Lucas si grattò la testa fissando il set di valigie disposte in bella fila accanto la macchina. Com’era stato possibile? continuava chiedersi. Aveva calcolato tutto in modo che ci stessero comode nel bagagliaio e adesso non sapeva da che parte cominciare con tutta quella roba. Solo quando sentì il vociare di due ragazze alle sue spalle ebbe l’illuminazione. Ovviamente, con quelle due era più che possibile. Trasalì quando le vide con in mano entrambe un altro borsone a testa.
- Ma che fate?
Le altre si fermarono a guardarlo in modo interrogativo, completamente sorprese.
- Si era detto solo l’essenziale. Già non so dove mettere tutte queste e voi arrivate con altri due borsoni?
Le due si guardarono sorridendo e alzando gli occhi al cielo, in un gesto di commiserazione sospirarono
- Papà, guarda che questo è l’essenziale! Disse Michela
- 19 anni che vivi con due ragazze e non hai ancora imparato nulla? Aggiunse Giulia ridendo
Inutile discutere. Gli ci vollero dieci minuti buoni per riuscire a trovare modo di far stare tutto. Chiuse a fatica il portellone. Le puntò entrambe con l’indice.
- Se esplode il bagagliaio mentre siamo in autostrada, mando voi due a cercare la roba in autostrada!
Le ragazze ammiccarono divertite.
- Bene, direi che abbiamo tutto e anche se non ce l’avessimo, tanto non ci starebbe più. Partiamo!
Un secondo e Giulia dice
- Io davanti!
- No, io. L’ho detto già ieri!
- Ieri non conta. La macchina non era ancora pronta!
- E che centra?
Quando erano assieme era sempre così. Un continuo di scenette, battute, punzecchiature. Più che sorelle sembravano un duetto comico. Lucas non sapeva se ridere o piangere
- Ragazze…. RAGAZZE!
Al richiamo entrambe smisero immediatamente e si misero sull’attenti, in un perfetto saluto militare. Anche quello era un classico. Le scenette a tema militare era un loro cavallo di battaglia. Dopotutto Lucas era un soldato. Corpo paracadutisti. Come ogni tanto alle figlie piaceva dire scherzando “quelli tosti”. Sinceramente lui era finito a fare quello più per necessità che per vera passione, per cui non ne parlava mai a casa, ma ciò non importava loro. Erano fissate con l’argomento. Adoravano tutto quel mondo e ciò che lo circondava, anche se per fortuna nessuna aveva mai mostrato interesse ad entrarvi. Meno male, altrimenti sarebbe stata la prima volta che avrebbe dovuto veramente negare loro qualcosa. Alla fine da quell’anno in poi si sarebbe trovato due dottoresse in erba in casa. Vedendole fare le stupide a quel modo così non si sarebbe detto, ma erano veramente due piccoli genietti. Avevano superato l’esame di ammissione con la facilità con cui lui sbadigliava. Probabilmente avevano preso dalla madre. Lucas senti una fitta al cuore a pensare al suo primo ed unico vero amore. Era scomparsa tanto tempo fa, quando loro erano piccole e aveva dovuto crescerle tutte da solo. Con il suo lavoro, sempre in giro, non ce l’avrebbe mai fatta se non fosse stato per l’aiuto essenziale dei nonni. Ma ora finalmente, dopo tanto tempo era riuscito ad ottenere una promozione e un posto in un centro di addestramento. Niente più missioni, trasferte interminabili e dislocamenti. Avrebbe potuto godersi in pace quegli anni prima che entrambe se ne andassero per la propria strada. Il lavoro era dall’altra parte del paese, ma poco importava. Erano tutti abituati a saltare da un posto all’altro ma almeno sapevano che quello sarebbe stato il loro ultimo trasferimento. Visto che era nel pieno dell’estate avevano deciso di trasformarlo in una sorta di vacanza on the road attraverso tutto lo stato. Guardò i suoi due amori. Oramai erano cresciute. Ed erano diventate davvero due bellissime ragazze. Si somigliavano molto, anche se differivano per molti dettagli, piccoli e grandi. Erano gemelle, ma eterozigote. Avevano ancora un fisico vagamente acerbo, o forse era così come lui, da padre, le vedeva. Erano snelle e longilinee. Un seno piccolo, ma ben proporzionato con il loro fisico. Un volto con un ovale perfetto. Capelli castano quasi biondo Michela, molto più scuro per Giulia. Ad entrambe piaceva tenerli sempre abbastanza corti. Solo negli occhi erano assolutamente identiche. Un bel colore che passava dal blu intenso al grigio a seconda del tempo e a volte anche del loro umore. Avevano gli stessi occhi della madre. Lucas era sempre stato molto fiero di questo. E sempre come la madre, erano allegre, divertenti, sempre radiose. Soprattutto, molto unite. Potevano passare tutto il tempo a punzecchiarsi a vicenda, ma se provavi ad attaccare una, subito l’altra le andava in difesa. Secondo lui quella era la cosa più bella che avevano. Assieme era una vera forza della natura.
- Sissignore, signor capitano! Disse Michela scimmiottando un soldato. Poi ammiccando alla sorella le sussurrò – Era capitano, vero?
L’altra finse di pensarci un po’ su e disse
- Secondo me era comandante
- Non è né capitano né comandante rispose lui scocciato. – Tenente colonnello!
Michela mise una mano davanti alla bocca e fingendo ancora di sussurrare
- Cavolo… nostro papà è un pezzo grosso!
- Così pare!
Lucas sospirò rassegnato
- Ragazze… siamo sicuri che vi devo iscrivere al primo anno dell’università? Perché secondo me è il primo anno dell’asilo il posto giusto per voi!
- Nossignore! Rispose Giulia imitando una voce grossa È al primo anno della facoltà di medicina che ci deve iscrivere! E fra sei anni di rette da pagare per lei e feste universitarie per noi le garantisco che avrà arruolato due perfetti medici pronti ad ogni situazione!
Entrambe sghignazzarono sotto i baffi
- Lo sapevo che vi dovevo chiudere all’Accademia militare
- Dai papà… Disse Michela ridendo – Lo dici da quando avevamo cinque anni… non ci crede più nessuno!
- Ed infatti sto sbagliando da allora. Comunque… ed indicò Giulia – tu dietro. Così impari a ricordarmi delle vostre rette! E alla prima pisciata, vi scambiate, d’accordo?
Giulia incrociò le braccia facendo il broncio come una bambina piccola, mentre Michela con una smorfia colse l’occasione al volo per infilarsi davanti. Erano appena usciti dal cancelletto che Giulia infilò la testa tra i sedili e disse
- Oh… possiamo fermarci per una pisciata? Mi scappa tanto.
Lucas avrebbe voluto risponderle a tono, ma non ne ebbe tempo
- Se aspetti due minuti finisco la bottiglietta e te la passo, sorellina!
Giulia le tirò uno scappellotto sulla nuca. Viaggiarono per quasi tre ore e per tutto il tempo nessuna delle due stette ferma o zitta per un solo attimo. In pochi minuti si erano già sfilate sandali, allungando comode comode i piedi sul cruscotto. Fecero una infinità di giochi da macchina, intervallati da stonati playback quando alla radio davano una canzone che a loro piaceva. Lucas fingeva esasperazione, ma la verità era che anche lui si stava divertendo un mondo. Tutto andò bene, finché attraversando una pozzanghera la macchina fece un tale salto da fare sbattere a tutti la testa sul tettuccio. Lucas imprecò ed accostò
- Tutto bene ragazze? Fece preoccupato
- Si si disse Michela massaggiandosi la testa per la botta.
- Anch’io tutto a posto rispose Giulia – Che è successo?
- Mi sa che sotto quella pozzanghera c’era una buca
- Più che una buca c’era un fosso fino al centro del mondo. Che botta!
- Dai scendiamo un attimo che devo vedere se la macchina è a posto
Scesero tutti e tre e mentre le ragazze si stiracchiavano e sgranchivano le gambe, Lucas guardo la ruota.
- Cavolo, è distrutta. Ha squarciato pure il copertone.
- Abbiamo la ruota di scorta?
- Certo, Sotto tutta la roba che mi avete fatto caricare. Quindi, cominciate pure a darvi da fare a togliere tutto, mentre io svito
Sbuffarono all’unisono. Lucas colse l’occasione per prendersi una piccola rivincita
- Si chiama Karma, ragazze. Pensateci la prossima volta che non ascoltate i miei consigli su come fare i bagagli.
Si misero tutti all’opera. Il sole picchiava duro. Lucas dovette togliersi la maglietta, lavorando a torso nudo per non morire di caldo. Lavorò per una quindicina minuti, prima di accorgersi che era stato tutto inutile. Si era piegato anche un braccetto della ruota.
