L'esperienza diretta di una donna "normale" e acculturata in un contesto spesso inconfessabile. Sono stata fortunata ed ho avuto il piacere di incontrare Anna... e i suoi preziosi consigli che intendiamo condividere con tutti Voi, cari e curiosi lettori, Giovanna.
Cara Giovanna,
Cara Giovanna,
come ho avuto modo di raccontarti, potrei dire quasi per "hobby" mi sono ritrovata, occasionalmente, a fare la puttana.
Essendo, nella vita tradizionale, non solo moglie e mamma, ma anche “donna che lavora” in una posizione di rilievo e di responsabilità, ovviamente non mi potevo certo permettere di lasciarmi andare in squallide storie di corna, tra l'altro pericolose perchè spesso implicano i sentimenti, che difficilmente si possono controllare completamente. E nemmeno avrei mai nemmeno immaginato di fare "la zoccola" da strada: non ne avevo né il bisogno, né ne ho mai provato lo stimolo.
Mi ritengo solo una donna normalissima, come tante, alla quale il destino ha dato un'opportunità, in relativa sicurezza e nel massimo anonimato, di provare, di affrontare un'esperienza estrema... eppure non così poco diffusa come si potrebbe credere.
Ma di questo ti racconterò se ti fa piacere nelle prossime mail.
Tu mi hai chiesto, potendo approfittare di un punto di visto colto e (lo dici tu!!! ah ah) "superiore", un resoconto per ottenere uno spaccato su questo mondo sommerso, ma nemmeno tanto, delle case di appuntamento e delle escort. In realtà non hanno fatto altro che prendere il posto dei vecchi, irrinunciabili Casini, che da sempre accompagnano la storia umana, fin dal più lontano passato.
Lo faccio con piacere, anche per supportare una mia precisa convinzione, figlia della mia esperienza "tardiva", dopotutto ho cominciato a 40 anni e la cosa si è protratta per circa 5 anni in maniera estremamente rarefatta, soprattutto se rapportata a quelle delle mie "colleghe", che spesso lavoravano a tempo pieno, come delle vere e proprie impiegate del sesso.
Ecco, Giovanna, io sono convinta che qualche mese in una casa d'appuntamento sarebbe un'esperienza unica e irripetibile per tutte le ragazze, subito dopo l'adolescenza. Insegnerebbe loro molto sugli uomini, sull'igiene e sulla profilassi, sul controllo del piacere.
Persino dal punto di vista psicofisico, spezzerebbero tanti tabù ed eviterebbero tanti piccoli, o grandi, traumi, dovuti all'inesperienza e dalla confusione, sia loro che quella dei loro partner improvvisati... spesso del tutto irresponsabili, in un'età che spesso rasenta i 14 anni, o meno.
Insomma, a ogni donna farebbe bene un po' di esperienza da puttana vera! Quantomeno per sorridere intimamente tutte le volte che il marito, un collega, o l'ultimo stronzo per strada, le apostrofa così!
Quando mi ritrovai in ballo e accettai la proposta di una provvidenziale conoscenza, alcune delle prime "istruzioni" che mi furono im partite riguardavano l'aspetto igienico-sanitario. All'arrivo degli avventori, entravano in camera e io dovevo lavare la loro attrezzatura col sapone disinfettante, nel lavandino che era li apposta, e controllare la presenza di eventuali "anomalie", tipo "creste di gallo" , lesioni, macchie. Dovevo premere tra le dita la loro capocchia, per vedere se ne fuoriusciva pus oppure del muco "sospetto", dare una occhiata attenta anche allo scroto e allo stato generale del cazzo. Tutto questo in maniera discreta.
Era una cosa molto spoetizzante ma la facevamo tutte.
I rapporti erano tutti protetti, solo in rari casi, e con persone speciali e conosciute, si chiavava senza preservativo. Invece in bocca, se non avevamo problemi orali (gengivite, taglietti, eccetera) lo prendevamo anche senza profilattico.
Ecco cosa intendo, tra l'altro: quante ragazze (ma anche donne fatte) sono capaci di controllare lo stato di quel cazzo che stanno per prendere dentro il corpo?
Certo non era una visita medica vera e propria, ma era almeno uno screening per gantire una certa sicurezza!
Una buona educazione sanitaria e sessuale alle nostre ragazze sarebbe utile, visto che ormai praticano il sesso dai 14 in su senza nemmeno sapere bene come proteggersi. Visto che nessuno si preoccupa di insegnar loro qualcosa a riguardo, che le famiglie e la scuola vivono ancora nel totale tabù, imposto da uno stato in ostaggio del Vaticano. Un paio di mesi sul Casino farebbe loro solo bene, si libererebbero da tanta ignoranza sessuale e, conoscendosi più a fondo e in totale libertà, non ci sarebbero nemmeno più donne anorgasmiche.
Con affetto, Anna.
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Aggiunto: 3 anni fa
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