Cari lettori, oggi voglio richiamare la vostra attenzione su un fenomeno abbastanza nuovo, partito in sordina, ma che lentamente sta diventando sempre più diffuso sul web, soprattutto nel settore Blog e Racconti Erotici: lo sputtanamento tramite le cosiddette "chat rubate".
Può sembrare una cosa stupida ma in realtà non è così. Una chat può essere molto più significativa, o addirittura pericolosa, persino di una foto porno o di un video amatoriale, ma per capire la problematica faccio qualche riflessione insieme a voi.
Per prima cosa, voglio dire che questo argomento mi è venuto a tiro, in maniera inattesa, proprio dal nostro spazio racconti su AmaPorn. Un utente, autore, @Manuel_Drake, ha pubblicato da poco un "racconto di fantasia???", ebbene sembra proprio di no. Si tratta di una lunga chat, evidentemente molto verosimile, tra un Bull (non identificato) e la nostra beniamina #giovannastory:
Giovanna-Esse se la spassa con il suo amichetto complice il marito
E adesso procediamo allargando il discorso più in generale.
OK. Immaginaiamo che la signorina "Gegia", presa dalla fregola, un giorno tradisce il suo ragazzo e, nell'eccitazione, concede la ripresa di qualche foto o di un video amatoriale; ora a meno che non si tratta di una pornostar, è ovvio che la Gegia potrebbe pubblicare o permettere di pubblicare i soliti classici particolari: una bocca che fa un pompino, uncazzo che la tromba eccetera ma, ovviamente, si tratterebbe di immagini non identificabili, senza viso, pubblicate con un Avatar di comodo, che magari nessuno può associare alla Gegia in questione... ma, con la chat è diverso!
A chi non è capitato, magari complice la notte e un momento di desiderio di giocare in chat, spesso con un "amico" social, meno spesso accade che questi sia un conoscente o un parente, nel qual caso ci tromberebbe e basta, giusto?
In quei momenti di eccitazione si perde un po' il senso della realtà e spesso si ritiene che una chat resti privata e occasionale, ma non sempre è così. E se una chat viene pubblicata, per assurdo, è assolutamente più semplice che si possa ricostruire chi sono i partecipanti.
Non dimentichiamo che sui social ormai quasi tutti adoperano il proprio nome, magari semplificato ma NOTO a chi ci conosce nella vita reale, soprattutto amici e parenti... mariti, figli...
E la chat rubata? La chat contiene tanto assai spesso, più di quanto immaginiamo: modi di dire propri di quella persona, descrizioni di luoghi, momenti e situazioni che, ad un marito oppure ad una fidanzata (se messi al corrente della magagna) forniscono informazioni abbastanza inequivocabili... si tratti di corna, di vizi privati oppure, come nel nostro caso, di un episodio cuckold. In effetti, in maniera molto esplicita, Giovanna descrive ciò che hanno fatto, lei, suo marito e il loro bull: azioni, pensieri, programmi per il sesso successivo.
E tutto questo, adesso, è pubblicato e pubblico!
Ora non sono un giudice e neppure investigatore ma, dalla reazione sui Social di Giovanna, sembrerebbe che questa "Monica" abbia pubblicato la chat confidenziale, passatale in privato in un momento di confessione e sincerità reciproche... quindi, non saprei cosa aggiungere.
Però pubblico questo pensiero per aprire glio occhi un po' a tutti: attenti a cosa scrivete in chat, la superficialità e una fiducia mal riposta potrebbero procuravi non pochi fastidi.
Mimmo Lastella, scrittore e opinionista.
«Molto semplicemente pubblicare una chat riservata è da stronzi oltre che illegale! A me capita spesso di chattare sia su kik e telegram sia su WhatsApp (e su quest'ultimo ovviamente appare il numero telefonico). A volte queste chat portano a qualcosa di più e a volte no. Ma mai, in nessun caso, mi sognerei di sputtanare una signora rendendo pubblici quei messaggi. Comunque un consiglio che mi sento di dare è quello di usare sempre uno pseudonimo ed evitare di dare le proprie generalità o il proprio numero finché non si decide di dare un seguito concreto alla chat!!!»
«Grazie Mimmo, articolo attuale e molto interessante. Giovanna.»