Mio padre la spia (Capitolo 1 - Parte 2)



Personaggi:

Stefano: Io
Roberto: Il padre di Stefano
Arianna: La mia ragazza
Lorenzo: Il bagnino

Note: Durante il racconto ci saranno abbreviazioni per i personaggi. (Arianna - A) (Roberto - R) (Lorenzo – L ) (Stefano - S). La voce pensiero dei personaggi verrà indicata in questo modo: << esempio >> . Il racconto è scritto in prima persona e presenta due narratori che si alternano.

Location: Sapri. Villetta estiva dei genitori di Stefano.


Stefano narratore

Sono nel mio letto ed accanto a me dormiente la mia A. Visto il caldo dormiva solamente con mutandine e reggiseno. Mi piaceva osservarla dormire, era come se la proteggessi dai mali del mondo che non poteva respingere da sola senza il mio aiuto. Mi soffermai sulle sue forme e sul suo odore. Il caldo, nonostante avessimo le finestre abbassate e il ventilatore in camera. la faceva sudare dietro il collo e nella bassa schiena. L’odore della sua pelle era irresistibile e vederla mezza nuda nel mio letto mi fece avere un erezione. Decisi di cominciare a masturbarmi. Dopo alcuni minuti però osservarla non mi bastava più; mi avvicinai a lei facendo aderire il mio sesso sui suoi glutei e con la mano sinistra mi feci strada nelle sue mutandine. Non ci volle molto perché lei si bagnasse e mi ricoprisse le dita di umori. Infatti poco dopo svegliandosi sussurrò “Sei un porco!” “Ehy! Pensavo dormissi!” “ Mm beh fino a qualche minuto fa si ma poi hai deciso di disturbarmi” “Vuoi che smetta?” ”Se lo fai ti picchio”. Ridemmo. Lei sempre dandomi le spalle ruotò il collo per baciarmi con la lingua. Io nel frattempo gli abbassavo le mutandine e preparavo il mio pene per la penetrazione del suo culetto. “Vai, cosa aspetti!?”. Non me lo feci ripetere due volte; infilai d’un colpo tutto il mio sesso dentro di lei e lei emise un gemito tra piacere e dolore. “Mmm si amore, ti amo!” “Anche io tesoro, sei bellissima”. Aumentai il ritmo e lei stringeva sempre più il suo ano facendomi godere ancora di più. Una decina di minuti dopo schizzai sopra i suoi glutei. Ero distrutto e sudatissimo. Lei si ripulì in fretta e buttò il fazzoletto a terra. Rimasi deluso; non aveva mai assaggiato il mio sperma, diceva che gli faceva schifo. Necessitavo di una doccia, così mi alzai e feci scendere sopra il mio corpo acqua gelida per liberarmi dal sudore e dalla fatica di soddisfare la mia donna. Arrivò ora di cena e mia madre fortunatamente si era ripresa. Cenammo tutti in armonia anche se mio padre sembrava agitato per qualche ragione. Provai a chiedergli se fosse tutto apposto e lui mi disse che era semplicemente stanco. Poco prima di andare a letto mia madre disse che sarebbe andata in un paese vicino a trovare una sua amica che l’aveva invitata a trascorrere la giornata al mare; mi chiese di prestargli l’auto visto che mio padre non voleva andare con lei ( a quanto pare non nutre una particolare simpatia per questa amica di mia madre). Acconsentii. Il giorno dopo ci recammo in spiaggia con mio padre che rimase come al suo solito sotto l’ombrellone a fare i suoi cruciverba. Dopo un bel bagno mi stesi sul lettino per prendere un po’ di sole e rilassarmi. Dopo qualche minuto mi addormentai…

