Era il giorno del compleanno di mia moglie D., una serata di un febbraio insolitamente tutt’altro che freddo, e avevo deciso di portarla a cena fuori per festeggiare. Lei si era fatta bella per l’occasione, rinnovando il colore ai capelli, un bel rosso mogano molto aggressivo, e indossava, una corta giacchina nera con sotto una camicetta bianca generosamente scollata, una gonna bordeaux lunga fino al ginocchio, calze nere velate e sui stivali neri preferiti. Il tutto faceva presagire un dopo cena alquanto allettante, insomma. Cenammo in un ristorante fuori Firenze, consigliato da un mio collega, con ottimo pesce annaffiato da una generosa dose di vino bianco; lei era radiosa e molto allegra, i suoi sorrisi maliziosi non facevano altro che aumentare la mia eccitazione e le mie fantasie riguardo al prosieguo della serata. Dopo il dolce e il brindisi ci alzammo e lasciammo il ristorante, e giunti nel parcheggio vicino all’auto la abbraccia per baciarla con passione. Ci stringemmo e io scesi con la mano ad accarezzarle la coscia, salendole sotto la gonna e scoprendo con crescente eccitazione che le calze lasciavano d’improvviso scoperta la pelle, rivelandomi che indossava il reggicalze, cosa che da buon feticista come io sono, mi fece bollire il sangue.
-Perché non andiamo a bere qualcosa?- Mi propose lei. Io accettai di buon grado non ostante i miei pensieri si fossero già sposateti in un'altra direzione.
La portai allora in un pub che i fiorentini conoscono come la “ex Guerrina”, che però era piuttosto affollato, e quindi decidemmo di sederci su due sgabelli al Bancone, e ordinammo due birre. Mentre bevevamo allegramente seduti lì notai con eccitazione che la posizione sull’alto sgabello le lasciava scoperta tutta la gamba sinistra, fino al bordo delle calze; il generoso scollo faceva il resto, e mi ritrovai a guardarmi intorno eccitato per capire se la situazione attirava anche altri sguardi oltre al mio. Ben presto ebbi la conferma che le cosce di mia moglie erano oggetto di attenzione per svariati occhi e, probabilmente, anche oggetto di conversazione e commento. Continuammo a bere e a chiacchierare e io mi feci più audace, carezzandole la coscia semiscoperta e spingendo la sua gonna ancora più a parte, per far sì che si notasse ancor di più il suo reggicalze, la cosa mi faceva ribollire di eccitazione. Notai in particolare tre uomini, sui 30-35 anni, poco più in là, che sicuramente parlavano di lei, uno dei tre in particolare la guardava praticamente senza mai distogliere lo sguardo. Continuammo a bere le nostre birre chiacchierando allegramente, quando a un certo punto il tipo si avvicinò a noi e si rivolse a mia moglie:
-Ciao D.a, non ti ricordi di me? Eravamo al Liceo insieme…-
-Andrea! Certo che mi ricordo! Come stai?-
-Benone, grazie. Questi sono due miei amici, Leonardo e Stefano.-
-Piacere! Questo invece è mio marito….-
Finite le presentazioni Andrea e i suoi amici ci offrirono un secondo giro di birra, così rimanemmo lì a chiacchierare con loro, e scherzando su vecchie storie, vecchi amici del liceo e robe simili. Mi sentii in obbligo di offrire un nuovo giro di bevute, e mentre chiacchieravamo notai che Andrea si era appoggiato con una mano alla coscia di mia moglie. Non dissi nulla, e decisi di vedere come si sarebbe evolute le cose. Lui ben presto iniziò ad accarezzarle la coscia, e lei non sembrava per nulla contrariata. Si stava facendo tardi e il locale si stava già svuotando, e Andrea decise di farci una proposta:
-Che ne dite di andare a fare un’ultima bevuta a casa mia? Ho un appartamento a 100 metri da qui…-
Lei mi guardò senza rispondere, allora io dissi:
-Per me va bene, se anche la signora è d’accordo…-
-D’accordissimo- rispose mia moglie, che per altro sembrava piuttosto brilla.
Uscimmo dal locale e ci incamminammo insieme ai tre, raggiungemmo un palazzo poco distante, e salimmo al quarto piano, un bell’appartamento non enorme ma accogliente e un po’ disordinato. Ci sedemmo nel salottino sul divano, Andrea preparò cinque Gin Tonic piuttosto robusti e ce li offrì, e venne a sedersi accanto a mia moglie. Riprendemmo a chiacchierare e a scherzare bevendo i nostri Gin Tonic, io ero un po’ imbarazzato ma anche eccitatissimo, e D.a era più che mai brilla e allegra. Notai che Andrea aveva di nuovo appoggiato la mano sulla sua gamba, e le stava lentamente spostando la gonna per poterle accarezzare la coscia. Io feci finta di nulla, e lui continuò nella sua azione fino a scoprirle la gamba fino al margine della calza.
