Sono passati quasi 20 anni da quando frequentavo il primo anno del liceo artistico Ripetta di Roma. Infatti, io mi chiamo Daniele e sono nato a Roma circa 35 anni fa. Ho capito di essere omosessuale molto presto, al primo anno della scuola media. In terza media avevo già preso a masturbarmi sia il cazzo che il culo pensando a rapporti sessuali con altri maschi. Molti di voi penseranno forse che il fatto di nascere in una grande città metropolitana e multi culturale come Roma, abbia favorito la mia omosessualità. Vi ricordo, però, che si parla di circa vent’anni fa e vi assicuro che all’epoca gli omosessuali ancora erano visti come un tabù assoluto anche nelle grandi città per l’appunto. Ho dovuto quindi nascondermi per molti anni, sia all’interno della mia famiglia che a scuola, dove tristemente fingevo con i miei compagni di essere un giovane etero appassionato di ragazze.

Come vi stavo dicendo, il mio proprio rapporto sessuale (un pompino), l’ho fatto al primo anno di superiori, quasi al termine dell’anno scolastico.
Carlo era il nome del ragazzo del terzo anno di 18 anni (essendo bocciato un anno) , con il quale ebbi il mio primo rapporto. Ci conoscemmo  prima solo attraverso gli sguardi, io ero ancora un ragazzetto alle prime armi, ma Carlo non so come, riusci a captare subito in me, quella omosessualità che io cercavo di tenere segretamente nascosta. Sarà che i tuoi simili sanno sempre come riconoscerti o sarà forse che non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, tanto da fargli accorgere, facilmente del mio interesse. Fatto sta che Carlo capì subito la mia tendenza e fortunatamente essendo più esperto e grande fu lui ad avvicinarsi per primo.

La prima  occasione di parlargli con calma, la ebbi durante il compleanno di uno dei miei nuovi compagni di classe, che vedi tu il caso, era proprio il fratello più piccolo di Carlo.
Sul  suo grande terrazzo della casa, iniziammo a parlare, instaurando  da subito un feeling insospettato, dopo quasi 30 minuti, finimmo per parlare di Londra. Entrambi eravamo affascinati da quella città seppur nessun dei due vi fosse realmente mai stato. L’idea di libertà e probabilmente l’idea di poter essere noi stessi in tutto e per tutto in una città così grande era quello che ci affascinava, anche se ovviamente non ne parlammo in modo palese.

Terminata la festa, Carlo mi saluta e mi dice: “Ci rivediamo presto a scuola”. Quella sua frase rimbombò nel mio giovane cuore romantico per molto tempo, tanta era la felicità e la speranza di aver trovato effettivamente un ragazzo a me simile.
Da quel giorno in poi, continuammo a chiacchierare più o meno furtivamente, durante l’intervallo e qualche volta sulla strada di ritorno a casa, a scuola finita. Il nostro feeling era ormai evidente, ed entrambi cercavamo di essere molto discreti per non farci scoprire dai nostri relativi compagni.

Erano trascorsi quasi 2 mesi dalla nostra prima chiacchierata nel terrazzo di casa sua e finalmente Carlo si fece avanti; mentre eravamo nell’intervallo al suonare della campanella per il ritorno in classe, Carlo mi si avvicinò discrezionalmente e mi passò un biglietto, sussurrandomi le seguenti parole: “Leggilo solo quando torni a casa dopo scuola e sta’ attento che nessun altro lo legga. – D’accordo annuì io con un cenno della testa.”

Appena uscito di scuola, a passo spedito, mi diressi verso casa. Le gambe mi tremavano dall’emozione, avevo una voglia matta di scoprire il contenuto del biglietto di Carlo. Arrivai a casa e dissi a mia madre che avrei saltato il pranzo, quindi mi diressi nella mia camera da letto e con uno scatto afferrai lo zaino nel quale era contenuto il biglietto di Carlo. Finalmente! Ero solo e pronto a leggere il biglietto, lo aprii e lessi le seguenti parole: “Daniele se anche tu hai voglia di stare insieme a me quanta io ne io di stare con te, domani è l’occasione giusta, ci vediamo al garage con la porta arancione proprio sotto casa mia alle 15, bussa 2 volte per farti aprire. Se le mie impressioni sono state sbagliate, ti chiedo invece di  buttare questo mio messaggio e fare finta di niente.”

