La tavola era imbandita. Ogni ben di Dio era comodamente apparecchiato per i commensali.
Dell ottimo vino francese faceva bella mostra di sé, accompagnato da insalatiere colme di frutti esotici e bicchieri di cristallo.
In un angolo del salone, distese su una vecchia poltrona, delle mascherine colorate riposavano in attesa di essere utilizzate.
Alessandra e suo padre erano stati i primi ospiti ad arrivare verso le otto di sera. L'appuntamento era per le otto e mezza ma avevano preferito presentarsi prima a casa di Enrico.
Enrico era un collega del padre di Alessandra. Un uomo sulla quarantina, giovanile, di bella presenza, molto raffinato. Un pizzetto malandrino, quasi diabolico, dava al suo volto un aspetto adattissimo a serate come quella.
Alessandra scrutava la città dall'alto, sorseggiando una bottiglia di birra appoggiata alla balaustra del balcone.
A sua madre aveva detto di avere un impegno teocratico top secret, di cui non potevano ancora rivelarle il contenuto. Angela ingenuamente pensava fossero le prove per l'assemblea che si sarebbe tenuta a breve.
- Fra un po' arriveranno gli altri ospiti.
Enrico si era avvicinato ad Alessandra, vedendola sola e pensierosa sul balcone aveva pensato bene di comportarsi da bravo padrone e fare gli onori di casa.
Alessandra si era girata e sistemandosi i capelli gli aveva rivolto un bellissimo sorriso compiaciuto.
- Tuo padre ti ha spiegato come funziona la serata?
- Si Enrico... Ho presente cosa si farà e come...
- Sei sempre in tempo per tirarti indietro Alessandra, non sei obbligata a fare queste cose se non vuoi...
- Tranquillo Enrico. Non ho problemi. È un'esperienza che desidero fare. Voi fatemi solo sentire a mio agio.
- sarà bellissimo vedrai cara. Ti divertirai e mi auguro vorrai venire più spesso poi.
- me lo auguro...
- tuo padre mi ha detto siete una famiglia molto religiosa, non vi aspettavo qui stasera sinceramente. Ma son contento vogliate provare questa esperienza.
Alessandra sorrise nuovamente ad Enrico. Lui notò la sua bellezza semplice, acqua e sapone. Una bellezza ancora pura e con ancora una buona dose di ingenuità.
Alessandra si era vestita da adunanza, completino casto ma dignitoso. La camicetta bianca e la gonnellina lunga sotto le ginocchia le davano tanto un aria da scolaretta, questo avrebbe eccitato ancora di più la compagnia di uomini che aveva radunato.
I capelli neri corvini lunghi fin dietro le spalle davano poi ad Alessandra quel tocco misterioso dal sapore orientale tanto che Enrico dovette pensare ad altro per non rischiare di eccitarsi subito.
Stavano arrivando gli ospiti, doveva preparare la stanza.
Alle 9 erano già tutti in cerchio, in un altro salone della casa.
Le finestre erano state oscurate con dei lunghi drappi neri e le luci spente. Enrico accese delle piccole luci poste a terra, ai quattro angoli del salone, come fossero dei piccoli fuocherelli in un bosco.
Nella semi oscurità si riuscivano a distinguere distintamente le sagome di 6 uomini, posizionati in cerchio attorno ad Alessandra.
I 6 uomini portavano una mascherina sulla faccia per non farsi riconoscere.
Alessandra sapeva che tra quegli uomini c'erano suo padre ed Enrico, mentre non conosceva l'identità degli altri 4 anche se dalla corporatura e dalle voci che aveva sentito sembravano essere tutti molto più giovani di suo papà.
Enrico invitò gli altri a tacere.
Alessandra era l'unica senza mascherina, dovevano poterla guardare negli occhi e seguire ogni riflesso di luce sul suo viso.
Lentamente Alessandra si inginocchiò, portandosi le mani dietro ai capelli per legarseli. Fece l'occhiolino ad uno dei sei maschietti.
Quello era il segnale per cominciare le danze. L'uomo mascherato si slacció la patta dei pantaloni e si avvicinò ad Alessandra mentre gli altri 5, in cerchio, dovevano assistere alla scena.
Alessandra toccava i pantaloni dell'uomo con una mano mentre con l'altra si strusciava la camicetta all altezza del seno. Mentre Alessandra toccava i pantaloni dell'uomo gli altri 5 iniziarono a slacciarsi i propri pantaloni e a tirar fuori gli uccelli dalle mutande.
Alessandra si voltò e vide tutti quegli enormi cazzoni che si prolungavano verso lei, aspettandola con ansia e dissimulato piacere.
Prese allora in mano il cazzo del primo uomo mascherato e iniziò a masturbarlo lentamente mentre con gli occhi cercava gli occhi dell'uomo sotto la mascherina. Quel processo erotico aveva fatto indurire ulteriormente il Pene dell'uomo. Con delicatezza Alessandra introdusse il cazzo dell'uomo nella propria bocca facendolo arrivare fino in gola.
Aiutandosi con la salivazione cercava di inumidirlo e tenerlo dentro la propria boccuccia, solleticandolo con la lingua.
