Per la rubrica La posta di Giovanna, ricevo e pubblico questa domanda posta da @linosmith.Provate anche voi a dare una risposta... se avete idee a riguardo, grazie.
Dove sono finite le nonne scopatrici e cosa consigliano alle nipotine "timorate"?
Ciao a tutti. Ho una certa età quindi mi ricordo perfettamente l'atteggiamento mentale delle ragazze negli anni passati, diciamo prima del 2000. Devo ammettere che all’epoca il mio lavoro mi permetteva di girare l’Italia, soprattutto il sud ed era un tipo di attività che attraeva abbastanza l’universo femminile.
Ma a parte questo piccolo privilegio vi posso assicurare che in quegli anni si scopava come mandrilli; personalmente (e non sono un Casanova) non trovavo nemmeno il tempo di corteggiare la ragazza che mi piaceva, perché già un’altra mi aveva concupito e tirato nel letto.
Dove sono finite quelle donne? Dov’è finito quello spirito di libertà sessuale e di emancipazione femminile, scaturita dal post ’68?
Tra le madri e le ragazze di oggi vedo un bigottume, un ritorno alle tradizioni e persino forme di desiderio che mi riportano con la mente ai tempi di “Don Camillo”. Giovani coppie con un lui frastornato, appassionato degli stessi passatempi di un 13enne e con una lei che svolazza tra i negozi di trine, merletti e cucine Salvarani, tutte tese alla madre di tutte le feste: il matrimonio. Che poi, nell’80% dei casi finisce a schifio o si trascina tra intolleranza e infedeltà, senza rapporti sessuali e senza desiderio reciproco.
E dulcis in fundo, gli uomini sono tornati a cercare il godimento nella prostituzione, soprattutto con i Trans. Ma questo non sembra una fotocopia dell’esistenza agli inizi del novecento?
«Guarda voglio rispondere con il racconto che ho scritto recentemente e che è storia vera e vissuta per testimoniare la mia opinione sulla moderna gioventù
Anche le stelle cadono
Quando hai 23 anni, vivi solo perché sei da solo, perché i tuoi genitori se ne sono andati in un posto migliore a causa di un tizio che aveva bevuto troppo e sniffato cocaina fino a farsela uscire dalle orecchie, perché tua sorella ha scelto di sposarsi con un vecchio vedovo pieno di soldi che vive in Venezuela, allora non puoi fare tanto lo schizzinoso e accetti qualunque lavoro trovi. Non posso dire che ti offrano, perché ormai ci sta tanto di quella domanda, che l’offerta non è mai sufficiente. Quindi alla fine mi sono ritrovato a vendere panini in un chiosco ambulante lungo la riviera, per un tizio di nome Gaetano, che da un giorno all’altro ha scelto di aprire un club privato di spogliarello e quindi non poteva più gestire la sua attività. Non trovando nessuno disposto ad acquistare il suo chiosco, dopo circa due anni ha tentato di assumere del personale con un annuncio sul giornale e quindi eccomi qui, come tutte le sere, per una paga che del famoso salario minimo garantito, non ha nemmeno il retrogusto, ma per lo meno mi consente di mangiare, pagare le bollette e una volta al mese andare al cinema, l’unica passione che mi consento e che mi sforzo di coltivare. Adoro anche leggere, ma quello posso farlo gratis, andando a prendere i libri in prestito alla biblioteca comunale.
Oggi è una notte piuttosto afosa di luglio. Ci sono molti turisti. Molti sono romani o giù di lì, sono inconfondibili nel loro modo di parlare. Fino ad ora non hanno fatto altro che andare a zonzo in cerca di ragazze da rimorchiare. Anche le romane sono incredibili.
Si sono fermate tre giovani donne, erano circa le ventuno. Dovevano tornare dalla spiaggia, indossavano ancora i loro bikini e un completino tutto traforato che lasciava ben poco spazio all’immaginazione, con quelle chiappe tutte al vento e quel filo interdentale tra le natiche. Si avvicinano e una di loro mi fa:
“ Che ce l’hai la birra”
“Sì”
“ Ghiacciata?"