Roberto narratore

Adoro i cruciverba. Mi fanno sentire ancora sveglio e giovane mentalmente. Durante l’anno non ho molto tempo per farli ma d’estate ne vado matto e ne risolvo moltissimi. Ne ho infatti appena finito uno ma mi rendo conto che ho completato tutti quelli disponibili su quel numero. Decido così di ritornare alla vita reale posando la rivista. Mi accorgo che il lettino di A è vuoto e mio figlio dorme beatamente al sole. Fa troppo caldo e decido di andare la bar dello stabilimento per prendere una bevanda ghiacciata. Mentre sono seduto ai tavolini accanto al chiosco/bar noto in lontananza A che sta discutendo con il bagnino. <>. Decido di osservare la situazione. Lei sembra agitata però.. Si porta un mano alla bocca… <>. Inspiegabilmente A comincia a seguire il bagnino verso dei tantdem molto spaziosi posti su tre file dall’altro lato dello stabilimento. Decido di seguirli senza farmi notare. Mi avvicino alla prima fila delle cabine ma sembra che siano spariti nel nulla. Mi sposto sulla seconda e anche li niente. Appena entrato nella terza fila vedo la porta di una cabina posta in mezzo alla fila chiudersi; trovati. Mi avvicino per sentire cosa stanno facendo. Mi attacco con l’orecchio ad una delle pareti di legno del tantdem e sento le voci di A e del bagnino provenire dall’interno. “Adesso farai tutto quello che ti dico o sai che succede” “D’accordo ma ti prego fai in fretta e ricordati di cancellarlo subito!” “Sisi dopo.. adesso comincia a succhiarmelo troia”. <>. Bussai violentemente alla porta del tantdem. “Aprite immediatamente questa porta! Vi ho visti entrare! Apri subito o chiamo la polizia!”... Silenzio. “Hai sentito pezzo di merda apri subi…” La porta si aprì lentamente e sulla soglia c’era il bagnino che aveva un espressione strana in viso; sembrava per nulla intimorito dal mio tono di voce. “Oh ma guarda un po’ chi abbiamo qui!? Se chiami la polizia il mio amico diffonde il suo video su internet, cosi’ tutti potranno vedere questa troietta come si sgrillettava in bagno”. Il mio sangue si gela. “Cosa?” “Si hai capito bene stronzo e ora levati dai coglioni” disse il bagnino chiudendo la porta. Rimasi impalato, impotente e spaventato. Non sapevo come comportarmi. Poi d’un tratto inaspettatamente il bagnino riaprì la porta. “Anzi… stavo pensando… visto che ieri non mi è piaciuto affatto come mi hai trattato ho deciso che dovrai rimanere a vedere cosa le faccio”. ”Sei impazzito? Tu sei un pazzo psicopatico!” “Può darsi ma temo che tu non abbia scelta nonnetto”. Guardai all’interno della cabina semi buia e A era seduta a terra che ci osservava. “Se non entri subito il mio amico farà subito quello che ho detto”. Ero in trappola. Entrai e lui chiuse la porta. “A proposito non ci siamo neanche presentati. Io sono Lorenzo.” disse tendendomi la mano. Con riluttanza strinsi la sua mano ”Roberto” ”Bene Roberto! Ora mettiti li nell’angolo e guarda con attenzione”. Si rivolse verso A e tirò fuori il pisello. “Succhia troia”. A mi guardò. Poi cominciò a succhiarlo. L stava godendo moltissimo tanto che gli prese la testa e tenendola per i capelli la spingeva sempre con più violenza verso il suo sesso eretto. Nonostante la situazione fosse tragica ebbi anche io un erezione. Vedere A all’opera in quel modo mi fece eccitare. Ma era sbagliato, terribilmente sbagliato.
“Vedi tua figlia com’è brava a succhiare? Non vedo l’ora di scoparla!” “Non è mia figlia idiota!” “ Ah no? E allora perché cazzo mi hai rotto i coglioni ieri?”