Si tolse il cazzo ancora duro dalla bocca e si avvicinò, sempre in ginocchio, ad altri due cazzi e iniziò a masturbarli con entrambe le mani. Uno dei due cazzi era quello di suo padre, lo aveva riconosciuto. Aveva ancora quel forte odore Penetrante dell'ultima volta.
Fu la volta di Enrico, Alessandra lo riconobbe dal pizzetto che spuntava sotto la mascherina.
Aveva un cazzo veramente enorme e lo introdusse nella bocca della ragazza mentre ancora stava segando gli altri due uomini. Aiutandosi con la schiena, inarcandola avanti e indietro, Alessandra cercava di tenere lo stesso ritmo sia con la bocca che con le mani. Il cazzo di Enrico la stava soffocando, lui spingeva forte fino nella sua gola, senza accennare a fermarsi o a diminuire l'intensità.
Toccava agli altri due, gli ultimi due che erano rimasti in disparte. Uno dei due lo mise in bocca ad Alessandra, con la bocca che iniziava a grondare liquidi, tenendola per i capelli mentre l'altro si era inginocchiato e le aveva sollevato la gonnellina e con le mani, divaricandole le cosce stava cercando la passerina di Alessandra.
Le aveva spostato le mutandine e trovato i peli stava introducendo le dita nella sua piccola figa già calda e bagnata.
Il gioco stava piacendo ad Alessandra, si stava eccitando e divertendo.
Si tolse il cazzo ancora umido dalla bocca e invitò l'uomo a toglierle le dita dalla figa.
Si alzò in piedi e come in uno strip tease si levó la camicetta e il gonnellino rimanendo in mutandine e reggiseno. Era davvero così eccitante. Uno dei maschietti la prese da dietro e la obbligarono nuovamente a inginocchiarsi. Suo padre si avvicinò e preso il cazzo in mano cominciò a sbatterlo sulla faccia della figlia. Fu poi il turno degli altri 5, uno alla volta presero il proprio cazzo in mano per farlo annusare o sbatterlo sulle guance della ragazza.
La invitarono nuovamente ad alzarsi e la aiutarono a levarsi pure il reggiseno e le mutandine.
Era davvero eccitante. Le piccole tette a punta emergevano da quel tenero corpo rosato. I peli neri della figa, non troppo lunghi le conferivano un'aria regale, da principessa.
Stava per cominciare la parte più interessante.
Senza nemmeno darle il tempo di capire uno degli uomini l'aveva presa da dietro e inumidendosi l'uccello con la saliva l'aveva messo nel buchino del culo di lei che aveva iniziato a godere. Arrivò Enrico, guardandola negli occhi l'aveva baciata e mentre l'altro ospite se la inculava per bene gli aveva ficcato il suo cazzo nella figa. I due uomini la penetravano con forza, Alessandra sentiva male, soprattutto al buco del culo, non aveva hai provato la doppia penetrazione. Divisi in coppie, continuarono a penetrarla per diversi minuti, chi con più chi con meno forza. Suo padre preferiva non guardarla negli occhi e si mise a penetrarla da dietro, con sempre più veemenza.
La serata stava per terminare, Alessandra aveva il buco del culo e la figa in fiamme.
Si mise in ginocchio e cominciò a succhiare i cazzi ai 6 uomini, mentre con le mani si aiutava masturbandone altri 2 in contemporanea. Aveva trovato un metodo molto comodo ed efficace. Più succhiava e più i maschietti erano sul punto di venire.
Arrivarono al culmine della serata.
Enrico la prese da dietro, legandole le mani dietro la schiena, mentre era in ginocchio. A turno si posizionarono davanti alla sua faccia, venendole sulla bocca, tra i capelli, ricoprendole la faccia di sperma. Era tutta grondante di liquido bianco.
Enrico le entrò direttamente in bocca per venire e le esplose un fiotto caldo e violento. Non contento, avendo ancora forza le ficcó il cazzo fino in gola tenendola per la nuca, spingendola forte verso il suo uccello, facendola tossire e vomitare.
L'ultimo a venire sulla sua faccia fu Carlo.
Suo padre le prese con dolcezza la testa e indirizzó la punta del suo uccello sugli occhi di Alessandra, che istintivamente chiuse gli occhi.
Si riaccesero le luci, Alessandra era ancora inginocchiata, ricoperta di sperma, le colava da tutte le parti ma rideva insieme agli altri. Raccolse la sborra che aveva sulle tette e la leccó scatenando l'applauso dei presenti.
Si alzò e con ironica riverenza fece un inchino come quando cala il sipario a teatro.
Enrico andò ad abbracciarla complimentandosi con lei.
- Sei stata bravissima - le disse guardandola dritta negli occhi.
Lei ringraziò sentitamente con un bacio mentre un altro degli ospiti allungò un asciugamano con cui si asciugò dai rimasugli di sperma rimasti ciondolanti sulla faccia.
Enrico le indicò la doccia ed Alessandra andò a lavarsi e a cambiarsi, i maschietti rivestendosi andarono a Banchettare nell'altro salone, aspettando l'ospite d'onore, la damigella Alessandra.
E fu subito festa, vino e cibo a volontà.
A fine serata Carlo e Alessandra tornarono a casa.
Ad Angela raccontarono ovviamente altro di quella serata.
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Aggiunto: 4 anni fa
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