Era una soleggiata e fresca mattinata estiva e mi trovavo nella mia casa. I figli erano al mare,  mentre mio marito A. quella mattina aveva deciso di lavorare da casa senza recarsi nel suo ufficio. Come ormai accadeva ogni giorno sbrigavo qualche faccenda di casa e contemporaneamente chattavo di nascosto con “lui”.
“Lui” non era mio marito, ovviamente. Era l’uomo che con le sue parole e le sue fantasie riusciva sempre a portarmi ad un livello di eccitazione altissimo che poi alla sera mi costringeva a masturbarmi o a farmi scopare da mio marito. Dovevo infatti in qualche modo scaricare tutta la tensione erotica che si era accumulata durante la giornata.
Ogni giorno “lui” mi proponeva dei nuovi giochi sessuali che io mi divertivo ad eseguire, eccitandomi e inviando a lui ogni tanto delle foto come prova dell’esecuzione del compito richiesto. Questo mi prendeva tanto... mi piaceva ritrovarmi un po’ sottomessa alle sue volontà e sapere inoltre che ciò lo eccitava da impazzire. Immaginare il suo cazzo che si gonfiava e diventava duro, mentre osservava la foto della “sua” puttana che eseguiva i suoi ordini, mi rendeva piacevolmente orgogliosa e gratificata. La mia fica si bagnava non appena l’ordine veniva impartito. Le mutandine si bagnavano copiosamente ed il desiderio di “lui” mi faceva quasi impazzire. Ogni mattina mi chiedeva informazioni sui miei programmi per la giornata e su come mi ero vestita. Sembrava volesse in qualche modo ricostruire mentalmente la scena: l’ambiente in cui mi trovavo e come ero abbigliata.
Quella mattina il tono della conversazione era abbastanza pacato e si chattava più che altro di cose che riguardavano la nostra quotidianità.

Come ogni mattina gli feci il resoconto dettagliato di dove mi trovavo e di cosa stavo facendo. Se uscivo, dovevo dirgli come ero vestita e preferibilmente dovevo indossare la gonna o il vestito e tacchi sempre alti.
La mattinata sembrava procedere in tutta tranquillità: mio marito A. lavorava al computer in soggiorno ed io continuavo a sistemare un po’ la casa. Non ero al momento eccitata, anche se chattare con “lui” mi metteva sempre in testa qualche “strana” voglia e mi turbava un po’.
Quando “lui” sembrò soddisfatto delle mie descrizioni e abbastanza consapevole della scena in cui mi trovavo, arrivò inaspettato il suo comando… il suo ordine ! Talmente inaspettato che mi ritrovai a scattare per eseguirlo !
“Ora vai nella tua camera e vestiti come piace a me: intimo, calze autoreggenti (o reggicalze) e scarpe con il tacco ! Come si vestirebbe una vera troia !”. Anche se il tono della sua voce e dell’ ordine non si poteva sentire si intuiva facilmente che la richiesta era perentoria ! Andai in camera ed iniziai a vestirmi come mi aveva ordinato, scegliendo accuratamente le cose da indossare. Cercai nell’ armadio l’ intimo più provocante e sexy e non appena pronta gli inviai una foto, scrivendo:” Così va bene ?”
La risposta arrivò quasi immediatamente : ”Perfetto !”. Era facile intuire però che non si sarebbe fermato a questo e quindi psicologicamente cercai di prepararmi alla successiva richiesta che arrivò quasi subito. Pur avendo cercato di prepararmi, mi trovai completamente spiazzata quando arrivò il secondo ordine.
