Sin da bambina sono stata educata secondo principi religiosi molto rigidi e frequentavo l'Azione Cattolica. Zucchero solo molti anni dopo ci ha messo in guardia contro i pericoli, con la sua graziosa canzone. Io invece ho subito tutti i danni, assimilando tutta una serie di condizionamenti che mi hanno chiusa come una cozza attaccata allo scoglio. Tutte le mie prime esperienze affettive, sono state condizionate dal conflitto costante tra la natura che mi vorrebbe donna colma di desiderio, e le falsità religiose che relegavano nel peccato tutte le pratiche sessuali non finalizzate alla procreazione. Anche all'inizio della vita matrimoniale, per quanto mi sforzassi di cercare il piacere che mi avevano raccontato le amiche, il blocco psicologico mi impediva di liberarmi e lasciarmi travolgere. Sono arrivata ad incolpare mio marito pensando che non fosse lui capace di darmi piacere, cominciando così ad insinuare nel mio animo la curiosità di provare altro. Un vero conflitto tra fedeltà, dogma invalicabile e la curiosità fisica di conoscermi meglio. Malgrado questo, la vita coniugale continua tranquilla per i primi dieci anni. Dopo la seconda gravidanza, all'età di trentatre anni, attraverso un periodo di crisi provocata dall'impegno di due figli piccoli e dell'attività lavorativa che dovevo riprendere dopo il periodo di sosta conseguente il parto. Quindi, una condizione di fragilità emotiva notevole. Tornata al lavoro presso l'impresa, conosco il nuovo geometra che era stato chiamato a dirigere importanti cantieri. Un uomo di mezza età neanche particolarmente attraente. Lui vedendomi, inizia garbatamente a corteggiarmi ed a farmi cortesie per alleggerire il mio impegno nel coordinare il collegamento casa-lavoro. In quel momento di fragilità ho gradito le sue attenzioni ed ho approfittato della sua disponibilità (poteva gestirsi autonomamente con gli impegni esterni nei cantieri) ad accompagnarmi sino alla fermata del autobus che avrebbe coperto l'ultima parte del tragitto. L'auto che mi avrebbe portato a casa era un extraurbano che passava ad orario, nell'attesa ci mettevamo nel parcheggio nei pressi della fermata a parlare. Il parcheggio era abbastanza tranquillo e lui, dopo i primi giorni di comportamento assai rispettoso, comincia ad essere più sicuro di se e ad essere più disinvolto, con le parole, facendomi capire che gli piacevo e provocavo in lui qualche desiderio e con le mani che gradualmente diventavano più audaci. Non riuscivo a nascondermi che la cosa mi lusingava e mi eccitava, quindi non facevo nulla per cercare di tenerlo a freno anzi, inconsciamente gli facevo capire che poteva osare di più. E' così che dopo pochi giorni mi sono lasciata travolge senza alcuna opposizione, in lungo bacio appassionato mentre le sue mani sconfinavano dentro la scollatura della camicetta e sotto la corta gonna che indossavo. L'emozione che ho provato, non mi ha consentito di mentire ed ho risposto alle sue carezze con altrettanta audacia posando la mia mano sulla evidente protuberanza dei pantaloni. La sua eccitazione era evidente ed il suo cazzo tra le mani mi ha dato piacere. Solo l'arrivo dell'autobus ha impedito che andassimo oltre. A questo punto non potevo più far finta che fosse solo amicizia, stava nascendo qualcosa di diverso e mi accorgevo che se avessi voluto, come avrei dovuto, scegliere, sarebbe stato un sacrificio rinunciare. Penso così di affrontare mio marito, raccontandogli tutto e ponendo la cosa come una mia esigenza che mi faceva del bene ed alla quale non avrei voluto rinunciare, salvo che lui non avesse sofferto troppo di questo. Ma gli dicevo che poteva essere un bene anche a livello di coppia, che stando io più serena, ne avrebbe beneficiato anche lui. Inoltre gli propongo un accordo che ci avrebbe visto liberi reciprocamente di fare le nostre esperienze senza soffrirne il rapporto coniugale.
