Era già sera. Il giorno sembrava essere volato via in un baleno. Marco era ancora in automobile, sotto casa di Marianna, fari accesi ad illuminare la strada, la radio appena appena accesa con quel poco di volume a rendere meno silenziosa l'attesa.
Marianna era ancora muta, impietrita, fissava il cruscotto e per la tensione si mordeva coi dentini bianchi il labbro superiore. Stringeva con tanto vigore il labbro che quasi le sembrava di sentire il sapore del sangue scivolarle sulla lingua e poi in bocca.

- Scusami. Non volevo

Marianna si girò verso Marco. Non era un cattivo ragazzo, non aveva cattive intenzioni e questo lo capiva da come si era ammutolito dopo aver fatto quella richiesta qualche minuto prima, arrivati sotto casa di lei. Lei ci era rimasta veramente di merda, non si sarebbe mai aspettata una richiesta drl genere da Marco. Non al primo vero appuntamento. Non da un fratello zelante e premuroso come lui.
6 Parole. In tutto 6 parole per distruggersi una promettente carriera teocratica e infilarsi nel vicolo cieco della disassociazione.
- Non volevi quindi chiedermi quel che mi hai chiesto?
- È stato Satana che mi ha confuso le idee - provò a giustificarsi lui arrampicandosi sugli specchi.

Marianna non se la sentiva di uscire dall'auto ora, così senza aver chiarito quel momento di inevitabile imbarazzo.
Prese un grosso respiro, si giró per guardarlo dritto negli occhi. Voleva vedere una sua reazione.

- Marco. Tu dai la colpa a Satana? Tu mi hai chiesto di succhiarti il cazzo.
Mi hai chiesto di succhiarti il cazzo qui in automobile sotto casa dei miei genitori. Ti rendi conto della gravità della cosa? Come fai ad avere questi pensieri in testa Marco? Sei un brillante servitore di ministero, vieni da una buona famiglia... Proprio non capisco.