- Niente da fare, qua ci vuole un meccanico sentenziò alla fine
- Oh… e come facciamo? Dobbiamo andare sul bordo della strada ed allungare le gambe sperando che qualcuno si fermi? Disse Michela
- Mmm.. magari potrebbe farlo papà! Sai se vai come sei ora magari qualche tardona si ferma a caricarlo disse Giulia ammiccando al muscoloso torso scoperto del padre
- Ehi, nessuna tardona ci ruberà il papi! Saltò su con un’insolita foga Michela
- Tranquilla sorellina. Se non ci piace la facciamo scappare in dieci minuti!
Si fecero entrambe l’occhiolino e puntarono il pollice insù.
- Bene. Sono contento che non abbiate perso il senso dell’umorismo. E se avete finito di dire sciocchezze, potete stare zitte un minuto mentre chiamo il carro attrezzi?
Dopo un’oretta erano tutti e tre schiacciati su un carro attrezzi in rotta verso la più vicina città. L’unico meccanico aperto che trovarono gli sparò una tal fucilata per fare il lavoro che Lucas gli avrebbe spaccato il cric in testa se non avesse saputo che pagava l’assicurazione, ma almeno gli garantì che avrebbe fatto tutto entro la mattinata successiva. Poi dovettero cercare l’hotel. Purtroppo l’unico disponibile era un una brutta zona vicino alla stazione. Se non altro era abbastanza carino e pulito. Si fecero una doccia veloce ed andarono in una pizzeria vicino per la cena. L’inconveniente avrebbe dovuto mettere tutti di cattivo umore, ma non successe. Alla fine era tutto una piccola avventura, anche quel piccolo disguido. Passarono la serata scherzando e divertendosi. Uscirono che era già tardi. Le strade erano deserte e poco illuminate. Era davvero una brutta zona. Mancavano ancora qualche centinaio di metri all’hotel, che con la coda dell’occhio Lucas intravvide quattro brutti tipi. Li sentì chiamarli da lontano, ma Lucas disse alle ragazze di non farci caso e tirare dritto. Quella situazione non gli piaceva e sperava che li avrebbero lasciati stare. Anche le ragazze, notando il suo nervosismo cominciarono a preoccuparsi. Purtroppo per loro, gli altri non desistettero. Gli tagliarono la strada. Un paio gli si pararono davanti frapponendosi fra lui e le figlie, mentre altri due puntarono a Michela e Giulia. La cosa si stava facendo brutta.
- Ehi, tu, disse il più grosso che gli stava di fronte in tono minaccioso – Ci hai sentiti o no che ti chiamavamo? Che fai, non ci rispondi?
Lucas lo ignorò sviando di lato, per ricongiungersi con le altre, ma il tipo lo respinse indietro. Le ragazze guardavano il padre sempre più smarrite e preoccupate.
- Che fai, continui ad ignorarci? Insistette il primo.
- Che belle ragazze hai qui. Allungò una mano verso Giulia, ma Michela d’istinto lo ributtò indietro.
- Ehi, tu, sei mica maleducata come tuo padre disse l’altro. Ed afferrò Michela per una spalla, bloccandola.
Fu allora Giulia a cercare di difendere la sorella, ma anche lei fu immobilizzata.
- Tu brutto stronzo, togli le mani di dosso da mia figlia intimò Lucas.
Fece per andare in soccorso dalle ragazze, ma il tipo grosso tirò fuori un coltellino e glielo puntò addosso
- Tu adesso stai buono qui, mentre noi andiamo fare qualcosina con le tue due figliolette, capito? Se state tutti buoni, prometto che te le riportiamo tutte come prima?
- Si… quasi come prima sghignazzò il quarto.
Ma Lucas non li stava più ascoltando. Appena visto il coltellino, il suo istinto da soldato venne fuori. Era come se il tempo si fosse fermato. Buttò un occhio verso il tipo che aveva di fronte. Era il più grosso. Era armato. Era il capetto. L’altro accanto a lui. Quasi irrilevante, ma non da ignorare. Gli altri due. Uno era di fronte a Michela, ma l’aveva lasciata per un attimo. Poi il quarto. Il peggio. Teneva Giulia bloccata addosso a sé. Lei era il pericolo più grande di tutto. Pensò tutto questo in un istante. E l’istante dopo decise cosa fare. Non poteva esitare per un solo istante. Era più forte di ognuno singolarmente, ma tutti assieme lo avrebbero sopraffatto in un attimo. E soprattutto era lontano da Giulia e Michela per coprirle direttamente. Avrebbe dovuto giocare tutto nel modo giusto. Poi il suo corpo, temprato da anni di addestramento iniziò a muoversi quasi da solo. Con una singola presa afferrò la mano del tipo grosso. Gliela torse dietro la schiena e lo sollevò in alto finché non senti il nitido schiocco di ossa che si rompevano. Afferrò il coltello un attimo prima che cadesse a terra. Lo spinse contro il vicino, facendolo sbilanciare. Calcio sul ginocchio. Forse glielo aveva rotto, ma non ne era sicuro. Appena lo vide cadere in ginocchio, un calcio basso sul volto, così forte da farlo riversare all’indietro. Tirò ancora un calcio sui testicoli al primo, che cadde riverso a terra. Ok, questi due erano fuori dai giochi. Alzo la mano con il coltello in pugno e fece per caricare quello che teneva Giulia. Il tipo, d’istinto, fece per ritrarsi mollando la presa su di lei. Esattamente quello che voleva. Senza troppa gentilezza afferrò la figlia e la tirò in salvo verso di sé. Infine ancora una mossa e si parò di fronte all’ultimo. Frapponendo sé stesso tra loro due e le ragazze. Tutto avvenne in poco più di un paio di secondi. Talmente veloce che nessuno aveva avuto il tempo di capire che stava succedendo. Ma ora Giulia e Michela ora erano al sicuro, dietro di lui. Era fatta. Ce n’erano ancora due in piedi, ma non aveva più importanza. Si mise in posizione di guardia, coltello alla mano e fissò minaccioso quei bastardi.
- Dieci secondi disse
Gli altri lo guardavano completamente disorientati.
- Avete dieci secondi per raccogliere quei due pezzi di merda e sparire. Non m’importa se provate a venirmi addosso o no. Avete toccato le mie figlie. Se fra dieci secondi vi ho ancora davanti, giuro che vi taglio le palle e ve le faccio mangiare. E vi lascio qua per strada a morire dissanguati.
Gli altri lo guardarono ancora inebetiti. Erano come schioccati.
- Cinque secondi
Di colpo si risvegliarono e capirono che dovevano levare i tacchi. Presero gli amici che a fatica riuscivano a malapena a trascinarsi. Lucas non si mosse un centimetro dalla posizione di guardia finché non li vide sparire in una strada laterale. Rimase ancora ad aspettare un mezzo minuto e poi infine tirò un sospiro ed abbassò il coltello. Solo allora poté rivolgere l’attenzione alle sue bambine. Erano paralizzate dallo spavento. Tremavano come foglie. Le prese entrambe in un unico abbraccio e le strinse forte. Le ragazze scoppiarono a piangere. Sussurrò parole di conforto, cercando di rassicurarle e diede loro tutto il tempo necessario a sfogarsi. Ci vollero diversi minuti prima che si riprendessero. Quando smisero di piangere le liberò dall’abbraccio e con una carezza in volto asciugò loro le lacrime. Avevano gli occhi rossi e spaventati.
- Ora ritorniamo in hotel, ok?
Michela e Giulia annuirono senza dire una parola. Fecero la poca distanza che li separava dall’hotel sempre strette a lui. Appena entrati in camera, chiuse la porta a doppia mandata. Era un gesto assolutamente inutile dentro all’hotel, ma voleva fare in modo che le ragazze si sentissero al sicuro. Sui campi di battaglia aveva visto fin troppo episodi post traumatici e sapeva fin troppo bene che erano a volte più pericolosi degli eventi stessi che li aveva causati. Doveva far di tutto perché le ragazze si sentissero rassicurate e al sicuro. Si mise di fronte a loro e poggiando una mano sulla spalla di ognuna, le fissò negli occhi. Parlo con tutta la dolcezza del mondo.
- Bene ragazze. Ora fate come me. Respirate piano piano.
Inspirò ed espirò lentamente. Michela e Giulia lo imitarono. Lo fecero per diverse volte. Sembrò funzionare. Sembrava stessero cominciando a calmarsi. Prese un pattumiera della pattumiera e glielo porse
- Bene. Ora andate in bagno. Vi togliete tutto quello che avete addosso e lo buttate qua dentro, ok?
Le ragazze annuirono.
- Lo chiudete e lo lasciate li. Poi vi fate tutte e due una bella e lunghissima doccia, avete capito? E vi lavate e vi strofinate finché la vostra pelle vi chiede pietà, capito?
