CAP V

Nei giorni a seguire la situazione non cambia, la prof Sciarra continua ad ignorarmi a scuola. Mi rivolge la parola, sempre con freddezza e fastidio, solo per ricordarmi di presentarmi puntuale da lei per le ripetizioni di Storia, ripetizioni di Storia che altro non sono se non inculate. Incredibili e favolose inculate vissute all'interno di una situazione che ha dell'assurdo e dell'inquietante perché non so più quale sia la tenuta psichica della nostra prof. Lei infatti continua ad essere la prof di sempre di fronte a tutta la classe: simpatica, alla mano, scherzosa e sempre disponibile al dialogo; sempre anche integerrima e severa nel mettere la classe in riga quando si oltrepassa un certo limite, e inoltre continua a tenersi lontana dalle colleghe pettegole e velenose e dai colleghi marpioni, come ha sempre fatto, per evitare che possa girare anche il minimo pettegolezzo sulla sua condotta.

Una bella e giovane donna che per lavoro vive in un'altra città, lontano da marito e figli potrebbe far nascere tante dicerie. Basterebbe uno sgarro come un sorriso e una battutina scambiata con un collega per far nascere e proliferare un ''e così la prof Sciarra se la fa col prof Leoni di Matematica o con Ferretti di Educazione Fisica...''. Invece lei col suo comportamento non dà e non ha mai dato adito a nessun pettegolezzo; inoltre si mette spesso a parlare con i suoi alunni della sua vita privata in famiglia e ne traspare un grande attaccamento ad essa ed ai valori che trasmette. Parla infatti di cose come la fedeltà tra coniugi, la sincerità e il rispetto e da come ne parla si capisce che ci crede in questi valori, e poi ci parla spesso della sua infanzia, dell'adolescenza e dei suoi genitori che tali valori glieli hanno insegnati.

Tutto questo poi va a stridere enormemente con la realtà che la prof Sciarra vive con me durante le ore di lezioni private che passiamo settimanalmente, dove si trasforma completamente diventando una donna lasciva e depravata che desidera solo sentire il mio cazzo infilato tutto nel culo, ma la cosa che mi lascia perplesso è il suo sdoppiarsi e quando mi accoglie nel suo appartamento (e accoglie la mia verga nel culo) è come se si calasse in un'altra personalità, diventa una vera porca senza alcuna morale per poi ripresentarsi a scuola come la prof alla mano ma seria di sempre.

Questo comportamento, con l'andare del tempo e il ripresentarsi degli incontri osceni, mi porta a considerare la prof una donna mentalmente disturbata e a chiedermi quanto ancora possa durare questa nostra particolare e folle relazione che, comunque, mi sta bene che continui perché di sfondarle quel capolavoro di culo non ne avrebbe mai nessuno abbastanza, e men che meno io che sono l'unico ad avere il privilegio di possederlo davvero.

Così però come si continua con le inculate, di contro, si trascura il ripasso della Storia. Ormai gli appuntamenti pomeridiani nell'appartamento della prof sono tutti dedicati alla depravazione totale, con lei che si fa trovare ora con pantaloni o gonne attillate che stringono risaltando la rotondità perfetta delle sue chiappe; ora con vestaglie leggere e trasparenti, e che mostra senza vergogna il suo bel culo sempre sodo ed elastico; sempre vogliosa di farsi sfondare l'orifizio e avida di sentire il mio cazzo entrarle il più possibile lungo il canale sempre più allargato, senza però degnarmi di un minimo di contatto umano.

Ho capito che per lei sono solo un giocattolo, sono solo il cazzo che le entra nel culo; sono lo strumento con cui può trastullarsi in quelle due ore settimanali. Con me, anzi, con il mio cazzo, può concedersi le sue perversioni, quelle che ha confessato che nemmeno sapeva di avere.

