Cap II

A parte la prof Sciarra che è la novità del nuovo anno scolastico, il resto si trascina come sempre, con me che non mi impegno più di tanto e mi mantengo ''a galla'' con la media del 6/6,5 che è il voto minimo per passare il primo trimestre e non farmi rompere i coglioni dai miei. In questi primi tre mesi però mi sono trovato indietro in Storia e urge un deciso recupero per alzare il voto di un punto e mezzo ed evitare che i miei passino le vacanze di Natale triturandomi le palle coi loro incessanti rimbrotti e vietandomi di giocare alla ''Play''. E così quando mia madre si trova alla riunione incontro tra genitori e insegnanti ecco che viene a sapere che la prof Sciarra nei pomeriggi dà corsi privati di recupero per arrotondare lo stipendio, si mettono d'accordo e inizio a prendere lezioni da lei per due pomeriggi a settimana.

La Sciarra abita in affitto in un appartamentino in una parte tranquilla della città, in attesa di un avvicinamento graduale alla sua Puglia dove naturalmente sogna di arrivare ed insegnare fino alla pensione.

LE LEZIONI DI RECUPERO

E' la seconda settimana di ''recupero'', siamo alla quarta lezione che lei tiene il giovedì, il venerdì non ha lezioni e così di mattina prende l'aereo per Bari dove l'aspettano il marito e due figli adolescenti dei quali mi parla molto in quella ora di studio. Mi ha detto che ho l'età del minore, Adriano, mentre il maggiore, Saverio, ha 17 anni, e mi parla poi del resto della parentela e dei suoi interessi e dei progetti che ha per i figli e dell'amore per la sua terra. È sempre la prof sorridente e gioviale che conosciamo a scuola ma quando si lascia andare a parlare delle cose della sua vita allora ecco che sul suo volto compare come un velo di tristezza e nostalgia che io scaccio subito riportando l'attenzione su un passo del capitolo che le dico di non avere ben capito, oppure buttando una battuta, e noto che lei gradisce questa cosa perché appena svanisce il velo malinconico ride di gusto anche se la battuta è stupidissima.

L'oretta con lei a ripassare la Storia passa molto più piacevolmente che girando in motorino per la città o guerreggiando davanti allo schermo con la ''Play'', cose che adesso non mi attirano per niente. La prof invece mi tira sempre di più; mi fa sangue, e ogni volta che mi appresto ad andare da lei mi prende una smania ed una grossa eccitazione. All'immaginare quel suo bello e grosso culo stretto nei jeans elasticizzati il cazzo si eccita e si ingrossa, ma mentre le prime volte l'erezione si è sempre ritirata prima ancora di essermi presentato davanti alla sua porta, con me intimorito e vergognoso che potesse accorgersene, stavolta e la volta scorsa sono entrato in casa sua con la mazza ancora abbastanza dura dentro le mutande e adesso ho visto che lei ha notato il cazzo ingrossato premere contro la tuta mostrando l'osceno rigonfiamento.

La prof Sciarra è una donna che pur sapendo scherzare e divertirsi non si è mai lasciata andare oltre un certo limite; non ha mai ecceduto in atteggiamenti che facessero a pensare che avesse voglie libertine, né che potesse gradire che ci si provasse con lei. Insomma non è una bigotta, apprezza un sano divertimento ma guai a chi si fa troppo sfacciato, e io appena entrato in casa sua col cazzo in tiro temo di beccarmi un ceffone o uno sguardo di traverso di quelli che lancia quando si arrabbia, che paralizzano e inceneriscono. Invece non fa una piega e mi invita verso il salotto. Prendo posto al tavolo rotondo, tiro fuori dallo zaino il libro di Storia ed il quadernone e li poggio aperti sul tavolo e nel mentre le dico come è andata la lezione a scuola e quale parte non ho capito, poi mi giro e vedo che lei non mi ascolta, è assorta in suoi pensieri e fuma nervosamente una sigaretta guardando fuori dalla finestra chiusa. Mi accorgo che è nervosa e quando le chiedo perché, lei mi fulmina guardandomi storto, allora io, timoroso di un suo rimprovero, abbasso la testa e giro a caso le pagine del libro. Forse capisce di aver esagerato con quella occhiataccia severa, e di avermi mortificato, e allora mi dice che ha litigato col marito e si muove passandomi accanto e proprio in quell'istante stacco gli occhi dalle pagine del libro e fisso il suo culo che ora ho vicino come non mai, e mi lascio sfuggire un sospiro, voglioso di metterci le mani sopra mentre il cazzo mi tira ancora di più. La prof Sciarra arriva alla finestra, da una bella boccata alla sigaretta e libera il fumo contro il vetro poi dice che lo sa che le guardiamo il culo a scuola, che glielo guardavano in tutte le classi in cui ha insegnato. Si appoggia coi gomiti sul davanzale, si sporge in modo da fare risaltare il culo, perfettamente rotondo. Lo agita lentamente e si vanta dicendo che i colleghi conosciuti negli anni le hanno sempre detto che ha un sedere che fa invidia anche alle belle ragazze che hanno 20/25 anni di meno.

Il suo è un parlare sciolto, a ruota libera, quasi un farneticare; come se il nervosismo per la litigata col marito lo dovesse sfogare con quei discorsi lì, o come se dovesse fargliela pagare. Io a quel punto prendo a fissarglielo in modo sfacciato, il respiro si fa sempre più pesante e il cazzo ancora più grosso e duro, il suo strano comportamento, questo suo sfogo mi hanno eccitato ancor di più, adesso è come se l'atmosfera fosse satura di una strana elettricità e tutti e due ne siamo consapevoli.

Continua

(per commenti: pensieriosceni@yahoo.it)
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