La passione per la tecnologia non e’ sempre una cosa buona. L’ho capito per colpa di una piccola lampada a led. Avevo comprato con l’e-commerce in Cina una torcia UV. Fantastica per scoprire le banconote false, la eventuale presenza di insetti infestanti in casa o in cantina, le superfici infette e le tracce di liquidi biologici. Leggendo qualche articolo su internet avevo scoperto che i raggi ultravioletti (UV) venivano usati dalle forze di polizia per scoprire tracce di sangue (luminol) e tracce di sperma che , a quanto riportava l’articolo, brillavano di un azzurro intenso se illuminate con quella luce. Ovviamente provai subito e grande fu la mia meraviglia quando, al buio, illuminando con quella torcia il muro dietro la testiera del letto, abbiamo un letto in ferro battuto, vidi brillare una enorme galassia di macchie azzurre! Erano le gocce del mio ( forse solo del mio) sperma che erano schizzate fin la’ quando mia moglie mi faceva un pompino o quando estraendolo dalla sua fessa al momento della eiaculazione , mentre lei stava con la bocca aperta per prendersi il getto sulla lingua e sul seno, nello spasimo, spruzzavo dappertutto il mio seme. Incredibile fin dove era arrivato! Addirittura sul muro dietro il comodino! Molte gocce dovevano risalire ad anni addietro, quindi era possibile con gli UV scoprire macchie di sperma anche vecchissime. Una sera mia moglie era tornata piu’ tardi dal lavoro, si era spogliata, aveva fatto un bidet e si era messa il pigiama. Entrando in bagno avevo trovato le sue mutande nel cestino della biancheria da lavare, in genere lei lavava le sue mutande appena le toglieva ma quella sera doveva essere molto stanca per non aver avuto la forza di farsi una doccia. Non so perche’, non avevo alcun motivo per farlo, ma per curiosita’ presi la torcia e illuminai la striscia di stoffa delle mutande che rimaneva in contatto con la sua vulva. La stoffa si illumino’ di un azzurro intenso, una grossa macchia che riproduceva quasi con precisione il contorno del suo orifizio vaginale brillava nella penombra del bagno. Era sperma! Annusai le sue mutande e insieme all’odore dell’orina sentii infatti, inconfondibile, quello del seme maschile. Certo che aveva scopato pochissimo tempo prima di rientrare perche’ la macchia era ancora molto umida , non aveva avuto il tempo di asciugarsi. Forse aveva chiavato appena uscita dall’ufficio. Insomma avevo le corna. Mi trattenni in bagno per decidere cosa fare, mi tremavano le mani e accesi per una mezz’ora una sigaretta dopo l’altra. Con chi fotteva ‘sta stronza? Chi era che se la ingroppava? Passai in rassegna le amicizie maschili comuni poi un lampo di genio! Per risparmiare sul carburante lei ed un suo collega prendevano a turno la propria macchina per recarsi al lavoro! Quella sera era venuta, ed e’ la parola giusta pensai , proprio col suo collega! Dovevo incocciarli, dovevo avere la certezza che fosse lui e beccarli sul fatto. Certo che avrei pure potuto fare subito la sceneggiata portandole a riprova le sue mutande, ma dovevo prima dimostrare che era sperma e poi che non era il mio della sera prima che, per chissa’ quale mistero, le era uscito dalla fessa il giorno dopo. Alla fine mi sarei coperto di ridicolo e mi avrebbe fatto pure l’offesa, la troia. Quella notte con la scusa di accarezzarla la toccai fra le gambe, le misi un dito nella fessa e la trovai ben rilassata, il dito scivolo’ dentro senza sforzo ma questa era una prova stupida, le donne si richiudono quasi subito, lei mi respinse, non aveva voglia, era stanchissima disse. Presi qualche giorno di ferie e mi misi a farle le poste, mi feci prestare l’auto da un cugino, la mia lei l’avrebbe riconosciuta subito. Come avevo previsto quando era il collega a prendere la sua macchina, prima di tornare a casa si appartavano in una stradina di campagna e si dilettavano per una mezz’ora. Scesi dalla macchina e mi avvicinai all’auto dove vedevo che stavano scopando, era ancora chiaro, ma loro non si accorsero di me finche’ non fui proprio al finestrino. Rimasi di stucco, mia moglie era seduta sul cazzo del collega e fotteva come una pazza, ma rimasi ancor piu’ di stucco nel vedere che il collega di mia moglie aveva un cazzo due volte il mio! Ovviamente la mia intrusione li aveva disturbati e lui , dopo aver fatto staccare mia moglie , usci’ dall’ auto infuriato, aveva ancora il cazzo duro e non riusciva ad infilarlo nei pantaloni perche’ l’ingombro era notevole, forse voleva dare addosso a quello che lui riteneva un guardone. Il grido di mia moglie ,il classico “ Madonna mi marito” lo fermo’. Io riuscii solo a dire “Troia” che lei mi aggredi’ verbalmente: ” A stronzo hai visto il cazzo che ha questo? Tu te lo sogni! Che credevi di soddisfarmi con quella pelle moscia che hai fra le gambe? E mo vedi di annartene affanculo e statti zitto che se mi fai storie e vuoi mandarmi via ti faccio il culo, mi prendo casa e figli e tu vai pe’ stracci”. Aveva ragione, avrei perso tutto, mi conveniva accettare che lei due o tre volte a settimana si prendesse la sua soddisfazione e che ogni tanto facesse fottere anche me. L’unica cosa che non ho accettato e’ stata quella che venissero a fottere in casa. Se volete rimanere tranquilli di questi tempi,non fatevi venire certe curiosita’ come ho fatto io, occhio non vede cuore non duole.
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