UNA FAMIGLIA DEPRAVATA (INCESTI CON MIA MADRE E MIA SORELLA VALENTINA)
Capitoli 5-8

CAPITOLO 5
MIO PADRE PERDE LA TESTA PER QUELLA TROIA DI SUA FIGLIA
La vendetta di mia sorella si attuò in un modo perverso che io trovai anche stupido. Del resto è caratteristico delle donne il ficcarsi in situazioni complicate (o il complicarle loro stesse) e l'agire impulsivamente solo per ripicca.
Fatto sta che a soli 15 anni, sfoggiando atteggiamenti provocanti come una vera e consumata troia, mia sorella Valentina irretì nostro padre al punto di fargli perdere la testa per lei.
Il girargli intorno con addosso pochi indumenti non le bastò più. Come una puttanella iniziò a provocarlo piazzandoglisi davanti in canottiera. Una canottiera leggera con una larga scollatura che lasciava spudoratamente esposte quelle grosse favolose tette da sesta misura. Una canottiera che si ritirava mostrando pure l'ombelico e la pancia e quei fianchi così morbidi che non si resisteva alla tentazione di afferrarglieli e palparglieli. E mio padre un giorno lo fece.
Una mattina di quella torrida estate lui e Valentina erano scesi in cucina prima di me. Nostra madre era uscita presto perché andava a fare i servizi negli appartamenti di alcune famiglie di villeggianti, lì nel quartiere, e mia sorella preparò la colazione come era solita fare quando nostra madre era fuori casa.
Lei nel prepararla si mise maliziosamente di spalle in modo che nostro padre potesse vederle il culo. Un culo bello tondo e sporgente davvero fantastico, che quella mattina era stretto in un paio di short cortissimi a vita bassa che lasciavano vedere il solco in mezzo alle chiappe, e così corti e stretti di sotto da fare uscire la parte bassa delle chiappe stesse. In pratica più che pantaloncini sembrava avesse uno straccio di jeans stretto attorno al culo.
Aveva gli auricolari nelle orecchie e mentre imburrava i toast iniziò a muovere lentamente il culo a destra e a sinistra seguendo il ritmo lento della musica che ascoltava.
Quel muoversi sinuoso del favoloso culo di mia sorella che gli si agitava ammiccante davanti fece perdere la testa a nostro padre che allungò le mani proprio sulla porzione di culo che usciva dall'orlo basso di quegli striminziti short.
Nonostante stesse volutamente provocando nostro padre da settimane, mia sorella sussultò al sentire le sue mani piazzarglisi sul culo e palpeggiarla con avidità e libidine. Si finse sorpresa e scandalizzata e gli disse: ma papà che fai??? Si girò verso di lui e lo fissò interdetta, con i suoi occhioni da cerbiatta sgranati. Mio padre, che ormai non ne poteva più di resistere alla sua procace e provocante bellezza e a quel ben di dio che lei gli sbatteva sempre davanti al muso, se la attirò a sé e riprese a palparle il culo con manate sempre più vogliose, poi le baciò il collo e portò una mano davanti e iniziò a strizzarle le tette.
Valentina tentò di divincolarsi e prese a dimenarsi a destra e a sinistra borbottando infastidita: papà!!! Oooh ma che cazzo fai!!! Sta fermo!!!
Nostro padre però non si curò affatto di quel protestare e continuò imperterrito a toccare sua figlia abbracciandola, palpandola ed avvinghiandoglisi addosso senza più ritegno. Ormai aveva ceduto, aveva rotto i freni della ragione e della morale e non gliene fregava niente dell'abominio che stava compiendo. Adesso gli interessava soltanto scoparsi quella troietta di sua figlia!

