La mia vita è stata una collezione di disastri, sposato senza convincimento una prima volta ed arrivato alla soglia dei fatidici 7 anni ecco che scopro che lei si scopava un altro, hai voglia urlargli dietro: ”Maledetti”. I cazzi erano miei. Dolore, disperazione, pianti. Risultato, anni persi senza capirne il perché, ecco la vera disperazione, la mia vita è stata sempre un disallineamento dalla realtà. Eccola la fortuna di molti, dei vincenti, esserci al mo-mento giusto al posto giusto, io ero sempre al momento sbagliato nel posto sbagliato, pensate voi a quanto riuscissi a portare a casa.
Il secondo matrimonio mi portò una figlia, ma mi allontanò la moglie, “avrò un malocchio?” quante volte me lo sono chiesto, possibile che allontani da me tutte le donne? Ma avevo mia figlia, Elisa, un’isola di felicità nel grande oceano della realtà. Ai suoi undici anni la divisione dei genitori, non so a chi fece più male se a lei o a me. Ma poteva vedere la madre varie volte al mese come stabilito di legge e tutte le minchiate relative, immaginatevi cosa passa per la mente di un’adolescente quando le pianificano gli affetti, cosa ne può dedurre dal poter amare la mamma dalle ore 17,00 del venerdì sino a quando deve spegnere l’interruttore dell’affetto materno alle 20,00 di domenica sera. Ah sì alquanto educativo! eh certo! con grande soddisfazione degli esperti ASL di zona, lieti e gongolanti dell’ottimo risultato ottenuto dall'aver “sistemato” una “famiglia”.
E quando a tredici anni, un bel dì viene a chiedervi umilmente con quei suoi occhioni imploranti “posso andare in discoteca con gli amici?” cosa le rispondete, di no? Ne avete il coraggio? E vorrei ben vedere. Certo che no, volete darle quel qualcosa di più che non sie-te riusciti a darle “prima”.
E poi è di pomeriggio, cosa volete mai che succeda?
E vi ripassa davanti agli occhi la vostra triste e miserabile vita quando all’incirca alla stessa età, chiedevate ai vostri genitori le stesse cose, solo che allora eravate dall’altra parte della barricata e tutto vi era dovuto!
Inoltre vi dice che la sua amica del cuore compie gli anni, “sai è quella che al mio compleanno mi regalò il mini-stereo”. Allora cosa pensate? La sua amica del cuore, e pure danarosa, la sua unica confidente, quasi la sua psicologa, sì perché a quell’età l’amica ti sostiene, ti analizza, ti consiglia e non ti fa pagare la parcella, anzi al tuo compleanno ti fa un regalo “monstre”... come che vuol dire?, è francese! e significa “mega”, “ super”... insomma lettori, aggiornatevi!
Così pensando di passare per il padre modello le date il vostro benestare con tutta la vo-stra magnanimità ben sottolineata, benché dubitiate ancora un po' in cuor vostro della vo-stra scelta, e paventate tristi conseguenze. Senonché una settimana prima dell’uscita in discoteca, vi torna a casa disperata, cupa, in pianto, ed è difficile l’arrivar alla conoscenza del motivo scatenante. Lei è rinchiusa in se stessa, parla poco, non si confida con voi, e pensavate di essere un genitore modello? Un po’ vanaglorioso non vi pare? Ma percepite il suo dolore. Ed allora la consolate come meglio potete, finché dopo innumerevoli giri di parole, vi svela con un filo di voce che si è lasciata con Andrea. Già, quel pistola, quel piccolo bullo di periferia che avevate subito misurato e contrastato con tutti i vostri mezzi, ciò aveva generato così facendo, solo il convincimento da parte sua di attaccarsi a lui ancor più, e così quel teppistello da quattro soldi vi aveva sottratto la vostra bambina, e non potevate fare niente per dissuaderla. Ed ecco che improvvisamente vi fate avvocato di quel pirla che non ha saputo capire la vostra piccola, “ma dai forse è un litigio passeggero” e così facendo ve la inimicate ancor di più, anziché consolarla come dovrebbe essere il vostro dovere.
- “Dai su, ne troverai cento di meglio di lui” cercando di rincuorarla, sapendo dentro di voi che solo il tempo e vari pianti attenueranno quell’immane dolore della separazione di un amore. Così quando giorni dopo lei vi chiede il libera uscita per la discoteca, ancor di più accondiscendete per mitigare il suo mal d’amore.
Ed eccovi lì inebetiti, dopo la telefonata improvvisa di quel maledetto pomeriggio della discoteca, in cui una voce assente menefreghista impersonale vi avvisa che la vostra bambina è ubriaca fradicia nei bagni della discoteca e di sbrigarvi a venirla a prendere prima che succedano casini con la polizia o quant’altro.
