Come si dice? Chi la fa l'aspetti!
Qualche giorno fa la mia "amica" Monica con estrema "distrazione" ha pubblicato una chat, abbastanza porca, che secondo lei (ma non confermo) sarbbe stata confessata da me a LEI, in privato!
Bene, è arrivato il momento in cui anche io, dimostrando la stessa leggerezza nel trattare i fatti altrui, mi lascerò scappare una confessione... Io non dico niente, mi arriva tanta posta, ma potrebbe anche trattarsi proprio di un momento di intimità, in cui la mia amica si è lasciata andare.
Sarà verità? Sarà veramente Monica a scrivere? Boh, io non lo so ma penso che ai lettori piacerà tanta sincerità sul proprio passato (un po' zoccolo) e magari per noi saranno solo pagine piacevoli, mentre per suo marito una serie di "agghiaccianti" emozioni e segreti. Buona lettura.
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Cara amica mia, ormai ci conosciamo da mesi e tu, come tanti miei lettori, siete sempre
più curiosi di sapere un po’ più di me e del mio passato, specialmente quello che non ho
raccontato nei libri e nei racconti scritti assieme a mio marito.
Ebbene, eccoti accontentata. Tanti episodi non li conosce nemmeno Manuel, perciò ti
chiedo di conservare segretamente questo mio scritto.
Come tante ragazze della mia generazione, attesi di aver compiuto i diciotto anni, prima di
avere il mio primo rapporto sessuale completo.
Da allora, ebbi una serie di fidanzati. Le mie storie duravano dai tre-quattro mesi ai due-tre
anni, poi, puntualmente, finivano, in quanto i miei fidanzati, o le loro mamme, mal
sopportavano che facessi la ballerina.
Il sesso, con i fidanzati, era normale, senza alcuna trasgressione: si usciva il sabato sera,
per una cena o una pizza, soli o in compagnia di amici, poi un giretto in auto o in centro,
infine, la classica scopata in macchina, lui sopra e io sotto. La domenica, poteva esserci la
variante del sesso al pomeriggio, magari in qualche camporella, durante la gita al lago.
Le scopate si accumulavano numericamente, ma non mi provocavano alcun sussulto, né
di piacere, né di fantasia.
Unico episodio degno di nota fu la vacanza che trascorsi dai parenti di un mio fidanzato
calabrese. Una settimana da loro, molto tranquilla a sesso zero e, la seconda settimana,
noi due soli, in tenda.
Montammo la tenda, poi, per sette giorni filati, fu solo sesso. Non uscivamo nemmeno per
andare in spiaggia. Ne facemmo di tutti i colori. Dentro la tenda, si galleggiava nello
sperma. Al termine della vacanza, chiese di sposarmi, a condizione, ovviamente, che
smettessi la mia carriera di ballerina, così lo piantai in asso come tutti i precedenti.
Il sesso più interessante è iniziato quando fui assunta alla Rai. In quell'ambiente conobbi
personaggi intriganti, come coreografi e musicisti un po’ più grandi di me e con molta
esperienza, così ebbi modo di vivere un sesso più coinvolgente e iniziare a sperimentare,
soprattutto nuove posizioni e situazioni.
L’ho fatto nelle sale di registrazione, nei magazzini degli attrezzi, tra le scenografie
smontate, nei guardaroba dei costumi di scena, dove un mio partner, ogni volta prima di
scoparmi, voleva che mi vestissi con alcuni di quei costumi.
Terminati gli oltre dieci anni di esperienza televisiva, accettai di lavorare per due anni al
Crazy Horse di Parigi. Sebbene a noi ballerine fosse tassativamente proibito intrattenere
rapporti con i clienti, gli inviti a feste ed eventi arrivavano a pioggia, specialmente da parte
di ricchi imprenditori e playboy.
Ovviamente, non avevo intenzione di vivere due anni in castità, così accettai un po’ di
quegli inviti, ed è facile immaginare come andavano a finire.
Nel frattempo, avevo accumulato un’esperienza di centinaia e centinaia di scopate e le
mie abilità sessuali avevano raggiunto livelli che anche molte pornostar potrebbero
invidiarmi.
Se a ciò aggiungiamo che il mio costante e durissimo allenamento atletico mi avevano
permesso di avere il totale controllo dei miei muscoli pelvici e vaginali, potete
comprendere perché, noi ballerine, siamo sempre state ambitissime dagli uomini.