LA SCOPATA
A furia di dimenarsi e lottare mia sorella si ritrovò addossata al frigo, con mio padre che le stava addosso e la palpava famelico.
Io fui richiamato dalle proteste di Valentina quando stavo scendendo le scale. In verità non erano proteste troppo convinte, sembravano più delle moine. E così, incuriosito, mi avvicinai in silenzio e spiai restando fuori dalla cucina.
Mia sorella mugolava dei "mmmh papà no dai..." e il suo dimenarsi si attenuava fino a rendere quel movimento solo un agitarsi sensuale. Nostro padre colse quei segnali e prese a sussurrare parole più languide alla figlia, mentre le sollevava la canottiera e affondava la faccia nelle sue tette. Succhiava e leccava con avidità quel ben di dio da 5^ misura; spremeva quelle morbide bocce spingendosele sulla faccia e infilava la mano negli strettissimi short della figlia.
"Visto come sei bagnata? Hai fatto un po' di storie però ne hai voglia anche tu, troietta di papà!"
Al sentire quelle parole mi salì il sangue alla testa dalla gelosia, mentre la rabbia mi aveva montato una grossa erezione.
Mia sorella mi aveva visto, in piedi, accostato alla porta, che li spiavo, ed aveva subito cambiato atteggiamento attenuando le proteste e mettendosi a fare le moine da gatta in calore. Mi lanciava sguardi impertinenti e occhiatacce cariche di sfida e di lascivia per mostrarmi quanto era in grado di divertirsi con nostro padre mentre lui le palpava le tette e le succhiava i capezzoli.
Mi guardava di traverso e con una espressione di superbia e soddisfazione pareva dirmi: guarda a cosa ho ridotto nostro padre: ad un malato; un depravato che sta morendo dalla voglia di scoparsi la figlia!
Ed era vero. Era tutto vero!

Nostro padre spostò mia sorella e la fece mettere a novanta gradi, piegata sul tavolo della cucina; si abbassò i pantaloni e liberò un cazzo tesissimo che prese a smanettare avidamente, mentre con l'altra mano abbassava short e mutande a Valentina e le massaggiava la fica bagnatissima.
La fica di mia sorella era favolosa, aveva uno spacco lungo e reso profondo dalle due labbra gonfie che le vedevo spuntare sotto le chiappe mentre mi dava la schiena e stava col culo a ponte.
Era proprio oscena come quelle troie che guardavo nei film porno.
Le fissavo quel culo enorme, ed esposto senza alcuna vergogna, sul quale continuavano ad affondare le mani avide di nostro padre, poi Valentina girò la testa guardandomi dritta in faccia e in un supremo atto di sfida e di vendetta, con un'espressione gelida negli occhi, fissando me disse: su, papà... Scopami!

Lui non se lo fece ripetere, le infilò il cazzo nello spacco della passera e prese a chiavarsela da dietro ripetendole: sì che ti scopo... certo... troia... che troia che sei! Poi iniziarono ad ansimare tutti e due mentre nostro padre faceva avanti e indietro, con il cazzo infilato nella fica della figlia, e Valentina veniva agitata dai colpi decisi di quel cazzo che la sfondava; con le grosse tette pendenti che le ballavano davanti, sotto la tovaglia apparecchiata.
Fu la scena più eccitante che avessi mai visto. Mia sorella era bellissima, con la canottiera sollevata fino alle spalle e pantaloncini e mutande abbassate fino ai piedi, con le lunghe ciocche dei capelli che sussultavano e le grosse tette che le ballavano davanti. Con il bellissimo viso rotondo, gli occhi profondi e neri e l'aria innocente sembrava un angelo ed una troia allo stesso tempo.
Non potei resistere oltre, ero arrabbiatissimo ma anche eccitatissimo, mi tirai fuori il cazzo (che aveva raggiunto dimensioni notevoli), presi a smanettarmelo con una foga pazzesca e subito i miei ansimi si unirono a quelli dei due che a pochi passi scopavano come infoiati.
In preda all'eccitazione più frenetica mi ritrovai, senza accorgermene, nella cucina mentre avanzavo verso di loro. Camminavo e mi smanettavo il cazzo. Quando fui vicino a loro mio padre sussultò sorpreso e fece per fermarsi e arretrare ma Valentina intervenne e lo incitò a continuare.

Non fermarti! Scopami scopami scopami! Non farti problemi papà, lui avrebbe voluto scoparmi già tre anni fa. Non è vero fratellino? Disse mia sorella guardandomi di traverso, con gli occhi molli per il piacere che il cazzo di papà, che pompava dentro la sua fica, le stava procurando.

Ora che nostro padre aveva interrotto i suoi colpi era lei che si agitava e spingeva il suo bacino contro quel cazzo, facendoselo così entrare nella fica il più possibile. E mentre dimenava frenetica il culo come una scatenata ballerina, sbattendolo contro l'inguine e facendosi impalare, Valentina afferrò il mio randello e prese a smanettarlo continuando così il lavoro che stavo facendo.
Che scena incredibile! La mia bellissima e infoiatissima sorella piegata a novanta gradi, che mentre si fa scopare da dietro dal padre (e si dimeno spingendo col bacino verso di lui) si china sul cazzo del fratello e si mette prima a smanettarglielo poi a succhiarglielo, tirandogli un favoloso pompino!