Fecero entrambe un debole sorriso.
- Si risposero entrambe.
Diede ad ognuna un lungo bacio in fronte.
- Dai. Ora, su! Andate!
Le ragazze rimasero in bagno per quasi un’ora. Non era la solita scena di loro che urlavano e scherzavano per tutto il tempo, ma le senti comunque parlottare tra di loro. Per un attimo gli sembrò addirittura stessero ridacchiando. Forse si stavano davvero riprendendo. Era stata davvero una brutta esperienza, soprattutto per loro, ma sapeva che erano forti. Per alcuni, con quel modo di fare che avevano forse potevano sembrare infantili, ma lui sapeva che non era così. Erano come loro madre. Solari, piene di vita e di gioia. E lui voleva fossero sempre così.
Entrate in bagno, Michela e Giulia erano ancora molto scosse. Nessuna delle due aveva voglia di parlare. In modo quasi automatico, fecero esattamente come aveva detto loro papà. Si spogliarono e buttarono tutto nel sacchetto. Poi si infilarono nella doccia. L’acqua cominciò a scorrere sulla loro nuda pelle. Poggiarono la testa ognuna sull’altra, fronte a fronte. Rimasero a lungo così in silenzio ad occhi chiusi, sentendo l’acqua calda scorrerle addosso. In qualche modo sembrava stesse funzionando. Pian piano sentirono come la sozzura che si sentivano ancora addosso di quei tipi, così come anche il loro ricordo fosse lavato via. Sempre occhi chiusi, sentivano solo più il reciproco contatto del morbido corpo dell’altra. In altri momenti si sarebbero imbarazzate a stare così, ma ora le faceva sentire bene. Sentire una addosso l’altra il tepore della pelle di una persona che amavano era la cosa migliore che potessero mai provare. Fu Michela la prima a parlare.
- Come va? Meglio?
- Si. E tu?
- Anch’io. Ora mi sento bene, qui con te.
- Mi sono spaventata così tanto. Avevo una paura da morire che ti facessero male
- Anch’io. Quando quel tipo ti ha presa. Credevo di impazzire. Ma ora va tutto bene.
- Si siamo di nuovo assieme, sane e salve!
Rimasero un attimo in silenzio, poi Giulia riprese
- Miky?
- Si?
- Ma hai visto papà?
Per la prima volta dopo che era successo tutto, la ragazza accenno un vero sorriso. Continuavano a parlare senza staccare la testa una dall’altra. I corpi che sembravano compenetrassi, tanto erano vicini. Le labbra a pochi millimetri una dall’altra
- Si che l’ho visto! E tu?
- Si! Dio… è stato pazzesco! Sembrava un eroe da film! Anche la sua bocca si aprì in un timido sorriso ripensando al padre
- Si! Era come vedere Rambo, Terminator e Bourne tutti assieme!!
- Ma che papà abbiamo?
- Il papà più figo del mondo!
- Già!!
- Giulia… credo di essermi innamorata di papà…
- Non dire sciocchezze ora… tu sei innamorata di papà da tutta la vita!
- Senti chi parla… quella che piangeva per due ore ogni volta che lo vedeva andare uscire di casa! Però… dico sul serio… credo di essermi veramente innamorata senza speranza di papà
- Miky… che facciamo? Lo credo di esserlo anch’io.
- Come sempre… ci dividiamo tutto.
- Posso dirti una cosa senza sembrarti una pazza?
- Cioè… più pazza del solito?
Sghignazzarono entrambe
- Se penso a quando papà mi ha tirato via e si è messo davanti a noi per proteggerci… beh… mi eccito
Michela le afferrò la mano e gliela poggio sulla linea della sua vulva.
- Credi che si solo acqua questa? Disse in tono malizioso
- No… decisamente no…
Lentamente cominciò a muovere le dita su e giù sulle intimità della sorella. Michela poggiò la mano sul pube dell’altra e la imitò
- Dici che possiamo farlo?
- Ti ricordi la nostra una regola? Le uniche regole che valgono….
- …. Sono le regole che decidiamo noi due finì Giulia
- Per me questo vale. Tu cosa voti?
- Vale anche per me
Le mani si mossero sulle reciproche volve prima lentamente, poi sempre più velocemente. I loro corpi scivolavano uno sull’altro. I capezzoli turgidi e duri si carezzavano a vicenda. I loro corpi fremevano per l’eccitazione. Dolcemente le loro labbra prima si sfiorarono, poi cominciarono ad aprirsi in un timido bacio che divenne sempre più intenso. Il sapore dell’acqua si mescolava a quello dell’altrui saliva. A stento trattenevano i gemiti. Solo il loro fiato rotto avrebbe fatto capire la passione e il desiderio che le bruciava dentro. Vennero quasi in contemporanea e ci volle un bel po’ prima che si riprendessero.
- Credo dovremmo uscire. Sarà un’ora che siamo qua dentro… papà potrebbe preoccuparsi disse alfine Giulia
Michela rimase zitta un attimo. Sembrava stesse raccogliendo tutte le sue forze per dire quello che stava per dire
- Se mai succedesse… Io voto che anche tutto il resto vale… Tutto il resto con papà intendo.
Giulia le carezzò i capelli con un’infinita dolcezza. Le diede un bacio e disse:
- Lo voto anch’io
Quando uscirono sembravano stare decisamente meglio. Non erano le solite ragazze sorridenti e solari, ma non avevano più quello sguardo terrorizzato negli occhi. Lucas le guardo con un amore infinito, carezzando ancora la guancia di entrambe.
- Va meglio? Disse
- Si, risposero entrambe
Poi entrò lui in bagno. Si spogliò e mise tutti i suoi vestiti nel sacchetto. Il giorno dopo avrebbe buttato via tutto. Doveva sparire ogni cosa che potesse ricordare quella sera. Una volta aperto il rubinetto si poggiò al muro della doccia. Mentre sentiva l’acqua bollente scivolargli lungo il corpo per un attimo si sentì mancare. Ora che era solo poteva finalmente lasciarsi andare. Si inginocchio a terra, trattenendo a fatica un attacco di panico. Aveva dovuto trattenersi per tutto il tempo per dare supporto alle altre due, ma la verità era che si era spaventato a morte. L’immagine di Giulia e Michela alla mercé di quei tizi non gli si levava più dalla testa. Avrebbe voluto piangere, ma le altre lo avrebbero sentito. Gli ci volle quasi una mezz’ora prima che si sentisse abbastanza bene da poter presentarsi. Quando usci, le trovo entrambe ancora in accappatoio addormentate abbracciate l’una all’altra sul letto matrimoniale in centro alla stanza. Avrebbe dovuto essere il suo letto, ma decise che era meglio lasciarle stare. Stava già per coricarsi su uno degli altri due lettini, quando vide Giulia aprire gli occhi e guardarlo. La ragazza gli tese la mano per invitarlo a coricarsi con loro. Si avvicino con la massima attenzione per non svegliare anche Michela, ma anche lei apri gli occhi. Si spostò in modo che lui potesse coricarsi in mezzo a loro. Un attimo dopo entrambe poggiarono la testa sul suo petto e si strinsero a lui. Lui accarezzò loro la testa finché non le senti entrambe addormentarsi. Prima di cadere nell’oblio giurò a sé stesso che mai e poi mai avrebbe più permesso che accadesse a loro qualcosa di male. Quando si svegliò la mattina dopo si trovò in una situazione assolutamente inaspettata. La sera prima erano talmente stanchi che erano crollati così com’erano con addosso solo gli asciugamani addosso. Ora si ritrovava contro di sé i corpi nudi di entrambe le sue figlie, quasi nella stessa posizione di come le aveva lasciate la sera prima. Non avrebbe dovuto farlo, ma i suoi occhi non riuscirono ad allontanarsi da quella visione incredibile. Non le aveva mai viste nude. Ma adesso non poteva smettere di guardare i loro corpi. Erano praticamente perfette. La sinuosa linea dei fianchi si snodava in due curve che invitavano ad ammirare prima i piccoli e sodi seni, portare più giù fino all’inguine liscio e infine alla sottile linea della vagina. Ebbe una istintiva ed incontrollabile erezione. E solo in quel momento si ricordò che neanche lui si era rivestito la sera prima. Buttò un occhio giù e vide il proprio membro su, completamente esposto e dritto come una torre. Accidenti! In fretta e furia cercò di coprirlo con l’asciugamano, ma anche così a malapena riusciva a nascondere la protuberanza che aveva sotto. Quando si girò incappò negli occhi di Giulia. Lo guardava sorridendo. Accidenti… da quanto era sveglia? Si chiese. Sperò in cuor suo avesse fatto in tempo. In ogni caso lei non disse nulla. Non riusciva a capire se stava fingendo o meno. Ancor più sembrava neanche far caso al fatto di essere completamente nuda accanto a lui. Decise di far finta di nulla anche lui, se non altro per evitare l’imbarazzo ad entrambi. Forzò un sorriso imbarazzato.