Evidente era il subbuglio mentale che gli avevo provocato, doveva darmi una risposta ma la sofferenza e la gelosia istintiva, lo stavano rodendo. Cerco allora di prenderlo sul lato dell'erotismo, gli prometto che non avrei mai agito di nascosto, ma che lo avrei informato volta per volta raccontandogli tutto. Lui capisce che avevo già deciso e che se mi avesse obbligato a rinunciare sarebbe stata la fine. Decide di accettare la situazione, e di vedere cosa sarebbe successo nel proseguio.
A questo punto mi sento moralmente libera, e mi concedo a questa relazione per scoprire anche cosa stava succedendo dentro di me. Non volevo sentirmi puttana, ma donna desiderosa di vivere la propria sessualità, ricavandone il massimo. Nei giorni successivi, pur non sapendo cosa era cambiato in me, lui si accorge della mia disponibilità e diventa sempre più audace. A me non dispiace e lo lascio fare e lo agevolo vestendomi in modo più accessibile. Nella mezz'ora che durava l'attesa, carezze intime e baci non si contavano più, mi accorgevo che mi stavo lentamente liberando dei pregiudizi e che le sue carezze mi facevano godere. Il parcheggio era abbastanza appartato e ci concedevamo molta libertà, pur senza arrivare a scopare, mi ritrovavo spesso senza mutandine e senza reggiseno nel momento in cui arrivava l'autobus. Infilavo tutto nella borsa e scappavo. Lui si dava il piacere masturbandosi e raccogliendo lo sperma in un fazzoletto, questo mi infastidiva, desideravo essere io a dargli piacere e prima con le mani, poi con la bocca avrei voluto portarlo a godere. Ormai le sole limitazioni che avevamo erano date dal luogo e dall'orario in pieno giorno. Anche se appartato, il rischio di essere sorpresi, era alto. Tanto alto che un giorno, un collega invidioso e sospettoso, incuriosito dal fatto che uscivamo sempre insieme, decide di seguirci di nascosto, senza che noi ce ne accorgiamo. Troppo presi dalle effusioni che sempre più liberamente ci scambiavamo, non ci accorgiamo che lui si era avvicinato abbastanza da vedere distintamente cosa facevamo. Il giorno, entrando in ufficio con il solito spirito, sento subito l'atmosfera pesante. Chiedo alle colleghe: ma che è successo che mi guardate in quel modo!
Sapessi, vi hanno sorpresi!
Un tuffo al cuore, il riferimento era chiaro. Poco dopo mi fanno vedere una serie di foto, dove sono praticamente nuda mentre lui che mi stringe il seno e mi succhia i capezzoli. Altre dove dove le sue mani sotto la gonna che a malapena nasconde la fica, mi stanno carezzando il clitoride. Mi vergogno da morire, soprattutto per i capi che temevo, sarebbero stati inflessibili. Ma non perdo il coraggio, capisco che l'intenzione del collega invidioso e quella di ricattarci. Forte del fatto che mio marito era al corrente di tutto, nei discorsi che sono seguiti, svento il vile tentativo. Anche i capi che conoscevo da quando ero ragazza, mi tranquillizzano dicendo che nella vita privata ognuno può comportarsi come crede senza essere giudicato. L'importante che non ne risenta il lavoro. Su questo non potevano eccepire nulla per nessuno dei due.
Superata la bufera, con lui ci chiediamo se potevamo più fidarci di tornare in quel posto o cercarne di più sicuri. Non intendevo rinunciare ma continuare a godere di qualcosa che mi dava piacere.
La sera a casa, mi faccio coraggio e racconto tutto a mio marito, che mi sorprende per il modo sereno con cui affronta il problema. Lui era conosciuto da tutti in ufficio ed avrebbe potuto sentirsi umiliato, invece niente, si preoccupa solo della mia sicurezza e che io possa sentirmi tranquilla quando vivo la mia storia.