“ Bella fredda!” urlano in coro e ridono così sguaiatamente da sembrare quasi sciocche.
Non ritengo necessario dover rispondere. Mi chino per prendere dal vano frigo le birre e ne metto tre sul bancone. Non le stappo. Lo faccio di proposito. Le fisso e loro osservano me.
“ Che fai non ce le apri?”
“ Sono dieci euro?”
“ Non possiamo pagare dopo. Ci sediamo qui.” ed indica una delle panche che sono a disposizione dei clienti.
“ Prima pagate e poi potete rimanere sedute tutto il tempo che volete, tanto prima delle tre non chiudo.”
“ Che fai non ti fidi?”
“ Non è che non mi fido, ma è la regola, si paga al momento della consegna.”
“ Come a Mondo Convenienza!” Sghignazza una delle tre.
Intanto da una corsa tutta rosa con la scritta Gucci quella che sembra più grande di tutto il trio, tira fuori un portamonete in tinta e deposita sul bancone una banconota da dieci euro. La prendo e mentre stappo le bottiglie, batto lo scontrino e restituisco il resto di un euro.
“ Quello è mancia!” mi dice spingendo il mento verso di me. Incasso e passo la pezza sul bancone. Mi piace tenere pulito. Intanto si seggono e iniziano a bere direttamente dalla bottiglia.
“ Ma dopo con quello ricciolino come ci sei rimasta?”
“ A Je! Non so se mi va. Quello dopo vuole fare delle robe!”
“ Non è male, io ci farei tante cose”
Mi stupisco che non usino un linguaggio più diretto, forse sanno che potrei essere in ascolto e quindi mantengono un certo decoro, ma tanto sempre delle ragazze venute qui per rimorchiare come se non ci fosse un domani sono, semplicemente se la stanno tirando, perché qui in riviera se non ha un certo standard non c’è trippa per gatti. Se hai i soldi, puoi essere brutto come la peste, ma avrai sempre una bella ragazza con il culo da fuori che ti scalda il letto. Io non ho una ragazza dall’età di 14 anni. Si chiama Eleonora e qualche volta è passata con il suo fidanzato anche qui al chiosco e ha fatto finta di non ricordarsi di me, eppure ci eravamo amati, almeno è quello che mi sussurrava all’orecchio mentre ci baciavamo di nascosto negli angoli di strada o in camera sua, mentre i suoi genitori erano al lavoro. Non c’è mai stato nulla di più di baci focosi e carezze appassionate, ma io veramente ero innamorato di lei. Aveva un bel seno che al tocco era duro e soffice allo stesso modo. I capezzoli diventavano inturgiditi rapidamente e quando li accarezzavo sotto la maglietta miagolava come una micetta in calore.
“ Ma non hai visto che nel pacco regalo che ha sotto i boxer!”
“ E poi ho promesso che ci porterà a ballare in quel locale, come si chiama… il Moma, dicono che è super!”
Stanno ancora parlando del ricciolino. Chissà se venisse a conoscenza di quello che si sta dicendo sul suo conto, come si comporterebbe. Comunque queste tre vogliono solo passare una settimana e di sesso e di divertimenti. E con quei bei culi sodi, non credo che faranno tanta fatica. Peccato che poi aprono bocca e sinceramente, tutto l’entusiasmo scema via come una lepre in fuga. La cosa divertente è che mentre bevevano e parlavano, contemporaneamente non hanno fatto altro che giocherellare tutto il tempo con i loro smartphone. Senza guardarsi mani in faccia. Che strana società. Abbiamo una vita social sul web, ma poi a stento prestiamo attenzione a chi ci sta vicino.
“ Ma ti stai a messaggiare con lui?”
“ Mi sta scrivendo su Instagram”
“ E che vuole?”
