Il timore di non essere apprezzata è assai frequente tra le donne; ed io non faccio eccezione alla regola: molto spesso ho motivo di litigare con mio marito proprio perché gli contesto di esaltarmi per amore e lui invece insiste nel dire che è la pura verità; decidere di aprire un profilo è stata quasi una scelta necessaria e presto mi sono dovuta rendere conto che effettivamente riscuotevo un certo successo tra i frequentatori del sito, molti dei quali avevano anche avanzato proposte ed ipotesi a cui non avevo dato corso, ma che molto spesso mi intrigavano parecchio: ovviamente, gli apprezzamenti erano tutti ai miei attributi e nessuno alla mia persona, avendo fatto in modo di essere il meno riconoscibile nella foto del profilo.
Ma, come recita un proverbio popolare, il diavolo fa le pentole e non i coperchi: tra le foto postate, alcune mi ritraevano in spiaggia con un costume elegante e alcuni gioielli da cui non amo separarmi: per una strana coincidenza, colpirono l’attenzione di un altro utente che finì per rendersi conto che ci eravamo incontrati la precedente estate in spiaggia, dove avevo conosciuto lui e sua moglie e per tutto il tempo lui mi aveva apertamente corteggiato senza successo, al punto che ne avevo scherzato volentieri anche con la moglie, di cui ero diventata amica; naturalmente, la particolare situazione del sito di incontri con tutto il corredo dei commenti che si leggevano sul mio conto fanno immediatamente alzare la cresta a Giulio (così si chiama) che riprende il corteggiamento e lo porta al massimo livello spietatamente, al punto che mi vedo costretta ad affrontare il problema con mio marito con il quale il mio rapporto è ed è sempre stato di estrema e leale chiarezza, per cui non esistono né dubbi né pericoli di equivoci: fargli immediatamente sapere come si stava muovendo la vicenda mi pare l’unico modo di affrontare correttamente la questione.
Antonio non si scompone gran che: Giulio gli è apparso non sgradevole come persona ma, più ancora, ha apprezzato la sua gentile consorte, Mariarosa, che a suo avviso, è ben meritevole di una speciale attenzione se la proposta di corteggiamento si sposta sul terreno di una sessione di scambio che può tornare gradita a tutti e quattro; in linea di massima, sono d’accordo, anche perché Giulio mi intriga molto e non ho esitato, talvolta, a fare dei peccaminosi pensierini quando mi subissa di post, di messaggi e di richieste; non credo però che sia disponibile ad un discorso a quattro, perché quasi sempre, nei suoi discorsi, i protagonisti siamo solo io e lui, quasi che potessimo cancellare anche fisicamente la presenza dei rispettivi coniugi, per cui è molto probabile che sua moglie non sappia delle sue avances e non sia disponibile ad un incontro a quattro con complicazioni di ordine sessuale.
Da un lato, quindi, subisco una forte attrazione dalla proposta che Giulio sostiene, un incontro almeno preliminare e conoscitivo per poi eventualmente andare più avanti nel progetto di scambio; dall’altro lato, però l’ipotesi di farmi ingannare e prestarmi ad un rapporto diretto che poi si riveli senza prospettive, per l’estraneità della moglie di lui alla vicenda, beh, quello mi rende rabbiosa perché è un’autentica presa per i fondelli e non gioverebbe certo alla mia autostima; per una fortunata coincidenza, trovo che in uno degli ultimi incontri che c’erano stati con Carmen, la moglie di Giulio, ci eravamo scambiate il numero di telefono, così quasi per automatismo di rapporto sociale; non perdo tempo e la chiamo, con la scusa che ho trovato il numero e non ricordo da chi l’avessi avuto; ne approfittiamo per riprendere contatto e decidiamo di trovarci per un caffè: abitano in una cittadina a pochi chilometri e mi va benissimo fare il percorso per chiacchierare un poco e approfittarne per indagare sui progetti del marito; qualche giorno dopo la avviso e ci incontriamo alle undici in un bar nella piazza principale.