“Non puoi rischiare ancora di essere sorpresa da quel delinquente, bisogna che troviamo un modo più sicuro se non vuoi rinunciare. Pensi che lui sia disposto a venire sin qui? L'unica cosa che ti impedisce di portarlo in casa è la preoccupazione che i vicini ti vedano e possano criticarti, ma io me ne frego dei vicini, possono pensare quello che vogliono, io so e sto tranquillo, anche se credo che avendo a disposizione la casa, non ci sarà più nulla ad evitare che abbiate un rapporto completo. So che succederà, e non mi fa paura anzi, forse lo desidero e mi eccita solo il pensiero.”
Queste sue parole mi stupiscono, non avrei mai immaginato che potesse arrivarci, ma mi hanno dato tranquillità e fiducia. Decido di accettare ed il giorno dopo lo propongo a C., il quale senza titubare accetta e mi accompagna sino a casa. Entriamo, gli chiedo se gradisce un caffè e lui per tutta risposta, mi prende tra le braccia e mi stringe mentre mi bacia con impeto, le sue mani cominciano a palparmi su tutto il corpo. Sento sul ventre la sua eccitazione che preme attraverso i tessuti. Mentre mi bacia comincia a sbottonarmi la camicetta, sgancia il reggiseno e con poche mosse rimango a torso nudo preda delle sue carezze che mi fanno salire l'eccitazione alle stelle. Non vedo l'ora di essere nuda, mentre gli faccio capire che anche lui si spogli, mi slaccio la gonna e sfilo le mutandine, per la prima volta sono completamente nuda per lui! Anche lui si è spogliato, lo osservo, con il cazzo che svetta orgoglioso, lo prendo tra le mani e mi abbasso per spompinarlo a dovere, sto attenta a fermarmi, non voglio farlo venire, voglio che mi penetri in fica, per la prima volta un cazzo diverso da quello di mio marito entra dolcemente dentro di me. E' tanta l'eccitazione che grondo di umori e favorisco il suo orgasmo, prima che eiaculi, faccio in tempo a scansarlo e mi schizza la sua sborra su tutto il corpo. Con un asciugamano che prudente mi ero messa vicino, pulisco alla meglio e lui si avventa con la lingua sulla mia fica, mi lecca in profondità e comincia a baciarmi dappertutto. Non c'è una parte del corpo che non abbia esplorato, è come assetato, non mi aveva ancora mai avuta tutta in questo modo e appaga appieno il suo desiderio. Intanto mi giro e cerco il suo cazzo con la mia bocca e con le mani gli stringo le palle. Comincio a leccare e succhiare, sento sulla sua pelle il sapore e l'odore della sua sborra e dei miei umori, questo fa salire di nuovo l'eccitazione ad entrambe. Lui è di nuovo duro come un pezzo di marmo, con le mani lo indirizzo alla mia fica per un secondo rapporto, porgendogliela a pecorina, mi stantuffa per bene portandomi ad un piacere che non avevo mai provato, quando sborra, mi inonda sulle chiappe e sulla schiena. Poi con le mani, mi spalma la sborra su tutto il corpo. Siamo completamente appagati. E' tardi e deve andar via, mi bacia sulla fica, sui capezzoli e sulla bocca inserendo in profondità la lingua. Ricambio con foga, travolta dal desiderio e dalla riconoscenza per avermi dato tanto piacere. Guardo l'ora, mio marito sta per rientrare, mi rivesto alla svelta ma non indosso né reggiseno né mutandine. Voglio che lui mi trovi così.

Quando arriva, leggo nei suoi occhi il desiderio di sapere cosa era successo, sicuro che non poteva essere andata diversamente. Comincio a raccontargli ogni particolare dell'incontro finito da poco. Mentre racconto, si eccita in un modo quasi animale, lo sento ansimare dal desiderio, comincia a spogliarmi e trovandomi senza intimo la sua eccitazione cresce ancora, comincia a baciarmi su tutto il corpo e sente l'odore del sesso sulla mia pelle, fuori di se, comincia a leccare ogni centimetro e con un cazzo duro come non mai, mi penetra selvaggiamente arrivando entrambe ad orgasmi mai provati prima, mi inonda la fica e questo mi da altro piacere, prima mi era mancato. La prossima volta voglio farlo venire dentro di me, non prendevo la pillola e dovevo calcolare il rischio. Forse sono stata brava, ma è andata bene.
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