“ Vuole che stasera ci vediamo.”
“ E tu che gli rispondi?”
“ Ora lo lascio cuocere un pò, ma tanto questa sera sicuro gliela do!”
“ Che Troia!” apostrofano l’amica in coro.
“ Perché voi che fareste?”
“ Anche peggio!” e ridono come animali dal ventre sazio, che sono in attesa del pisolino pomeridiano.
“ Che ne dite, se ci andiamo a dare un rinfrescata?”
Si alzano prontamente come ad un ordine del loro capitano e senza dire una parola sono già sul marciapiede a sculettare verso il loro hotel.
Non mi sono presentato adeguatamente però, mi chiamo Giacomo, sì proprio come il famoso Giacomo Leopardi. Mia madre mi ha chiamato così perché amava molto il grande poeta e infatti a casa ci sono tanti suoi libri. Dopo la sua morte non ho avuto il coraggio di disfarmene, anche perché anche a me piace. Mia sorella Paolina voleva venderli o regalarli a qualche biblioteca, ma io ho insistito e ora mi fanno compagnia e poi un giorno spero di poter invitare una bella ragazza a salire da me a vedere la mia collezione di libri di Leopardi e d'Annunzio, perché avevo dimenticato di precisare, ma aveva anche la passione per le opere del Vate.
Non è una serata molto impegnativa. Avrò fatto una quarantina di panini, venduto molta birra. I giovani hanno necessità di ubriacarsi per divertirsi, sono soprattutto loro a bere. Stanno con le ragazze e bevono, stanno tra amici e bevono, insomma bevono sempre, e sembrano non voler fare altro e magari poi hanno anche problemi di erezione. Penso che abbiano tutto e troppo ed allora hanno bisogno di stordirsi per raggiungere la felicità. Io non ho nulla, si può dire e non ho nessuna voglia di vivere un attimo di felicità ed essere fuori di me e magari di non ricordarmi nemmeno perché e come sono stato felice. Io voglio che si imprima bene nella mia mente, perché sono rare le occasioni in cui lo sono. Alle due di notte, poco prima della chiusura, come al solito sue ragazze straniere si avvicinano. Sono due prostitute. Lo so perché a volte le ho viste battere al lato di via Sangro. Una di loro l’ho vista anche salire sull’auto di un cliente.
Sono educate e pagano sempre. Vengono sempre alla stessa ora, forse perché è il momento più fiacco della nottata. Ordinano acqua e doppio cheeseburger. Si siedono su una panca e parlano nella loro lingua. Non capisco mai cosa si dicano, ma mi piace pensare che tornino indietro al tempo in cui vivevano nel loro paese e a modo loro erano contente, prima di venire qui, tradite da una facile promessa di soldi e successo ed invece si trovano a svendere il loro corpo e la loro dignità per un pochi spiccioli. Se avessi le possibilità, me le porterei a casa e donerei loro una vita da regine, ma purtroppo non sono il principe azzurro, forse potrei essere lo sguattero del castello del principe, ma nulla più.
“ Sto per chiudere, ragazze, volete qualcos’altro?” si guardano per un attimo negli occhi e poi risponde quella mora con la gonna più corta che le arriva proprio alla linea delle natiche:
“ No, grazie. Adesso andiamo.”
“ Potete rimanere. Io ne avrò ancora per una mezz’oretta. Devo pulire. “
“ Non disturbiamo?" domanda sempre la stessa.
“ Affatto, anzi mi fate compagnia. Mi fa piacere.” Annuiscono con la testa e riprendono le loro chiacchiere.
Mentre sono immerso nelle operazioni di chiusura, mi vengono mille domande da poter sottoporre a loro. Cosa si prova a fare sesso con perfetti sconosciuti? Ma alla fine ci si abitua? La prima volta è stato traumatico? Io posso solo tentare di immaginare quello che hanno provato e provino, ma la realtà forse è ben diversa dalla fantasia.»