Avevo dunque Valentina piegata in avanti con il mio cazzo in bocca. Mi abbassò i pantaloncini liberando tutto il pacco e poté così dare delle lunghe leccate dalla base dell'asta e salire fino alla cappella che si infilava in bocca e succhiava golosa, poi tornava giù per affondare la bocca nella peluria e per spennellarmi le palle con dei delicati ma vogliosi colpi di lingua.
Ero in estasi. Mia sorella mi stava regalando un pompino meraviglioso e non riuscivo a credere che una ragazza così giovane fosse capace di tanta maestria e avesse un tale grado di depravazione.
Cazzo, mia sorella stava proprio crescendosi come una vera zoccola!, pensai mentre mi godevo il suo smanettarmi la mazza che intanto si induriva sempre più, e il suo slinguare nelle mie palle.

E così mio padre aveva sverginato mia sorella e nonostante fossi gelosissimo trattenni tutta la rabbia che avevo in corpo e li osservai scopare come due ossessi, con lui che spingeva in avanti il bacino dandole decise stantuffate nella fica e lei che spingeva indietro col culo per farsi infilare il cazzo fino alla base. Con nostro padre che grugniva eccitato e Valentina che si agitava come una tarantolata lanciando ansimi e gridolini di goduria.

MIA SORELLA SI FA SBORRARE NELLA FICA!
Quando nostro padre arrivò al culmine del suo orgasmo Valentina gli disse che voleva che le sborrasse nella fica, che gran troia!
E non contenta prese a menare il mio cazzo con ancora più foga perché voleva che, contemporaneamente, anche io le venissi in bocca.
E così mentre nostro padre si scaricava nella sua fica, io le riempivo la bocca e le inondavo la gola della mia sborra calda e vischiosa. Ero così eccitato ma anche così arrabbiato che mentre mi svuotavo le palle nella sua bocca una parte di me sperava che quella puttana di mia sorella ci si affogasse!
Poi io e mio padre ci mettemmo a tavola affamati e Valentina si tirò su gli short e si tirò giù la canottiera, ricomponendosi dal bello ma osceno spettacolo che offriva (come se allora si preoccupasse di fare scandalo ;-)) e ci servì la colazione che tutti e tre consumammo senza rivolgerci la parola.
Non potei scoparmi mia sorella quella volta e nonostante mi spompinò per bene fino a farmi svuotare le palle nella sua gola sentii una profonda insoddisfazione che avrei soddisfatto solo riuscendo a farci sesso. E la cosa ero certo che si sarebbe verificata al più presto, solo che quel pomeriggio stesso ero arrapato e volevo assolutamente scopare. Da quella mattina poi provavo rabbia verso mio padre per essersi scopato Valentina e covavo il pensiero di fargliela pagare. Così unii le due cose: sfogare la necessità di fare sesso e tornare a cornificare quel porco depravato di mio padre.

