Ciao a tutti, sono Felicita una sudamericana naturalizzata italiana da quando avevo 7 anni. Ora ho 31 anni, sono mora con capelli corti, una taglia 40 leggermente scarsa, occhi neri di fuoco. Fisicamente credo di essere attraente più che proprio classicamente bella, ricevo molti complimenti ed espliciti … “inviti” forse per le mie curve sinuose ed il mio seno di cui sono molto orgogliosa così come pure del mio sedere. Il più bel complimento che ho ricevuto è stato che ho una bellezza di classe ed un gran fascino femminile. Oltretutto un complimento ricevuto da una donna giovane e anch’essa molto bella. E sono un trans !!! Quasi nessuno ci crede proprio per questa mia femminilità e fascino. Faccio l’infermiera professionale in libera professione e vado ad assistere i malati su chiamata. Ho un’ottima reputazione e, quindi, il lavoro non mi manca guadagnando bene, molto bene. Mi capitano anche cose a volte strane ed altre volte maliziose. Quest’ultime, quando valuto che ne valga la pena anche in relazione al mio essere trans, non le trascuro di certo. Non ho legami sentimentali e non ne voglio per rispetto del mio senso di totale libertà. Ma veniamo a cosa vi voglio raccontare; a quella ragazza di circa 26 anni che ha avuto bisogno delle mie attenzioni professionali. Un giorno ricevo la telefonata di una signora che si presenta come la D.ssa XXXXX, Oncologa, che deve assentarsi di lì a 15 giorni per un congresso che la porterà in Australia per almeno 7/8 giorni. Il suo problema è la figlia che tra 10 giorni deve sopportare un intervento molto delicato agli occhi e lei, vivendo sola con la figlia, la vuole lasciare in buone mani competenti. Mi fa domande specifiche in merito alla mia professione e mi precisa che in sua assenza io dovrò, ovviamente, vivere 24 ore su 24 con sua figlia senza mai lasciarla sola senza preoccuparmi, nemmeno, di fare la spesa perché ha preso accordi col Supermercato che si preoccuperà di recapitare quello che telefonicamente chiederemo. Dovrò quindi anche cucinare e fare le pulizie di casa e tenere compagnia alla figlia di nome Selvaggia (che nome del cavolo !!! Mah !!!) e anche dormire in camera con Selvaggia. Soddisfatta del nostro colloquio la Dottoressa mi assume e concordiamo il mio compenso che, ovviamente, è molto più alto del consueto visto l’impegno totale che l’incarico richiede.
Con Selvaggia inizio il mio lavoro qualche giorno prima si sottoponesse all’operazione avendo così modo di abituarci l’una all’altra. Ma com’è Selvaggia ? Ragazzi, che vi devo dire ? Uno schianto; è leggermente più alta di me (diciamo sull’1,73 / 1,75) un fisico da urlo con due gambe che sembrano due colonne messe lì a sorreggere un corpo da Dea. Sedere tondo e leggermente sporgente, seno che deve fare uso del reggipetto per tenerlo un po’ …. giù, tondo senza la minima piega con un’areola rosa ed un capezzolo deliziosamente abbondante (ma poco), fianchi che ti urlano “stringimi” “accarezzami”, belle braccia tornite così come il collo solo un pochino lungo, capelli castano chiaro naturale con luminosi riflessi biondi ed una pelle di tutto il corpo sottile e luminosa. Mai vista, nemmeno nelle riviste patinate, una cosa del genere. Gli occhi ? Non so perché ovviamente sono bendati sia prima che dopo l’intervento. Se saranno come il viso e tutto il resto avrò paura a guardarla quando toglierà le bende per l’avvenuta guarigione. La Dottoressa non sa del mio essere trans e quindi si sente tranquilla vista la sua propensione a fare da cane da guardia alla propria figliola. Tra me e Selvaggia si instaura da subito una bella atmosfera di fiducia reciproca e confidenza. A lei posso dire della mia natura di trans e con sorpresa noto che non la …. Sorprende. Sa accettare le differenze del genere umano e quindi se sta bene a me a lei sta due volte bene. Anche lei si confessa, si lamenta dell’ossessiva “guardia” della madre che non le permette una vita sociale anche per il motivo dettato dalla malattia ai suoi occhi. Lei freme perché sente il bisogno di farla una vita sociale, di conoscere amiche ed amici e, perché no, di fare anche qualche esperienza sessuale. Deve accontentarsi di un vibratore che ha trovato in casa e che deve essere sicuramente della madre. Ed è col vibratore che Selvaggia ha “voluto” perdere la verginità che sentiva come un peso, una vergogna visto che ha già 26 anni. Rimaniamo sole per la partenza della madre e la nostra confidenza aumenta anche perché, da bendata, sono io che devo portarla in bagno ed ogni sera farle la doccia o lavarle i capelli. E’ sempre una forte emozione toccare quel corpo così bello ed invitante, quella pelle deliziosa e delicata, quelle curve così piacevoli. Non nascondo che qualche volta indugio con le mie mani sul suo bel corpo ed