Dopo una inculata mi ha detto (senza che le ho chiesto niente) che le sono servito come leva per scoperchiare ''il vaso delle sue perversioni''. Ha detto proprio così mentre con una salvietta imbevuta si pulisce il buco del culo appena dopo che ho sfilato il cazzo da quell'orifizio, e poi se lo schiaffeggia con due buffetti come a mostrarmi la sua elasticità e freschezza, dicendomi con un tono minaccioso che deve starmi bene così altrimenti di ragazzi che vogliono il suo culo ne trova quanti ne vuole.

Quella sua uscita mi fa imbestialire. Mi ritrovo geloso; gelosissimo e incazzato al pensiero che la mia Prof si faccia inculare da qualcun altro; l'idea poi che possa godere facendosi sfondare il culo da un mio compagno mi acceca dalla rabbia. Sono stato il primo ad incularla. Il primo e l'unico e vorrei continuare ad esserlo. Nemmeno al marito aveva mai concesso il culo, e invece con me si scatena.

Per quanto possa essere diventata pazza non voglio perdere il legame che si è creato tra noi. E' la prof con il culo più bello di tutta la scuola e l'ha dato solo a me, e vorrei che la storia continuasse così, invece lei un giorno (dopo una bella inculata) mi dice che vuole di più; che sa che i miei due compagni di banco vanno matti per il suo fondoschiena, aggiunge che a giudicare da qualche occhiata furtiva data al cavallo dei pantaloni potrebbero essere ben forniti entrambi, e conclude che vuole che partecipino anche loro alle ''ripetizioni''. Lo dice con tono malizioso ma decisa e autoritaria. E' un ordine il suo; un ultimatum: o trovo il modo di portare da lei i miei due compagni o non mi darà più il suo bel culo, e me lo dice proprio mentre sta carponi, con me inginocchiato e piegato in avanti, intento a leccarle il solco tra le chiappe.

Nei giorni che seguono ripeto di continuo a Michele e a Tonino la proposta di venire con me a fare ripetizioni ma sulle prime non ne vogliono sentire nemmeno parlare. Dico loro che possono spiare il culo della prof ma loro rispondono che si sparano abbastanza seghe guardandoglielo durante le lezioni a scuola, e preferiscono avere il pomeriggio libero.

Poi Tonino aggiunge: "A meno che non ci scappi qualcosa di più..." e ride. Io non posso certo rivelargli niente di quello che io e la prof combiniamo in quegli incontri e così mi limito a ridergli di rimando.

Nonostante la prof Sciarra mi ignori sistematicamente e mi abbia severamente vietato di avvicinarmi a lei quando siamo a scuola io devo assolutamente dirle che i due miei compagni hanno rifiutato la proposta delle ripetizioni, e che quindi deve pensarci lei.

Non fidandomi della sua reazione se osassi rivolgerle la parola le scrivo un biglietto e, per non scrivere nulla di compromettente, mi limito a suggerirle che "i due studenti dovrebbero essere inseriti a forza nel programma di ripetizione". Infilo il bigliettino fra le pagine del suo registro e quando lei lo vede chiama immediatamente i due ad una improvvisata interrogazione. La prof li torchia per bene mettendoli in grande difficoltà, e così i due ne escono con un voto insoddisfacente che, come lei stessa dice loro, ''...vi abbassa pericolosamente la media." Poi noto che ha una luce negli occhi e un sorrisino malizioso le si accenna ai lati della bocca mentre gli comunica che quello stesso pomeriggio si sarebbero uniti a me nel fare lezioni di recupero di Storia.

Michele e Tonino escono da scuola molto delusi e infuriati con la prof Sciarra, sia per l'accanimento con cui li ha interrogati e sia per l'averli costretti ad andare a ripetizione. La chiamano troia, puttana e in mille altre maniere e anche io non sono entusiasta di dover condividere con loro le zozzerie con la mia bella e infoiata prof ma sentirla insultata con parolacce così sboccate mi fa eccitare parecchio.

Continua

(per commenti: pensieriosceni@yahoo.it)
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Categorie: Etero