Marco la guardò e si sentì veramente a disagio. Con Alessandra era stato molto più facile l'ultima volta. Lei addirittura gli aveva fatto un pompino con ingoio nei bagni della Sala del Regno. Pensava tutte le sorelle della congregazione fossero così, santarelline all'apparenza e poi porche nel privato.
Marco coltivava la passione della pornografia in segreto. Suo padre l'avrebbe ammazzato di botte se l'avesse scoperto, sarebbe stata una grave onta per la sua famiglia. Erano troppo perbene e troppo in vista per permettersi un simile scandalo.
All'inizio era stato un capriccio adolescenziale, poi era diventata un'abitudine quotidiana. Sceglieva con cura i filmati su youporn con cui masturbarsi, in gran segreto, nella sua cameretta.
I genitori non sospettavano nulla, Marco era un giovane promessa della Sala, dicevano avrebbe fatto grandi cose nei Tdg. Qualcuno aveva azzardato l'ipotesi che fosse addirittura il più in gamba tra i giovani nominati dei Testimoni di geova. Nel giro di qualche anno sarebbe diventato persino un anziano, come suo padre.
Ma non conoscevano il suo lato più oscuro e perverso. Troppe restrizioni sessuali adolescenziali l'avevano corrotto raggiunti poi i 20anni, tutte le tentazioni sessuali cominciavano a farsi largo nei suoi pensieri.
I filmati su youporn l'avevano stufato a un certo punto. Gli piaceva vedere le scene di sesso anale, i filmati amatoriali con i pompini e le sborrate in bocca e in faccia.
Nelle sue fantasie, mentre chiudeva gli occhi per masturbarsi, si rincorrevano le facce delle sorelle giovani che conosceva.
Per venire aveva bisogno di segarsi sulle foto di Alessandra. Per fortuna lei aveva quel provocante profilo instagram dove con dovizia quotidiana postava ammiccanti foto in bagno, in camera da letto, ai giardini.
Le foto al mare erano le più succose perché si intravedevano le tette e quel culetto rosa lo faceva impazzire. Avrebbe voluto possederla ogni notte e puntualmente veniva.
Aveva ancora in mente quel pompino che lei gli aveva fatto in sala qualche tempo prima.
Chiudeva gli occhi e tornava con la mente a quella posizione. Lui in piedi a tenerle la testa appoggiata al suo cazzo e lei che con ingordigia andava su e giù con sapiente maestria.
Quel giorno il cazzo gli era arrivato in gola dall eccitazione. Sentiva il gemere ansioso di lei mentre il cazzo si inumidiva tra le sue labbra. Sentiva il suo respiro farsi sempre più affannoso mentre il cazzo si spingeva sempre più giù nella gola.
Avrebbe voluto fare come nei filmati su youporn, venirle sulla faccia e vederla soddisfatta leccare ogni goccia di sperma con la lingua. Alla fine, senza avvertirla preferì optare per l'opzione più pulita, le era venuto in bocca, sentì un getto caldo fuoriuscire dal cazzo e adagiarsi su quella calda lingua carnosa.
Si erano rivisti di sfuggita pure la mattina precedente mentre era in servizio con Gianni.
Lei parlottava con Michela, chissà se le aveva raccontato di quel bel pompino che aveva fatto.
Avevano parlato 5 minuti poi Gianni era troppo ansioso di finire il territorio ed erano scappati via, nuovamente a citofonare.
Pure Michela era caruccia, il viso da porcellina in calore l'aveva. Gianni rimaneva sempre estasiato da Michela, pur avendo più del doppio della sua età. Gianni però era ancora un bell'uomo piacente nonostante i capelli brizzolati e gli anni che correvano verso i 50.
Ma come guardava le tette di Michela ieri. Secondo Marco ci avrebbe voluto fare un giretto tra quei semi caldi e giovani. Faceva già abbastanza caldo e Michela non si era affannata molto per coprirsi decentemente. Dalla camicetta si intravedeva quel bello spacco suadente che divideva in due il giovane petto. Le tette di Michela non erano enormi ma erano belle pienotte e a punta, terminavano con due bei capezzoli duri come il marmo.
Rideva ieri la troietta, altro che santarellina. Voleva che le si guardassero le tette, voleva farli eccitare forse.

Marianna aspettava ancora una risposta. Erano ormai diversi minuti che restava in silenzio a guardare il vuoto. Il pensiero di Michela e del pompino di Alessandra glielo stava facendo indurire e non sapeva come controllare la situazione. Avrebbe avuto bisogno di una sega per tranquillizzarsi.

- Allora marco? Vuoi rispondermi oppure no? Mi dici cosa ti è passato per la testa?
- perdonami Marianna. Pensavo ti sarebbe piaciuto provare questa esperienza. Sono veramente mortificato. Ti prego, non dirlo a tuo padre. Se gli anziani lo vengono a sapere mi disassociano e perderei tutto quello per cui ho lavorato in questi anni. Ti prego Marianna. Non rovinarmi.

Marianna continuava a guardarlo. Un po' le faceva pena, il ragazzo tanto sicuro di sé che conosceva si stava sciogliendo come un gelato in un microonde. Marco era molto rispettato in sala, la sua aurea di santità lo precedeva al suo arrivo. Faceva addirittura i discorsi pubblici all'adunanza domenicale e da qualche tempo era presenza fissa tra i fratelli intervistati alle assemblee. Il suo progresso nell'organizzazione era tangibile, già si vociferava di una sua nomina ad anziano alla visita successiva del sorvegliante.
Sapeva anche di averlo letteralmente in pugno, una sua parola agli anziani lo avrebbe rovinato. Avrebbe perso la nomina a servitore e sarebbe stato disassociato. Questo voleva dire un brutto stop per la sua carriera teocratica. Per almeno 5 anni dopo la sua riasassociazione non avrebbe potuto ricevere una nomina, e contando il periodo della disassociazione che era circa un annetto e mezzo, questo avrebbe significato stroncargli per almeno 7 anni ogni ambizione.