ho il sospetto che le piaccia perché a volte mi chiede di fare la doccia due volte al giorno. Ho pensato che essendo un’estate molto calda ne sentisse il bisogno ma i miei dubbi quasi svanirono quando in un giorno di tempo molto brutto mi chiese di nuovo di fare una seconda doccia. Volli provare una verifica e mentre la lavavo indugiai un po’ di più sul suo corpo. In particolare lavandole la schiena con le mani scesi sino al suo sedere in mezzo alla natiche con la silenziosa scusa di doverla lavare molto bene. Non ebbe alcuna reazione negativa, anzi vidi il suo torace e le sue tette sollevarsi come in un di quei respiri che vengono spontanei quando si prova piacere fisico. Sempre per “lavarla bene” indugiai allora anche sul seno con un sapiente rallentamento delle mani e sfiorandole volutamente e lentamente i capezzoli. Questa volta non ci fu il “respiro” bensì un Sospiro. Era il messaggio che aspettavo per dare sfogo al mio desiderio di lei. Lavandola allungai le mani sul suo pube, interno cosce, natiche e vidi che lei spontaneamente allargò un po’ le sue splendide gambe. Mi decisi allora a passarle la mano sulla fica, con delicatezza senza esagerare con la pressione delle dita. Pressione che invece usai quando iniziai a risciacquarla passando e ripassando su tutte le parti più “interessanti” sino ad accennare una penetrazione delle mie dita all’interno delle grandi labbra della sua bella fica pelosa. Ebbe come un piccolo cedimento sulle gambe ed io l’abbracciai per sorreggerla. Silenziosa anche lei mi abbracciò stringendomi, io le diedi un piccolo bacio sul collo e il suo abbraccio divenne più intenso. La feci uscire dalla doccia e asciugatala la portai a letto per spalmarle, come sempre, la crema sul corpo; questa volta però non mi limitai alla schiena ed alle gambe ma mi prodigai a massaggiarle il suo intero corpo. Non si ritrasse ed allora mi divertii a spalmarle la crema dopo bagno con sapiente lentezza indugiando, molto, sul suo splendido seno che a dispetto del suo aspetto apparentemente sodo era morbido e trasmetteva una piacere intenso e particolare al tocco, accarezzarlo. Il mio Lui stava reagendo e per fortuna lei non poteva vederlo per via delle bende sugli occhi. Le mie mani calde e morbide passarono a spalmarle la crema sulle gambe partendo dai piedi a cui dedicai un’attenzione particolare perché come è noto un massaggio ai piedi aiuta molto a distendersi anche psicologicamente. Risalii lungo le gambe bellissime soffermandomi in una zona erogena erroneamente trascurata, la parte retrostante al ginocchio dove la pelle è un po’ più sensibile. Passare alle cosce fu un tuttuno e qui decisi di dedicarmici particolarmente con massaggi ripetuti, lenti, profondi con un avvicinamento alla piega coscia/inguine deciso, lento e mettendoci passione. La vidi “gradire molto” la mia tecnica tanto che dalle grandi labbra vidi uscire del liquido. Si stava bagnando dal desiderio che stavo riuscendo a suscitare in lei; la conferma mi arrivò subito perché pur non richiesto vidi un allargamento delle sue gambe, a mo d’invito. Non mi feci pregare e senza dire alcunché avvicinai la mia bocca sulla sua fica e la baciai quasi pudicamente. La sua mano mi prese la testa e me l’avvicinò al suo ventre, non aspettavo altro. Iniziai a leccarle le grandi labbra con lenta dolcezza con lei che respirava con sempre maggiore affanno; incoraggiato da tutto ciò con la lingua le aprii le grandi labbra per assaporare i suoi dolci umori e leccarle le piccole labbra salendo verso il clitoride. Ormai Selvaggia era totalmente in preda ai suoi sensi e desideri sessuali, spalancò tutte le gambe offrendo alla mia vista la sua micetta (micetta ? Miciona!!). Facendo forza con la mia lingua la penetrai in vagina come se la stessi scopando, poi uscivo e a lingua larga la leccavo lungo tutta la sua vulva. Con la parte di sotto della lingua, meno ruvida, ripassavo sulla sua saporita fica sino a raggiungere quasi il buchetto del sedere e Selvaggia reagiva con maggiore intensità agitandosi come una contorsionista. Mi avventurai allora ad arrivare con la lingua sino al “fiorellino” posteriore leccandolo con sapiente lentezza per arrivare poi a cercare una penetrazione di lingua anche lì. Non l’avessi mai fatto !!! Selvaggia sembrò impazzire e senza più alcun minimo freno inibitorio allungò una mano e prese a stringere il mio uccello che era in forte tensione iniziando un movimento di andata e ritorno che era una bellezza. Ormai la carica sessuale era arrivata al parossismo più totale e senza più alcuna paura mi misi in posizione di 69. Selvaggia quando sentì il calore e l’odore del mio cazzo non esitò un secondo e aprì la bocca iniziando un pompino di una dolcezza che mi stava devastando il cervello. Trasformai tutto