Inutile dire che la vicenda è apparsa molto sospetta a Carmen, che non riesce a capire come mai da un’occasionale incontro sia scaturita il desiderio di incontrarsi quasi da vecchie amiche; mi esprime le sue perplessità in maniera leale, forse perfino brutale e, dopo un attimo di smarrimento in cui temo quasi che si senta offesa, avverto d’un tratto che il suo è piuttosto un malessere esistenziale che cerca una valvola per sfogarsi; con molta serenità le pongo il problema della corte spietata che il marito mi sta facendo attraverso il sito e accenno alla ipotesi che mio marito ha formulato, di un incontro a quattro per un eventuale scambio di coppia; Carmen scoppia in una sonora risata; poi mi dice che non è argomento del quale si può parlare in un bar e mi chiede di trasferirci a casa sua per alcune puntualizzazioni; benché un tantino perplessa, la seguo volentieri.
Sedute nel salotto di casa sua, Carmen mi dice fuori dai denti che il marito con i mezzucci propri degli uomini come lui sta cercando di porre riparo ad una frana totale dei loro rapporti: si erano molto amati in gioventù e avevano fatto esperienze trasgressive importanti e comuni, per una complicità intensa che si era stabilita tra loro; poi però Giulio aveva tirato troppo la corda, ostinandosi a cercare rapporti particolari che ponevano lei ai margini, quasi al servizio delle donne che cercava di concupire e dei loro compagni, facendo leva su una sua naturale tendenza bisessuale: in pratica, si è accorta di essere diventata per lui il giocattolo perfetto, capace di attrarre sia i maschi che le femmine e dargli la possibilità di esercitare tutto il suo maschilismo con le mogli e il dominio sui mariti, soggiogati gli uni e le altre da Carmen e dalla sua grande carica sessuale; alla fine, lei ha incontrato una donna straordinaria, di cui, in forza del bisessualismo a cui l’ha avviata Giulio per i suoi scopi, si è innamorata e che per un anno è stata la sua amante: proprio in questi giorni, purtroppo, è emigrata senza speranza di tornare; a quel punto, lei si sente caduta in un grande vuoto di depressione, senza il suo amore; ma non ha nessuna intenzione di recuperare il rapporto con Giulio che anzi le appare quasi nemico; e soprattutto non intende favorirne le trame.
La rivelazione ascoltata mi ha sconvolto: nella mia esperienza, non ricchissima peraltro, l’unico grande amore della mia vita è stato e rimane mio marito; non riesco quindi a rendermi conto di cosa possa significare un sentimento così intenso e profondo come quello che dimostra di provare Carmen, per di più per una donna; non che mi fossero mancate occasioni, nelle vicende di trasgressione che spesso io e mio marito ci concediamo, di incontrare femmine molto interessanti e capaci di trascinarmi in un gorgo di piacere anche omosessuale; ma un innamoramento così totale non me lo sarei mai immaginato; cautamente e serenamente lo dico a Carmen che mi prende una mano e mi ringrazia, quanto meno, per il fatto di ascoltarla, visto che non le è possibile parlare con nessuno del suo tormento, meno che mai con suo marito; involontariamente, l’enfasi dell’empatia che si scatena ci porta ad accarezzarci il viso con molto affetto; per un attimo mi sorprendo a temere che il gesto si presti ad equivoche interpretazioni; ma Carmen mi rasserena.
“Non avere paura; non cerco di convertirti all’omosessualità; è stato solo un attimo di solidarietà che mi ha fatto molto bene.”
“Ti sbagli: non è l’omosessualità il problema; non so se tu sia solo omosessuale, ma io non avrei esitazioni a rapportarmi con te anche con molto amore; il mio punto fermo però resta mio marito e non lo cambio con niente e con nessuno.”
“Ti ho detto che con Giulio, prima che stravedesse, ne ho combinate parecchie: anche amare contemporaneamente, nello stesso letto, un marito e una moglie; con te lo farei anche immediatamente; con tuo marito è da verificare; ma non credo di sbagliare se dico che con te tutto è assai più bello e lineare.”
“Stai pensando a qualcosa di concreto?”
“Intanto, non mi dispiace se andiamo a stenderci un poco e ci conosciamo meglio; poi mi piacerebbe preparare un bel piattino a Giulio, per fargli assaggiare il gusto dell’umiliazione sul suo terreno.”
“Posso parlarne un attimo con mio marito?”
“Devi! Se il vostro rapporto è leale, è il minimo che puoi fare.”