Lessi la sua lettera tutto di un fiato, tanto quasi da rimanere senza respiro, compresi subito che ero innamorato follemente e che da lì a poco i miei desideri di baci e di sesso si sarebbero esauditi.
Il giorno dopo, alle 14:40 ero già sotto la casa di Carlo a pochi passi dal garage, non osai però bussare fin quando non si fecero le 15 spaccate. Come mi aveva detto Carlo, bussai 2 volte e attesi che la porta si aprisse. Neanche un secondo e la porta si aprì e una mano mi afferrò verso il garage che era completamente buio con le  luci spente. Da lì a poco assaporai  il sapore delle labbra del mio amato e con la mano sentì il cazzo già duro e pronto all’azione di Carlo. Ci baciamo e ci toccammo per 5 minuti buoni senza mai fermarsi, quindi, Carlo mi sussurrò nell’orecchio: “Cosa sei pronto a fare oggi?”  Con una voce quasi spezzata dall’emozione risposi sibillinamente che non ero ancora pronto a prenderlo dietro ma mi sentivo pronto per tutto il resto.

Ancora una volta Carlo prese  la situazione in mano, mi spogliò delicatamente e nel contempo, mi guidò verso un piccolo ma confortevole bagno presente nel garage. Tutto nudo mi fece distendere sulla vasca da bagno e quindi si avvicinò a me anch’esso nudo, mettendomi  da subito  il cazzo in bocca.  Il sapore del pene, veniva assaporato per la prima volta dalla mia giovane bocca di ragazzo gay di 15 anni. Un sapore un po’ salato e pastoso,  che mi deliziava  e mi eccitava tanto da farmi irrigidire il sedere e farmi godere di una sensazione fino all’ora sconosciuta. Iniziai a succhiare il cazzo di Carlo prima delicatamente e poi spingendolo giù verso la gola ed ogni tanto lo baciavo nella cappella, così come si bacia qualcosa che si ama molto.

Non avevo mai fatto un pompino in vita mia, ma mi venne subito naturale e semplice e Carlo sembrava gradire, in quanto iniziò a gemere di piacere. Continuando a sentire il buco del sedere come se si irrigidisce e allo stesso tempo si dilatasse naturalmente, ci infilai un dito e iniziai a farmi un ditalino anale. Con il cazzo in bocca e il dito nel culo stavo impazzendo di piacere ed iniziai anch’io a mugolare come una troia in un film porno.  I miei gemiti di adolescente che per la prima volta conosce i piaceri del sesso, piacquero molto a Carlo, che iniziò con impeto a scoparmi in bocca, infilandomi il cazzo tutto giù fino in gola senza né cura né ritegno alcuno. Io ne fui felice e iniziai anche a segarmi il cazzo e allo stesso tempo continuavo a penetrarmi l’ano con il dito.

Carlo stava quasi per venire ed io sentì come il fragore della sua sborra che stava salendo sul suo pene e stava per uscire dalla sua cappella, in una frazione di secondo accelerai a masturbarmi e in breve tempo mi ritrovai con la bocca piena di sperma caldo. Carlo che era eccitatissimo trattenne il mio cazzo in bocca e con esso anche tutta la sua sborra calda che assaporai per la prima volta e bevvi senza esitazione. Nello stesso momento esplosi di piacere e mi sborrai felicemente sulla pancia.

Ero molto felice, avevo fatto il mio primo pompino e baciato per la prima volta un ragazzo, un’esperienza che ha segnato per sempre la mia vita e mi ha fatto conoscere la mia sessualità. Carlo  è stato anche il ragazzo con il quale persi la mia verginità, ma questo magari lo racconterò un’altra volta, se vi farà piacere.
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Categorie: Gay e Bisex