Mi feci trovare sempre in tuta, più comoda da togliere e certamente che mi permetteva di sentire meglio il suo corpo, se non fossimo andati oltre alle strusciate della volta precedente. La prof questa volta abbandonò i suoi classici jeans e si presentò con dei fuseaux neri ed una morbida maglietta bianca, molto leggera; stesi sul mio letto, lei sotto, io sopra di lei, ci scambiammo un bacio appassionato, tanto che la mia lingua sembrava quasi volersi staccare dal mio palato per inserirsi completamente dentro il suo; questa volta sentì Viviana senza limiti, la sentivo veramente abbandonata in quella situazione eccitante, del resto non capita ogni giorno che un diciassettenne abbia le sue prime esperienze sessuali con la sua prof di educazione fisica e del resto posso comprendere come da parte sua l’eccitazione di accogliere nel mondo del sesso un giovanotto, perlopiù suo alunno e così giovane. Iniziammo come allora a strusciarci le parti intime con forza, quasi a strappare i nostri leggeri indumenti che non permettevano il loro contatto diretto. Questa volta però la prof prese l’iniziativa e mi allontanò un po' da lei, mi chiese di sfilarmi i pantaloni e rimasi solo con i boxer; anche lei si tolse i suoi fuseaux e rimase in intimo nero, un pizzo vedo e non vedo che mi fece uscire gli occhi alle orbite. Ci distendemmo nuovamente e questa volta le nostre mani, inizialmente timidamente, cercarono il sesso dell’altro. Era la prima volta che sentivo una mano estranea toccare il mio membro, che per l’eccitazione mi stava scoppiando. la sua mano, che inizialmente menava il mio uccello da sopra l’intimo, si diresse lateralmente per prenderlo in mano e iniziò a giocarci, ora stringendolo per tutta la sua lunghezza, ora giocando con il pollice sulla mia cappella. Anche io non stetti con le mani in mano, allontanai i suoi slip e cercai la sua fessura, che sentii talmente bagnata, quanto era eccitata, che il suo intimo era umido. Le mie dita entrarono con tanta facilità dentro di lei, che gemeva tantissimo, e la cosa mi fece talmente eccitare che rischiai di venirmene in mano, data la mia poca esperienza. Viviana capì che stavo per raggiungere l’orgasmo, ma lei quella giornata aveva altri piani per me: stacco la sua mano dal mio pene e mi spinse con le spalle verso il basso, tanto da indirizzare la mia faccia verso la sua figa: capii cosa desiderava in quel momento, così preso dall'emozione della vista che quella posizione mi stava regalando, iniziai a leccarle la sua fessura, inondando la mia faccia del suo liquido delizioso e facendola gemere; si contorceva per il piacere e iniziò a spingere la mia faccia contro il suo pube, come se volesse penetrarsi con tutta la mia testa, quasi soffocandomi, ricambiando con movimenti del suo ventre i colpi che la mia lingua le regalava, sino a quando non raggiunse un meraviglioso orgasmo. Ci volle qualche minuto per riprendersi da quell'esplosione che il suo corpo aveva subito; quando si riebbe, fu lei a concedermi l’onore della sua bocca: mi fece stendere e venne lei sopra di me, baciandomi dolcemente e scendendo sempre più giù, soffermandosi con la sua lingua sul mio petto, poi ancor più giù sul mio ventre, mentre sentivo i suoi sensi trovare un impedimento nel mio palo eretto come non mai. La prof prese il mio pene iniziò a menarlo con entrambe le mani e poi avvinò la sua bocca sul mio glande: avvolse la cappella completamente dentro la sua bocca mentre sentivo la sua lingua lavorare ai fianchi, sulla fessura tra pelle e punta, poi scese più giù sempre con la bocca aderente al mio membro, raggiungendo circa la sua metà in lunghezza, tanto era la portata della bocca della prof, rispetto al mio pisello, che devo dire è di lunghezza interessante, tanto da ricevere i complimenti della prof, sia per le sue dimensioni, sia per il fatto che è leggermente ricurvo verso la destra; allora non potevo comprendere, ma la prof mi spiegò che il cazzo leggermente curvo permette alle donne di godere di più perché stimola le pareti laterali della vagina, con il suo movimento, più di un cazzo dritto. La prof succhiava avidamente e io iniziai a muovermi su e giù aumentando il ritmo sempre di più. Sentivo il mio orgasmo avvicinarsi e, benché volessi che quel momento di goduria non finisse mai, dovetti cedere. Urlai con quel po' di fiato che mi restava in corpo che stavo per venire, la prof si allontanò la bocca dal mio pisello e lavorò di mano sino a farmi esplodere. Il mio sperma schizzò fuori dal glande con delle bordate che riuscii a sentire nitidamente, tant'è che la prof dovette coprire con entrambe le mani il mio membro per evitare che inondassi tutto il letto. Fu una sensazione splendida e l’eccitazione non ebbe fine, alla vista di quelle mani di donna focosa che racchiudevano il mio seme.
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Aggiunto: 4 anni fa
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Etero
Prime Esperienze
«Nomi e situazioni sono solo frutto di fantasia»
«I miei racconti sono tratti da puro lavoro di fantasia!»
«Nomi e personaggi sono sempre frutto della mia fantasia»
«Ma percaso il nome Viviana si ispira ad una prof reale?»
«chi vuole scoparmi sono donna ma molto giovane»