“Ora vai così vestita da tuo marito, lo porti in camera da letto, lo fai stendere sul letto e gli sfili i pantaloni e gli slip. Quindi gli legherai saldamente i polsi alla testiera del letto e le caviglie alla base, in modo che non si possa muovere di un millimetro. E’ assolutamente indispensabile che non si possa liberare dalle corde !”. Pensai immediatamente volesse farmi fare un gioco erotico di quelli con bende e corde e che volesse la descrizione e le foto di quello che stavo facendo a mio marito. Continuò :” Quando tuo marito sarà legato al letto e tutto sarà pronto, mi manderai un messaggio in chat e dopo seguirai passo per passo le mie indicazioni”.
Già eccitata, preparai in fretta le corde e quanto mi serviva e come ordinato mi recai in soggiorno da mio marito, che, quando mi vide, sgranò gli occhi quasi incredulo. Per un attimo mi misi in posa per farmi ammirare e gli lanciai uno sguardo ammiccante. Lui interruppe immediatamente il suo lavoro e si voltò verso di me, mentre vedevo apparire un notevole gonfiore nei suoi pantaloni. Lo presi per mano e gli sussurrai :” Seguimi…”.
Ovviamente non si oppose a questa richiesta e alzandosi dal tavolo del soggiorno iniziò a seguirmi fino alla camera. Gli chiesi di stendersi sul letto matrimoniale, sul lato dove solitamente dormiva. Presi il suo polso sinistro e lo legai saldamente alla testa del letto e poi feci la stessa cosa con quello destro. Verificai che i nodi fossero doppi e che non si potessero allentare. Quindi mi misi a cavalcioni sulle sue gambe e vedendo l’espressione compiaciuta del mio A. cominciai a sbottonargli i pantaloni e quindi lentamente a sfilarli. Vidi il suo cazzo esageratamente gonfio sotto gli slip mentre probabilmente stava già pregustando quello che sarebbe potuto accadere da lì a poco.
Lanciai i jeans sulla sedia che stava accanto al mobile e quindi afferrai con entrambe le mani l’ elastico dei suoi slip facendoli scendere verso i piedi. Il suo cazzo, che già stentava a rimanere dentro le mutande, sguizzò fuori svettando dritto e durissimo. Anche la mia eccitazione stava crescendo in maniera esagerata. Mi piaceva avere il controllo del gioco e del corpo di mio marito.
Presi quindi le caviglie e, divaricando leggermente le sue gambe, le legai entrambe alla base del letto. Lo guardai. Ora giaceva parzialmente nudo (dalla vita in giù), steso e legato al letto senza alcuna possibilità di muoversi. Proprio come mi era stato ordinato ! Presi quindi il telefono e dalla chat mandai un messaggio : ”Ordine eseguito. Mio marito è stato immobilizzato sul letto. Ora che devo fare ?”
Nel breve periodo di silenzio che seguì e mentre A. mi guardava con sguardo interrogativo, cominciai ad immaginare ed a pensare quale potesse essere la richiesta successiva. Sicuramente ora mi ordinerà di succhiare il cazzo a mio marito e poi vorrà la foto. Oppure mi chiederà di torturarlo un pochino, visto che ogni tanto ha questa vena un po’ sadica. Non mi restava che attendere. Mentre A. sembrava leggermente ansioso, io rimanevo ferma impalata a guardare il telefonino in trepida attesa.
I secondi sembravano interminabili, fino a quando vidi che stava scrivendo nella chat. Ancora un attimo ed eccolo ! Il suo messaggio era arrivato !
Aprii il messaggio e rimasi paralizzata. Anzi peggio: letteralmente pietrificata ! Le gambe iniziarono a tremarmi leggermente, mentre un forte calore avvolse la mia fica internamente e non solo ! Non potevo credere a quello che stavo leggendo !
“Ora puttanella vieni ad aprirmi ll porta di casa tua !”
