La giornata trascorse frenetica, Milano a settembre è un caos assurdo. Volevo assolutamente rientrare in tempo per essere certo che tutto fosse in ordine per la serata, ma non ci riuscii. Abbandonai l’ufficio che erano quasi le 20.00, la mia ora di macchina mi proiettava in casa per le 21.00, mezz’ora dopo l’arrivo di Andrea. Che tragedia. Chiamai Laura, la sentii nervosa e suscettibile. “Ci ho ripensato, non mi pare una buona idea. Io amo te, non voglio andare con un altro, non me ne frega nulla” mi disse. Io abbozzai “Ok, capisco. Lasciamo perdere, devi essere tu a volerlo”. Mi disse che lo stava per chiamare per dirgli che non se ne faceva nulla, avrebbe inventato una scusa. Incredibilmente mi sentivo molto triste, mia moglie mi aveva appena detto che ama solo me e che non vuole andare con nessun altro, eppure mi sentivo triste. Si, perché non ero stato capace di comunicarle il mio amore, la mia passione e la mia voglia di condividere tutto con lei. Avevo fallito. Rallentai, ormai correre non serviva più
Poco dopo le 21.00 fui a casa. Bizzarro. Non si sentivano le solite urla dei bambini, cosa stava succedendo? Mi venne un po’ d’ansia e salii le scale due alla volta, chiamando i loro nomi. Ma erano semplicemente in sala, stavano stranamente giocando tranquilli senza fare rumore. Diedi loro un bacio e mi avviai verso la cucina. Seduti al tavolo c’erano Laura e Andrea. Io rimasi di sasso e loro se ne accorsero, Andrea mi disse “Che succede, Marco? Laura non ti aveva detto che ero a cena con voi, stasera?”. “Si, si… ma avevo capito che… niente, sono solo molto stanco, scusatemi… Vado a sistemarmi e arrivo, che ho molta fame”, risposi. “Spero tu abbia anche un po’ di sete, che questo Barolo del 97 ti sta aspettando” commentò sorridendo una splendida Laura. La guardai, era bellissima. Un colpo al cuore mi tranciò al pensiero che forse stava per concedersi ad un altro, ma subito mi concentrai su qualcosa di strano che vedevo in lei. Poi capii. Era senza reggiseno, la maglia scollata lasciava chiaramente vedere i suoi seni e quando si chinava i capezzoli erano in bella vista. Le sorrisi e le dissi se veniva un attimo con me. Si alzò e mi seguì. In un orecchio le chiesi perché avesse cambiato idea e lei assunse un’aria imbronciata “Per me. Ho pensato che in fondo, una volta nella vita voglio provare questa esperienza e che se tu sei davvero d’accordo non ho motivi di farlo senza di te. Ti amo. Tanto”. Le emozioni che provai sono indescrivibili, il mio cuore era in tumulto ed ero molto agitato. Non seppi fare meglio che abbracciarla e baciarla intensamente.
Poco dopo eravamo allegramente seduti al tavolo, gustandoci gli antipasti preparati da Laura e ridendo ai racconti lavorativi di Andrea, che si rivelò una persona estremamente gradevole e di compagnia. Finito il primo, Laura si alzò per portare a letto i bambini, ma io la anticipai, dicendole che non mi pareva il caso e che ci avrei pensato io. Rimasero soli e continuarono a chiacchierare. 20’ dopo scesi e li trovai davanti a un bicchiere di vino, che parlavano di amici comuni. Gli occhi di Andrea cadevano in continuazione sui seni liberi di Laura, con evidente imbarazzo. Non riusciva a non farlo e lei si divertiva a civettare, poi mi guardava con la faccia da monella che ben le conosco. Andrea chiese di andare in bagno e noi due ci baciammo con passione, approfittando del momento di intimità. Quando tornò, Laura disse che andava in bagno anche lei, lasciandoci soli. Ci fu un momento di imbarazzo, Andrea disse che stava per tornare a casa, che doveva portare fuori il cane, ma lo pregai di rimanere, immaginando cosa sarebbe successo. Infatti, qualche minuto dopo sentii la doccia iniziare a scorrere. Quindi lo invitai a venire con me, lui era nervoso e non capiva cosa stesse succedendo. Gli dissi semplicemente “Fidati”. Mi seguì. Come pensavo, la porta del bagno era socchiusa. La aprii piano, senza fare rumore. Il vetro smerigliato lasciava intravedere le forme di Laura, Andrea si voltò per uscire, dopo essere diventato completamente rosso. Gli dissi, sottovoce, ”Andrea, so tutto di quello che è successo tra voi. Ora stai tranquillo e cerca di divertirti e di farci divertire”. Lui mi guardò ma rientrò in bagno. Gli sussurrai in un orecchio cosa mi aspettavo facesse e lui, molto eccitato obbedì.
La porta della doccia venne aperta, Laura era di spalle, si stava risciacquando e si rese conto all’improvviso che due mani l’avevano presa e spinta verso il muro. Andrea era nudo e il suo cazzo (davvero enorme, Laura non mi aveva certo mentito) era duro e pronto ad essere usato. Ma prima la toccò, inizialmente i seni e poi scese tra le cosce. Lei aprì le gambe, per permettere alle sue dita di penetrarla. Io guardavo, mi ero spogliato ed avevo il cazzo in mano. Era il sogno che si realizzava. Laura disse “Scopami, ti prego”, sempre senza voltarsi. Lui la prese e il suo grosso membro iniziò a farsi strada nella stretta passerina di mia moglie. Poco dopo la stava stantuffando, così in piedi sotto la doccia, io ero a due metri, con il mio cazzo in mano. La fece chinare in avanti, verso di me, mentre continuava a sbatterla. Capii dove volevano arrivare, così mi avvicinai, porgendo il mio pene verso la sua bocca. Laura non aspettava altro, con un gemito iniziò a succhiare, mentre sentivo che Andrea era vicino all’orgasmo. Lei interruppe il pompino e disse “No Andrea, continua che sto per venire”. Lui mi guardò, allora con una mossa veloce la girammo ed iniziai a scopare mia moglie con forza. Lei apprezzò molto questa situazione e venne con degli urletti molto eloquenti. Appena me ne resi conto, non mi trattenni e lasciai che il mio sperma venisse tutto dentro di lei. Anche Andrea si lasciò andare e le venne sul viso e sul seno. Era stato fantastico.
Mezz’ora dopo eravamo rilassati sul divano, chiacchierando del più e del meno. Laura si vergognava un pochino della sua nudità, ma continuava ad accarezzarmi dolcemente. Andrea si rivestì, diede un casto bacio sulla guancia a Laura e mi salutò con una stretta di mano. Poi tornò a casa. Io e lei ci guardammo, era così bella e sensuale. La baciai con passione. La mia mano scese a stimolarle i capezzoli e lei ebbe un fremito. Me lo prese quindi in bocca e fummo nuovamente travolti dalla passione. Scopammo per un’altra mezz’ora, fino allo sfinimento. Avemmo un ulteriore orgasmo, di una potenza sconosciuta. Quello che era accaduto poco prima era ancora nell’aria e si stava ancora eccitando. Quindi ci addormentammo abbracciati sul divano, come due ragazzini che hanno appena fatto l’amore per la prima volta in vita loro.
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