- Buongiorno disse
- Buongiorno, papà rispose lei sorridendo ancor più.
Era un sorriso tra il divertito e il sornione, ma a lui non importava. Gli importava solo il vederla di nuovo così. Aveva ancora il terrore che ciò che era successo la sera prima avesse inquinato per sempre il loro spirito. Ma evidentemente non era così. Lei allungò le braccia verso di lui e lo chiuse in uno stretto abbraccio. Gli diede un piccolo bacio sull’angolo della bocca.
- Tutto bene? Disse lui
- Tutto bene rispose lei.
D’improvviso senti un soffice corpo poggiarsi dietro lui. Percepì il contatto di due piccoli capezzoli sulla sua nuda pelle. Anche Michela si era svegliata.
- E a me non chiedi se va tutto bene? Disse lei scherzando.
Lucas non ebbe tempo di prenderle fiato per risponderle che lei gli diede un piccolo bacio sulle labbra chiuse
- Si, va tutto bene! Disse ridendo a sua volta
Accidenti senti il suo membro indurirsi fin quasi ad esplodere. Ne aveva perso ogni controllo. Con maldestro scatto si mise in piedi cercando di sfuggire all’imbarazzo della situazione. Fece talmente di corsa che le sbalzò entrambe ai lati. Giulia diede persino una testata sul letto.
- Ahu! Fece lei massaggiandosi un poco la testa – Papà, ti pare modo ti trattare così le tue figliuole adorate? Disse ridendo
- Le mie figliuole svergognate, semmai! Mica è un hotel per nudisti. Filate via e datevi una sistemata.
Michela appoggiò la testa sul mento e con un tono tra il divertito e lo strafottente disse
- Da che pulpito la predica!
E gli indicò le parti basse. Diamine era saltato su talmente in fretta che l’asciugamano gli era sfilato via. Era nudo come mamma l’aveva fatto. Di fronte alle figlie. E pure ancora con una vistosa erezione. Prese una coperta e gliela lanciò addosso mentre loro ancora ridevano come matte. Benché avesse appena vissuto quella che probabilmente era la scena più imbarazzante della sua vita, mentre preparava il piatto del buffet della colazione Lucas non la smetteva di ridere tra sé e sé. Era felice come non mai. I suoi due angeli si erano riprese subito. Erano così forti. Ed intelligenti. Cercò di reprimere l’immagine di loro due nude, accanto a lui, ma non ci riuscì. Erano belle. Quando si voltò le vide già al tavolo che stavano parlando concitatamente. Senti di amarle come non mai. La sera prima, quando si era piazzato davanti a loro, la sola idea di doverle proteggerle lo aveva fatto sentire come indistruttibile. In quel momento neanche un treno in corsa sarebbe riuscito a smuoverlo di un solo centimetro. Quando si sedette Giulia era impegnata in una delle sue imitazioni. Imitando malamente la voce del padre agitava un cucchiaio con un gesto simile a quello che aveva fatto lui mentre le proteggeva. Michela si tappava la bocca con entrambe le mani per non scoppiare a ridere
- “Se fra dieci secondi vi ho ancora davanti, giuro che vi taglio le palle e ve le faccio mangiare” Disse ogni parola a fatica, perché anche lei sembrava sul punto di scoppiare a ridere da un momento all’altro. Si voltò verso di lui – Dio che frase da film! Credo che neanche Swarznegger ai tempi d’oro abbia mai detto una cosa del genere!
Lucas Alzò gli occhi al cielo sospirando rassegnato.
- Abbiamo un papà supereroe! Altro che Avengers! Disse Michela asciugandosi gli occhi che lacrimavano per il troppo ridere
- Se è così allora dobbiamo dargli un nome da eroe fece l’altra improvvisamente pensierosa – Papà mascherato?
- Naaa… troppo scontato! Magari Mister tenente colonnello?
- Super capitano!
- Parà vendicatore!
Oramai erano partite per la tangente. Continuarono per quasi due minuti ad inventarsi i nomi più assurdi
- Già ma noi che ruolo abbiamo? Si chiese improvvisamente Giulia
- Ovviamente saremo le sue fidate assistenti. Noi saremo quelle intelligenti e lui ovviamente la forza bruta! Gli palpo il braccio muscoloso – E che forza!
Lucas le diede uno scappellotto sulla testa, ma fu inutile. Una volta lanciate nulla poteva più fermarle
- Allora saremo un gruppo di supereroi dobbiamo darci un nome comune!
- Le belle e la bestia?
Scoppiarono entrambe a ridere. Quando si ripresero, Giulia ricominciò
- La super famiglia Valente!
- Dai… sembra il più il nome di una banda di mafiosi! E poi così va a farsi benedire la nostra identità segreta!
Nulla. Erano incontenibili. Prima di finire colazione avevano già concordato sede segreta, modifiche alla macchina per renderla più da supereroi, inventato un supercattivo da combattere e super gadget che avrebbero dovuto assolutamente avere. Divennero così dettagliate sull’argomento che per un attimo Lucas quasi temette di doversi trovare presto un costume da super eroe. Uscendo dall’hotel, la via più veloce per il meccanico era passando il vicolo della sera prima, ma Lucas pensò meglio di fare il giro lungo per evitare. Non fece neppure un passo che si senti afferrare da entrambe.
- Dai andiamo di qua disse Giulia indicando l’altra direzione
- Poi chi ci tocca con te accanto? Aggiunse Michele in tono scherzoso.
Sembravano stare scherzando, ma dai loro occhi si capiva che erano dannatamente serie. Volevano fargli capire che non avevano più paura. Lucas senti il cuore scoppiargli d’orgoglio per le sue piccole. Ognuna di loro gli prese un braccio e si avviarono. Sembrava che dalla sera prima cercassero molto di più il contatto fisico. Tra di loro, ma anche con lui. Decise di lasciarle fare. Probabilmente avevano ancora bisogno di conforto e senso di sicurezza. E certo lui non avrebbe mancato di coccolarle e viziarle per tutto il tempo. E poi, sentire il loro corpo così vicino gli dava piacere. Un piacere che non poteva confessare neppure a se stesso. Per un attimo gli apparve in mente ancora l’immagine dei loro corpi nudi. Cercò di reprimerla, ma non ce la faceva proprio. Arrivarono al campeggio nel tardo pomeriggio. Negli anni passati, causa il suo magro stipendio da soldato di basso grado, avevano trascorso quasi tutte le loro vacanze in posti come quello. Ora avrebbero potuto permettersi molto di più, ma non aveva importanza. Oramai era entrato nel loro DNA. Una vacanza non era vacanza senza campeggio. Se non altro, Lucas stavolta aveva potuto optare per un piccolo miniappartamento invece della solita tenda o bungalow squassato. Era troppo tardi per andare al mare, per cui si diedero una sistemata e fecero cena nel ristorantino del campeggio. Davanti c’era una pista da ballo dove gli animatori avevano organizzato una piccola serata danzante. Nonostante le obiezioni di Lucas, fu trascinato a forza dentro. Ballò a turno con entrambe per quasi un’ora. Stava nella pista quasi vuota, con Giulia abbracciata. Ballavano senza quasi muoversi al dolce ritmo di un lento anni 80. Giulia era completamente appoggiata a lui, la testa sul suo petto.
- Questo però è l’ultimo giro, ok? Domani ci dobbiamo svegliare presto disse lui
- Ok, papà rispose lei senza aprire gli occhi. Si godeva il quel momento con un sorriso di beatitudine stampato in bocca – Papà?
- Si?
- Stamattina non scherzavo. Per me sei davvero il mio supereroe. Mi sento così al sicuro con te
Le diede un bacio affettuoso sulla testa
- Ci sarò sempre per te, piccola mia. E ti proteggerò sempre
Lei lo strinse ancora più forte a sé.