quel piacere in un maggior impeto nel leccarle la fica senza trascurare il fiorellino posteriore insistendo con i miei tentativi di penetrazione di lingua sia in vagina che nel culetto. Solo allora Selvaggia parlò per chiedermi di possederla, di penetrarla. Voleva essere scopata per bene e completamente; mi girai e avvicinai la cappella del mio arnese alla sua fica iniziando sempre con la consueta lentezza passando e ripassando dallo sfintere al clitoride sino a provocare la sua richiesta disperata di essere penetrata. Entro dolcemente dentro di lei, ha una fica caldissima e lubrificatissima. Vorrei chinarmi a succhiare quel nettare delizioso ma non posso lasciarla così, non posso. Affondo sempre con dolcezza ma determinato a darle e ricevere piacere scopandola con passione; passione che mi spinge ad aumentare il ritmo ed ad essere meno delicato con la conseguenza di vederla agitarsi e contorcersi dal piacere. Mi abbraccia, mi stringe, mi bacia il viso, la bocca, mi lecca il collo e le orecchie mordicchiandole, anche, con delicatezza. Sento le sue mani che sembrano cercare nuovi spunti di piacere sul mio corpo sin tanto ché arriva al mio seno, lo prende prima con le mani massaggiandolo poi usa la lingua e tutta la bocca per baciarmelo. Anche io non sono più padrone delle mie emozioni ed ogni tanto, per non venire, esco dalla sua fica col mio cazzo e le passo la cappella sul fiorellino posteriore e noto che si inarca come ad offrirmelo; scendo e con la lingua raccolgo i suoi umori dolcissimi ed in parte li ingoio mentre l’altra parte la spalmo con la lingua sul suo fiorellino. Ora allungo una mano e comincio un massaggio al fiorellino col mio dito medio, sempre più insistente per voler entrare sino a che il fiorellino cede e penetro il suo sfintere provocandole un hummm molto eloquente che diventa un SIIIII quando introduco anche il pollice in vagina in una doppia penetrazione in formato ridotto. Inizio a scoparla con la mano sia in fica che nel culo e la vedo quasi trasfigurarsi per il piacere, si inarca, mormora parole sconnesse ed ecco arrivare il suo orgasmo, violento e che sembra non finire mai. Soffoca la sua voce che vorrebbe urlare al mondo il suo piacere ma il suo corpo non tace e lui sì che urla tutto il piacere che prova. Non sazia mi chiede di tornare a fare il 69 quando ancora non sembra terminato il suo orgasmo. Mi giro ed inizio a leccarle la fica e lei senza tanti preamboli mi prende in bocca nuovamente il mio cazzo. Con foga lo succhia, lo lecca, lo sega, lo accarezza con la lingua senza tregua ed io sento salire il mio orgasmo sino ad allora represso. Quando sto per venire glielo faccio capire cercando di tirarmi indietro ma lei mi si avvinghia al bacino e tenendomi stretto a lei seguita nel pompino sino a che con un inaspettato spontaneo lavoro di lingua mi fa sborrare nella sua bocca da cui non fa uscire nemmeno una goccia. I miei conati di sperma sono continui, abbondanti e caldi e da come li riceve sembra quasi non aspettasse altro. Seguita con i suoi massaggi di lingua che non mi danno pace sfiancandomi. Poi termina quando sente che non c’è più necessità di proseguire perché non c’è altro da bere ma non lascia che mi allontani. Seguita ad abbracciarmi il bacino strusciando il suo viso sul mio uccello, con piccoli dolci baci quasi a ringraziarlo del grande piacere che le ha regalato. Selvaggia ora mi dice solo “stenditi qui vicino a me e abbracciami. Grazie amore” Dopo poco dorme ma non mi lascia; mi addormento anche io e dopo qualche ora ci risvegliamo dolcemente e dolcemente ci baciamo in bocca come due innamorati anche se sappiamo entrambi che non saremo, mai, una coppia. Non importa nemmeno a lei questa cosa ma mi chiede di non dimenticarla, di tornare anche dopo la sua completa guarigione, vuole ripetere l’esperienza sin tanto che ci farà piacere. Ad entrambi. E così è stato, siamo diventate una la migliore amica dell’altra; ci piacciamo molto reciprocamente ed anche ora che è sposata ci vediamo non solo come amiche ma anche come scopamiche. Lei, onesta com’è, ha chiarito subito i termini dell’unione con suo marito (nel frattempo si è sposata con un bell’uomo) spiegandogli bene come e perché è nata la nostra amicizia. Amicizia a cui non vuole rinunciare anche per la parte carnale che ne deriva, tanto da farlo partecipare, a volte, ai nostri incontri intimi un po’ anche come ricompensa di questa libertà forzatamente ottenuta da suo marito. Ma suo marito come poteva resistere ad una donna così … donna e femminile e affascinante e piena di ardore nell’intimità e con uno sguardo, dopo l’operazione, che promette tutto quanto poi accadrà nella vita a due (ed a volte in tre).
Visualizzazioni: 6 544 Aggiunto: 5 anni fa Utente:
Categorie: Trans e Travestiti