CAPITOLO 6
SCOPARMI MIA MADRE PER VENDICARMI SU MIO PADRE!
Rientrata dai lavori mia madre si fece una doccia e si mise indosso un semplice e leggero prendisole, mettendosi poi a girare per casa per fare qualche servizio. Io restai nascosto in camera mia in silenzio, facendole credere che non ci fossi; mio padre era al lavoro e mia sorella andava a lezione privata da un'amica di famiglia in vista del nuovo anno delle superiori.
Quando decisi che potevo approfittare della situazione scesi le scale con il massimo silenzio e mi misi a spiare mia madre che passava lo straccio per terra. Come l'altra volta anche allora mi sono soffermato a guardare il suo bel culo. La volta scorsa lo teneva stretto negli short di jeans cortissimi, che lo modellavano come un enorme cocomero, mentre quest'altra volta il grosso culo di mia madre stava libero sotto il leggero prendisole giallo.
Spiai per tutto il tempo le sue belle chiappe gonfie e il solco tra loro dove riuscivo a vedere che si erano infilate le mutandine, e, nascosto dalla porta, mi tirai fuori il cazzo e presi a segarmi facendolo in breve diventare bello duro e grosso.
Finito di passare lo straccio si accese una sigaretta e si stravaccò sul divano. Da dove ero nascosto io vedevo la sua coscia sporgere nuda e la gamba pendere dal grosso bracciolo, e sentivo il rumore dell'agitare di fogli. Si stava sventagliando con una rivista per farsi aria. A me cresceva l'eccitazione al pensiero che fosse lì a pochi metri, però ero ancora bloccato. Credevo fosse più facile andare da lei e farci sesso visto che avevamo già rotto il ghiaccio invece non riuscivo a decidermi, eppure ero eccitatissimo! Poi iniziai a sentire dei sospiri e dei mugolii soffocati e subito dopo la sua voce che parlava al telefono.
"Carlo, sono sola. Non verrà nessuno prima di stasera. Dai ho tanta voglia di scopare... Ho voglia di farmi sfondare dal cazzo del mio fratellone... Vieni subito dai!"
Smise la chiamata e riprese con i mugolii. Mia madre si stava masturbando ed io non potevo vederla, e questo, unito alla telefonata che avevo appena ascoltato e all'idea che questa porca avesse voglia di scopare, mi montò una tremenda erezione!
Così mi decisi. Salii lentamente le scale e le scesi normalmente, per farle sentire la mia presenza. Entrai nel salotto e mi finsi sorpreso di vederla. Lei anche mi fissò sorpresa; sussultò e mi squadrò basita.
Ah, tu sei a casa..., borbottò incredula, poi aggiunse: Non dovevi uscire con tuo padre?
Le dissi che all'ultimo momento non ne ebbi voglia e che mi ero appisolato nel letto di mia sorella.
Notai che si era frettolosamente messa composta e finiva di fumarsi la sigaretta mentre io mi andai a sedere su quello stesso divano.
Scesi con indosso solo una canottiera e i pantaloncini di tela che mostravano sfacciatamente la mia grossa erezione e passai davanti a mia madre con il cazzo teso che gonfiava oscenamente il cavallo dei pantaloncini. Mi sedetti accanto a lei stravaccato con il bacino sul bordo di modo che il gonfiore le restasse sempre in evidenza sotto gli occhi. Subito dopo le arrivò una telefonata e lei un po' imbarazzata si affrettò a dire: no no non serve più grazie ciao! E chiuse la chiamata. Io ne approfittai per rompere il ghiaccio.
Chi era? Chiesi con finta indifferenza.
Niente di che... Una ordinazione che non mi interessa più. Rispose mia madre che intanto sfogliava distrattamente la rivista con cui prima si faceva aria. Io pensai che fosse il caso di provarci e dissi:
È da un po' che zio Carlo non si fa vedere e non ti nascondo che provo un gran piacere ad avere quel porco lontano da qui.
Mia madre mi guardò girando la testa di scatto e accigliata in volto mi interruppe: Senti! Non voglio che nomini più tuo zio! Se è un porco tu non lo sei certo meno di lui!
Beh si hai ragione..., ribattei io. In effetti devo aver preso da lui la passione per l'incesto. E non mi pare che la cosa ti sia mai dispiaciuta, visto quanto hai goduto a farti scopare da lui per anni!
Quella punzecchiata verso mia madre mi eccitò ancora di più e così mi spinsi oltre mettendo la mano sul pacco e massaggiandolo vistosamente. Poi mi decisi e le dissi:
Quindi visto che so essere tanto porco quanto lui allora ti conviene approfittarne, mammina... Ora che hai tanta voglia di fottere, hai me... E siamo soli...