Il resto del pomeriggio rimane perso in una nebbia impersonale, ferma nel tempo di cui avete pochi ricordi sconclusionati, la pazza corsa con la macchina ignorando le regole basilari della sicurezza, il parcheggio col botto contro un recinto della discoteca, lo spintonare quella banda di stronzi curiosi malpensanti che si accalcano all’entrata dei bagni e non vogliono lasciarvi passare per finalmente riuscire ad abbracciare la vostra piccola, una bambola dinoccolata tra le vostre braccia, che non riesce a rispondervi dal tanto che è fuori, ed il gestore della discoteca che vi rimprovera di tenervela a casa anziché lasciare una minorenne libera così, ma voi non avete la forza di reagire, avete in mente solo il bene per la vostra piccola che caricate in braccia e portate alla macchina, mentre lei tra pianto e risa dice cazzate oscene dettate dall’alcool e chissà cos’altro. Non vi rendete conto che il suo aggrapparsi al vostro collo non è propriamente un atto figlia padre. Vi è qualcosa di stonato nel suo atteggiamento, ma non ci fate caso, il cervello è sperduto in preoccupazioni varie, e quando vi bacia, lo interpretate come affetto suo verso il suo papà. La posa oscena sul sedile della macchina, con il corto vestitino tirato su all’inverosimile che lascia in bella mostra il rigonfiamento della sua patatina ben avviluppato dal piccolo tanga. E mentre vi scappa l’occhio, capite che la piccola è proprio un bel bocconcino. Quella posa l’attribuite al post sbronza, ed il fatto che si aggrappi al vostro braccio mentre guidate co-me in uno stato di trance, è solo che vuol essere consolata. Quando vi si stringe spasmodicamente al collo nel mentre la portate in camera sua dopo che siete arrivati a casa, lo attribuite ad un estremo bisogno di affetto, e lì, presa la vostra mano, se la porta sulla figa mentre vi dice:” ti voglio, adesso“ La vostra mente si svuota, non capite più cosa sta succedendo, alla vostra piccola ed a voi, nessun pensiero, nessuna decisione riescono a guidarvi, siete obnubilati, immobilizzati dall’imponderabile, ubriachi dell'inconcepibile. E lei sempre più eccitata, scostato che ha il suo slippino vi fa sentire la sua umidità sulle vostre dita spingendone uno dentro la sua fessurina, vi rendete conto che assolutamente non volete assecondarla, ma non riuscite a muovere un muscolo, tranne forse uno, quello sotto la cintura, che comincia a pulsare ad esigere. E senza più nessuna coscienza vi lasciate fare, guidare, mentre lei infilatosi che ha il vostro medio si sta masturbando freneticamente con la vostra mano, con il dito di suo papà. E’ peggio che l’esser ubriachi, il cervello è in “stand-by” non collega più atti-logica, atti-regole, e la vostra mano contro la vostra volontà dà forza alle dita di accarezzare quell’antro così protetto e difeso, anzi di forzarne i li-miti per fargli accogliere non uno ma due dita destinate al darle piacere. E mentre lei si dimena dicendo cose oscene, i vostri sensi eccitati da questo spettacolo continuate a sdita-linarla cercando di farla godere sempre di più, fino a che un lampo di pazzia balena nella vostra mente, e non capendo più nulla, con violenza le strappate il piccolo tanga ed affon-date la vostra faccia tra le sue cosce, che si stringono convulsamente alla vostra testa. Le sue piccole labbra come le valve dell’ostrica aperte alla vostra lingua che frenetica è già penetrata nel dolce pertugio e guizza su tutte le pareti di quella meravigliosa caverna lec-cando ogni singolo punto di quel delicato antro che rilascia nella vostra bocca il nettare più delizioso che mai avete osato assaporare. Le sue mani spingono la vostra testa come a cercare di farla entrare tutta dentro di sé e voi ubriachi di tutto leccate e bevete il più possibile di quell’ambrosia, poi risalite fin sui due boccioli che fate saltare fuori dalla scolla-tura e assaporate quelle dolci protuberanze turgide che al contatto con la vostra lingua s’irrigidiscono ancor più. Ed infine cercate la sua bocca che subito con un risucchio si at-tacca alla vostra, e con un frenetico gioco di lingue baciate quella piccola caverna del te-soro, mentre oramai perso totalmente i freni inibitori ed estratto il membro troppo costretto, penetrate sempre più a fondo nella fighettina della vostra bambina che aprendosi il più possibile vi dice in un orecchio: “oh papà…”
Ed è nel guardarla negli occhi che a malapena riesce a tenere aperti per l’estasi che la sta invadendo che continuate a darle affondi sempre più completi sino a farla gemere di pia-cere mentre il suo corpicino viene scosso dagli spasmi della goduta che vi dimostra con lo stringersi convulsamente al vostro collo, mentre le sue gambe avvinghiate alle vostre cosce vi stringono a più non posso. Quando finalmente nel sentirla gemere esplodete dentro di lei della vostra così trattenuta eiaculazione, inviate un pensiero di ringraziamento del vostro essere sterile che solo per un miracolo della scienza ha fatto sì che la piccola che sta accogliendo dentro di sé il vostro seme sia riuscita a nascere. Infine abbandonandovi al suo fianco, lentamente scivolate nel dolce torpore dopo quella frenetica cavalcata effettuata. L’ultima sensazione è di sentire lei che si appiccica al vostro corpo poggiando la testa sulla vostra spalla. Più tardi sarà la sua mano sul vostro membro in pieno risveglio da codesto contatto a destarvi alla realtà, e la vostra sorpresa sarà grande quando la sua calda boccuccia ingloberà con maestria il vostro pene guizzante e pulsante facendoselo lenta-mente entrare per quasi tutta la sua lunghezza. Poi pian piano l’estasi s’impossesserà di voi facendovi perdere la coscienza del tempo e dei fatti sino a che per l’oramai troppa ec-citazione le esploderete quasi in gola trattenendole la testa per godervi questo meraviglio-so momento. E mentre la vostra sorpresa sarà di constatare che lei non si è né irrigidita né rifiutata, anzi ha ingoiato sino all’ultima stilla del vostro succo, deglutendo nel mentre, rimanendo poi per molto tempo dopo la vostra venuta, con il membro infilato fin quasi in gola come per trattenerlo a sé come un astuccio caldo. Ed il vostro sesso pian piano si sgonfierà dentro la sua bocca rilasciando minuti dopo le ultime gocce leccate sapiente-mente dalla sua lingua guizzante.

Ed è in questo frangente che vi appisolate per lasciarla solo tempo dopo, sperando in un suo lontano risveglio senza ricordi troppo vividi di tutto quanto è accaduto.

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Categorie: Incesti