- Lo so papà
La mattina dopo, quando si risvegliò Lucas ebbe un forte senso di dejà vu. Nella notte le ragazze si erano intrufolate nel suo letto e dormivano tutte e due beatamente abbracciate a lui. Avrebbe dovuto sgridarle: non erano più bambine piccole che dovevano dormire ogni sera nel lettone dei genitori, ma non lo avrebbe fatto. Era così piacevole sentire i loro corpi morbidi accanto a sé. Almeno stavolta erano vestite. Avevano l’abitudine di dormire con le sue vecchie magliette. Inutile dire che addosso a loro facevano praticamente da vestito completo. Si ritrovò a guardare nuovamente i loro corpi. Pensò, non senza un piccolo senso di colpa, a quanto vorrebbe vederle nuovamente nude. Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine della mattina prima. Le guardava e continuava a pensare ai loro seni, a quel ventre piatto coronato da un ammaliante ombelico. Alla sottile linea della loro vulva. Avrebbe voluto carezzarle, baciarle in ogni millimetro della pelle. Sentiva dentro di sé che non avrebbe mai dovuto pensare certe cose proprio con le sue figlie, ma non riusciva a smettere. Quasi in risposta ai suoi pensieri Michela si mosse un poco appoggiandosi ancora più contro di lui. Senti i suoi seni puntargli contro. Percepì distintamente la cima dei suoi capezzoli. Sembravano irrigiditi. Forse aveva freddo. O forse…. Era altro? Scacciò il pensiero. Sentiva che stava per venirgli una nuova erezione. Questa volta voleva evitare la scena del giorno prima, e con molta cautela si alzò cercando di non svegliarle. Una volta in piedi vide Michela muovere nel sonno la mano, come a cercare qualcosa che non c’era più. Infine la ritirò, chiudendosi in posizione fetale. Prese un lenzuolo e glielo mise addosso. Giulia sembrò svegliarsi per un attimo, bofonchiò qualcosa nel dormiveglia e si tirò addosso il lenzuolo, riaddormentandosi. Guardò fuori. Era ancora il crepuscolo. Tendeva a svegliarsi molto presto, abitudine del suo lavoro. Per contro le ragazze non si svegliavano neanche con le bombe la mattina. Da grandi, come da piccole, la notte non volevano mai andare a dormire e la mattina non volevano mai svegliarsi. Si sedette sulla poltroncina cercando di leggere qualcosa, ma faticava a concentrarsi. Dopo poche pagine, non poteva resistere ad ammirarle. E sentire desiderio per loro. Michela e Giulia ebbero un brusco risveglio quando sentirono cadere loro addosso qualcosa
- Ehi, che succede? Fece Michela ancora mezza addormentata
Giulia si sfregò gli occhi e guardò l’oggetto che si era trovata addosso.
- E che serve questo? Disse scocciata.
Gli occhi non erano ancora abituati alla luce. Le ci volle un po’ per capire cosa fosse. Alla fine riuscì a metterlo a fuoco
- Uno zaino? E che ci serve uno zaino?
- Mi sembra ovvio. Riempitelo con cosa vi serve disse Lucas
- Ma papà, obbiettò – Avevi detto che avremo fatto mare oggi!
- Già: mare e relax! Aggiunse Giulia. – E questo non centra nulla con nessuna di queste due cose!
- Vedrete che centra eccome! Batté le mani impaziente. – Forza forza! Avete già dormito anche troppo
- Questo non è un campeggio. È una caserma! Constatò amaramente Michela
- Secondo me era meglio se andavamo davvero all’accademia militare rispose la sorella.
Ci volle loro una decina di minuti buoni prima che riuscissero ad alzarsi dal letto. E quasi una mezz’ora prima che finissero di preparare lo zaino. Durante la colazione il padre spiegò loro il piano della giornata. Le avrebbe portate in un posto magnifico. Solo che c’era da camminare un’oretta e mezza. Le ragazze parlavano poco, erano ancora di cattivo rumore a causa del brusco risveglio. Puntando la forchetta alla sua destra, Michela disse
- Guarda che c’è già un posto magnifico. È la spiaggia qua accanto. Ed è a cinque minuti a piedi da qui!
- Oh ragazze... davvero vi volete infilare in quella bolgia di gente schiamazzante per cercare un metro quadrato di spiaggia dove mettere il telo? Vi giuro che adorerete dove vi voglio portare. Qualche anno fa sono stato di stazza per qualche mese qui. E passavo tutto il tempo libero a passeggiare. Conosco ogni angolo di questa zona, anche i luoghi più nascosti. Vedrete: vi innamorerete di quel posto!
Michela mugugno poco convinta e rivolse la forchetta verso di lui in tono minaccioso.
- Giuro che se non sarà così ti pianto questa sul sedere!
- Però ragazze... buttarvi giù da letto vi rende violente!
- Ci puoi scommettere! E credici lo saremo molto di più dopo un’ora di camminata a vuoto! Gli rinfacciò Giulia
- Un’ora e mezza. Se camminiamo veloci. Molto veloci.
Entrambe si buttarono giù sbattendo la testa sul tavolo disperate. Era comico come riuscivano a fare sempre certe cose in sincrono. Ok, erano gemelle e molto uniti ma a volte sembrava davvero che leggessero la mente l’una dell’altra.
- Dai scommettiamo. Quindi se non vi piace pagherò pegno. Che volete che faccia?
- Te l’ho già detto disse Michela senza alzare la testa dal tavolo. E agitò la forchetta in modo minaccioso – Mi porto dietro questa!
- E se vi piace?
- Non succederà mai. Disse Giulia. – Ma se proprio vuoi, ci pensiamo per strada.
- Bene, allora deciso. Batté ancora le mani – Dai si parte!
- Giuro che se lo fa un’altra volta non aspetto di vedere sto posto per infilargli questa dove so io! Disse minacciosa Michela alla sorella
Partirono poco dopo. La strada si inerpicava nella pineta. C’era un sentiero, ma era molto mal curato. Sicuramente non passava molta gente da quelle parti. Le ragazze non poterono non prendere in giro il padre per lo zaino stracolmo che si era caricato sulle spalle.
- Dici a noi dei bagagli e poi parti carico come un mulo! Andiamo in una spiaggia, mica in guerra
- Ragazze, voi non imparerete mai. Un conto è andare a fare una vacanza con tutte le comodità e il supporto in ogni momento. Un altro è andare in un posto ad un’ora e mezza da tutto e che non si può raggiungere se non a piedi. Voglio solo essere pronto per ogni situazione.
- Mmm… a parte che tutte le comodità in questa vacanza io non le ho ancora viste obiettò Giulia
- Passo, passo! State perdendo il ritmo tagliò corto Lucas
- Dio, sembra davvero di essere finite in esercito! Constatò amaramente Michela
Si inoltrarono sempre di più. Pian piano il vociare di gente alle loro spalle sparì del tutto. Si sentivano solo più i suoni della natura tutta attorno a loro. Poi si ritrovarono di fronte ad una sbarra e un cartello arrugginito – ZONA MILITARE LIMITE LIMITE INVALICABILE - e più sotto ancora una scritta ancora più minacciosa – I trasghessori saranno puniti a norma di legge
- E quindi? Di qui non si passa! Questo super posto è un super pacco! Disse Giulia sedendosi sulla sbarra
- Ho capito il suo gioco disse Michela rivolto alla sorella, ma puntando il dito contro Lucas – Vuole farci finire in una prigione militare per sbarazzarsi finalmente di noi!
Lucas sorrise divertito e fingendosi pensieroso fece
- Sai che è veramente una bellissima idea Micky? Ma mi sa non sarà per stavolta. Tranquille: è tutto a posto. Questa zona non è più militare da almeno 15 anni e se ve lo dico io, potete crederci. Solo che nessuno si è mai preso la pena di togliere il cartello: per questo so che non troveremo nessuno dove vi voglio portare.
E per cercare di essere più convincente attraversò con noncuranza lo sbarramento.
- Dici che ci dobbiamo fidare disse Giulia dubbiosa rivolta alla sorella che scrollò le spalle
- Al massimo diciamo che ci ha costrette con la forza!
Attraversato lo sbarramento camminarono per ancora un bel po’. Il sentiero si infilava in una stretta gola. La natura attorno sembrava sempre più selvaggia. Le sorelle non smettevano di punzecchiarlo ma in realtà erano molto divertite da quella trana passeggiata. Sembrava loro di essere delle specie di esploratrici in un nuovo sconosciuto mondo.
- Allora, ragazze, avete già pensato al mio premio? Disse il padre alle ragazze pochi passi dietro di lui
- Per quanto abbiamo visto finora per ora stai guadagnando solo la forchetta nello zaino di Michela!
- Oh… secondo me invece dovreste pensarci presto! Vedrete…
- Okok, ci proveremo
Le ragazze rimasero un po’ indietro a parlottare tra di loro. Si sussurravano cose nell’orecchio e spesso sghignazzavano. Chissà che avevano in mente. Dopo una mezz’oretta si cominciò ad intravvedere un lembo di azzurro in fondo alla stretta gola.
- Ci siamo! Disse esaltato Lucas.
Pochi minuti ancora e finalmente giunsero alla meta. Le ragazze rimasero a bocca aperta. Di fronte a loro chiusa tra due alte e bianche pareti di roccia c’era una stupenda spiaggia. La sabbia bianchissima entrava dolcemente in un mare cristallino dalle sfumature tra l’azzurro e il color smeraldo. Poco lontano c’era alcuni scogli levigati che la separavano dal mare aperto. Sembrava davvero un angolo di Caraibi immerso nel nulla
- Come dicevo quando stavo qui mi piaceva passeggiare e… esordì lui, ma non ebbe tempo di dire null’altro.
