Laura, mia moglie, 42 anni ben portati, longilinea, seconda di seno, davvero una bella donna. Di famiglia normale, diciamo che il sesso non rientra tra le cose più importanti della sua vita e tutti i miei tentativi di farle fare qualcosa di diverso, si sono sempre scontrati con il classico "ma tu sei un pervertito!". A volte si lascia un po' andare quando facciamo sesso, le ho detto più volte che mi piace immaginarla impegnata con altri uomini, ma raramente mi asseconda dicendo che questa cosa la eccita ed è chiaro che non lo dice convinta, ma solo per farmi piacere.
E' sempre stato così, sempre... tranne quella volta di Andrea, il suo collega di lavoro.... o, meglio, il suo ex capo. Vi racconterò questa storia.
Andrea aveva appena lasciato l'azienda, dopo aver litigato con il titolare. Laura lo stimava, uno dei pochi in quel covo di serpi. Andrea ha la mia età, un bell'uomo, non sposato, a mia moglie raccontava tutto della sua vita privata, incluse le sue avventure amorose. Ogni tanto lei me lo raccontava e si notava un accenno di gelosia, ma forse era solo la mia immaginazione. Una sera stavamo scopando, ed io inizio a dirle che vederla fare sesso con lui mi farebbe impazzire. Con mia grande sorpresa, noto che stavolta si eccita davvero e gode due volte di seguito, in particolare la vedo “partire” quando le dico che mi piacerebbe molto metterglielo in bocca mentre Andrea la scopa. È così eccitata che mi fa un pompino da favola, come non vedevo da tempo. Io non sto nella pelle e a fine serata le dico: "Ma dimmi, con Andrea, c'è stato forse qualcosa?". "Ma figurati... anche se era chiaro che gli piacevo e non solo lavorativamente. Almeno così mi è sempre sembrato". "A te anche piaceva, mi pare! Poco fai sei davvero partita!!!". "Sei un porco! Però se proprio insisti, magari con Andrea ci potrei pensare, ma mai insieme a te.".
Qualche giorno dopo Laura mi chiese se potevo uscire prima dal lavoro per tenere i bambini, che avevano organizzato un aperitivo con delle colleghe. Io, sorridendo: "non è che esci con Andrea?". "Ma figurati! E comunque, non sarebbe forse quello che vuoi?". "Ah, magari guarda...".
Passarono pochi giorni, io mi guardai bene dal fare ulteriori domande, ma notavo una certa tensione ed eccitazione da parte sua. La sera prima fu sesso infuocato, sembrava che volesse dimostrarmi qualcosa. Arrivai a casa, era già vestita ma pareva avesse messo l’intimo sexy che le avevo regalato e che con me non aveva mai usato. Una fitta di gelosia mi trapassò ma, incredibilmente, sentii che avevo una semierezione. Sopra era vestita abbastanza normalmente, una maglia leggermente scollata, gonna corta senza esagerare e tacco non troppo alto che comunque le slancia la gamba. La osservo, voglioso. Lei se ne accorge e nicchia maliziosa “Dai, che torno a casa presto così ci divertiamo”. Poi saluta i bimbi ed esce, lasciandomi a pensare a quello che sta per succedere. Dopo pochi minuti mi arriva un messaggino “Mi raccomando, alle 21.30 i bambini devono essere a dormire!”. “Certo capo! Però tu raccontami quello che succede con le tue amiche”
Alle 22.00 sono da solo sul divano, che guardo un documentario sugli animali, continuando a verificare sul telefonino se ci sia qualche messaggio. Niente. Non resisto e le scrivo “Tutto ok?”. Pochi istanti ed arriva la risposta “Si, tra poco rientro”. “Fai con comodo, tesoro. Ma non farti troppo guardare le tette dal tuo ex capo J”. “Stupido. Sei geloso? Allora erano tutte storie le tue”. Quest’ultimo messaggio era ambiguo abbastanza da farmelo diventare duro all’istante. Non risposi e mi masturbai immaginandola impegnata in pazzesche evoluzioni erotiche con Andrea.
Aveva detto che sarebbe rientrata velocemente. Invece passarono due lunghissime ore. Lunghe, dolorose e molto eccitanti. Lei non scriveva nulla. Io iniziavo anche a preoccuparmi, ma decisi di resistere fino a mezzanotte. Se doveva rendermi cornuto, dovevo darle il tempo necessario. Stavo per scriverle, quando il mio telefono emise uno squillo che annunciava un messaggio. “Tra 10’ sono a casa. Sei ancora sveglio?”. Risposi “Certo, ti aspetto con ansia”.
Mi misi sul divano ad aspettarla ed udii il rumore di lei che entrava nel garage e che saliva le scale. Si mise di fronte a me. La guardai con attenzione e con il cuore che batteva all’impazzata. Lei mi guardava maliziosa, come a sfidarmi a trovare cosa ci fosse di strano. Poi notai il particolare. Era uscita con i capelli raccolti, ora erano sciolti. Nonostante la sega di poco prima, mi tornò duro all’istante. Vidi anche che i vestiti sembravano stropicciati. Lei mi disse “Non mi chiedi nulla?”. Decisi per una domanda ambigua “Come è stato?”. La risposta lo fu altrettanto “Piacevole. Un’esperienza da ripetere.”. Poi si diresse verso il bagno, sentii il rumore di lei che si spogliava e preparava la doccia. Quando fu chiaro che era entrata a lavarsi, aprii piano la porta e diedi un’occhiata. Le mutandine erano a terra, vicino alla cesta della biancheria da lavare. Le presi. Erano sporche, ma poteva essere qualunque cosa. Guardai Laura dal vetro smerigliato, le sue forme erano invitanti e mi pareva di impazzire. Aprii la porticina della doccia e vidi che lei mi stava aspettando.
Mi fece un cenno, voleva che mi mettessi in ginocchio. Obbedii, speranzoso. Mi prese la faccia e la mise tra le sue gambe, mentre la doccia continuava a scorrere. La leccai con passione, cercando conferma al mio sospetto. Il suo sapore era strano, questo mi eccitò ancora di più, mi alzai, la sbattei contro il muro con dolcezza e la penetrai. Lei godeva, era partita, mi voleva tutto dentro. Io le dissi “Allora, Andrea non ti ha scopata abbastanza?”. “Non penserai mica che mi sia fatta sbattere alla prima uscita?”. Fu un fulmine che mi scosse, stava iniziando ad ammettere la verità. Il mio cazzo era diventato duro come il marmo ed evidentemente questo le piaceva, i mugolii erano una chiara testimonianza. “Quindi sono cornuto?”. Laura, il volto stravolto dal piacere, disse “Quasi, tesoro. Gli ho fatto un pompino, lui è venuto e poi si è fatto delle storie, sapendo che sono sposata. Non fa ridere?”. A queste parole, esplosi e venni dentro di lei, 4 potenti getti di sperma la riempirono e i suoi gemiti chiarirono che le piacque da impazzire. Ci stringemmo in un abbraccio pieno d’amore. Ci guardammo negli occhi e le dissi “Lo invitiamo a cena a casa nostra, così capirà che non è un problema per me, anzi”. Lei capitolò definitivamente “Va bene, domattina lo chiamo. Vieni, che io ho ancora voglia di te, ora”.
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