al cervello. Le palle bagnate di lui sbattevano a ritmo regolare contro quelle belle chiappe rosa a violino. Era eccitantissimo. Lui non credeva si propri occhi. Quella porcellina che le era capitata a casa un pomeriggio era una dea del sesso. E stava filma do tutto. Sarebbe diventato un video virale, milioni di visualizzazioni. Si chiedeva come una ragazza cresciuta con certi valori morali fosse potuta diventare una porca di tale portata. E mentre gli sbatteva il cazzo nel culo pensava a come l'avrebbe presa la congregazione quando tutti avrebbero scoperto di come lei era così disinibita sessualmente. Lei aveva raccontato a Francesco di come suo padre fosse un anziano di congregazione, ma aveva omesso i particolari della loro relazione incestuosa. Non era ancora il momento di confidare a Francesco tutti i particolari della sua intimità.
Già erano molto intimi. Francesco stava godendo come un porco. Lui non aveva mai trovato in vita sua un culo così bello in cui infilare il cazzo e lei aveva un culo creato apposta per l'amore.
Voleva sbattere il cazzo nel suo culo con ancora più forza, voleva venirle nel culo e bagnare la schiena con la sua sborra.
Ma aveva ancora potenza e voleva utilizzarla tutta. La lasció andare qualche secondo e lei si buttò sul divano divaricando le gambe. Francesco era più grosso di lei ma si posizionó sul corpo della ragazza e le scopó con ardore pure la figa. Era tutta bagnata, di liquidi seminali, di sudore, saliva. Il cazzo le entrava duro in profondità, era l'orgasmo più intenso della sua vita. Altro che il cazzo di papà o dei pervertiti delle gangbang. Il cazzo di Francesco era molto di più.
Stavano quasi per finire la scopata, allora lei si inginocchiò di nuovo, prese in bocca il cazzo di Francesco e terminò la suzione. Lui le sparò in bocca un bicchiere di sborra calda e densa. Lei prima se la fece colare ai lati della bocca, poi la rimanenza la deglutì con piacere.
Francesco prese il telefono e fermò la registrazione.
La scopata era stata intensa e passionale, il video era venuto benissimo, eccitante, un capolavoro dell'erotismo amatoriale.
- lo carichiamo su internet allora? - chiese Francesco.
- certamente. - rispose Alessandra
Francesco fece allora il Login su tutti i portali porno a cui era iscritto e caricó il video. In poco meno di 10 minuti da una parte all'altra del mondo avrebbero scoperto le grandi capacità sessuali di questa giovane ragazza.
Il titolo del video aveva poi in sé tutte le caratteristiche per diventare uno dei più visti e ricercati della rete:
GIOVANE TESTIMONE DI GEOVA ITALIANA SCOPA COME UNA MAIALA.
Erano ancora nudi sul divano, spossato dalla bella scopata. Lui le aveva offerto una sigaretta e lei l'aveva accettata. Non era la prima volta che fumava, già da adolescente aveva provato a fumare con le compagne di scuola. Preferiva nettamente i cazzi in bocca, ma pure le sigarette non erano così male.
- Vuoi un caffè?
- Si francesco. Grazie. Almeno mi tolgo dalla bocca il sapore del tuo sperma.
E mentre lo diceva si leccava maliziosa le labbra.
- Cosa diranno in sala quando vedranno il video?
- Beh Francesco, ci saranno tanti problemi ma non mi importa. Mi sentivo chiusa lì dentro. Tanto è tutta una cazzata, non esiste nulla di quel che crediamo. È tutta una messa in scena. E io son stufa. Voglio vivere la mia vita. Preferisco il sesso estremo all'andare a suonare i citofoni.
Lui la guardava con tenerezza, era lì nuda, completamente nuda, sul suo divano, con questi lunghi capelli neri poggiati sulle spalle, quelle belle tettine non troppo grandi ma comunque sode e a punta così piacevoli ed eccitanti al tatto. Le portò il caffè, lo bevve fissandolo negli occhi. Si vedeva che aveva ancora voglia. Gli aveva preso in mano il cazzo di nuovo e cercava di farglielo diventare duro.
- Questa volta sborrami in faccia e sui capelli. - disse lei.
Francesco accese di nuovo il Rec sul telefonino e filmó anche la seconda scopata, che come da desiderio di Alessandra terminò con una lunga schizzata sui capelli e la faccia di lei.
Caricarono anche il secondo video su internet.
Già migliaia di persone avevano visto i loro video...
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Aggiunto: 4 anni fa
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