Le ragazze alla vista di quel spettacolo avevano già buttato via zaini, scarpe e calzini e si erano buttate esaltate a giocare con l’acqua nel bagnasciuga
- Ok… fece lui parlando oramai a sé stesso – Magari ve lo racconto dopo.
Cominciò a sistemare la roba sulla spiaggia. Nel mentre arrivarono le ragazze, già mezze bagnate
- Quindi… che ne dite? Disse lui in tono compiaciuto
- Questo posto è… fantastico! Disse esaltata Michela. Faticava a trattenere l’eccitazione
- Quindi?
- Ok ok… hai vinto tu! Concluse Michela
Entrambe si avvicinarono e gli diedero un bacio all’angolo della bocca.
- Quindi è questo il mio premio?
- Mmm… non ancora! disse in tono stranamente malizioso Michela
Si sistemarono e si misero in costume. Lucas ammirò ancora una volta i stupendi corpi delle figlie. Sentiva di guardarli con ben più che amore paterno. Li desiderava in un modo che non avrebbe dovuto. Ma era inutile non riusciva a smettere di farlo. Rimasero una mezz’oretta stesi a godersi il sole, quando finalmente Giulia propose di fare il bagno
- Papà disse Michela – Sei sicuro che qua non ci viene mai nessuno?
- Assolutamente sì. In tanti mesi che sono venuto qui, mai visto anima viva
Le ragazze si guardarono in un modo strano, molto malizioso. Poi ridendo dissero in contemporanea
- Allora… abbronzatura integrale!!
- Ehi! Che state fate… non ebbe il tempo di finire che si trovò in faccia i costumi di entrambe
Prima che si rendesse conto di quel che stava succedendo, loro stavano già correndo completamente nude verso il mare. Ci pensò per un attimo e poi disse a sé stesso a voce alta – Oh, al diavolo! Butto via il costume anche lui e si diresse verso di loro. Si misero a nuotare e giocare spruzzandosi. Michela salì poi sulle spalle della sorella e fecero una specie di lotta in acqua, finché lui non le fece cadere sotto. Le afferrò e le tirò fuori. Le ragazze divertite colsero l’occasione per mettersi contro di lui abbracciandolo contemporaneamente. Si fissarono a lungo in silenzio tutti e tre in uno strano modo. In un modo in molto diverso da come avrebbero dovuto guardarsi padre e figlie. C’era una tensione palpabile, una sorta di energia che le avvolgeva come se fossero un’unica cosa. Le ragazze si guardarono in un momento d’intesa. Poi Giulia, fissandolo negli occhi disse
- Volevamo darti il tuo premio… il premio non solo per averci portate qui… ma per tutto quello che hai fatto per noi… e quello che sei per noi.
Avvicinò la bocca a quella del padre. Lentamente le sue labbra si dischiusero e toccarono quelle di Lucas. Si unirono in un lungo bacio in bocca. Lucas avrebbe dovuto ritirarsi, ma non lo volle fare. Accolse la passione della figlia con la propria. Divenne un lungo e voluttuoso bacio tra amanti. Giulia si staccò per prima, ma solo per lasciare il posto alla sorella. Lucas baciò anche lei con uguale amore e passione. Mentre lo faceva carezzava la loro schiena. Le sue mani scesero giù fino a sentire la dolce rotondità delle loro natiche. Le ragazze scorrevano le proprie sul suo petto muscoloso, saggiandone la consistenza. Le loro dita scivolarono sul pube, poi più in basso e carezzavano il membro eretto. All’unisono si mossero verso riva. Ma riuscirono ad arrivare appena al limite del bagnasciuga. Le onde continuavano carezzare loro le gambe, mentre le figlie si distesero sulla sabbia bagnata a faccia in su. Lui sopra di loro le ammirava come se fossero due dee. Non smetteva di baciare prima l’una e poi l’altra e palpava i piccoli e sodi seni. Il suo membro era talmente duro che sembrava stesse per esplodere. In un gesto, come se fosse già concordato tra di loro, gli fecero capire che Michela sarebbe stata la prima. Si mise sopra di lei. La fissò negli occhi, mentre la punta del suo pene si avvicinava alla sottile linea della vagina. Quando la toccò, lei ebbe un brivido in tutto il corpo. Avrebbe voluto entrarle dentro in un solo colpo. Amarla con una tutta la passione che sentiva dentro, ma qualcosa dal suo sguardo gli fece capire che per lei era la prima volta. Avrebbe dovuto essere molto, molto delicato. Spinge molto lentamente nel suo corpo. Lei chiuse gli occhi, mordendosi le labbra mentre il membro del padre cominciava ad invadere il suo corpo. Giulia, stesa sul fianco accanto a lei le prese la mano, come per darle coraggio. Si scambiarono un lungo amorevole bacio. Con la massima attenzione che poteva entrò pian pian dentro di lei, finché non le fu completamente dentro. Avvicinò la bocca alla sua e chiese
- Va tutto bene?
- Si… papà… ti prego, non smettere.
Cominciò a muoversi. Prima piano, poi sempre più veloce. Sentiva il corpo di lei essere attraversato da continui tremori di piacere. All’improvviso la ragazza spalancò la bocca ed inspirò profondamente con gli occhi chiusi. Stava avendo il suo primo orgasmo. Fu una sensazione che letteralmente la sconvolse, lasciandola del tutto senza fiato. Lucas si fermò un attimo, dandole il tempo di riprendersi. Si sfilò lentamente. Era ancora rigido ed eretto come non mai. Si girò verso giulia e Gli diede un altro lungo ed appassionato bacio sulla bocca. Lei si sdraiò allargando leggermente le gambe ed offrendosi completamente a lui. Con la stessa gentilezza che aveva usato per la sorella entrò dentro di lei. Accanto, Michela, ancora sconvolta per quello che aveva provava rimase distesa, supportandola con lo sguardo. Lui strinse a sé la sua piccola e mentre si muoveva dentro di lei continuava a baciarla sulla bocca, sulla fronte, mordicchiandole le orecchie. Lei si lasciò andare completamente a lui, finché, come la sorella si irrigidì di colpo, presa da un violento orgasmo. Si lasciò cadere riversa sulla sabbia. Lucas si sentiva incontenibile. Tutto il suo corpo bruciava dal desiderio e dalla passione. Le baciò entrambe, poi ripassò a Michela. Fece l’amore ancora una volta con lei. Gli venne dentro. Sentire il suo caldo seme entrare dentro il corpo della figlia adorata quasi scatenò dentro la sua mente un orgasmo sopra un altro orgasmo. Si buttò a terra, esausto. Rimasero così per quasi una mezz’ora, sentendo addosso a sé le onde rinfrescare i loro corpi ancora in fiamme. Tutti e tre ancora ansimavano, stremati. Lucas non senti il minimo rimorso per quello che aveva appena fatto. Sentiva solo un amore incontenibile per le sue due figlie. Sentiva solo di amarle perdutamente, così come aveva amato la loro madre.
- Allora, cosa ne dici del nostro premio? Ti è piaciuto papà disse alfine Giulia con ancora il fiato rotto
- Dico che avrei dovuto mostrarvi questo posto prima! Rispose lui
Scoppiarono tutte e tre a ridere. Si alzarono e avvicinarsi ma solo per ributtarsi di nuovo sul grande telone da spiaggia. Il loro desiderio non era per nulla spento. Si unirono in un unico vicendevole coccolarsi ed accarezzarsi. Ognuno dei tre carezzava il corpo degli altri, saggiandone il tepore della nuda pelle. Sentendone ora la morbidezza, ora la durezza. Non smettevano un momento di baciarsi. Le loro lingue si toccavano sfiorava e si saggiavano il reciproco sapore. Lucas fece l’amore con entrambe altre due volte, prima di buttarsi esausto sulla sabbia. La altre, facendo scivolare le dita sulla tartaruga del suo addome lo presero in giro
- Come papà? Già ti arrendi? Disse Michela
- Che stupidella che sei! Fece lui sorridendole – Dammi un attimo e vedremo chi chiederà pietà!
Risero tutti e tre. Solo allora guardando il sole già basso sull’orizzonte si accorsero del tempo trascorso.
- È tardissimo! fece Giulia – Dobbiamo tornare indietro
- No, non ce la faremo mai a tornare prima di notte al campeggio. Ed è troppo pericoloso fare quella strada di notte. Rischiamo di perderci o farci male.
- E quindi come facciamo? Disse un pelo preoccupata Michela – Non siamo pronte per passare una notte fuori!
