Mentre aspetto che Silvia prenda posto innanzi a me sulla roccia, in modo da poter ricevere lo stesso trattamento dato a Maria, penso a cosa fare. È più che evidente che non possono esservi che poche tracce del mio sperma sul corpo di Silvia, e che l'ordine di Maria di pulire anch'essa ha il solo scopo di farmi dominare anche da lei. Decido quindi di procedere basandomi più sulla gradevolezza della parte da baciare e leccare che sull'effettiva possibilità che vi sia presente dello sperma. Considero facile mettere in pratica questi miei propositi, dato che le parti in questione vanno dalla punta dei piedi fino alla zona genitale. Quindi, stando inginocchiato fra le gambe che Silvia tiene molto larghe, stessa posizione tenuta precedentemente da Maria, inizio a protendermi in avanti, fra le sue cosce avvicinando le mie labbra al suo slip. Sto già sfiorando il suo sesso, quando lei alza un ginocchio colpendomi il viso con l'interno coscia.

-Ma cosa fai?-

Mi grida

-Devi iniziare dall'altra parte-

Silvia divarica nuovamente le gambe e appoggia la schiena e le braccia alla roccia, aspettando in questa posa rilassata di essere pulita da me, nonostante un inizio di stizza dovuto alla mia presunta goffaggine. Pensando di dover emulare quanto fatto con Maria mi sollevo leggermente sulle gambe in modo da arrivare al suo seno. E rimediando un sonoro schiaffone in pieno viso, il quale mi riporta con il sedere per terra. Istintivamente chiudo gli occhi e sento qualcosa che spinge sulla mia bocca bloccandomi il respiro. Riapro gli occhi e vedo Silvia con la gamba alzata, il suo piede sul mio viso che mi tira verso il basso stringendomi il naso tra l'alluce e le altre dita. -Devi iniziare baciandomi il piede, mi hai sporcata mentre ti calciavo i coglioni, o pensavi ti avessi colpito con le tette?- Mi grida davvero spazientita e spingendomi il viso per terra con lo stesso piede, ora spostato sopra la testa. Ovviamente non posso oppormi, anche perché con le mani legate dietro la schiena è pressoché impossibile mantenere l'equilibrio in quelle condizioni. A questo punto interviene, magnanima, Maria.

-Dai, Silvia. Almeno accavalla le gambe, Michele non può abbassarsi sino ai tuoi piedi con le mani legate-

Silvia sbofonchia un po', ma poi accavalla una gamba sull'altra, in modo che io abbia il lato interno della sua coscia al mio fianco. Mi giro, intenzionato a soddisfarla al meglio delle mie possibilità, e mi appresto ad eseguire l'ordine. Per prima cosa le bacio tre volte il dorso del piede. La prima volta esattamente al centro, la seconda all'altezza della caviglia, e la terza quasi sulle dita. Poi le dico -Silvia, gira il piede verso di me- lei mi asseconda e mi ritrovo col davanti delle sue dita che mi sfiorano le labbra. Mi sollevo leggermente e torno a baciarle la caviglia. poi scendo continuando a baciare fino all'inizio delle dita. Una volta lì ne bacio la parte superiore iniziando dal più piccolo sino all'alluce. Qui esco la lingua leccandolo tutto intorno e poi succhiandolo. Infine lo bacio davanti e continuo baciando tutte le altre dita. Passo la lingua ove ho appena baciato e continuo a leccare lungo il fianco esterno del piede. Silvia sembra gradire molto queste mie attenzioni. E lo dimostra assecondando i miei spostamenti e muovendo il piede di conseguenza, senza impartire nemmeno un ordine o contestazione durante l'intera esecuzione. Arrivato al tallone le do un dolce bacio sulla pianta del piede, per poi spostarmi sulla caviglia del lato interno. La bacio e proseguo a baciare fino a tornare all'alluce. Torno indietro leccando e di nuovo avanti baciando, questa volta però seguendo l'incavo del piede, ritrovandomi con le labbra sulla pianta. Lecco nuovamente il bordo esterno e riprendo a baciare la pianta fino alle dita. Ne lecco più volte la parte inferiore per poi, mettermele in bocca tutte insieme. Infine appoggio la punta della lingua sul secondo dito e scendo, scendo passando la lingua immobile fino al tallone, dal quale risalgo la gamba, che viene alzata, baciando e leccando fino al dietro del ginocchio. Silvia allarga nuovamente le gambe ed io ne approfitto per baciarle l'altro ginocchio. Poi, come sul piede, poggio la punta della lingua all'interno del ginocchio e risalgo sino al costume, che sposto per baciarne la pelle sottostante. Torno alla gamba iniziale e bacio dal ginocchio seguendo la linea esterna sino al bacino, ove inizia il costume. Ho la tentazione di spostarlo verso il basso come con Maria, per poi realizzare che si trattava di un olimpionico. Quanto ho odiato, in quel frangente, la passione di silvia per i costumi interi. Ne sposto quindi l'orlo verso l'alto scoprendo sempre più pelle verso il pube di Silvia. Arrivato qui stringo il lembo fra i denti premendo con essi sulle sue grandi labbra, percependo una reazione di piacere da parte della cuginetta. Mi sono attardato molto più sul pube di Silvia che su quello di Maria. Un po' perché dopo non avrei avuto altra pelle femminile da baciare e leccare,(Silvia era venuta a contatto con lo sperma dalla cintola in giù, e non aveva senso, per le mie cugine, che le leccassi il ventre o i seni) ma soprattutto perché ha una fica molto più tenera e delicata rispetto a quella cugina Maria. Non si depila ancora. Ma ha del vello ancora molto corto e sottile. Estremamente piacevole da sentire su labbra e lingua. Bacio e lecco bene la pelle tutto intorno per poi concentrarmi sulla parte più centrale, vale a dire la fica, come feci a Maria scendendo dall'alto. A differenza di Maria, però, Silvia non mi blocca. E continuo la mia opera fra le sue gambe anche quando la sento emettere lievi mugolii di piacere. Solo quando, perdendo ogni inibizione, spingo bene la lingua contro il suo clitoride, facendole emettere un gridolino, Maria interviene. -Va bene così, Silvia. Credo che Michele ti abbia pulita a dovere, non credi?- Silvia vorrebbe che continuassi, ma non se la sente di dire che tutto quel leccare non fosse sufficiente a togliere qualche traccia di sperma e quindi acconsente. Io quindi mi fermo, rimanendo in ginocchio davanti alla roccia in attesa che mi venga tolto il costume che mi vincola i polsi.
Considerando conclusa la punizione impartitami dalle mie due cugine immagino di essere presto da loro liberato. Quando le parole di Maria mi fanno capire che non ha fretta di tornare alla normalità.




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