Chiamo Antonio e gli riassumo i fatti; mi lascia libera di fare come ritengo e mi invita a fare affidamento sul suo totale coinvolgimento; Carmen è felice di questa evoluzione e mi guida verso la camera da letto: mi sento emozionata come ad un primo appuntamento e forse si vede, perché lei si affretta ad abbracciarmi e a stringermi con forza: quando preme il suo inguine sul mio, mi sento cogliere da un desiderio sconosciuto e nuovo che mi agita le viscere; quando poi la sua mano mi artiglia la natica sinistra, ho l’impressione di un nuovo modo di amare che mi si sta spalancando davanti agli occhi; Carmen è molto brava a stimolare i miei sensi: mi bacia il collo e la gola, evita la bocca e mi scatena la voglia feroce di assaporare la sua bocca e la sua lingua:sono io che le prendo le labbra tra le mie e le succhio come una ventosa: solo a quel punto, spinge la lingua nella mia bocca e mi invade totalmente sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente: mi sento preda del suo piacere e sento lei piegata al mio desiderio.
I capezzoli si strofinano tra di loro e la libidine cresce dalla mia figa verso lo stomaco, il cuore e la testa: mi sento piombare nel desiderio e voglio che in qualche modo mi faccia sentire la sua presenza: quando la mano si insinua sotto il vestito, aspetto solo che le dita mi penetrino la figa per farmi sborrare; mi spinge sul letto, mi ribalta l’abito oltre la vita, sposta lo slip ed entra con violenza tra le piccole labbra: senza che neppure me ne avvedo, presa come sono dall’orgasmo che mi ha scatenato, estrae da un comodino uno strap on di media grandezza ed in un attimo mi penetra in figa, mentre ancora si allaccia in vita le stringhe: l’emozione è così viva che mi abbandono alle sue manipolazioni con tutta la voglia di godere; per tutto il pomeriggio, fino al momento in cui Giulio deve tornare, mi abbandono alle sue abili mani e mi fa provare i piaceri possibili e quelli al limite del’impossibile che, con estrema saggezza, riesce a strappare dalle mie viscere; le chiedo di smettere perché sono stanca e rischio veramente di perdermi nel piacere della lussuria omosessuale.
Ci sediamo ancora una mezz’oretta a valutare il da fare e mi prospetta un tranello eccezionale per il suo ineffabile coniuge, nel quale cerca di mettere insieme tutti i possibili aspetti di una vicenda che, da quanto capisco, l’ha ormai presa alla gola; gli obiettivi primari diventano: fare l’amore io e lei; fare l’amore noi due con Antonio; obbligare Giulio a stare a guardare in una prima fase ma, se le cose si mettessero nella maniera giusta, allora superare gli screzi e i contrasti e coinvolgerlo nel rapporto a quattro ma con lui in posizione marginale e non, come spera, in quella centrale: so che posso garantire per Antonio, non solo perché già mi ha rassicurato che posso fare come meglio ritengo, ma perché so perfettamente, per averlo sperimentato, che quando c’è da godere, chiede solo la mia complicità: se il divertimento è comune, per lui non ci sono problemi; le chiedo solo se intende agire direttamente o preferisce incontrarci prima per conoscerci meglio, soprattutto lei e Antonio; mi chiede se possiamo ospitarla una notte e garantisco che non ci sono problemi; per sabato aveva previsto una serata con amiche ma può trasferirsi da noi e passare la notte in casa con noi due; se per assurdo, non ci fosse ‘chimica’ tra lei e Antonio, uno dei due potrebbe dormire nella camera degli ospiti.
Antonio, messo al corrente degli accordi, si dichiara assolutamente disponibile ed anzi è convinto che un’esperienza così intrigante sicuramente ci arricchirà, oltre a rappresentare una brutta lezione per un macho prepotente e falso; non gli nascondo di avere già fatto l’amore con Carmen e di averne ricavato un enorme, sano piacere: si congratula, perché considera già questo fatto un ottimo viatico considerato che non capitano spesso incontri sani e soddisfacenti; passiamo il resto della settimana a rimuginare su quanto potrebbe avvenire e su come si posa sviluppare la trappola; intanto, Giulio continua imperterrito ad imperversare sul social con le sue profferte spesso al limite della decenza, arricchite spesso da immagini discutibili; mi chiede foto intime, ma puntualmente respingo le richieste e non gli lascio spazio per le sue proposte.
