Luglio. Il caldo asciugava persino l'aria che usciva dai ventilatori. Carlo preparava con cura lo studio della Torre di Guardia che doveva condurre la domenica successiva.
Uno studio complesso, l'argomento era di quelli più ostici : l'immoralità sessuale, come evitarla e come prevenirla.
Carlo aveva i sudori freddi, ka coscienza gli rimordeva. Stava andando contro tutto e contro tutti, lo sapeva, ne era più che sicuro, la sua fine sarebbe stata imminente. Due erano le strade, ed entrambe portavano alla morte: o lo avrebbe annientato Geova o lo avrebbero annientato gli uomini.
Da diverso tempo questi pensieri gli frullavano in testa. Quello che stava facendo insieme alla figlia erano opere del Diavolo, Satana il Diavolo si era insinuato nella sua famiglia e non poteva più farlo sloggiare.
Si asciugava la testa con un fazzoletto ma i pensieri continuavano a rimanere lì fissi come un chiodo nel cervello, aveva sempre quelle immagini davanti agli occhi. Da diverse settimane lui e Alessandra partecipavano alle serate erotiche a casa di Enrico. Ogni settimana, ognuna di quelle serate erano un mattoncino in più nella casa che stavano costruendo a Sodoma e Gomorra.
Sua moglie sembrava non accorgersi di quello che le accadeva in famiglia, non aveva notato nulla di strano nel comportamento di Alessandra né nel suo, d'altronde proprio per mantenere le buone apparenze avevano continuato ad avere le consuete abitudini spirituali di sempre. L'unico a conoscere i segreti del loro peccato era Gianni ma il caro fratello Gianni era pure lui coinvolto quanto loro in questo teatrino erotico. L'ultima serata erotica a casa di Enrico aveva visto pure la partecipazione di Gianni.
In Sala nessuno dava peso alla rinnovata e sempre più stretta amicizia tra i due fratelli. Uscivano spessissimo in servizio e la cosa sembrava più che normale, Carlo era un anziano di congregazione, Gianni era desideroso da tempo di far progresso e il rapporto intimo dell'ultimo periodo serviva a rafforzare Gianni per futuri nuovi incarichi. In effetti Carlo era stato riconoscente verso l'amico fraterno. Era riuscito a convincere gli altri anziani a raccomandare Gianni come servitore di ministero, cosa che era puntualmente avvenuta la settimana prima, in occasione della visita del Sorvegliante.
Per ringraziarlo della nomina, Gianni aveva invitato Carlo a bere una birra in un locale e poco prima di ritirarsi ognuno con le proprie famiglie si erano imboscati con l'automobile in un parcheggio della zona industriale.
Carlo aveva tirato fuori il cazzo e Gianni aveva iniziato a succhiarglielo dolcemente come quando erano poco più che adolescenti.
Carlo adorava quei momenti di intimità perversa. Che meccanismo irrazionale il cuore. Da una parte recitava il ruolo da bravo pastore che amava Geova e insegnava al gregge come comportarsi, dall'altra si comportava come le inclinazioni perverse della sua mente volevano agisse.
Prima o poi l'avrebbero scoperto o si sarebbe fatto scoprire lui.
Le guance di Gianni si gonfiarono, era venuto.

Alessandra lo eccitava. Lo eccitava terribilmente. Il fato maledetto l'aveva introdotta in casa sua come figlia e questo era il guaio. Alessandra eccitava tutti i maschietti. Le serate erotiche avevano ormai preso una piega molto più intrigante da quando partecipavano lui e la figlia.
Quel suo visino angelico arrapava gli uomini e ormai la voce di questa new entry si stava facendo largo nel sottobosco perverso della cittadina.
Più la voce si spargeva e più arrivavano richieste ad Enrico per partecipare alle serate e più di una persona chiedeva informazioni dettagliate sulla ragazza.
Avevano cominciato pure a girare dei video, ma quando si filmavano facevano mettere una mascherina intorno agli occhi ad Alessandra.
L'ultima volta era stata più arrapante del solito. Enrico l'aveva fatta sodomizzare ripetutamente da un ragazzo molto dotato. Pure Gianni aveva partecipato all'incontro. Improvvisamente Carlo mentre gli altri sborravano in faccia alla figlia si era inginocchiato e aveva chiesto a Gianni di metterglielo in bocca e glielo aveva succhiato fino a farsi esplodere la bocca di sperma. Poi si era girato verso la figlia e aveva rigurgitato lo sperma di Gianni nella sua bocca.

Alessandra amava terribilmente questa nuova vita segreta che conduceva insieme al padre. La cosa divertente era fingere santità in compagnia degli altri fratelli.
In servizio era sempre preparata e attenta, dispensava scritture incoraggianti a destra e a manca.
Ogni tanto aveva il timore di incrociare qualcuno dei maschietti presenti alle serate erotiche ma sapeva bene che anche se l'avessero riconosciuta avrebbero mantenuto un religioso silenzio.
Nessuno aveva interesse a farla scoprire dalla sua comunità. La presenza sua e di suo padre avevano ravvivato la sessualità di molti uomini della zona. E a dir di molti le sue capacità nel fare pompini di alto livello era superiore a quella delle ragazze in teoria più disinibite.