Il tono di quelle parole fu eloquente, e nel pronunciarle mi abbassai l'elastico del boxer e tirai fuori il cazzo che si era ingrossato all'inverosimile, con una cappella gonfia che pulsava dalla voglia.
Mia madre reagì istintivamente dandomi del porco schifoso ma non nascose il turbamento e la sorpresa nel vederlo e si lasciò scappare poi un: "figlio mio che cazzo di bastone che hai!", detto con ammirazione, apprezzamento e tanta voglia di averlo per sé.
Vero che è un gran bel randello, eh, mamma? Ti leggo in faccia la voglia di toccarmelo...
Le misi una mano sul petto e senza indugio alcuno la feci scendere sulle tette infilandola sotto il prendisole. Mi misi a palpargliele senza nessuna vergogna, prima una poi l'altra e nel mentre mi avvicinavo a lei, senza smettere di massaggiarmi il cazzo che intanto aveva raggiunto dimensioni notevoli e che mia madre non smetteva di guardare e di mangiarsi con gli occhi.
Era arresa al piacere e, al contrario della volta precedente, non opponeva resistenza. Infatti la mia mano palpava beata passando da una tetta all'altra e le dita si stringevano giocando coi suoi capezzoli.
Dai, che vuoi toccarmelo, confessa. Vuoi tirare una sega a tuo figlio, con questo cazzo bello grosso, eh?
Non ci fu bisogno di risposta, il suo volto rosso come un peperone e la sua espressione languida e vogliosa erano eloquenti. Allora io le presi la mano e la portai sul mio cazzo facendomelo smanettare. Lasciai la sua mano a segarmi e portai la mia sulla sua coscia, poi la feci scorrere sotto il vestito e la infilai nelle mutandine, trovando la sua passera già gonfia e pregna di umori.
Wow che fica bella bagnata che hai mammina... È proprio fradicia!, le sussurrai eccitatissimo. Voglio scoparti!
E che aspetti, cazzo... che aspetti! Mi sentii rispondere da lei con la voce piena di eccitazione.
Mia madre si tirò su il prendisole fino ad averlo arrotolato ai fianchi e spalancò oscenamente le cosce per invitarmi a passare all'azione. Io le sfilai le mutandine poi scivolai in ginocchio sul pavimento e affondai la faccia tra le sue cosce mettendomi a leccarle la fica. Gliela leccavo con avidità; le leccavo goloso lo spacco fra le labbra e mi piaceva sentirmi sulla bocca i ciuffi di peli di cui era ben fornita. Le davo delle profonde slappate poi mi mettevo a succhiarle il clitoride e lei gemeva e ansimava dal piacere, liberando delle urla di goduria che le avrebbero sentite dal piano di sopra se ci fosse stato qualcuno.
Per fortuna eravamo soli e potei slinguare a lungo e senza problemi in quella bella fica pelosa che grondava umori come una fontana. Lei mi afferrò per i capelli e premette come ad invitarmi ad affondarci la bocca il più possibile, voleva letteralmente essere scopata dalla mia lingua. Era una vera assatanata di sesso!