Il sabato mattina vado ad incontrare Carmen alla piazza centrale per accompagnarla a casa: è bellissima, nel suo abito primaverile verde tenero che le fascia il corpo rendendolo ancora più sinuoso con l’accentuazione delle curve e la sottolineatura della sua struttura matronale ma asciutta, vigorosa e sensuale: avrei voglia di mangiarmela e glielo sussurro all’orecchio mentre la bacio sulle guance come è giusto in una pubblica piazza.
“Non è che rischi di innamorarti di me?”
“Ti ho detto chiaro e tondo che l’unico mio amore è mio marito; con te sento un trasporto che non è soltanto fisico, ma anche mentale; ma da qui all’amore ce ne passa. Devi accontentarti di questo perché più in là non ci vado e non ci voglio andare.”
“Se la premessa è quella di casa mia, mi basta ed avanza: abbiamo fatto l’amore con grande gioia e fino a stamane non ho fatto che godere del ricordo del tuo corpo e dei tuoi orgasmi. Fino a qui, sei più che amorevole.”
Arrivati a casa, le illustro l’appartamento in attesa di Antonio; sistema la valigia in camera degli ospiti e mi abbraccia con foga, in piedi, al centro della camera, avvolgendomi interamente nella sua figura massiccia, più ampia e possente della mia, tendente al magro rispetto a lei, e comincia a provocarmi sessualmente baciandomi tutto il viso e soffermandosi sull’orecchio dove il suo alito e la punta della lingua mi scatenano goduria e languore; poi una mano si abbassa all’orlo del mio vestito e scivola sull’autoreggente fino a che non raggiunge il tanga e le grandi labbra che sono già gonfie e dense di umori; un dito scivola nella vulva mentre mi stringe il seno contro il suo e si impossessa delle mie labbra che strapazza risucchiandole in bocca; sento un primo orgasmo montarmi dall’utero ed esplodere con dolcezza; mi abbandono quietamente alle sue carezze e lascio che mi spinga delicatamente supina; si inginocchia ai piedi del letto, mi solleva il vestito e si fionda sulla mia figa poco coperta dal tanga: la sua lingua si infila nella vagina e comincia a stimolarla come un piccolo cazzo.
Cerco di partecipare al movimento e le apro la parte superiore dell’abito, chiusa con bottoncini, le sposto il reggiseno e mi attacco ai capezzoli, grossi come fragole e assai più saporiti: il piacere che mi trasmettono passa direttamente dalla bocca alla figa ed esplodo in una serie di piccoli orgasmi, favoriti dal movimento ormai frenetico delle sue dita che titillano il clitoride torturandolo di piacere e lo fanno godere continuamente; mentre stiamo così pomiciando, sento che la porta di casa si è aperta: non faccio in tempo ad avvertire Carmen che sulla porta si staglia la figura di mio marito, sereno e deliziato dallo spettacolo che gli si offre, di due donne bellissime, scarmigliate, ancora interamente vestite, che si danno profondo piacere in tutti i modi possibili; la reazione immediata del suo randello che deforma il pantalone è la testimonianza del suo piacere.
Senza dire una parola, si accosta a Carmen che è ancora riversa su di me e mi succhia il clitoride, la bacia sul collo, sotto la nuca, e mantiene a lungo le labbra in un gesto che sa di profonda sensualità; solleva la balza dell’abito e scopre le cosce ricoperte dalle autoreggenti e il culo maestoso che un minuscolo perizoma espone più che coprire; si sbottona la patta, tira fuori la sua bestia che io ben conosco, sposta con un dito il filo del perizoma e infila con un sol colpo il cazzo nella figa di Carmen; lei non batte ciglio ed anzi sculetta per favorire la penetrazione; piuttosto che montarla, Antonio sembra essere preoccupato di stimolarla ed infatti le accarezza a larghe manate le natiche piene e dure, sfiora delicatamente l’ano grinzoso e cerca di intuire il limite di apertura che, ad occhio, non deve essere piccolo; infila le mani sotto il corpo e va ad artigliare il clitoride: probabilmente lo strofina con intelligenza e sapienza, perché sento che Carmen ha un salivazione assai ricca e libidinosa, segno che sta godendo finché non lo manifesta con un urlo feroce che segnala un suo grosso orgasmo; subito dopo, si rovescia sul letto, sfilandosi; Antonio accenna e sostituire nella mia figa la sua bocca con il cazzo, ma Carmen lo blocca e gli chiede di aspettare.
