Introduzione

In questo breve elogio al sonno, vi saranno rappresentate (In chiave erotica/orrorifica, come è il mio solito) tre fasi nella quale la protagonista, in modo molto concettuale, avrà a che fare con il sonno fatto uomo che, imprigionandola in una paralisi ipnagogica, approfitterà della stessa.
Una sorta di velata vendetta da parte del figlio della Notte nei confronti di un'anima insonne.
Nel racconto viene rappresentata una protagonista che, quasi rifiutando il sonno, preferisce immergersi in pensieri del tutto nulli; sarà punita dal padrone di tutti i sogni.
Punita o forse allietata.

Prologo

Interessata dai piccoli dettagli, sono sempre stata affascinata dagli estetismi semplici che arricchiscono il mondo.
Le foglie madide dopo la pioggia,
Le labbra scarlatte delle giovani fanciulle,
Il volto emaciato degli sconfitti,
Il sole mattutino che timido tocca la terra,
I rami secchi e scricchiolanti,
I granuli di pittura frastagliati nella pennellata di un dipinto,
Il fievole rumore della lingua che percuote i denti nel pronunziare parole d'amore,
Le sfumature che dipingono il mondo,
L'intorpidimento muscolare mattutino,
Le gocce di sudore che si poggiano sulla fronte degli sforzi.
Capitava che, rapita da queste piccole cose, rimanessi insonne nel letto a riflettere su quei dettagli; quando questo accadeva, restavo assorta nella contemplazione di quei pensieri che mi tenevano sveglia e immobile per ore, fino allo spuntare del sole.
Esausta dall'inutile meditazione, tendevo ad addormentarmi svuotata dalle mie forze. Quel tragico e travagliato sonno, molto spesso, concludeva sempre con l'avvento di uno dei più tragici demoni che vegliavano sulla mia vita; in tutta la sua razionalità, quell'atroce demone, spezzava il mio leggero sonno, dilaniando la mia mente con pensieri angosciosi.


***

1 - Ipno

La paralisi ipnagogica, in tutta la sua essenza, destava il mio cervello tenendo i miei muscoli attaccati al letto.
In quei tragici minuti, potei sentire una calda folata di vento attaccare tutto il mio corpo e, a denti stretti, cercavo aiuto mentre i miei occhi vagavano lungo il perimetro della mia stanza.
Un'umana figura si palesò ai lati del mio letto; era di sesso maschile. Mi colpì il suo aspetto e la sua indolenza. Era alto e, il suo volto, contornato da lunghi capelli neri, lasciava trapelare malinconia.
Completamente spoglio dei suoi abiti, percorreva il bordo del mio letto tenendo gli occhi puntati sulla mia figura.
Cercai di muovere, senza successo, le dita delle mani per poi provare con quelle dei piedi; il mio colpo era completamente paralizzato.
Potei percepire le lacrime colare dagli occhi alle mie tempie quando, con tocco leggero, egli cominciò a sfiorare le dita dei miei piedi.
Posai gli occhi su di lui e, con grande stupore, notai le sue mani salire lungo le mie cosce; guardai incuriosita i movimenti della sua mano senza poterne percepire il tocco.
Afferrando il muscolo della mia coscia destra, con entrambe le sue mani, cominciò ad allargare le mie rigide gambe con estrema tranquillità; quando ebbe finito, portò il palmo della sua mano interamente sulla mia vulva e, piegando le falangi, cominciò a stringere la carne del mio sesso osservando il mio volto grondante lacrime e privo d'espressività.
Accusai la stoffa dei mie pantaloni tirata contro il mio sesso da quella presa mentre, con estrema delicatezza, la sua mano posò sul mio ventre inerme.
Chinandosi sulla mia figura, portò la sua mano destra alle mie guance avvinghiandole in una forte stretta che mi fece spalancare la bocca; quando la mia mascella fu abbastanza larga, come presa in una sorta di angoscioso urlo, egli posò la sua lingua all'interno della mia bocca.
Strinsi gli occhi, l'unica parte della quale avevo ancora il controllo e, in quel preciso momento, lui salì a cavalcioni sul mio petto.
Il suo peso, posato sul mio esile corpo, spezzo il mio respiro; egli, invitato dalla mia bocca lasciata spalancata, inserì il suo pene pendente tra le mie fauci. Atto ad allargare la mia morsa, spinse in fondo alla mia bocca il suo grosso arnese che, con molto stupore, penetrò completamente; il mio riflesso faringeo, come tutti gli altri riflessi, era intorpidito in quella lunga paralisi del sonno. Spalancai gli occhi e inerme accusai la sua spinta nella mia gola. Potei sentire i muscoli delle sue natiche contorcersi sul mio petto mentre, con forza, introduceva il suo sesso all'interno della mia bocca.
Con iroso fare, afferrò la frangetta di capelli che posava sulla mia fronte e, trattenendola in una forte stretta, cominciò a sollevare la mia testa spingendo il suo pene tra le mie fauci; sentivo la sua misura scivolare sulla mia lingua e dirigersi verso le profondità della mia gola mentre, uno strano formicolio cominciò a salire lungo la punta delle mie dita.