Il motto ormai era diventato: ci vuole una testimone di Geova per imparare a far bene i pompini.
E come lo prendeva in bocca lei lo prendevano in poche. Non aveva più inibizioni o paure, non provava né schifo né vergogna. Questo piaceva un sacco agli uomini. Esaudiva qualunque richiesta le facessero, come fosse una continuazione perversa della sua vita da brava cristiana alla luce del sole.
Se un uomo voleva pisciarle in bocca lasciava che lo facesse, apriva la boccuccia e si lasciava orinare dentro. Enrico era il più perverso di tutti. Gli piaceva vedere Alessandra bere sperma da un calice. Faceva in modo che un po' della sborra prodotta nelle serate finisse in questo calice e lo dava da bere ad Alessandra che trangugiava tutto senza remore o esitazioni.
In alcune serate era stata presa pure a cinghiate , c'era chi si eccitava nel vederla legata, addirittura c'era chi si masturbava vedendola far la maestrina di religione, occhialini sul naso e bibbia aperta. Queste piccole recite in costume erano una trovata di suo padre per rendere più intriganti le serate. Anche a lui serviva eccitarsi dato che con la moglie la vita sessuale era diventata una estrema monotonia.
Ormai molti sapevano della loro appartenenza ai testimoni di geova e giocavano alla predicatrice che suonava alla loro porta per lasciare una rivista e che poi si faceva scopare.
Enrico voleva raggiungere l'apice della perversione. Faceva scopare Carlo e sua figlia mentre erano tutti intorno in cerchio a guardare. Pretendeva che Carlo eiaculasse nella figa della figlia e non come gli altri che per regola dovevano sborrare sulla faccia o su altre parti del corpo della giovane.
Quando c'era pure Gianni le serate prendevano una piega diversa. Carlo voleva scopare col suo amico e gli altri maschi lo permettevano.
Carlo e Gianni uscivano spesso in servizio anche per parlare della loro vita sessuale segreta. Senza che nessuno se ne accorgesse si baciavano pure davanti a un citofono o salendo in ascensore.
Un pomeriggio di unì pure Alessandra in servizio.
Dopo la comitiva erano rimasti in dispari e il fratello che conduceva l'adunanza per il servizio di campo la mandò col padre e Gianni in servizio.
Avevano da fare un territorio rurale, da raggiungere in automobile, una piccola serie di cascine disperse nella campagna.
Il caldo era insopportabile.
Dopo la prima serie di cascine avevano lasciato diversi volantini e avuto interessanti conversazioni.
Stavano tornando all'automobile, la campagna era deserta e silenziosa. Si sentivano solo i grilli e lo scorrere delle acque di un canale a poche decine di metri.
Carlo e Gianni si erano tolti la cravatta dal caldo, non si poteva respirare. Solo Alessandra non aveva nulla da togliersi e soffriva.
Arrivati all'automobile Carlo fece cenno a Gianni di fermarsi un attimo. Si voltò verso Alessandra e disse:
- Ti va?

Alessandra non se lo fece chiedere due volte, ormai se c'erano da fare porcherie non se lo faceva ripetere.
Il suo sguardo accaldato dal sole divenne improvvisamente fresco come una rosa. Corse verso i due uomini inginocchiandosi, lasciando cadere a terra la borsa del servizio. Slacció in un attimo le cinghie dei pantaloni e tirò voracemente fuori i cazzi di tutti e due iniziando a menarli a folle velocità. Le sue mani tenevano un ritmo invidiabile, divennero subito diritti e duri come il marmo. Ci sputó sopra per renderli belli umidi e li prese in bocca entrambi. Carlo e Gianni erano già al settimo cielo.

- Scopatemi. Disse lei.

I due uomini non se lo fecero ripetere, chi poteva resistere a cotanto invito di una puledra ventenne in calore come lei.
Gianni le sollevava la gonna dal davanti e con le sue grosse mani le tirava via le mutandine.
Carlo si era messo dietro alla figlia e col cazzo ancora umido della saliva di lei era pronto a scoparsela. Con le dita stava cercando il bel buco del culo di Alessandra per infilarci l'uccello.
E il culo di Alessandra era uno spettacolo per gli occhi, così tondo, così morbido, così fresco. Gli entrava con così tanta forza in quel buco del culo da farla gridare. Ma li poteva gridare quanto le pareva, non dovevano vergognarsi, nessuno poteva vederli o sentirli.
Gianni stava facendo lo stesso, con prepotenza le aveva infilato il pisello nella figa e nell'umidità di quella bella foresta di carne rossa e infuocata stava sbattendo il suo arnese con una violenza tale che aveva paura di distruggerla. Alessandra non era fatta di porcellana ma di pietra dura e preziosa e resisteva a quella possente doppia penetrazione.
Alla fine arrivò l orgasmo per tutti e tre, sia Gianni che Carlo sentirono il loro liquido fuoriuscire. Carlo aveva completamente bagnato il culo della figlia mentre Gianni era venuto dentro la sua figa e lei soddisfatta sorrideva maliziosa.
Si rivestirono e tornarono in paese, soddisfatti del pomeriggio di predicazione.
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