Approfittiamo della sosta per spogliarci e mio marito, scherzosamente, osserva che è uno strano modo di presentarsi, quello di infilare di botto il cazzo in figa; Carmen gli obietta che io avevo già fatto le presentazioni e che quella era stata solo una conferma: tra noi c’è feeling e non dobbiamo mandarlo disperso; chiedo cosa intendono fare: io mi adeguo a loro che considero più abili; Carmen propone di far scattare la trappola per stasera stessa: devo mettermi in chat con Giulio e convincerlo che stasera è l’occasione per trovarci a casa mia per scopare; quando arriverà, gli faremo la sorpresa; detto fatto, mi collego in chat e provoco Giulio facendogli capire che quella sera tutto sarebbe favorevole a realizzare il mio progetto; lui insite a parlare del suo proposito, ma lo fermo immediatamente e lo avverto che o si fa a modo mio o è meglio che non si presenti; accetta di venire alle mie condizioni.
Intanto, Antonio e Carmen hanno ripreso a conoscersi più intimamente e lui è riuscito a convincerla nei fatti che, pur con un cazzo di mole assai notevole, riesce ad essere assai delicato, sicché lei si lascia penetrare serenamente sia in figa che nel culo e gli si concede con molto entusiasmo: il piacere sembra sprizzarle da tutti i pori, così come a lui che ha a sua volta apprezzato notevolmente il bellissimo corpo della donna e lo sta perlustrando in tutti i suoi anfratti provocando enormi orgasmi a Carmen che sembra certamente assai più serena di quando l‘ho incontrata la prima volta, ma sta assaggiando anche lui un piacere infinito e spesso inedito per le particolari abilità di Carmen sia con la bocca che con le mani; il gioco li ha presi al punto che ormai non si curano affatto del pranzo e delle esigenze della casa alle quali sono demandata solo io.
Lo faccio rilevare e chiarisco che, a quelle condizioni, mi stendo con loro a fare tanto amore e per pranzare usciamo e andiamo al ristorante; naturalmente rigettano l’idea, soprattutto perché dovrebbero interrompere i loro amoreggiamenti e vestirsi; quindi, decidono di darmi una mano e tutti insieme ci dedichiamo alla cucina, muovendoci per gli ambienti completamente nudi, il che alla fine dà anche un tocco di raffinata particolarità ai gesti, che si interrompono frequentemente per una bacio, una carezza, una strizzata, una leccata o una semplice coccola: in pratica, l’attività domestica diventa una particolare forma di sessualità quotidiana, forse da consigliare a coppie volenterose e senza problemi di figli tra i piedi.
Il pranzo è una pratica ordinaria da sbrigare rapidamente per dare spazio all’amore; e infatti, il caffè e l’ammazzacaffè li prendiamo già stesi sul lettone grande, mentre mani e sessi si intrecciano in maniera inestricabile: Carmen ha tirato fuori dalla valigia alcuni ‘arnesi’ particolari, di cui alcuni mi sono totalmente ignoti, e si è messa a giocare sia con me che con Antonio con dildi di varia dimensione, alcuni anche gonfiabili, con palline e collane di perle che infila in tutti i fori e producono sensazioni di libidine continua che ad un certo punto costringono a fermarsi per non scoppiare: c’è però da dire che il cazzo, vivo, palpitante, caldo, di carne pulsante, non è sostituibile; ogni volta che Antonio sceglie di penetrarmi in figa o nel culo mi dà delle sensazioni di piacere inarrestabili, al punto che spesso, mentre lui penetra, da una parte o dall’altra, una di noi, l’altra inevitabilmente corre a succhiare tette, culo o figa per aggiungere piacere a piacere e partecipare tutti al godimento del singolo: l’intesa trovata è tale che sembriamo convivere da chissà quanti anni ed io ho avuto solo un’altra sessione con Carmen, mentre Antonio l’ha conosciuta stamane: evidentemente, come lei aveva sperato e previsto, la chimica è forte, l’intesa è già una nostra caratteristica e lei si è bene inserita nel nostro rapporto.
