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Bibiane era una tra le più giovani. Aveva da poco preso i voti e, essendo io la più giovane tra tutte le sorelle che c'erano in convento, si creò subito una certa complicità tra me e lei. Passavamo del tempo insieme raccontandoci vicendevolmente
storielle, spesso con un lieto fine. Era una ragazza molto timida, andava in giro quasi nascondendosi nel suo abito e sempre a testa bassa. Sorrideva raramente, ed aveva dei grandi occhi azzurri, ma sempre rigonfi di tristezza. Ogni volta che intercettavo il suo sguardo, nella mensa, vedevo un mare in tempesta nei suoi occhi! Come se stessero per irrompere in un
pianto straziante; una sorta di Tsunami di lacrime e rimorsi.
Davanti agli occhi, il più delle volte, lasciava pendere un ciuffo di capelli che si appoggiavano proprio sopra quelle grandi e intriganti dighe. Quel ciuffo, color raggio di sole, le dava un tocco di pura sensualità.
Non avevo modo di vedere le sue forme, essendo sempre avvolta nel suo abito di stoffa spessa e scura, eppure giurerei che sotto quella crisalide di pesante tessuto, ci fosse un corpo giovane e sinuoso, dotato di una pelle bianca come il latte; senza alcuna macchia.
Nel perdermi nuovamente nei miei pensieri, dovetti stare lì ad osservarla incantata, poiché lei con aria timida e discreta chiese: <
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<<È ora di pranzo>> Sollevando la mano con avvolto il rosario, indicai la porta della mia cella
Insieme, ci incamminammo verso la mensa. Bibiane era davanti a me, in quel corridoio buio potei immaginare meglio le sue forme. Immaginavo la sua carne mischiata alla mia! Entrambe nude, attorcigliate in un groviglio di sesso; incollate l'una
all'altra con il sudore dei nostri corpi.
Immaginavo me tra le sue soffici cosce, la mia lingua che le accarezzava l'inguine. Quando ebbi modo di immaginare il sapore della sua vulva nella mia bocca, potei addirittura sentirla gemere e godere sotto ogni mio tocco.
I miei pensieri portarono le nostre gambe ad intrecciarsi, e con una perfetto incastro umano, strofinavo il mio sesso su quello di Bibiane, mentre i nostri fluidi corporei si confondevano creando l'intenso odore della perversione. Potei addirittura vedere i segni delle mie mani sui suoi seni e sulle sue cosce! Il rossore della sua vulva provocato dal nostro poco attrito iniziale.
Quando ebbi terminato il mio delittuoso pensiero, mi fermai per un'attimo in quel corridoio buio stringendo le cosce, per poi continuare a camminare con Bibiane verso la mensa.
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Aggiunto: 5 anni fa
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Etero
Masturbazioni