***

2 - Nyx

Inerme, sul mio letto, cominciai a capire che quella non era una normale paralisi; il tempo scorreva lento e le mie allucinazioni erano diventate anche uditive.
Di quella strana creatura che utilizzava imperterrita la mia bocca, potei sentire anche i gemiti di piacere.
Il formicolio alla mia mano divenne più forte e cominciò a salire lungo il mio braccio destro; notai di essere ancora impossibilitata nel muovermi e quindi, mi chiesi cosa fosse quella strana sensazione.
La figura posata su di me, teneva la mia testa sollevata dal guanciale e premuta verso il suo sesso quindi, dovetti utilizzare la mia visione periferica per intravedere ciò che stava succedendo sul mio fianco destro.
In totale sfocatura, cominciai a scorgere una figura di sesso femminile che, con gesti sottili e delicati, accarezzava il mio braccio privo di forze; quando si diresse verso il mio ventre, non potei più vederla in nessun modo.
Il maschio continuava a possedere la mia bocca mentre, quello strano formicolio si spostò lungo il mio ventre. Erano le mani della figura femminile che avevo intravisto. Potei sentire chiaramente i miei pantaloni calarsi ed esser sfilati dal mio piede destro; con meticolosità si accinse ad allargare le mie gambe e, quando le ebbe allargate, cominciò ad attaccare il mio sesso con umida passione.
Pur non essendo dotata di una piena visuale, compresi subito che si trattava della sua lingua.
Quel muscolo, fuori dalla cavità orale della mia aguzzina, scivolava tra le labbra della mia vulva donandomi un sottile piacere appena percepibile.
Quell'incubo cominciò a sembrare interminabile e, con tutta me stessa, cercai di ribellarmi e di muovermi.


***

3 - Morfeo

L'individuo che posava sul mio petto lasciò la presa tirando fuori il suo arnese dalla mia bocca e, in quel momento, potei scorgere una terza figura che posava sul mio lato sinistro.
Era molto più giovane rispetto alla prima personalità di sesso maschile; calzava capelli al collo di un perfetto color nocciola e il suo volto puerile, ricordava l'innocenza e la purezza.
Abbassai lo sguardo e intravidi la figura femminile che, leccando il mio sesso, guardava il mio volto con sguardo impenetrabile. Anch'ella era giovane e, avvolta da una folta chioma corallo, teneva la lingua sul mio clitoride cercando di stimolarlo con mille movimenti.
I due personaggi si posarono ai lati del mio letto e afferrando le mie braccia, in una perfetta sincronia, cominciarono ad utilizzare le mie mani per stimolare il loro sesso.
A lato sinistro, il giovane ragazzo dai capelli bruni, stringeva il mio pugno intorno al suo membro muovendola con la sua mano; a lato opposto, l'altro personaggio faceva lo stesso.
Ero intrappolata in quel sonno funesto che, lasciandomi immobile sul giaciglio, intorpidiva tutti i miei sensi e allucinava le mie capacità.
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