Anche per questo motivo, l’introduzione di un elemento diverso, Giulio, è da prevedersi certamente come elemento di rottura; ma l’obiettivo di Carmen è proprio quello di demolire la negatività del marito, facendogli abbassare la cresta; e, su questa intenzione, ci trova concordi perché si è comportato male con me tampinandomi dopo avermi ricattato per aver riconosciuto i gioielli della foto e con Antonio per aver inventato situazioni non vere nel rapporto con la moglie; per questo, l’arrivo è atteso da noi come un momento di ludico entusiasmo; comunque, nella goduria del sesso a go go che ci stiamo concedendo, le ore passano rapide e ci troviamo a ridosso della cena quasi senza avvedercene; stabiliamo che lo affronterò da sola e, quando sarà opportuno o necessario, rivelerò la presenza dei due che, intanto, ne approfittano per scambiarsi effusioni ad ogni piè sospinto.
Intorno alle nove Giulio bussa alla nostra porta; lascio Antonio e Carmen nel letto che ancora scopano come ricci e vado a ricevere l’ospite preparando la conclusione della trappola; lui si presenta abbastanza garbato; ha anche dei fiori per me; lo faccio sedere sulla poltrona ed evito attentamente tutti i suoi tentativi di abbracciarmi e di baciarmi; superato il primo momento di empasse, mi prende la mano e mi chiede se sono disponibile ad una serata come lui la progetta da tempo; gli ribatto che io certe cose le faccio solo di intesa e insieme a mio marito, che con lui siamo d’accordo per uno scambio di coppia e che quindi il suo progetto per noi non conta, vale solo la mia proposta di un incontro a quattro, io, lui, Antonio e Carmen; la risposta è ancora più arrogante di quanto mi aspettassi.
“Io con un cornuto e con una lesbica non ci faccio niente.
“Mi dispiace per te: primo, perché non fai niente neanche con me: io non ho nessuna smania di scopare con te o con chiunque altro; quello che voglio è una serata di amore e di sesso con persone serie corrette e possibilmente umili; secondo, perché quelli che tu chiami cornuto e lesbica sono mio marito e la mia più cara amante, mentre tu finora sei il signor Nessuno; terzo, perché Antonio e Carmen in questo momento stanno scopando alla grande: fino a qualche minuto fa stavo godendo con loro e, dopo che sarai andato via, tornerò da loro a riempirmi d’amore e di libidine, assolutamente senza di te; infine, perché un presuntuoso arrogante come te non lo voglio neanche vedere da lontano. Se abbassi la cresta, se arrivi a comportamenti più civili e maturi, forse possiamo pensare di aggregarti e realizzare quell’incontro a quattro che ci piacerebbe; se tu ti ritiri, continuiamo ad amarci in tre e tanti saluti a chi se ne va.”
“Che cazzo dici? Dove stanno scopando?”
Non gli rispondo: mi limito ad aprire la porta della camera a fargli guardare in piena luce Carmen carponi e Antonio, dietro di lei, che le ha piantato in culo i suoi ventidue centimetri di cazzo e li manovra così bene che lei geme in continuazione; Antonio gli fa ciao ciao con la manina e Carmen lo saluta “Ciao, amore, sapessi che goduria!”; il povero Giulio rimane basito, non ha la forza di parlare.
“Allora!?!? Stai a guardare? Te ne vai e ci lasci far l’amore? O abbassi la cresta, chiedi scusa a Carmen, te la scopi con amore, con tanto amore, non come un maiale, di fretta, e poi scopi anche con me e partecipi al nostro gioco collettivo? Io non voglio più perdere tempo; mi sono persa già una bella fase di grande amore … “
Giulio è decisamente perplesso: il suo ego smisurato si scontra con una realtà oggettiva che lo affascina, fatta di una figa che ha desiderato molto nell’ultimo anno e di un’altra, assai importante, che è stata la ‘sua’ figa per tanti anni. Forse si rende conto che ha esagerato e abbassa la cresta.
“C’è posto anche per me nel vostro amore? Carmen, pensi che possiamo ricominciare dove avevamo interrotto?”
Lei non risponde, si sfila dal cazzo di Antonio, si sdraia supina e lo invita; lui si apre la cerniera, tira fuori una bella bestia già inferocita e gliela pianta diretta nella figa; mi viene spontaneo commentare a mio marito.
“Amore, sarà una lunga, meravigliosa notte, credo … e forse non sarà l’unica che ci godremo.”
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Aggiunto: 5 anni fa
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Etero
«Invitate anche noi?»
«E bravi...»
«Bravo, bellissimo il racconto ... forse il finale andrebbe migliorato, ma comunque complimenti!»