“E’ la ragazza di mio figlio!”. Pausa. L scoppiò a ridere. “No vabbè non ci credo! Ahaha!” “Cosa c’è di divertente?” dissi serio. “Beh visto che non è tua figlia puoi scoparla anche tu no?”. A smise di succhiargli il pene e mi guardò scandalizzata. “No! Assolutamente no! Scordatelo!” “Mmm.. credo che tu abbia la memoria corta… qui dentro sono io che faccio le regole. Quindi… ti ordino di tirarti fuori l’uccello e di fartelo succhiare da questa zoccoletta”. “No! Non posso! E’ la ragazza di mio fi…” “Signor Roberto, la prego. Faccia come le dice. Voglio andar via di qua al più presto!”. Rimasi pietrificato. Non mi sarei mai aspettato una simile reazione da parte di A. “Visto? La troia vuole due cazzi! Forza venga qui con me che gli rompiamo il culo a questa qui!” disse mettendomi il braccio sopra le spalle e spingendomi verso A. Vidi quel bel visino a pochi centimetri dai miei bermuda. L’erezione stava prendendo piede. “Mi dispiace Arianna!” dissi sbottonandomi i bottoni del costume. Li abbassai e avvicinai il mio pene eretto alla sua bocca. Lei mi guardò un ultima volta negli occhi; poi afferrò con la mano sinistra il mio pene e cominciò a masturbarmi. La sua mano era delicatissima, come un fiore appena sbocciato. “Ecco brava troietta adesso alterna a succhiarci i cazzi”. A si spostò al centro della cabina, si inginocchiò e cominciò a succhiare i nostri sessi. Era sensazionale. Dopo alcuni minuti L mi ordinò di penetrarla nella vagina mentre lui l’avrebbe posseduta nell’ano. Dopo averla denudata mi stesi a terra con la schiena e A si mise a cavalcioni sopra di me infilandosi il mio pene nella sua calda vagina. Brandendo il mio pene con la sua vagina si chinò con il busto verso di me e arrivai ad avere la sua testa sul mio petto. Nel frattempo L stava posizionando il suo membro in direzione dell’ano. A emise un gemito; capii che l’aveva penetrata anche lui. Cominciai a spingere lentamente e ad ogni affondo il viso di A cambiava. L cominciò ad aumentare il ritmo facendola urlare. Prontamente misi una mano sulla sua bocca per ovattare le urla di dolore. La guardai negli occhi come a dirle che andava tutto bene e che presto sarebbe tutto finito. Nel frattempo anche io avevo aumentato il ritmo. La sua vagina mi stava ricoprendo di umori caldi e odorosi che altro non facevano che aumentare la foga con la quale mi facevo strada nel suo intimo. “Oh sii sto per venire! Inginocchiati”. A si alzò e si mise in ginocchio verso L che le eiaculò sul viso. “ Ari sto venendo anche io!”. A si avvicinò a me in ginocchio e osservava il mio movimento sempre più rapido. “Apri la bocca e tira fuori la lingua!”. Lo fece. Pochi secondi dopo le schizzai anche io il mio seme in parte sul viso e in parte in bocca. “Ora pulisciti con le dita e ingoia tutto troia”. A leccò tutto dei nostri semi dal suo viso e ingoiò tutto. “Sei proprio una zoccola Ari” “Ahaha hai visto? E tu che neanche te la volevi scopare!”. Forse avrei dovuto ringraziarlo ma non lo feci, aveva sempre ricattato A dopotutto. “Adesso il video lo cancellerai?” “ Certo che si. Sei stata brava… E anche tu nonnetto, niente male! Ci si vede!” disse L uscendo dalla cabina lasciando me e A da soli ancora nudi. Silenzio. Ci guardammo. A mi abbracciò fortissimo e io la strinsi forte al mio petto. “Signor Roberto.. io non so cosa dire..” “ Non devi dire nulla, ormai è finita” ”Stefano non dovrà mai saperlo” “Certo”. Ci rivestimmo ed uscimmo in fretta. Prendemmo due direzioni diverse per non destare sospetti. A tornò per prima all’ombrellone. A quanto pare mio figlio ancora dormiva. <>. Aspettai una decina di minuti, poi tornai anch'io all'ombrellone. Trovai mio figlio ed A che stavano chiacchierando. Sembrava che lui non sospettasse minimamente di nulla. Ah le donne.. sanno mentire meglio di chiunque altro! Annunciai che sarei andato in acqua a fare un bagno. “Noo! Incredibile! Nosferatu ha deciso di uscire dalla sua caverna di ombra!” disse S prendendomi in giro sul mio colore quasi cadaverico. Risi. Poi mi tuffai nel mare. Feci alcune bracciate e arrivai a toccare la boa rossa. Aggrappandomi con un mano alla boa immisi aria nei polmoni e mi misi a galleggiare nella posizione del morto. Osservai il cielo mentre le onde del mare mi cullavano. Chiusi gli occhi e tutti i rumori della spiaggia, il caldo e tutte le ansie parvero sparire come per magia.
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