Dopo Parigi, fui chiamata a fare la direttrice artistica di un’importantissima catena di hotel
extralusso, così vissi un anno a Londra, poi iniziai a girare il mondo ed ebbi storie con
diversi colleghi e membri degli staff con cui lavoravo.
Dopo altri quasi dieci anni, avevo raggiunto il livello di saturazione totale dal lavoro e dagli
uomini.
Decisi di prendermi una pausa e rientrai a Milano. Non avevo necessità di lavorare perché,
avevo sempre avuto stipendi da favola, così ebbi la possibilità di dedicarmi ad alcuni
progetti che avevo rimuginato negli anni precedenti.
La saturazione dagli uomini fece presto a passare, così iniziai nuovamente a frequentarne
alcuni, senza impegni particolari. Arrivai ad averne cinque fissi, contemporaneamente (un
giornalista, un musicista, un dentista, un poliziotto e un assessore).
Con cinque spasimanti contemporanei, è logico che le scopate erano veramente
numerose.
Arrivavo a farmene anche due o tre a settimana, tutte a casa mia. Dato che
sono stata sempre gelosa delle mie cose, non facevo entrare nessuno nella mia camera
da letto, così avevo comprato, per il preciso scopo, un divano letto dell’Ikea che misi in
salotto.
Ebbene, dopo due anni, una sera, mentre scopavo furiosamente con uno dei tizi, il divano
si distrusse letteralmente, tante furono le cavalcate e le relative sollecitazioni di cui fu
teatro nella sua breve vita.
Ascoltando le esperienze di diverse mie amiche, sposate e non, pensavo di essere una
che scopava veramente tanto, ma mi sbagliavo: avevo ancora parecchio da imparare cosa
significasse avere un’intensa attività sessuale.
Infatti, arrivò il giorno nel quale incontrai Manuel, mio marito, e il mio interesse per gli
uomini si focalizzò solo su di lui. Ne fui innamoratissima sin dal primo istante che lo vidi.
Iniziammo a frequentarci e facemmo sesso la terza volta che ci incontrammo.
Nel frattempo, continuavo a ricevere chiamate dai miei spasimanti, ai quali dicevo che mi
ero fidanzata e che non ce ne era più per nessuno. Manuel si dimostrò sempre
comprensivo nei confronti dei miei ex e non manifestò mai gelosia o possesso.
Con lui il sesso era (ed è) fantastico. Per i primi due anni, abbiamo scopato veramente tutti
i giorni, tranne rare eccezioni. Arrivammo a stimare circa seicento venti scopate, prima che
ci trasferissimo nella nostra nuova casa in provincia di Como.
Con lui scoprii anche il feticismo per la biancheria intima e per i vestiti, e in me trovò il suo
parco giochi.
Nel frattempo, eravamo andati in vacanza diverse volte (a sciare, dopo nemmeno due
mesi che eravamo insieme – con un certo disappunto dei miei genitori che pensarono:
“Questa, dopo così poco tempo, già ci scopa.”, poi a Cuba, a Santo Domingo e in Tunisia
– dove un mio ex era diventato direttore di un grand hotel e ci ospitò gratis per quindici
giorni) e, in vacanza, facevamo sesso anche due o tre volte al giorno.
Non eravamo mai sazi. Manuel ha capito perfettamente, sin dall’inizio, cosa mi piace: i
preliminari, con massaggio alla schiena, ai glutei, poi, piano piano, fa scivolare la mano nel
mio solco intimo e inizia a massaggiarmi la patatina da dietro. Poi la penetrazione,
inizialmente molto lenta e profonda, poi sempre più ritmata e potente, fino a quando non
esplodiamo contemporaneamente.
Da sempre, quando talvolta capita che sono stanca della giornata o che non sono molto
“accesa”, non gli nego mai il sesso, così lo masturbo (anche in questo sono bravissima) o
gli faccio un succoso pompino.
Dopo undici anni di rapporto, durante una vacanza sull’isola di Kos, in Grecia, mi ha
manifestato, per la prima volta, la sua curiosità di vedermi interagire con un uomo che non
fosse lui. La cosa mi lasciò inizialmente basita ed esterrefatta.