- VOI non siete pronte disse Lucas un tono leggermente supponente. – Adesso imparerete una volta di più a non prendere più in giro il vostro papà
Aprì lo zaino e cominciò a tirare fuori ogni cosa potesse mai servire per passare una notte fuori. Coperte, luci, un grosso sacco a pelo
- Ehi, papà. Pensavi prima di partire che saremmo rimase qua?
- Ragazze… non credo che in tutta la mia vita non avrei mai pensato a quello che abbiamo fatto qua, ma come vi avevo detto stamattina… meglio essere sempre pronti a tutto. Però ora tocca anche a voi lavorare. Andate a raccogliere un po’ di legna qua attorno. Un piccolo fuoco per la notte farebbe comodo.
Le ragazze andarono in giro a raccogliere legna attorno. Fu facile, tutto attorno era pieno di rami e alberelli secchi. In poco tempo un mucchio bastevole per tutta la notte fu pronto. Lucas accese i primi fuscelli e in men che non si dica un piacevole e caldo fuoco fu pronto. Rimasero tutte e tre abbracciati godendosi il tramonto sul mare. Era uno spettacolo magnifico, reso indimenticabile da ciò che stavano provano gli uni verso gli altri. Mai Lucas, Michela e Giulia erano stati felici come in quel momento. Quando fu il momento della cena Lucas buttò in braccio ad ognuna un piccolo pacco imbustato. Le ragazze lo fissarono indispettite in modo comico
- Razioni militari? Disse Giulia – Sul serio?
- Che vi aspettavate da un papà parà? Rispose lui scherzosamente – Piccole, nutrienti e non scadono mai
- Quando tempo fa le hai prese?
- Diciamo… abbastanza tempo fa…
- Oh, perfetto… razioni militari scadute. Di bene in meglio! Commentò Michela
- Come dicevo… non scadono mai, o quasi. Su, su o questo o la fame. E sappiate che tutto il mondo invidia le razioni del nostro paese!
Una volta aperto e visto il contenuto sconsolata Michela fece
- Cavolo… se queste sono le migliori, mi fa pena pensare a cosa mangiano gli altri paesi!
Nonostante l’aspetto poco invitante, si rivelò comunque un pasto sufficientemente decente. Una volta finito si misero tutti e tre sotto un’unica coperta davanti al fuoco ed ammirando il stupendo cielo stellato sul mare. Solo il crepitare del fuoco e il dolce sciabordio delle onde che si frangevano sulla spiaggia rompevano quel silenzio quasi irreale. Passarono tutto il tempo a coccolarsi e ricordare piccoli e grandi eventi delle loro vite assieme. Non mancarono battutine e scherzi divertenti.
- Allora, papà fece un pelo sorniona Michela – Cos’è che hai detto che mi facevi vedere prima?
- Uff… siete davvero ingorde ragazze! Non vi va di godervi così il resto della serata?
- Ahah.. Mi sa che abbiamo smontato il papi! Osservò divertita Giulia.
Lei mosse la mano sotto le coperte e cominciò ad accarezzargli il pene, che al contatto delle sue dita in un attimo si irrigidì.
- Oh… fece lei fingendosi sorpresa… O forse no!
Michela ammiccò alla sorella e disse
- Che dici? Missione subacquea?
- Missione subacquea! Ripeté l’altra
Entrambe si infilarono sotto la coperta. Prima che Lucas capisse che avessero intenzione di fare, senti la zip dei pantaloncini aprirsi e una mano tirare fuori il suo membro. Poi una sensazione di caldo umido attorno. Quasi gli manco il fiato quando capì che una di loro glielo aveva preso in bocca e lo stava lentamente succhiando. Lo senti liberare per un attimo e un’altra bocca lo accolse. Continuarono così per un po’ di tempo scambiandoselo a vicenda. Era chiaramente la prima volta che facevano una cosa del genere, Erano parecchio maldestre e a volte se lo passavano anche un po’ troppo rudemente. Ebbe uno scatto quando senti dei denti affondare all’improvviso dentro le delicate carni del pene
- Ops… scusa papà! Fece una voce sotto.
Non riuscì a capire di chi fosse. Entrambe si misero a sghignazzare sotto la coperta. Per fortuna in poco tempo cominciarono ad imparare e si fecero più delicate. Lucas chiuse gli occhi godendosi l’indescrivibile sensazione delle bocce e delle lingue delle figlie che gli carezzavano il glande. Carezzava loro la testa, mentre incessantemente non la smettevano di leccarlo e succhiarlo. Quando venne, involontariamente afferrò loro i capelli e glieli tirò. Esplose in un violento fiotto all’interno della bocca di una delle due. Smisero per un attimo di muoversi. Poi le sentì avvicinare le teste. Si stavano chiaramente baciando e scambiando di bocca in bocca il caldo seme del padre. Uscirono sorridendo con i capelli completamente scarmigliati.
- Quindi?
- Ragazze… mi state facendo morire! Disse lui, sconvolto dal piacere
Michela guardò la faccia della sorella e sorrise.
- Ehi, sorellina! Guarda… sei ancora tutta sporca!
Era vero. Aveva ancora il volto sporco di gocce di sperma. Michela le si avvicinò e le diede una lunga leccata raccogliendolo con la lingua e poi portandolo in bocca. Infine si diedero un lungo ed appassionato bacio di fronte a lui, che quasi lo fece venire un’altra volta. Si addormentarono abbracciati davanti alle ultime braci del fuoco morente. La mattina dopo si svegliò con il contatto del morbido corpo delle figlie. Erano così belle anche mentre dormivano che non si trattenne dal loro un piccolo bacio in bocca. Prima giulia, poi Michela, che quasi immediatamente aprì gli occhi sorridendogli con amore.
- Buongiorno papà
- Buongiorno piccola mia. Dormito bene?
- Benissimo! Fece lei stiracchiandosi come una gattina che fa le fusa. – Anche se c’è una cosa che mi ha un po’ tormentato…
- Davvero? Cosa?
- Ma… il fatto che mi avevi promesso qualcosa, ma poi… nisba!
Lui con una veloce mossa rotolò sul fianco mettendosi su di lei.
- Che figlia dispettosa! Adesso ti faccio vedere quel che intendevo.
Le entrò dentro e cominciò a muoversi nel suo piccolo e fragile corpo una foga quasi animalesca. Lei chiuse le gambe dietro di lui, come a volerlo tirare ancora più a sé. Mentre facevano ancora l’amore, Giulia si era svegliata e li guardava masturbandosi lentamente. Ma Michela le prese la mano e la invitò a salirle sopra. Giulia si mise cavalcioni sulla faccia della sorella, che immediatamente iniziò a leccarle avidamente la vulva, Lucas che non smise per un attimo di muoversi dentro a Michela, contemporaneamente iniziò a baciare la sorella. Si unirono tutti e tre in un unico triangolo in cui ognuno dava piacere all’altra. Le sorelle vennero quasi contemporaneamente e poco tempo dopo, quando Lucas senti di stare per venire, lo tirò fuori ed eiaculo violentemente sul corpo della figlia, coprendole il petto e il volto di caldo e denso sperma. Giulia si fiondò su di lei leccando tutto avidamente. Lo prese tutto in bocca e avvicinandosi alla bocca di Michela glielo passò con un lungo e passionevole bacio. Rimasero quasi un minuto così, passandosi a vicenda la propria saliva e il seme del padre.
- Mmm…. Papà sei molto più buono delle tue razioni militari! Fece alla fine maliziosa Michela leccandosi le labbra
Passarono il resto della mattinata godendosi quella fantastica spiaggia e mare. Nuotarono, giocarono e soprattutto fecero l’amore molte altre volte. Lucas con Michela, Lucas con Giulia, Giulia con Michela. Poco dopo aver pranzato, con rammarico dovettero fare i bagagli ed abbandonare il loro nido d’amore. Le ragazze sembravano sconsolate nel guardarlo un’ultima volta ma lui, le abbracciò e diede loro un bacio
- Dai, tranquille. Ci ritorneremo prima o poi. Magari con roba per starci qualche giorno in più, ok?
Gli sorrisero e poi Giulia scherzosamente rispose
- Ok! Ma la prossima volta il mangiare lo portiamo noi!
- Stupida!