-Non ti dispiace mica se le accarezzo le gambe, vero?- mi chiese all’improvviso.
A quel punto non mi potevo certo più tirare indietro:
-Visto che a lei sembra non dispiacere affatto, non vedo perché dovrebbe dispiacere a me.-
-Che belle cosce morbide che hai D.a, viene proprio voglia di leccartele! E voi non volete sentire come sono belle queste cosce?- disse rivolto ai due amici, i quali si avvicinarono subito. Io feci loro posto accanto a lei, che intanto si stava lasciando andare alle carezze chiudendo gli occhi e sorridendo maliziosa.
Cominciarono a palpeggiarla e Andrea la stava baciando sul collo, mentre Stefano girò dietro al divano e le infilò le mani dentro la camicetta, e dentro il reggiseno a palparle le tette. A quel punto tutto subì un’accelerazione, Andrea si tuffò a leccarle le cosce e divaricandogliele, cominciò a leccarle la figa scostando le mutandine, mentre Leonardo e Stefano le palpeggiavano le tette sbottonandole la camicetta e baciandola a turno. Leonardo si alzò in pedi e sbottonatisi i pantaloni le misi il cazzo davanti agli occhi:
-Ti piace questo, bella? Prova ad assaggiarlo.- Senza dire una parola lei iniziò a leccarglielo e poi se lo fece scomparire in bocca.
-Che brava!- esclamò Stefano mentre da dietro continuava a palpeggiarle le tette, -Si vede proprio che hai una notevole esperienza di cazzi!-
Mi ritrovai quasi senza accorgermene con il cazzo in mano a guardare la scena dei tre che a turno si facevano spompinare da lei, seduta davanti a loro. Decisi di unirmi alla festa, uno di loro mise un cuscino a terra e le invitò a inginocchiarcisi, cosicché ci mettemmo tutti e quattro attorno a lei e ci facemmo spompinare. Dopo un po’ Stefano la fece alzare e le sfilò la gonna, la accompagnò di nuovo al divano, ce la fece sdraiare sopra, e si buttò tra le sue gambe per leccarle di nuovo la figa.
-Caspita, ma sei fradicia!- disse, -Mi sa che è arrivato il momento di scoparti un po’!- le allargò le gambe e iniziò a scoparsela, mentre i suoi due amici lo incitavano; mentre lui la scopava, Andrea le infilò il cazzo in bocca tenendola per la nuca, e io e Leonardo la palpeggiavamo.
-Hey, facci divertire anche noi!- disse Andrea a Stefano, il quale si rialzò e diede di buon grado il cambio a Andrea. Lei mugolava come una matta, ma non riusciva a dire una parola, considerato anche il fatto che noi tre ci alternavamo nella sua bocca. La scopammo a turno, e quando toccò a me io ero talmente su di giri che non seppi resistere, e dopo pochi colpi le venni dentro. Loro tre invece resisterono ancora un po’, per poi godere in ordine sparso: anche Stefano le venne dentro, mentre Leonardo le sborrò sulla pancia e Andrea sulle tette, sporcandole anche il reggiseno di pizzo nero che ancora aveva indosso. La vista di mia moglie imbrattata di sperma mi fece avere una nuova immediata erezione, e anche gli altri tre lasciarono in mezzo solo il tempo per rilassarsi un attimo e bere un po’. Lei andò in bagno per ripulirsi, ma quando uscì Andrea era già pronto a prenderla di nuovo:
-Non credo tu sia ancora soddisfatta, vero?-
Lei rimase leggermente interdetta, ma bastò che lui la sfiorasse e lei cedette subito. La portò di nuovo al divano, ma stavolta la fece piegare in avanti e iniziò a sditalinarla da dietro. Noi tre girammo attorno al divano e le porgemmo i nostri cazzi, che lei ricominciò a succhiare avidamente a turno. Lui cominciò a scoparsela a pecorina, e mentre lo faceva le infilò il pollice nel culo, lei fece un gesto come per levarselo, ma non sembrò affatto convinta. Lui insisté nella sua azione, fino a smettere improvvisamente di scoparla per chinarsi sul suo culo, e iniziò a leccarglielo. Lei gemeva come una matta, coi nostri cazzi in bocca, il mio scoppiava letteralmente. Quando lui si rialzò, e senza troppo sforzo le penetrò il culo lei ebbe un sussulto, ma Stefano che in quel momento aveva il privilegio di scoparle la bocca la tenne ben ferma, così Andrea iniziò a incularla lentamente, e i suoi gemiti si trasformarono in gridolini ritmati, soffocati dal cazzo che le riempiva la bocca.