Non riuscivo a comprenderne le motivazioni e come potesse sopportare di vedermi
scopare con un altro, avevo il timore che non mi amasse più, temevo che fossi diventata il
suo oggetto sessuale.
Ma, come mia abitudine, decisi di mettermi in gioco. Pensai: “Vada come deve andare, le
risposte si hanno solo vivendo le esperienze!” e, sicuramente, non avrei voluto continuare
la nostra storia trascinandomi dubbi e incertezze.
Devo ammettere che lui fu molto abile a propormi le sue argomentazioni e le sue
rassicurazioni, così feci quell’esperienza (che abbiamo narrato nel nostro racconto “Serata
a Kos”), dalla quale ne uscimmo ancora più innamorati e complici ed io, sicuramente più
forte, sicura di me, sicura dei miei sentimenti nei confronti di Manuel e lui nei miei.
Dopo Kos, passarono un paio di anni, quando ci fu un’altra occasione di interazione, con il
voyeur su una spiaggia deserta della Sardegna. Fu Manuel a stuzzicarmi. Io, un po’
perché quell’estate ero veramente assatanata, per via dell’imminenza del mio ingresso in
menopausa, un po’ per provocarlo, decisi di rimettermi ancora in gioco. In quell’occasione,
non riuscì a nascondermi la sua gelosia e passò ancora un anno, prima di coinvolgermi in
un gioco con un ragazzo francese in Corsica.
Lì, gli andò male: aveva organizzato una specie di competizione con questo ragazzo. Io
avrei dovuto segarli contemporaneamente a bordo piscina. Chi dei due non avesse
sborrato, avrebbe scopato con me. Il ragazzo francese perse clamorosamente, così io feci
l’amore con mio marito, con il francese come spettatore.
In quell’occasione, realizzai che non solo mi eccitava il timore di essere vista mentre
facevo sesso, ma anche che mi piaceva essere osservata direttamente, così, una volta in
montagna durante una vacanza di Natale, una volta a casa nostra e un paio di volte in un
resort in Spagna, si presentò l’occasione di fare sesso di fronte ad un’altra coppia, senza
scambio, perché questo non interessa a nessuno di noi due.
Sempre in Spagna, quell’anno, Manuel mi chiese di vedermi scopare con un uomo di mia
scelta. Questa volta, volle essere nello stesso letto, facendo finta di dormire, perché
voleva sentirmi godere a pochi centimetri da lui, percependo i sussulti e le vibrazioni da cui
sarei stata attraversata durante l’amplesso.
Decisi di accontentarlo per l’ultima volta: ero consapevole che per lui sarebbe stata
un’esperienza fortissima e, ritengo, sconvolgente. Gli feci giurare che non mi avrebbe mai
più chiesto di farmi scopare da un altro.
Continuammo però i nostri giochi di provocazione. Manuel approfitta del mio innato
esibizionismo per farmi vestire in modo sempre molto provocante, ai limiti dell’inaccettabile
indecenza.
Presa dal gioco, mi lascio trascinare anche in situazioni di “leggera” interazione con altri
uomini, tipo il provocare i venditori di automobili durante un test-drive. Prima iniziammo
con Manuel presente, poi ci fu l’escalation, mandandomi da sola, vestita da sballo,
scosciatissima, infine, volle che mi facessi toccare, con la scusa di avere uno sconto sul
prezzo dell’auto.
Arrivò quella sera che andai, con un mio ex-allievo, al lago a mangiare una pizza. Doveva
essere un’uscita in gruppo ma, per una serie di circostanze, alla fine, ci andai solo con lui.
Dopo la cena, in riva al lago, mi fece un sacco di complimenti, poi finì con il mettermi una
mano tra le cosce e mi masturbò senza ritegno. Lo lasciai fare, poi, saliti n macchina gli
feci una super sega. Non pago, sulla strada del ritorno, mi chiese di fargli un “pompino di
addio” e io cedetti nuovamente.
Al mio rientro a casa, ovviamente raccontai tutto a mio marito che fu entusiasta che lo
avessi, in qualche modo, accontentato, visto che erano mesi che mi chiedeva, per una
volta, di rientrare a casa “piena” di un altro uomo. Avere un rapporto sessuale completo
con un uomo, all’insaputa di mio marito, per me è assolutamente inaccettabile, ma così
riuscii a soddisfare questa sua fantasia, senza tradirlo e senza dover avere sensi di colpa
nei suoi confronti.