CAPITOLO 7
UNA BELLA FAMIGLIA DI PERVERTITI

MAMMA MI FA UN POMPINO!
La leccai fino a farmi inondare la bocca da un suo copiosissimo orgasmo e per tutto quel tempo continuai a strizzarle le belle e grosse tette. Poi fu la mia volta di godere e lei mi disse di alzarmi in piedi, mi abbassò i boxer e prese prima a smanettarmi la mazza che svettava dura e lunga poi a leccarmela e a succhiarmela con avidità.
Ad occhi chiusi e mugolando di gusto mi fece un favoloso pompino e tra una leccata e una succhiata commentava: Uhmmmm che bel manganello duro che hai figliolo... Lo voglio, lo voglio! Sì dai scopami di nuovo... E nel dirlo si rilasciò sul divano e sollevò le cosce, portandosele all'altezza delle spalle e le tenne in equilibrio divaricate. Mi offrì così la sua fica completamente ed oscenamente esposta.
Vidi quello spacco carnoso enorme e tutto un cespuglio di peli sul pube; le labbra dure e gonfie e il clitoride ingrossato per l'eccitazione. Quel solco bagnato non aspettava altro che farsi sfondare dalla mia mazza sempre più dura e non mi feci certo pregare. Tenendo la mazza alla base la diressi verso lo spacco aperto e gliela infilai. Mia madre sussultò non appena sentì la mia asta dura entrarle con decisione nella fica e si mise ad ansimare di goduria via via che il mio cazzo guadagnava centimetri.
Uhmmmm siiii figlio mio sfondami! sfondami la fica!... dai... Scopami ! Scopa tua madre come una puttana!!!
Lei stava affossata sul divano con il culo esposto e la fica oscenamente aperta e rivolta verso l'alto ed io la sovrastavo; mi ero portato le sue cosce lungo il corpo e avevo i suoi piedi sulle spalle. Mi misi ad assestarle dei decisi colpi ritmati del mio cazzo e lei li riceveva sussultando e mugolando di piacere ad ogni mio affondo.
Oh sì... Si si si!!! Sfondami! Ripeteva ad ogni colpo mentre io inoltre non smettevo di mungerle le tette e i capezzoli duri e ingrossati.
Adesso mamma voglio sfondarti il culo..., le dissi ansimando e sfilando il cazzo dalla sua fica.
Uhmmmm che figlio ingordo e porco che ho..., rispose mia madre compiaciuta mentre prontamente si afferrava le natiche e le divaricava, mettendo in mostra un buco del culo bello elastico che accolse molto bene il mio cazzo.
Avanti figlio mio, prendilo... Uhmmmm fammi vedere di cosa sei capace!
Infilai dunque il mio randello nel culo di mia madre e spinsi lento ma deciso, e più guadagnavo centimetri più sentivo la mazza forzare piacevolmente nel suo canale.
Cazzo che male!!! Che dolore e che piacere!!! Disse lei urlando e mugolando come una vacca alla monta. Cazzo, mi stai sfondando il culo!... Mmmmhhh sìììì mi stai facendo godere come non è riuscito nessuno prima. Né tuo padre e né tuo zio hanno un cazzo grosso e duro quanto il tuo!!! Uhm dai, fammelo sentire tutto dentro! Oooouhhhh sììì dai così! Infilamelo tutto... Sfondami amore di mamma... Sfondami il culo fino in fondo!!! Ooooohhh cazzo che potenza che sei!!!
Con un ginocchio piantato sul divano continuai a stantuffare imperterrito nel culo di mia madre mentre lei non smetteva di lanciare mugolii alternati ad imprecazioni di piacere e incitamenti a continuare a fotterla nel culo.
Ti piace eh... Che gran troia che sei!!! Un troione di madre che voglio far diventare la mia cagna!!! Le dissi mentre incalzavo con le stantuffate, con lei che rispondeva: Ah sì sì sììì... Lo voglio!... Sì fammi essere la tua cagna!!! Sììììììììì!!!!
Mia madre accompagnava il mio scoparla muovendo il culo, spingendolo verso il mio cazzo perché assatanata com'era voleva sentire il randello duro entrarle tutto, fino alla base. Fino a sfondarla.
Che gran puttana di donna! Pensare che fino a poco tempo fa mi consideravo l'unico malato in famiglia per via del mio morboso desiderio per Valentina, e invece nell'arco di pochi giorni scopro che mio padre è un porco tanto quanto me; mia sorella a quindici anni è già una puttana ninfomane e nostra madre è una grandissima troia che non si fa ritegno nell'incitare il figlio a sfondarle il culo ed a fare di lei una cagna!!!
Non c'è che dire, proprio una gran bella famigliola di pervertiti!!!
LA SBORRATA NEL RETTO!
Ad un certo punto dico a mia madre che sto per sborrare e lei mi fa:
Sborrami dentro il culo... Voglio che la tua sborra calda mi riempia tutta la pancia!!! Dai, dai!!!
Non me lo lascio ripetere due volte. Ho proprio voglia di riversare questo mare di sborra nel suo intestino. Ho tantissima voglia di svuotare le mie palle nel culo di mia madre e così do gli ultimi colpi con l'anca e libero dentro di lei tutta la sborra che ho, mentre lei agita il culo spingendolo ancora verso di me per sentirsi sfondata da tutto il mio cazzo e commenta soddisfatta: Oooh si sììì così riempimi, riempimi tutta... quanta bella sborra calda hai figliolo... Sììììììììì tua madre è ingorda della tua sborra!!!
Finito di svuotarmi levo il cazzo da dentro il suo culo. Lei si mette seduta e subito lo imbocca senza problemi e prende a ripulirlo leccandomelo per bene, come una cagna diligente, e a succhiarmelo gustandosi tutti i suoi umori anali e la sborra che impregnano il mio bastone, liberando dei mugolii di piacere mentre succhia golosa la mia asta.
Mi fa un pompino favoloso poi si mette a succhiarmi le palle e con la lingua mi spennella da lì fino al buco del culo. Si mette a leccarmi tutto intorno al buco e poi ci infila la lingua dentro prendendo a muoverla avanti e indietro come se mi scopasse, ed è una sensazione meravigliosa, tanto che quel gioco di lingua unito ad un sapiente massaggio che mi fa dietro le palle mi portano subito ad una nuova potente erezione che quella porca infoiata di mia madre accoglie e commenta con entusiasmo.
Uhmmmm è di nuovo duro... Ed è anche più grosso di prima! E bravo il mio ragazzo!... Che gran maialone che è! Dai sì, che la tua mamma ha di nuovo una gran voglia del tuo cazzo enorme!
E così dicendo si rimette in bocca il mio randello tornando a succhiarmelo soddisfatta.
***
Mi fece accomodare sul divano con la schiena tutta appoggiata allo schienale e le gambe bene allungate, mentre lei si inginocchiò salendo sul divano accanto a me è si piegò accovacciandosi in modo da dedicarsi ad un favoloso pompino.
Mi succhiò l'asta con tanta voracità e premura, alternando poi delle golose e scrupolose leccate nelle palle, senza peraltro tralasciare di massaggiarmi le chiappe e di stuzzicarmi il buco del culo sia solleticando lungo il bordo che infilandoci e sfregandoci un dito.
Fu una sensazione meravigliosa. Ogni volta che il dito spingeva penetrandomi, forzando il buco e scivolando, guadagnando sempre più centimetri, sentivo una scossa che dalle chiappe mi saliva lungo la colonna vertebrale. Un brivido strano ma sempre più piacevole, tanto che, mentre mia madre continuava a succhiarmi il cazzo, pensai con una profonda eccitazione che non mi sarebbe affatto dispiaciuto se al posto di quel dito nel mio culo ci fosse stato infilato un bel cazzo duro!