Provai a rileggerlo, ma il messaggio era fin troppo chiaro e non lasciava spazio a nessun dubbio. Guardai per un attimo negli occhi A. che non capiva perché di colpo avevo cambiato espressione e con le gambe che a stento mi tenevano in piedi cominciai ad avviarmi verso l’ ingresso principale della nostra casa. “Dove vai ?” chiese anche un po’ preoccupato mio marito. Non gli risposi. Non avrei saputo cosa dire…
Mi avvicinai alla porta in piena confusione mentale e anche un po’ impaurita. Continuavo a ripetermi che non era possibile; che stava giocando con me; che non poteva conoscere il mio indirizzo di casa ! Certezze che, quando socchiusi la porta, crollarono immediatamente ! Era lì davanti, in piedi. Bellissimo ! In giacca e cravatta come piaceva a me ! Non ebbi la forza di pronunciare nessuna parola. Rimasi lì, mezza nuda, a fissarlo per un periodo che sembrava non finire mai !
“Con permesso” esclamò scostandomi leggermente ed entrando in casa. Non sapevo davvero cosa fare e andai nel panico più assoluto quando in un momento di lucidità mi ricordai di mio marito legato al letto in camera che ancora mi chiedeva cosa stessi facendo. “Lui” si avvicinò a me e mi baciò sulla bocca, accendendo di nuovo quel calore nel mio basso ventre. Ero muta, ipnotizzata dai suoi occhi. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò :” Nella realtà sei molto meglio che nelle foto, puttanella !”.
Mentre io continuavo nel mio stato confusionale, lui richiuse la porta dell’ ingresso ed iniziò ad accarezzarmi tutto il corpo mentre la sua bocca calda baciava il mio collo facendo partire scariche incontrollabili di brividi lungo la mia schiena.
Avevo sempre sperato di poterlo incontrare, ma non mi sarei mai aspettata che questo potesse succedere in una situazione come questa. Le sue forti braccia mi abbracciavano mentre la sua lingua incrociava la mia in un bacio molto appassionato. Le sue mani correvano a sfiorare la mia pelle, i miei seni, i miei capezzoli turgidi e poi scendevano ad afferrare in modo deciso le mie chiappe. Mi stavo abbandonando a quel piacevole assalto, quando la voce di mio marito dalla camera mi riportò per l’ ennesima volta alla realtà.
“Vieni andiamo” mi disse “lui” afferrandomi la mano e trascinandomi con decisione verso la camera da letto. Sembrava quasi che conoscesse la casa, ma in seguito a mente fredda dedussi che stava semplicemente seguendo il suono della voce di mio marito. Il sangue mi si congelò nelle vene,  ma non potevo fare a meno di non assecondarlo.
Arrivammo nella camera da letto e vidi A. seminudo sul letto, ancora legato. Il suo cazzo si era rilassato o forse si era ammosciato per l’attesa. Mi guardò negli occhi, poi spostò lo sguardo su “lui” e mi chiese: “Ma … Lui chi è ? Cosa significa? “. Sinceramente non avevo la più pallida idea di cosa rispondere e pertanto rimasi zitta alzando leggermente le spalle. Eravamo in piedi a fianco del letto, dalla parte dove mio marito era legato. Distolsi un attimo lo sguardo dal letto per riportarlo in direzione di “lui”. Il cuore mi si fermò per un attimo, quando vidi che i suoi pantaloni e i suoi slip erano già scesi ed il suo grosso cazzo era già nelle sue mani che lo massaggiavano. Lo conoscevo molto bene quel cazzo. Lo avevo ammirato nelle sue foto e desiderato per tanto tempo. Ora era lì davanti a me ! Duro ! Grosso !
Sentii la sua voce chiara e decisa che risuonò potente nella camera. A parte le due frasi sussurrate poco prima, era la prima volta che sentivo la sua voce, ma, come avevo immaginato era sexy, profonda ed autoritaria. “Succhiami l’uccello troia !” disse senza nessuna esitazione. “Fai vedere a tuo marito come ti ho insegnato a fare i pompini !”. A qual punto volevo sprofondare nel pavimento e scomparire all’ istante. Guardai mio marito che aveva gli occhi fuori dalle orbite ed un’espressione alquanto arrabbiata, ma nonostante questo mi ritrovai in ginocchio davanti a “lui” con il suo cazzo davanti, pronta ad imboccarlo !