Ma sono innumerevoli le volte che facciamo finta di essere amanti o perfetti sconosciuti,
inventandoci una marea di situazioni intriganti, dove i nostri dialoghi sono del tipo:
“[…] tra i vari impegni e con mio marito sempre addosso, sono riuscita solo oggi a trovare
una scusa per uscire da sola.”
“Cosa ti sei inventata?”
“Che uscivo con una amica.”
“Vestita così?”
“Eh, lo so che non l’avrà bevuta. Ma pazienza, tanto sai che con lui non ho segreti, per cui
appena tornerò a casa gli dirò che ci siamo incontrati.”
“Gli dirai anche che abbiamo fatto sesso?”
“Certo. Anche perché gli sarebbe difficile credermi se gli dicessi che non l’abbiamo fatto,
con me vestita come una prostituta d’alto bordo…”
“Come pensi che reagirà?”
“Vorrà che gli racconti tutto nei minimi dettagli: vorrà sapere cosa ci siamo detti, dove
siamo andati prima, il posto dove ci siamo fermati, come abbiamo iniziato, dove mi hai
messo le mani, come ti ho fatto venire, e via così, con i dettagli più pornografici. Alla fine,
vorrà scoparmi anche lui.”
“E tu lo farai scopare?”
“Che domanda! Certo, è mio marito, io lo amo tantissimo e devo solo ritenermi fortunata
se mi concede qualche distrazione in cambio solamente dei miei racconti e di un po’ di
sesso che, comunque, piace molto anche a me.”
“Sono geloso!”
“Sono cazzi tuoi!”
Dopo pochi mesi dalla vacanza in Spagna, arrivò il lock-down, che ci costrinse alla
clausura forzata che vivemmo molto serenamente e in piena armonia, arrivando a mettere,
nero su bianco, i nostri ricordi e le nostre esperienze sessuali.
Iniziò per gioco, per eccitarci noi due, infatti, quante volte interrompemmo la scrittura per
scopare, trascinati dalle situazioni che ci tornavano alla mente.
Ne vennero fuori due libri che stanno avendo un buon successo di pubblico.
Tutto quanto narrato è pura verità: alcune parti di contorno, non essenziali, sono un po’
romanzate per esigenze narrative, ma tutte le situazioni sessuali sono assolutamente reali.
Se avessimo voluto scrivere fantasie, lo avremmo fatto senza metterci in prima persona e
dover poi affrontare problemi di anonimato e tutto quanto ne consegue.
Con il ritorno alla normalità, riprendemmo ad uscire per andare al ristorante o a ballare. Io
potei riprendere a soddisfare il mio esibizionismo e Manuel a goderne a dismisura.
Ma, si sa, certe inclinazioni non possono essere cancellate da una promessa, così tornai a
vedere in Manuel una certa sofferenza, derivante dal desiderio di vedermi interagire
ancora con altri, così cercai di allentare la mia rigidità verso gli altri maschi e gli concessi
un paio di interazioni “giocose” in altrettante serate piccanti, che però si limitarono a farmi
corteggiare e a lasciarmi toccare un pochino dallo sprovveduto di turno, ma poi le serate si
conclusero, immancabilmente, con noi due che scopavamo come dannati in auto.
Però, sento che, a mio marito, ciò non basta più. Certo, lui, fedele al suo giuramento, non
mi fa alcuna pressione o richiesta, limitandosi solo a raccontarmi le sue fantasie nei nostri
momenti di intimità, ma sento che c’è sofferenza in lui: ha bisogno di rivivere un’altra
esperienza, nella quale mi veda scopare con un altro.
Io sono combattutissima, da un lato per via della mia repulsione per gli altri uomini,
dall’altro per la mia totale devozione al mio uomo che, con ogni mia forza e possibilità,
voglio vedere sempre felice, soddisfatto e appagato.
Sicuramente, se ciò sarà, dovrà essere qualcosa di non programmato, dovrà nascere
spontaneo, magari durante una vacanza, come in tutti gli episodi precedenti. Forse, solo
così, riuscirò a lasciarmi andare e a fargli vivere una nuova ed emozionante trasgressione.
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Aggiunto: 2 anni fa
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