- Marianna, se non racconti la cosa agli anziani son disposto a fare tutto quello che vuoi. Anche a pagarti se necessario. Ti prego solo di non rovinarmi. Farò tutto quello che vuoi.
- tutto?
- tutto.
- Metti in moto e vai nella piazza della posta, allontaniamoci da qui che i miei potrebbero vederci e insospettirsi. Andiamo là che è buio e non c'è nessuno così chiariamo sta cosa.

Marco pensava di averla convinta per il fatto dei soldi, magari Marianna voleva essere pagata per mantenere il silenzio. Non gli importava del denaro, l'importante era mettere a tacere la cosa.
Arrivarono in piazzetta e marco parcheggió. Non c'era un'anima viva a quell'ora, stava per scendere dall'auto per andare a prelevare al postamat quando lei lo fermò con una mano invitandolo a rimanere seduto.
- Stavo andando a prelevare. Quanto vuoi per mantenere questo segreto e non sputtanarmi?
- Tu pensi che io voglia dei soldi marco? Mi aspetto molto di più come ricompensa. Non te la puoi cavare pagandomi per farmi stare in silenzio. Non sono mica una prostituta io.
- E cosa dovrei fare Marianna?
- Cosa mi hai chiesto prima?
- Sai cosa ti ho chiesto, mi vergogno a ripeterlo.
- Dai fai l'uomo marco. Abbi coraggio delle tue azioni.
- beh... Mi vergogno... Ma... Ti ho chiesto di...
- Di?
-... Di succhiarmi il cazzo.
- E ti aspettavi che io così, al primo appuntamento ti avrei fatto quelle cose lì? Sai che sono una pioniera regolare e che ci tengo molto alla mia spiritualità e a mantenermi casta. Cosa ti faceva pensare Marco, che te l avrei fatto?
- Ci speravo... Pensavo che siccome ci eravamo trovati bene insieme tu...
- Io cosa?
- Pensavo fossi disposta a...
- pensavi fossi disposta a macchiarmi col peccato? Cosa dice Geova in questi casi marco?
- dice che il sesso orale è sbagliato. Ti chiedo davvero scusa Marianna...

Marco stava quasi per piangere, Marianna sapeva di avere la situazione in mano. Prese di nuovo la parola.
- Marco. Mi sorprende che tu non abbia pensato ad un versetto biblico che ora voglio citarti e che dice: "Fai agli altri ciò che vuoi venga fatto a te". Sai cosa significa?
- beh... Vuol dire che in questo caso se esigo essere rispettato devo portare anche io rispetto... Hai ragione Marianna, dovevo rispettarti e non chiederti di...

Marianna lo zittì di nuovo. E riprese a parlare.
- no marco. Significa che se volevi un pompino prima dovevi leccare la mia figa. Tu me la lecchi e io poi se ho voglia te lo succhio. Quindi questo è il patto che stringiamo. Leccami la figa e io non dico nulla a nessuno.

Marco sembrava non capirci più nulla. La piazza era vuota, nessuno avrebbe visto.
Marianna si slacció la cintura e abbassò i jeans fin sotto le ginocchia. Portò indietro lo schienale e invitò Marco ad avvicinarsi, ancora incredulo.
- Fai quel che devi fare Marco.

