Un giorno d’estate, la stavo aspettando nell’atrio di casa, io ero un bel ragazzo capello castano mosso , fisico quasi palestrato, messo benino, avevo la canottiera e i pantaloncini corti per il caldo e non solo, non avevo l’intimo, non si sa mai che capiti qualcosa. Qualcosa accadde quel giorno, andavo avanti e indietro dal giardino prospicente la casa e dentro l’atrio, io ero seduto sui gradini delle scale e al solo pensiero che avessi incontrato Marina mi era diventato duro e il cazzo dai pantaloncini non lasciava posto all’immaginazione, il bozzo si vedeva eccome, mi alzo per vedere se arriva e come sono in piedi davanti al portoncino un’ombra appare dai vetri, indietreggio trepidante e…. vedo Silvia, una mia compagna di scuola e amica di sempre, la quale, a detta dei miei amici, prese una cotta mostruosa per me, “Ciao” mi fa, “ti ho visto di sfuggita e volevo sapere come stai” mentre lo dice mi guarda da capo a piedi e probabilmente vede anche la mia erezione, con lo sguardo fisso su pacco chiude la porta dietro di se e mi mette le braccia al collo. “Hai una sorpresa per me?” con non calanche mi mette la mano sul pacco e assaggia la consistenza mentre io sono paralizzato. Silvia è sempre stata un amica per me anche se a dire il vero me la sarei scopata da sempre, con tutta probabilità l’avrei penetrata ovunque si potesse, il fisico ce l’aveva, era alta quanto me 1 metro e settanta, due tette da terza e un culetto a mandolino che quasi parlava da solo, ma non era mai capitata l’occasione per un approccio fisico, lei era sempre di corsa, sfuggente per la maggior parte delle volte, ma ora capivo perché, era cotta di me. Mi tocca il pacco che palesava la mia erezione e lei mugolando mi dice che ha un oretta di tempo tutta per noi, io non me lo faccio ripetere due volte, la prendo per mano e la porto in cantina dove avevo allestito una stanza per il relax, da usare per contrastare la calura estiva.
Mi segue silenziosa e quando chiudo la porta a chiave dietro di noi, si butta addosso e mi bacia con una foga da assatanata, la tocco ovunque le tette il culo la fica, mentre ci baciamo la spoglio della camicetta e lei si slaccia il reggiseno, le tette svettano prosperose mostrando due capezzoli rosa turgidi, le abbasso la gonna e le tolgo lo slip rivelando un cespuglio folto e nero, lei ride sommessamente mentre io affondo il naso nella peluria impiastricciata di umori, metto un dito nella fessura che scivola dentro e lei con un sospiro si gode il momento. Mi rialzo e lei mi denuda dalla canottiera e poi si china per togliere i pantaloncini, quando li abbassa la pia erezione è di fronte al suo viso che quando lo vede fa un “ohh che bello”, inizia a prenderlo in mano e lo scappella piano me lo sega e osserva me e poi la cappella rossa che fa scomparire nella sua bocca, che delizia sentirla avvolgere il cazzo, la lingua che lavora tutta l’asta e tittilla la cappella, il frenulo, cazzo ci sa fare, chissà quanti pompini ha già fatto. La faccio alzare e la bacio. Elettrizzata la faccio distendere sul divano con le gambe aperte, la sua peluria nera, velatamente rivela il rosa delle labbra dischiuse della sua fica. Mi ci tuffo con la bocca la lecco ci gioco fin quando lei viene e mi gode in faccia, io le punto la cappella e guardandomi negli occhi mi dice “entra ti prego non ne posso più, scopami” la sua fica stretta cede al mio cazzo che penetra fino alle palle, lei si lascia andare e gode, gode ancora, io sto per venire ma voglio farla mia, esco dalla sua fica e le presento il cazzo sul viso, lei lo prende in bocca “succhialo bene, senti il sapore della tua fica” le dico, la scopo un po’ nella bocca e lei obbedisce, sto per godere e lei lo sente e vuole staccarsi ma io la tengo ferma e le verso in bocca tutto il mio piacere, “ ingoia tutto, bevilo, è dolce e succoso” le dico mentre lei con gli occhi sgranati beve e ingoia tutto lo sperma, quando ha finito di ingoiare mi stacco da lei che mi guarda con aria stupita, “ cosa pretendevi, che non ti facessi ingoiare? Non lo hai mai fatto?” “no! Non ho mai ingoiato la sborra di nessuno, ho solo scopato con il mio ragazzo e basta” “e quante volte ti ha scopata? Due o tre? Hai la fica stretta” Arrossendo “mi ha sverginata la settimana scorsa, poi abbiamo scopato un’altra volta e basta” “ ma di pompini ne hai fatti tanti” “a lui, li ho fatti solo a lui nei preliminari, mi diceva come fare e io eseguivo, ma ho sempre rifiutato di farmi sborrare in bocca, non sapevo come fosse… fino a ora” “ ora lo sai e se vuoi bere la prossima volta passa da me” Vedendola stesa sul divano con la bocca che ancora sa di sperma la mia erezione riprende vigore, la giro e la metto a pecorina, le gambe larghe mostrano la peluria che dalla fica arriva al buchetto dietro che è stretto, mi chino e lecco la fessura che riversa nella mia bocca tutto il suo piacere, io lecco e bevo fin quando con la lingua salgo su e tocco con la punta io suo buchetto proibito, le si inarca sfuggente ” non ti preoccupare sarò dolce e gentile con il tuo culetto” le dico, la lecco, la bacio, e con la lingua penetro il forellino che pian piano si apre come un fiore, lo bagno di saliva e umori della sua fica, mi alzo e pinto la cappella sullo sfintere, spingo lieve la cappella che apre il primo anello, lei vorrebbe sfuggire ma la tranquillizzo, stantuffo pian piano e la cappella appare e scompare. Spingo pian piano e il cazzo apre anche il secondo anello fin quando son tutto dentro di lei che con un lamento ed un sospiro mi dice che le fa male, “ sono stato bravo il dolore non è molto forte no?” le dico, lei afferma che è vero, nonostante le dimensioni del cazzo che è un po’ più largo di quello del suo ragazzo. La stantuffo pian piano, il godimento si fa sempre più intenso, lei gode, gode come non mai, mentre io le sfondo il culo e quando sto per venire lei è in estasi, quando le sborro nell’intestino lei si accascia sul divano e affonda la faccia sul cuscino, rimanendo a culo in su mentre io osservo il suo buco dilatato, “ora sei una donna completa” le dico. “Mi hai sfondato il culo, mi hai fatto ingoiare la sborra, cose che non ho mai fatto ma che in fondo volevo provare con te, Io ti amo ! da sempre ho una cotta per te ma tu non mi hai considerata” lo dice con una voce rotta dall’emozione mentre si alza e dal culo le scende un rivolo di sborra.
Ora è spostata e ha dei figli e da allora, quando capita, ci facciamo una rimpatriata “una tantum” volete sapere di Marina? Ve lo dico la prossima volta.
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Aggiunto: 5 anni fa
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Etero
«Ma va suca»