Arrivarono al campo nel primo pomeriggio. Passarono il resto della giornata girando per le bancarelle del mercatino nel paese vicino. Le ragazze giocavano a fare le fidanzatine con lui, creando parecchie situazioni piuttosto imbarazzanti. Lo abbracciavano e si strofinavano su di lui in modi che andavano a volte un po’ oltre a come ci si aspetterebbe da delle figlie nei confronti del padre, ma se non altro non oltrepassarono mai il limite, almeno finché c’era gente attorno a loro. Si fecero fare anche dei piccolini regalini. Bigiotteria, un paio di vestitini. Roba di poco conto, ma che le faceva sentire speciali e coccolate. D’altra parte Lucas era contento di viziarle un po’. Ammirava estasiato ogni loro movenza, guardava con desiderio le sinuose linee dei loro corpi coperti da quei sottili vestiti estivi. Sentiva in ogni momento la voglia di saltarle addosso, baciarle, fare l’amore con loro. Ad un certo punto si fecero passare dei soldi per comprare qualcosa, che non vollero dirgli: sarebbe stata una sorpresa. Rientrati in camera, Lucas ebbe a malapena il tempo di chiudere la porta dietro di sé che Michela quasi con frenesia si sfilò le mutandine e gli saltò in braccio. Colto alla sprovvista Lucas cadde a terra con lei sopra. La ragazza iniziò, senza troppa delicatezza, a sfilargli di dosso tutti i vestiti. Giulia si godette la scena sogghignando.
- Ecco la scena che una non si vorrebbe mei trovare davanti agli occhi! Vedere la propria sorellina fare sesso col papà sul tappeto del soggiorno!
Michela si girò verso di lei dicendole in modo beffardo
- Solo perché non sei tu quella sopra papà!
- E chi lo dice?
Si mise anche lei a cavalcioni dietro la sorella e carezzandole i seni iniziò a baciarle e mordicchiarle l’orecchio. Michela sollevò le braccia e Giulia l’aiutò a sfilare il vestito. Poi si spoglio a sua volta. Senza smettere di baciarla, prese il membro del padre e lo guidò all’interno della vulva della sorella che praticamente si sedette sopra. Lei iniziò a muoversi su e giù per un po', finché non se lo sfilò e lo fece entrare in quello della sorella. Lucas rimase passivo a terra, godendosi quel quasi stupro da parte delle figlie. Le lasciò fare per un po’ e poi decise di riprendere lui il controllo. Si alzò cogliendole di sorpresa. Era abbastanza forte da sollevarle entrambe. Le ragazze si lasciarono prendere senza opporre resistenza. Rimasero inermi come bamboline di pezza finché lui non le sbatté entrambe sul letto a faccia in giù e salì sopra di loro bloccandole col suo peso.
- Bene bene. Desso vi insegno io ad approfittare del vostro papà…
Diede ad entrambe uno schiaffo sul sedere. Le ragazze fecero un Ahi! Come se fossero bambine piccole.
- E come pensi di punirci papà? Ci mandi di nuovo in Accademia? disse Michela divertita
Altro schiaffone sul sedere.
- Magari un modo c’è… fece Giulia. Ansimava come sa la sola idea di quello che stava per dire le stesse facendo venire un orgasmo
Sollevò il culetto scodinzolandolo come fosse una cagnetta.
- Magari potresti fare qualcos’altro con i nostri culetti, invece che prenderli a schiaffi.
Sia Lucas che Michela rimasero a bocca aperta a quella richiesta. Ma immediatamente un’ondata di lussuria attraversò i loro corpi come una scarica. Il padre infilò un dito nella linea delle natiche e lo fece scivolare fino al buchetto. Lo accarezzò girandogli attorno. Giulia ansimava, travolta dal piacere. Michela stava ad osservare la scena, passandosi lentamente la mano sul clitoride, eccitata a sua volta. Le ragazza ebbe un piccolo scatto quando sentì la punta del dito entrare un poco dentro.
- Sicura? Gli sussurrò lui nell’orecchio – Potrebbe fare un pochettino male
- S..si… lo voglio tanto… ti prego papà… fallo! disse lei, con gli occhi chiusi e la voce rotta dal desiderio.
- Ok. Ma in ogni momento, se ti farà troppo male lo dirai e smetterò subito. Prometti?
- Si… lo prometto.
Lucas andò in bagno a cercare una crema adatta. Ritornò con un tubetto. Quando lei sentì la fredda crema scivolarle sul suo buchetto ebbe uno scatto. Poi si rilassò. Lucas spalmò per bene attorno al buchetto, poi cospargendo la punta del dito cercò pian piano di infilarlo dentro. Giulia morse le lenzuola in un misto di dolore e piacere, mentre la sorella le accarezzava la testa per farle coraggio. Lucas manovrò molto, prima con un dito, poi con due, finché non sentì lo sfintere abbastanza rilassato e pronto per il passo successivo. Punto la punta del suo glande e con la massima attenzione lo spinse dentro. Giulia morse mugugnò per il piacere e il dolore allo stesso tempo, ma non gli chiese di fermarsi. Lui entrò, centimetro dopo centimetro finché non fu tutto dentro. Poi iniziò a muoversi. Giulia rimase immobile, abbandonandosi al ritmo che smuoveva tutto il suo corpo. Sembrava le facesse male, ma allo stesso tempo sembrava letteralmente in estasi. Lui cercava di muoversi con delicatezza in quel buchino cosi strettissimo e quando finalmente venne, inondandole gli intestini del suo caldo sperma, senti contemporaneamente un fiotto degli umori della ragazza sprizzargli tra le gambe. Esplosero entrambi in un orgasmo violento. Si buttarono sul letto stravolti, ansimando come se avessero corso per una decina di chilometri. Gli ci vollero diversi minuti prima che si riprendessero. Giulia guardò la sorella, che sembrava tormentata tra la paura e la voglia di provare a sua volta. Le carezzò i capelli affettuosamente dicendole
- Devi provare assolutamente… è… è fantastico!
- Non fa male?
- Forse un po… all’inizio, ma poi ti assicuro che ti farà impazzire dal piacere! Le fece un occhiolino – Tranquilla… mi assicurerò io che tu sia pronta.
Si mise alle spalle della sorella e afferratele le natiche con entrambe le mani le allargò un poco, lo spazio sufficiente per infilare la testa in mezzo. Poi iniziò a leccarle dolcemente il buchino. A vedere quella scena di Giulia che lecca l’ano della sorellina fece indurire Lucas all’istante. La lasciò fare resistendo alla tentazione di masturbarsi. Voleva essere completamente carico per quando sarebbe stato il momento di Michela. Giulia lecco a lungo, mentre la sorella ansimava goduta. Già solo quello l’aveva praticamente mandata in estasi. Poi, quando la senti abbastanza dilatata, intinse un dito nella crema ed iniziò ad infilarlo dentro. Manovrò per un bel po’ finché non fu pronta. Lucas si mise dietro, puntando il membro, dritto come un fuso. Ammirò il piccolo buchino, sicuramente strettissimo, ma già in parte dilatato e lo accarezzò con la punta del pene. Michela fremeva per la paura e la voglia di sentirlo dentro di lei. Stavolta però Giulia decise di non rimanere in disparte. Si infilo sotto la sorella, la testa proprio all’altezza della sua vulva e cominciò a leccarla avidamente. Michela fece lo stesso con quella della sorella. Era così eccitata che quasi non sentì dolore quando finalmente il membro di papà la penetrò in tutta la sua interezza. Continuarono a lungo, finché non vennero tutti e tre contemporaneamente, le ragazze spruzzando un fiotto di dolce nettare nelle gole l’una dell’altra, lui riempiendo la figlia di caldo seme. Lucas si buttò di lato, sfatto. Le ragazze rimasero a lungo ferme, una sull’altra, i corpi scossi ancora dai tremori per il recente orgasmo. Finalmente anche Giulia si accostò alla sorella. Ansimavano ancora per lo sforzo. Avrebbero voluto continuare ancora ed ancora, ma nessuno di loro aveva più forze
- Papà disse alfine Michela – Mi sento la pancia piena, ma ho lo stomaco vuoto! Che ne dite se andiamo a mangiare qualcosa prima che muoiano di fame?
Scoppiarono tutti a ridere. Rimasero nel campeggio ancora per un paio di giorni, ma nessuno di loro vide molto il mare. Passarono la maggior parte del tempo in camera, facendo sesso in ogni modo possibile. Sembravano non averne mai abbastanza. Poi partirono per l’ultima tappa del loro viaggio: la casa dove finalmente sarebbero vissuti come una famiglia. Anche più che una famiglia. Visitarono eccitati. Era bellissima. Tutti e tre trascurarono deliberatamente le due camerette dove in teoria avrebbero dovuto stare le ragazze, ben sapendo che probabilmente non le avrebbero più usate. Entrarono nella camera del padre, dove troneggiava un bel letto matrimoniale.
- Allora, che ne dite ragazze? Vi piace la casa? Disse Lucas guardando compiaciuto la stanza
- Dipende… rispose alle sue spalle Giulia
- Dipende da cosa? disse lui voltandosi verso di loro
Rimase stupefatto alla vista. Si erano sfilate il vestito che i
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Categorie: Incesti