Marco avvicinò allora il viso alle mutandine di lei. Erano di un bel color nero brillante. Le abbassò completamente e vide davanti a sé, in tutto il suo splendore quella bella fighetta pelosa. Era visibilmente eccitata e a marco stava diventando duro. Prese coraggio e si avvicinò pian piano ai peli. Puzzavano ancora di piscia ma non gli importava. Le stuzzicava gli angoli della figa con rapidi movimenti di lingua. Lei già gemeva per il godimento e gli avvicinò la testa sempre più sulla sua patata. Lui prese a leccare la figa con più ardore, sentiva la figa bagnarsi e la sua lingua incontrare un caldo e morbido mondo da cui non si sarebbe mai voluto allontanare. Lei era bagnatissima, eccitata, calda al punto giusto. La sua lingua come un trapano andava sempre più affondo, lei si dimenava dall'orgasmo sul sedile, non riusciva più a contendersi.
Marco era diventato una belva insaziabile. Più la sua lingua andava a fondo più sentiva le mani di lei che lo spingevano sulla sua figa. La sua figa aveva il profumo della libertà.
Si liberò dalle mani di lei, aveva bisogno di menarselo, stava per scoppiare. Le prese la testa fra le mani e la baciò sulla bocca, poi con le stesse mani, aiutato da Marianna le sfilò la camicetta e si trovò a tu per tu col suo seno. Non era abbondante ma abbastanza eccitante da carezzarlo e baciarlo. Lei si sentiva un calore enorme divampare dentro.
Il calore rosso fuoco del Diavolo che stava venendo a prenderli. Lui le prese tra i denti i capezzoli e iniziò a mordicchiarli.
La timida spaurita bigotta ragazza di mezz'ora prima si era trasformata.
Aveva voglia del cazzo di marco, non poteva più resistere.
Avrebbe ricambiato il favore. Con un gesto fece cenno di uscire dal l'abitacolo incurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto vederli se fosse passato. Era sera, quasi notte, comunque in pieno centro cittadino.
Ma lei se ne fregava altamente. Si erano messi proprio sul cofano. Lei mezza nuda lo spinse contro l auto e si inginocchiò.
Guardo verso l alto e disse solo:
- Non c'è bisogno che mi avvisi poi...

Marco chiuse gli occhi, gli sembrava di essere nuovamente in un film pirno, come con Alessandra nei bagni della sala.
Marianna gli slacciava il pantalone con voracità, non fece in tempo a chiudere gli occhi che neanche arrivata ad abbassarlo i boxer un fitto fiotto caldo e appiccicoso le si era stampato tra la fronte e il naso colmando giù verso le labbra. Era venuto prima ancora di ficcarselo in bocca. Ma lei voleva quel cazzo e se lo mise comunque in bocca succhiando come una dannata. Un misto di sperma e saliva le riempiva la bocca e le colava sul collo ma lei continuava a divorarsi il cazzo di marco che era sempre così incredibilmente duro.
Si alzò e spostò marco dal cofano.
Mise le mani sul cofano, divaricando le gambe, dando le spalle al ragazzo che era ancora lì col cazzo duro e gocciolante vicino a lei.
- Lo voglio ne culo marco. Infilarlo daiiii

Marco non se lo fece ripetere due volte. L'uccello era già ben lubrificare e l'avrebbe trapanata a meraviglia scostò appena la pelle del culo per prendere bene la mira e infilò il cazzo nel buchino stretto del culo di Marianna facendo avanti e indietro, avanti e indietro, per diversi minuti. Godevano come dei maiali impazziti, lei si mordeva le labbra, lui le teneva i fianchi e guardando in basso continuava a sbatterle il cazzo tra le antiche, sentendo un tutt'uno tra la pelle umida delle sue palle e quelle del culo di lei.

Miracolosamente nessuno aveva ne visto ne sentito nulla, si rivestirono e lui la riaccompagnó a casa.

- Come rimaniamo quindi? Chiese Marco prima di lasciarla andare a casa.
- Sei sempre in debito Marco. Devi scoparmi e leccarmi la figa per tutto il tempo che lo riterrò necessario. La prossima volta però usiamo la mia di auto...

Marco se ne andò, si erano salutati con un bacio sulle labbra. Non era mai stato così contento di essere in debito con qualcuno. Fece per guardare lo specchietto retrovisore quando vide due occhi luccicanti sul sedile posteriore.
Ma non se ne preoccupava. Era solo il Diavolo che era venuto a congratularsi con lui.

Marianna aspettava fuori dalla saletta anziani. Era agitata, sapeva che da quella sera, dall esito del comitato giudiziario sarebbe cambiata la sua vita. La sua e quella di Marco.
Li avevano beccati ed erano andati a riferire agli anziani quel che avevano combinato. Comitato giudiziario per grave immoralità sessuale, per direttissima. Quando avevano avvisato suo padre egli era sbiancato. Sua figlia coinvolta in un comitato. Essendo coinvolti due figli di anziani, i 2 genitori coinvolti era meglio non partecipassero al comitato.
Gli anziani erano dentro con marco già da una ventina di minuti. Marianna era tesissima, chissà cosa stava confessando Marco della loro relazione. Le spaventava dover raccontare ai tre anziani quel che avevano fatto, nel dettaglio, li da sola, senza qualcuno che potesse aiutarla o sostenerla.