-Hey Andrea, non romperglielo tutto, lasciane un po’ anche a noi!- disse Leonardo;
-Certo, vieni! Accomodati!- così Andrea cedette il posto all’amico, che a sua volta le penetrò il culo e cominciò a fotterglielo con energia. La inculammo a turno, lei sembrava completamente persa, e Andrea e Stefano decisero di provare la doppia penetrazione. Andrea si sdraiò sul divano, la fece salire su di se e Stefano si mise dietro. Dopo qualche tentativo mal riuscito riuscirono a rimanerle dentro entrambi, e cominciarono a stantuffarla pesantemente, mentre io e Leonardo ci alternavamo di nuovo nella sua bocca. Anche Leonardo però voleva provare, l’ebbrezza della doppia penetrazione, così si scambiarono: Leonardo si mise sotto di lei, Andrea sopra e Stefano accanto a me, a farsi succhiare il cazzo. Ormai i tre amici avevano perso ogni rispetto, e si divertivano a insultarla e a fare apprezzamenti riguardo a come succhiava il cazzo o a come si muoveva con due cazzi in corpo. Lei per contro accettava tutto con malcelato piacere, sembrava anzi che sentirsi chiamare troia o mangiacazzi e così via la facesse ingoiare ancora di più. Stefano esplose all’improvviso, schizzandole sulla guancia e sui capelli:
-Ottima idea Stefano, schizziamola tutta questa troia!- esclamò Andrea sfilandole il cazzo dal culo e alzandosi. La fecero di nuovo inginocchiare sul cuscino e le sborrarono entrambi sul viso, sporcandole anche i capelli. Io venni per ultimo, credevo che il cervello mi scoppiasse mentre eruttavo la mia sborra sul suo bel viso grondante tutto quello sperma. La vista di lei inginocchiata tra di noi gocciolante, con indosso solo il reggicalze, le calze e gli stivali neri, mi fece impazzire di piacere. Lei fece per rialzarsi, per andare a lavarsi, ma io la fermai:
-Eh no, D.a! Prima di ripulirti mi devi succhiare di nuovo un po’!- I tre amici salutarono la mia frase con un coro di risate e di incitamenti:
-Bravo! Così dovrebbero fare tutti i mariti con le mogli!!-
Il fatto era che vederla così mi eccitava talmente tanto che volevo a tutti i costi scoparmela mentre aveva ancora tutto il loro sperma addosso, e così feci: la feci alzare e la spinsi verso il tavolo, ce la sdraiai sopra, le divaricai le gambe e me le appoggia sulle spalle, e iniziai a scoparla furiosamente, guardando dritto il suo bel viso ancora sporco di sperma. La mossa fece ringalluzzire subito anche i tre amici, che tornarono subito alla carica. In men che non si dica anche i loro cazzi erano di nuovo pronti all’uso, e mentre io la scopavo a quel modo loro a turno si chiavavano la sua bocca. Dopo un po’ Stefano mi invitò a spostarmi, e io gli lasciai l’iniziativa, cosicché lui cominciò a sfottersela di nuovo con decisione fine a quando Leonardo chiese la sua parte. Poi la fece girare a pancia sotto lì sul tavolo, e le spinse il cazzo in culo senza troppi complimenti. Io cominciavo ad accusare la stanchezza, e mi misi di lato per gustarmi la scena: tutti e tre a turno se la incularono, disinteressandosi della sua bocca che era finalmente libera di ansimare e gemere e anche imprecare senza freni. Tutti e tre le sborrarono dentro, e quando infine toccò a me le penetrai con il cazzo nello sfintere anale con una facilità disarmante, tanto era ormai dilatato, rilassato e lubrificato. Sparai il mio fiotto di sperma quasi subito, ormai stanco e praticamente del tutto svuotato.
Andai in bagno a lavarmi e ci rimasi una decina di minuti, anche per riprendermi un po’. Quando usci e tornai nel salottino, convinto che tutto fosse finito, ebbi una nuova sorpresa: era ormai l’alba, Stefano e Leonardo erano seduti sul divano, evidentemente appagati, ma Andrea non lo era affatto: mia moglie era accovacciata a quattro zampe sul tappeto, visibilmente esausta e abbandonata, e lui sopra di lei, sudatissimo, la stava inculando per l’ennesima volta come un forsennato, e mentre le sfondava la insultava ancora:
-D.a l’ho sempre saputo che eri una troia sfondata! Sapessi quante seghe mi sono fatto pensando a te! Me lo merito proprio, di incularti come una vacca!-
Lo lasciai fare e rimasi a guardare mentre le fotteva il culo e le parlava così, ansimando e grugnendo come un porco, e quando infine le sborrò sulla schiena, anch’io sparai le mie ultime gocce di sperma. Tornammo a casa, e lei dormì per tutto il fine settimana…
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