La sua mano si infilò nei miei capelli e spinse la mia testa fino a quando mi ritrovai con tutto il suo enorme cazzo nella mia bocca. Avevo sognato tanto quel momento e non ci pensai troppo prima di iniziare a succhiarglielo. Sentivo un liquido caldo scendere tra le mie gambe mentre con la mia lingua e con la mia bocca mi dedicavo con tutta me stessa a quell’ uccello meraviglioso. Con la coda dell’occhio vedevo mio marito che mi guardava ed urlava delle parole che mi sembrava arrivassero da molto distante. “Sei una troia ! Una puttana ! Ma non ti vergogni ?” La vergogna c’era, ma questa mi eccitava ancora di più ! “Lui” invece rimaneva impassibile davanti a questa situazione e sembrava concentrarsi solo sul mio pompino.
“Sei una brava pompinara” esclamò di nuovo “lui”. “Una maestra del pompino”. Più mi insultavano e più mi bagnavo e succhiavo con maggiore intensità e trasporto. Era fuori da ogni dubbio, che in quella situazione mi meritavo l’appellativo di puttana. Avevo perso completamente il controllo.
Dopo essersi goduto tranquillamente la mia bocca affamata, mi fece alzare e mettere in piedi sui miei tacchi alti, mentre con la mano se lo stringeva e se lo masturbava un po’. Mi sfilò le mutandine visibilmente macchiate dal mio piacere e le lanciò in direzione di A. con il chiaro intento di fargliele vedere. Mi tolse poi il reggiseno, lasciandomi nuda con solo le calze autoreggenti e le scarpe. Mi fece girare verso mio marito e mi fece piegare in avanti in modo che il mio viso fosse a pochi centimetri da quello del mio povero uomo legato al letto, che cercava in tutti i modi di divincolarsi. Le nostre facce erano quasi attaccate, i nostri occhi non potevano incrociarsi. Il mio culo invece era rivolto verso “lui” che stava ancora con il cazzo duro in mano.
Per la prima volta da quando era arrivato, “lui” si rivolse a mio marito : ”Ora mi scopo la tua puttana e vedrai come te la faccio godere !”. Avendolo a pochi centimetri vidi che degli insulti stavano per partire in direzione di “lui”, ma improvvisamente una mano spinse la mia testa e mi ritrovai con le mie labbra attaccate a quelle di mio marito impedendogli in questo modo di proferire parola. Contemporaneamente fui posseduta con decisione da un grosso cazzo che in un solo colpo invase la mia fica, fradicia di piacere. Urlai di piacere e di soddisfazione ! Quanto avevo fantasticato di essere presa da dietro in questo modo da quest’uomo che di colpo si era materializzato.
In preda all’ estasi e completamente fuori controllo presi a baciare mio marito che in ogni caso non sembrava molto contento, ma che per non so bene quale motivo li ricambiava con la lingua. “Ti piace vedere come ti fotto la tua puttana ?” esclamo di nuovo lui, quasi a voler girare il coltello nella piaga. Mentre mi insultava i suoi colpi diventavano più veloci, più profondi, più devastanti. Godevo nel sentire quel cazzo che mi possedeva senza alcun rispetto. Le sue mani appoggiate sui miei fianchi tiravano il mio corpo verso il suo membro facendolo entrare ancora più in profondità.
Non riuscivo a trattenere i miei gemiti di piacere. Trovavo la situazione molto imbarazzante, ma non potevo fare a meno di godere e di provare un immenso piacere. Continuavo a baciare mio marito e a chiedergli di scusarmi, perlomeno fino a quando non notai che anche il suo cazzo era diventato durissimo. Nonostante quello che stava succedendo non poteva fare a meno di eccitarsi a sua volta.