CAPITOLO 8
UNA FOLLE MA STUZZICANTE IDEA
Uhmmmm sììì mammina dai succhiamelo!... Oooh che brava pompinara che sei... Come lo sai succhiare bene il cazzo al tuo figliolo... Sììì che grandissima troia che sei!, sussurravo a mia madre mentre me lo succhiava. Poi le confessai, sempre mentre godevo del suo pompino, che quel suo stuzzicarmi il buco con le dita mi stava montando su la voglia matta di farmi inculare. La mia bella e arrapante mammina mi fissò sorpresa e le si accese una luce maliziosa e intrigante negli occhi.
Ma che gran depravato che sei figlio mio! Ho proprio quello che ti ci vuole! Ma prima voglio una nuova mega dose di sborra, visto che ne sei così ben fornito..., disse lei dandomi una decisa palpata alle palle mentre riprese a succhiarmi il cazzo con più foga.
***
In poco tempo, grazie alle sue fantastiche succhiate, mi fece sborrare un mare di liquido nella sua bocca. Sborra che si gustò ingoiandola compiaciuta senza perdersene neanche una goccia e mettendosi poi a leccarmi il cazzo per ripulirmelo per bene e mugolando soddisfatta.
Adesso vieni su figliolo... Andiamo in camera..., disse con un sorriso tutto malizioso alzandosi dal divano. Salivo le scale dietro di lei e la vedevo muovere lenta il suo grosso culo sotto il prendisole leggero. Lo faceva per eccitarmi; ancheggiava come una troia facendo ondeggiare quel suo fantastico, morbido e sporgente.
Quando fummo saliti ci chiudemmo nella sua camera e lei si mise a frugare nel cassettone dei suoi indumenti intimi. Io mi ero sistemato sul lettone matrimoniale e lei tirò fuori alcuni cazzi di gomma di varie dimensioni.

LA MIA PRIMA VOLTA CON UN CAZZO DI GOMMA NEL CULO
Sai, amore di mamma, mi disse con un tono molto dolce, mi piace tantissimo questa cosa di te che ti fai inculare, sono eccitatissima e ho la fica di nuovo bagnatissima però visto che è la tua prima volta usiamo un cazzo più modesto.
E tra i quattro che teneva fra le mani scelse il più piccolo, che era comunque un cazzo di gomma di buoni quindici centimetri.
Io ero eccitatissimo anche se poco alla volta sentivo farsi strada in me un po' di paura al pensiero di farmi infilare qualcosa nel culo, eppure, guardando il mio cazzo vidi un randello di venti e passa centimetri, bello tosto e pulsante, quindi la voglia era davvero tanta e poi vedere mia madre nuda che si preparava a venirmi di sopra mi stava facendo impazzire. Così le dissi di mettersi a sessantanove e mentre io iniziai a strofinare la faccia sulla sua fica bagnata e affondarla nel solco delle sue morbide chiappe, lei prese a preparare la inculata leccandomi tutto intorno al buco e poi infilandoci più volte la lingua. Sensazione di piacere indescrivibile anche quel sentire la sua lingua morbida e bagnata guizzarmi nel culo con un su e giù che accompagnai con mugolii di godimento.

MIA MADRE MI SLINGUA IL BUCO DEL CULO PREPARANDO L'INCULATA
Stavamo messi a sessantanove, avevo mia madre su di me, con le sue grosse tette che premevano sulla pancia e sui miei fianchi, e mentre mi segava avidamente l'asta sempre più dura slinguava nel mio buchetto e lo insalivava per bene. La porca poi agitava decisa il suo bel culone strusciandoselo sulla mia faccia. Quello strofinamento incessante di fica e culo arrivò a togliermi il respiro e mi procurò un incontenibile orgasmo.
Sborrai schizzandole la mia crema vischiosa fin sopra i capelli, lei si prodigò a ripulire leccando la sborra che aveva sulla mano e quella che mi colava lungo l'asta. Commentò dicendo che aveva urgente bisogno di uno sciampo ma subito riprese ad agitare il culo e a spingerlo sulla mia faccia, mettendosi a mugolare e ansimare fino a che non le procurai un orgasmo a forza di leccarle la fica.
Una volta soddisfatta la sua brama si dedicò al mio culo riprendendo a slinguare nel buco per inumidirlo per bene e per poi iniziare a spingerci dentro il cazzo di gomma.