Daniele, Sebastiano e Carlo stavano analizzando la posizione di Marco.
Gli avevano chiesto cos'era successo e da quanto tempo andava avanti questa storia con Marianna.
Marco era calmo , nonostante la tensione del momento riusciva a mantenere la tranquillità necessaria per non farsi prendere dallo sconforto.
Era figlio di un anziano, sapeva bene come finivano i comitati giudiziari, sapeva pure che il peccato commesso era grave e la disassociazione poteva essere applicata nei loro confronti. Era però consapevole di avere un asso nella manica da giocarsi, ad essere coinvolti nel caso erano due figli di anziani, sapeva bene che gli altri anziani avrebbero creato enormi problemi al Corpo anziani se avessero disassociato due figli dei loro.

Carlo era agitato. Quando aveva saputo di questo comitato giudiziario si era sentito improvvisamente sporco. Lui era chiamato a giudicare la condotta peccaminosa di quei due ragazzi, quando nella sua vita privata commetteva di peggio. Incesto, adulterio, rapporti omosessuali. Un porco completo.
Carlo insieme a Daniele e Sebastiano eran li a chiedere spiegazioni a Marco.
Prese la parola Sebastiano, che dei tre anziani era il più vecchio, sulla settantina.

- Raccontaci quello che è successo Marco.
- cosa volete che vi racconti? Sapete già tutto...
- vogliamo I particolari marco, vogliamo sapere come aiutarti, ma ci servono i dettagli.
- i Dettagli? Volete sapere quanti centimetri di cazzo ho infilato in bocca a Marianna o con che foga le ho messo il mio uccello in culo? Questo vuoi? Vi basti sapere quel che vi hanno detto i fratelli che hanno fatto la spia. Ci hanno beccato che scopavamo. Il resto son cose nostre.

Gli anziani rimasero allibiti, non si aspettavano quelle risposte da uno posato e spirituale come Marco. Carlo rispetto agli altri due si sentiva in imbarazzo. Aveva avvisato Alessandra del guaio occorso a Marianna e Marco e le aveva chiesto come doveva comportarsi, da padre, da anziano, da uomo che scopava la figlia in compagnia di altri uomini.
Daniele era il più giovane del Corpo anziani, nominato da pochi mesi, aveva una mente più aperta di altri pastori ma il peccato era peccato e non potevano passarci sopra.

- Senti marco, capiamo il tuo imbarazzo, ma devi farci fare il nostro lavoro. A noi serve capire come mai un giovane brillante come te, servitore di ministero, sia caduto in bassezze e sconcerie simili. Per rispetto verso tuo padre non agiremo nel modo più drastico. Vogliamo proteggere l'onore e la rispettabilità di questo corpo anziani. Sentiremo Marianna perché è giusto ascoltare la sua versione, tu puoi andare a casa. Ti rassicuro, la tua posizione non la toccheremo, non verrai disassociato e non perderai la nomina di servitore.
- grazie.
- Ti ricordo che la nostra benignità nei vostri riguardi è solo perché siete figli di due anziani. Quello che avete combinato è da disassociazione. Ora vai a casa e rifletti sul tuo comportamento.

Era il turno di Marianna. Marco se ne era andato via pensieroso, a testa bassa. Marianna aveva appena mandato un messaggio ad Alessandra, le chiese se poteva venire in sala a confortarla dopo il comitato.
Venne chiamata dentro la saletta, era tesa ed imbarazzata. Gli anziani le esposero le accuse contestate, le spiegarono come altri fratelli avevano visto lei e marco in atteggiamenti intimi di natura sessuale.
Prese la parola Sebastiano.
- Vogliamo sapere tutto Marianna. Tutto.
- io mi vergogno fratello Sebastiano...
- dobbiamo aiutarti. Raccontaci ogni dettaglio. Cosa avete fatto?

