Era da questa estate che volevo mandarti questo resoconto, soo riuscita a scriverlo solo ora.
Spero ti piaccia, ovviamente puoi pubblicarlo (lo fai ancora?) e ti autorizzo a citare anche la mia mail.
"Il primo sole è sempre una tragedia", sento dire a Cristina dalla stanza da letto.
Siamo arrivate al mare ieri sera sul tardi e oggi ci siamo subito fiondate in spiaggia, incuranti dei consigli dal TG5 sulle prime abbronzature, e ora è tempo di bilanci.
Raggiungo mia cugina nella stanza da letto.
Abbiamo deciso di appropriarci della camera che fino a qualche anno prima veniva utilizzata dai nostri nonni, lasciando a suo figlio di otto anni la cameretta usualmente riservata a noi.
La casa profuma ancora di lavanda e di pulito, come se la nonna fosse ancora lì.
Cristina si è appena fatta la doccia e quando entro abbassa l'accappatoio sulla schiena per mostrarmi il segno del laccetto del reggiseno.
In effetti la sottile riga bianca spicca come una cicatrice sulla schiena arrossata.
"Hai fatto male a non proteggerti - le dico - Domani rischi di spellare".
"Che vuoi farci, ormai? - mi risponde - Magari con un po' di crema potrei limitare i danni".
Indica un flacone appoggiato sul comodino, ed è evidente che non potrebbe spalmarsi da sola.
Lo prendo e salgo sul letto con lei.
"Mettiti giù, che ti aiuto", le dico.
Si priva dell'accappatoio e si corica prona.
Onde evitare momenti imbarazzanti, allungo un orecchio per capire dove sia suo figlio, ma il rumore dell'acqua mi testimonia che è nella vasca da bagno.
Se lo conosco bene, potrebbe starci anche un'ora.
Deposito un po' di crema sulle spalle di Cristina e la spalmo con il palmo della mano.
La pelle è calda, il sole non l'ha certamente risparmiata.
Deposito un altro poco di crema sulla schiena e la friziono lentamente.
Qui è meno incandescente, ma è sicuramente una zona a rischio per lei, che ha la pelle così chiara.
"Senti sollievo?", le chiedo.
Lei ha gli occhi chiusi e sorride.
"Sì, va benissimo", conferma senza aprire gli occhi, portando le braccia ai lati della testa.
iprendo ad accarezzarle la schiena, portando le dita anche sui suoi fianchi.
Cristina ha circa una quarta di seno, è schiacciata sul materasso e la parte esterna del seno sporge dal suo profilo.
Passandole le mani sui fianchi, con le dita glielo sfioro una volta.
Lei non dice nulla, ma tiene gli occhi chiusi e sorride.
Ripeto il passaggio più volte, toccandogliele ogni volta, poi, con me mani ancora unte di crema, le friziono la parte bassa della spina dorsale, fin lì dove l'abbronzatura si interrompe e si vede il segno dello slip.
Ha un bel sedere mia cugina, anche se con il passare degli anni si è un po' ingrossato.
Farebbe ancora una bella figura in perizoma, riuscisse a vincere la sua istintiva timidezza e la ritrosia per la presenza del figlio.
Le passo le dita sulle spina dorsale e, come se non avessi potuto contenere lo slancio, finisco sfiorandola tra le natiche.
Le dita sono ancora unte di crema e sono scivolata senza problemi.
Ripeto il movimento, questa volta andando leggermente più a fondo
.Affondo tra le sue natiche fino a sfiorarle l'ano; lei asseconda il mio movimento allargando leggermente le gambe.
Sta sorridendo, e dal bagno continua a provenire rumore di acqua.
Prendo ancora un po' di crema, e con le mani intrise mi concentro sul suo sedere.Mi siedo in ginocchio tra le sue gambe, imponendole in questa maniera di allargarle ulteriormente.
Dal mio punto di vista vedo agevolmente le sue grandi labbra.
Con le mani intrise di crema le massaggio le natiche, precauzione del tutto superflua visto che chiaramente prende il sole con le mutandine.
Sembra gradire, allarga le gambe ancora di più.
Con le dita mi spingo nuovamente sul suo perineo e con la punta di una falange le stimolo l'ano.
Sospira.
Visto che sembra gradire, con l'altro dito le accarezzo la fessura tra le grandi labbra.
E' umida. Come me, per altro.
"Girati", le sussurro.
Non apre neppure gli occhi e si volta, offrendosi frontale.
Ha i capezzoli duri.
Fino a quel momento ero rimasta in bikini, mi tolgo anche io il reggiseno.
Anche i miei capezzoli sono duri.
Dal bagno continua ad arrivare rumore di acqua.
Mi sdraio su di lei, poggio le sue labbra sulle sue.
Non è la prima volta che abbiamo un approccio fisico, ma era qualche anno che non capitava.
Ci baciamo, sposto la mia mano sul suo seno.
La sua lingua entra nella mia bocca, io con la gamba le sfrego la topa.
E' bagnata.
Mi circonda con le braccia e, abbracciate, rotoliamo sul letto fino a quando la mia schiena non si appoggia sul materasso.Si mette un ginocchio e sposta il torace all'altezza del mio volto, un suo capezzolo mi sfiora le labbra.
Apro la bocca e lo inumidisco con la lingua.
Una sua mano si insinua nei miei slip e con un dito mi passa tra le labbra.
Dopo qualche secondo mi scioglie i laccetti sui fianchi e mi priva anche delle mutandine.
Una volta nuda, la sua mano non ha più impedimenti e le sue dita mi penetrano agevolmente.
Anche io faccio lo stesso con lei, affondando nei suoi tessuti umidi
"Quanto mi sei mancata...", mi sussurra nell'orecchio, poi riprende a baciarmi.
Le sue dita mi devastano da dentro, io faccio lo stesso con lei.
Sento l'eccitazione salire, non è solo un fatto meccanico, ma il fatto che sia lei a toccarmi mi fa impazzire.
Mi sento gocciolare, lo stesso è per lei; la sento gemere e la sua bocca sta violentando la mia.
Accelero, voglio venire e voglio che venga lei.
L'acqua dal bagno si chiude.
"Mamma!", grida il bambino.
"Sì tesoro, ora vengo", risponde Cristina quasi urlando.
Sono certa che il gioco di parole è voluto, ne riderei non fossi così vicina all'orgasmo.Sento qualcosa salire dentro di me, sto per venire.
"Ci sei?", chiedo a mia cugina, che annuisce in risposta.
Veniamo quasi assieme, con un sincronismo raramente provato.
Lei geme rumorosamente, io godo in silenzio.
Faccio passare qualche secondo, quindi mi stacco dal suo corpo e mi abbandono accanto a lei.
Sospira per un po', poi si alza e recupera due indumenti.
"Vado a vedere cosa vuole, è meglio che ti vesti".
Mi dà un bacio sulla bocca e va verso il bagno.
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