IL FIGLIO SI FA INCULARE DALLA MADRE CON UN CAZZO DI GOMMA!!!!
Restai in apnea mentre lei mi penetrava con quel cazzo guadagnando sempre più centimetri. Trattenevo il respiro ed avevo una paura matta che quel giocattolo mi sfondasse il culo, però allo stesso tempo mi piaceva molto la sensazione di dolore e piacere insieme, in più mi sentivo una troia e più era forte il senso di vergogna per quello che mi stavo facendo fare, più mi saliva l'eccitazione e il desiderio di trasgredire ancora.
Aaah dai mamma sfondami! Sfondami il culo! Fammi sentire come una puttana! Dimmi che sono io adesso la tua cagna e che vuoi incularmi!!! Dillo...!!!, la incitai con foga a dirmi queste oscenità e lo fece, eccitandosi molto pure lei.
Tirò fuori il cazzo di gomma dal mio culo e lo ripulì leccandoselo ben bene poi mi disse: adesso figliolo fatti inculare per bene, dai girati. Mettiti a quattro zampe, come una vera cagna. Adesso la tua mammina ti sfonda il culo come si fa alle puttane!

INCULATO A QUATTRO ZAMPE!
Io obbedii e mi rannicchiai stando carponi. Mi portai le mani dietro tenendomi divaricate le natiche mettendo il mio culo bene in mostra. Mi sentivo davvero una troia, esposta nella maniera più oscena possibile e ripresi ad incitarla ad incularmi anche se continuavo ad avere paura al pensiero che quel cazzo mi sarebbe entrato davvero nel culo.
Mia madre sputò nel buchino ed io sentii un fiotto di saliva colpirmi deciso il canale del retto, poi la sentii sputare di nuovo e capii che stava insalivando il cazzo finto e poi finalmente lo sentii infilarsi nel culo...
Sentirlo entrarmi dentro prepotente e deciso mi spezzò il fiato in gola. Sentivo sfondarmi il canale del retto e il pensiero che le donne provano quello stesso dolore accompagnato ad altrettanto piacere quando si fanno inculare mi riempì di un perverso e depravato godimento. Così ripresi con l'incalzante incitamento a mia madre a scoparmi e sfondarmi il culo dandomi poi della zoccola e della cagna.
Rimasi accovacciato a lungo e per tutto il tempo, mia madre non si risparmiò di fare avanti e indietro con quel cazzo di gomma nel mio culo, con me che ansimavo e gemevo come una troietta.
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Fu una inculata favolosa. Per più di una settimana non potei sedermi senza sentire delle fitte lancinanti al buco del culo e un certo fastidio anche nel camminare, ma l'eccitazione che mi montava nel ripensare a quello che mi ero fatto fare, all'essermi fatto possedere come una puttana, mi ripagava di tutti quei fastidi.
Ci prendemmo così gusto che le volte che ci ritrovavamo soli io e mia madre ci fiondavamo in camera da lei a divertirci a fare le troie, con lei che mi sfondava il culo coi suoi cazzi di gomma e io che, in un gioco di alternanza, infilavo il mio cazzo duro nel suo.
Una volta facemmo sesso in soggiorno con lei messa a pecora sul divano e io in piedi dietro di lei che la inculavo e nello stesso tempo mi penetravo l'ano con uno dei suoi giocattoli.
Più me lo infilavo nel culo e più spingevo la mia mazza nel culo di mia madre. Fu una doppia inculata fantastica! Le innaffiai l'intestino con una colata enorme di sborra! Poi sfiniti restammo un po' di tempo nudi e abbracciati sul divano ed io le confessai che mi sarebbe piaciuto molto se anche Valentina avesse preso parte ai nostri giochi...
Mi guardò e fece un vago sorrisino ed io capii che quella cosa non sarebbe dispiaciuta nemmeno a lei.

CONTINUA
(per commenti: pensieriosceni@yahoo.it)
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