Marianna era tutta rossa in viso, sentiva le vampate di calore scorrerle nel corpo, era imbarazzata, quei tre uomini volevano che lei raccontasse tutti quei sordidi dettagli della sua vita sessuale con marco.

- Marianna stiamo aspettando. Parla per favore. Avete praticato sesso anale? Orale? Penetrazione vaginale? Dobbiamo sapere.

Marianna non sapeva cosa rispondere. Prese una decisione in testa che le avrebbe cambiato la vita e causato ulteriori problemi, se la cosa fosse andata male.

- Senti brutto porco bavoso.
Disse Marianna rivolgendosi a Sebastiano.
- Vuoi I dettagli di come abbiamo scopato per masturbarti meglio? Lo so che sei un porco. Lo vedo come mi fissi le tette in sala. Non sono cieca.

Gli anziani sobbalzarono dalla sedia ma per quanto sbigottiti non poterono replicare alla violenza verbale delle parole di Marianna.

- Volete sapere se scopo? Si scopo da dio se vi interessa e non sono la sola.

Gli occhi di Marianna incontrarono quelli di Carlo per un istante e a Carlo sembrò di esser tirato in causa pure lui, da giudice a imputato. Marianna continuava con impeto rivolgendosi ai tre anziani.

- Io scopo. E scopo perché ne ho voglia, quando ne ho voglia e con chi ho voglia. E fratello Sebastiano, vuoi sapere se faccio quelle cose? Certo, ma chiamiamole col loro vero nome. Vatti pure a masturbare perché io si lo prendo in culo, mi faccio sfondare il mio bel culetto col cazzo di marco, gli succhio il cazzo, pompini si chiamano, pompini. E siccome mi piace mi faccio sborrare in faccia, in bocca, sulle tette. Sono una vogliosa, io la sborra amo ingoiarla. E quando marco mi infila le dita, o la lingua o il cazzo nella figa mi sento una donna vera. Ora vi darò dimostrazione di quel che so fare.

Nessuno osava contraddirla. Si mise sul tavolo, in ginocchio, in modo che potessero guardarla. I tre anziani erano impietriti.
Iniziò a slacciarsi i bottoni della camicetta e la lasciò cadere sulle bibbie che tenevano sul tavolo. Sotto non portava neanche il reggiseno, era lì nuda, con due bei seni a punta sotto il naso di quei tre uomini. Si avvicinò carponi ai tre uomini, che non nascondevano affatto l'eccitazione del momento e con fare malandrino si strinse forte le tette tra le mani, mettendole proprio sotto gli occhi di Sebastiano, e lo obbligò a leccare i capezzoli. Si spostò poi di fronte a Carlo, sempre gattonando sul tavolo e mettendosi un dito in bocca simulava una fellatio.
Scivolò dal tavolo lesta e birichina, andò a posizionarsi sotto al tavolo e istintivamente i tre uomini divaricarono le gambe. La lasciarono fare. Ad uno ad uno slacció i pantaloni dei tre anziani e tirò fuori i loro cazzi, diventati rigidi come il marmo e iniziò a succhiare con foga e determinazione. La sua saliva copriva i membri duri dei tre uomini, mentre con le mani masturbava i due cazzi che non teneva in bocca. Fece provare ai tre cosa significasse il termine gola profonda. Più si ficcava i loro uccelli in gola e più i tre si trasformavano in porcellini.