“Lui” mi prese nuovamente e mi fece cambiare posizione. Mi mise sdraiata a fianco di mio marito che ora si trovava alla mia destra e mi fece allargare le gambe. Quindi iniziò a scoparmi di nuovo in quella posizione. La mia fica ormai era larga e super lubrificata e dopo solo pochi affondi fui pervasa dall’ ennesimo orgasmo. Ora erano loro che si guardavano in faccia, ma il volto di “lui” era senza espressione. Continuava a sbattermi senza sosta e con un ritmo abbastanza sostenuto e non mi lasciava nemmeno il tempo di terminare un orgasmo che già sentivo che un altro si sarebbe presentato poco dopo.
Con le mani afferrava le mie caviglie e teneva le mie gambe allargate mentre il suo uccello instancabile e senza segni di cedimento entrava ed usciva dalla mia fica in fiamme. “Dove vuoi che ti sborro questa puttana ?” chiese con irriverenza ad A.. Mio marito non rispose, allora lui lo incalzò :” Vuoi che le riempia la bocca o la fica ?” Io ascoltavo quel dialogo surreale e la mia fica ardeva sempre di più. Non ci fu alcuna risposta e quindi “lui” sentenziò :”Va bene, allora lasci a me la scelta. Oppure, ancora meglio facciamo scegliere alla tua puttana… !”
Presa direttamente in causa il terrore mi pervase nuovamente ! Perché chiedevano a me che in quel momento non ero nel pieno delle mie facoltà ? Ci pensai un attimo e poi decisi di scegliere quello che mi sembrava il male minore (anche considerata la situazione). “Sborrami in bocca ! Riempimi la bocca !” urlai ! Vidi lo sguardo incredulo di mio marito che mi incenerì con gli occhi. Ad un breve silenzio seguì un’ altra esclamazione :” Va bene puttanella, allora ti sborrerò nella fica !”. Rimasi allibita !
Ora dagli occhi di A. uscivano veramente fuoco e fulmini nei miei confronti, anche se il suo cazzo rimaneva pur sempre duro. I colpi di “lui” iniziarono a farsi sempre più veloci, il suo respiro sempre più corto. Mi abbandonai completamente alla sua volontà, non avevo modo di decidere, ma forse a causa di questo stavo impazzendo dal piacere. Lo vidi inarcarsi ed emettere un urlo di liberazione mentre il suo cazzo pulsava ed un flusso caldo si riversava dentro di me. Una sensazione di grande calore. Due fluidi che magicamente si univano. Estrasse il suo uccello ancora duro dalla mia fica, facendomi sussultare, mentre sentivo la sua sborra calda che scendeva tra le mie gambe. Prese il suo cazzo e lo avvicinò alla mia bocca esclamando : ”Ora puliscilo !”. E poi, mentre già la mia lingua stava lavorando intorno alla sua cappella, rivolgendosi ad A. disse : “vedi come ha imparato bene la tua puttana ?”. Anche in questo caso non ci fu risposta.
“Lui” si alzò e con estrema calma e precisione si rivestì, sistemandosi con cura la cravatta. Mi guardò e mi ordinò :”Accompagnami alla porta !”. Guardai mio marito ancora legato e con il pisello al vento e lo seguii verso l’ atrio di ingresso. Gli aprii la porta di casa e lui per salutarmi mi baciò nuovamente con passione. “Sei una gran troia” disse impietoso. Poi si girò sui suoi passi e lo vidi allontanarsi lungo il vialetto dell’ abitazione.
Rimasi per un attimo immobile sull’ uscio di casa, ancora nuda e odorante del suo orgasmo. Profumo che mi sentivo piacevolmente addosso. Ora avevo un problema molto grosso…. Quello di liberare mio marito dalle corde che lo tenevano legato al letto. Ma soprattutto la mia domanda era: con quale faccia sarei tornata da lui ?
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