Nel frattempo Alessandra era arrivata in sala ma l'amica doveva essere ancora dentro la saletta, il resto dell'edificio era deserto, con le luci spente.
Non sentiva alcun vociare ma solo un soffocato ansimare provenire dalla porta chiusa della saletta. Provó a sbirciare dalla toppa della serratura e vide una scena incredibile.
Il comitato giudiziario che doveva trasformare e giudicare Marianna da una peccatrice a sorella pentita dei suoi errori si era tramutato in una gangbang. In sala del regno. Sotto gli occhi disgustati di Geova.
Entrò pure lei, aprì la porta di scatto e si gettò nella mischia, tanto valeva divertirsi.
Marianna era a terra, inginocchiata, completamente nuda. Teneva in mano i cazzi di Daniele e Sebastiano mentre Carlo le ficcava il suo uccello in bocca.
Carlo incontrò gli occhi di Alessandra che correva nella mischia e ne fu felice. Anche quella sera si sarebbe incontrato carnalmente con lei. Nell'estasi generale Daniele e Sebastiano non ebbero modo di opporsi. Il vecchio Sebastiano sembrava ringiovanire, Daniele provava un gran gusto a scopare quella giovane attraente ragazza.
Alessandra, senza spogliarsi si unì all'amica. Prese in bocca il cazzo di Daniele mentre Marianna spompinava suo padre. Entrambe poi con le mani segavano Sebastiano il quale dalla troppa eccitazione era venuto sulle loro mani.
Carlo continuava a infilare il suo uccello con forza nella bocca di Marianna finché venne. La sborra calda colava dai lati della bocca della ragazza.
Alessandra continuò per qualche secondo il lavoro di bocca che aveva cominciato su Daniele ma anche lui non riuscì a trattenere la venuta e una doccia di sborra calda arrivò nella gola di Ale.
I tre uomini ansimavano ed erano visibilmente soddisfatti. Alessandra voleva divertirsi ancora e vedendo l'amica nuda iniziò a succhiare i suoi capezzoli turgidi, spostò poi l'attenzione sulla passerina di Marianna e le mise la lingua nella figa, solleticandola di piacere. La sborra calda colava ancora dai cazzi di Carlo e Daniele. Alessandra e Marianna si avventarono sullo sperma e lo leccarono tutto, passandosslo sui denti, in modo che i tre potessero osservare cosa facevano, poi con la lingua e la bocca ancora zuppe di sborra e saliva iniziarono a slinguarsi sotto gli occhi increduli dei tre anziani.
Marianna si inginocchió e tirò su la gonnellina di Alessandra, le sfilò le mutandine bagnate e davanti agli occhi dei tre anziani aveva cominciato a leccarle la figa, mentre Alessandra dal piacere ansimava. Con una mano teneva la testa di Marianna in posizione, con l'altra si toccava le tette e maliziosamente invitò con lo sguardo i tre ad avvicinarsi. Suo padre ancora eccitato non riuscì a resistere e andò dietro la figlia mentre Marianna stava ancora leccandole la fighetta. Col cazzo ancora duro e umido cercò il buco del culo di Alessandra e iniziò a penetrarla con furore. Più lo spingeva a fondo nel culo della figlia e più Alessandra aveva fremiti di gioia e godimento, istintivamente spingeva sempre più a fondo la testa di Marianna sulla sua figa, con la lingua di lei che arrivava a toccarle ogni singolo nervo del corpo. Era un fluire di liquidi, silenzi e orgasmi.
Sebastiano era troppo vecchio per continuare e si sedette sulla sedia, masturbandosi come ai vecchi tempi. Per pulirsi la mano dallo sperma prese la bibbia e ne strappò alcune pagine.
Daniele era ancora bello duro e carico, si era buttato pure lui sulla figa di Alessandra, leccandola avidamente insieme a Marianna. Prese poi la bocca di Marianna, ancora sporca di sperma e umori vaginali e ficcó la sua lingua pure tra i denti della ragazza.
Si alzò Daniele e mentre Carlo continuava a sodomizzare la figlia e a insozzarle il culo di sperma infilò il suo uccello ancora duro nella figa calda di Alessandra fino a che dalla stanchezza e dalla fatica per i troppi orgasmi caddero tutti a terra stremati.
Quel comitato giudiziario era proprio uscito dagli schemi.

Marianna e Alessandra si guardarono da vere porcelline, si alzarono tutte scompigliate e guardarono negli occhi i tre maschietti.
Pronunciarono una sola unica frase ad effetto: BENVENUTI A SODOMA E GOMORRA.
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