Arrivava dal Canada con tante speranze Mecedes Grabowski, vero nome di August Ames, prosperosa ragazzona che prima di dedicarsi al porno anima e copro in ben oltre duecentocinquanta produzioni, la-vorò come cameriera, insegnate di yoga e zumba e in un centro abbronzatura. Giovane dalla scarsa cultura e dalle prospettive limitate, venne abbagliata anche lei, come tante, dalla possibilità di facili guadagni e dal successo quando aveva diciannove anni.
Non ci mise molto, August, a farsi largo nel mondo dell’hard, percorrendo la strada per la popolarità a grandi passi. Il suo fisico statuario e naturale, senza silicone (a parte le labbra che si rifece all’età di ventuno anni), la reale genuinità di una ragazza semplice e ignorante e, soprattutto: godere quando girava coi propri partner, indipendentemente che questi fossero uomini o donne, le fecero fare breccia nel cuore dei fans. Erano e sono tutt’ora tanti, tantissimi.
Sui social ne aveva oltre un milione https://www.instagram.com/msmaplefever/?hl=it (fonte – profilo ufficiale ig) ma, questo aspetto della sua vita, come vedremo, la portò a un lento declino che la indusse a impiccarsi nel parco pubblico di Camarillo (California).
A riconoscere il corpo venne chiamato il marito, produttore di pellicole a luci rosse che aveva contribuito al successo della giovane moglie nel settore. È noto che gli ammiratori, convinti che una donna che la vora nel porno, in qualsiasi settore questo sia, debba essere, nella loro limitata concezione: una donna facile a cui puoi dire e fare di tutto.
Naturalmente non c’è niente di più errato. Nel caso di August, che piaccia o meno, si trattava di una professionista pagata per fare sesso su un set ma ciò non implicava che si concedesse a chiunque glielo avesse chiesto e che non avesse una sensibilità propria. Il contrario viene dimostrato dal fatto di essersi sposata con un uomo che certamente non si poteva definire bello e che aveva qualche anno in più di lei. La convinzione del mondo dei social, principalmente, di poter dire tutto ciò che si vuole a un personaggio pubblico come se questi non avesse sentimenti alcuni, induce nel fare del male, con consapevolezza, a una persona che vede lesa la propria fragilità già per definizione, gracile, e di procurare delle ferite profonde che difficilmente possono essere sanate.
Anche August, nell’esatto momento in cui rivelò alla famiglia la sua decisione di entrare nel mondo del porno, subì le conseguenze di tale gesto. I genitori, infatti, la allontanarono, procurando nella figlia un dolore che la indebolì ulteriormente e la espose con meno protezioni alle avversità della vita. Molto probabilmente la giovane non si aspettava un successo così enorme e immediato. Divenne la numero uno al mondo e ci rimase per mesi, scalzata tempo dopo da Valentina Nappi. Le due ebbero modo di conoscersi e di lavorare assieme in un paio di pellicole
https://it.pornhub.com/view_video.php?viewkey=ph56a1e691a5900 (fonte – pornhub).
La Nappi parlò di lei dicendo che si trattava di una ragazza umile e semplice, che metteva tutti in allegria. Si verrà a scoprire in seguito che August era bipolare e che quei suoi sbalzi d’umore erano dovuti a tale patologia per la quale era in cura. È triste, a oggi, guardare il suo profilo Instagram, frizzato a quell’ultimo post in cui la si vede come una ragazza tra tante, a casa sua, in compagnia del suo gatto, mentre dà una buona notizia. Solo due giorni dopo verrà trovata morta. In quello scatto nulla ci lascia presagire quanto grande sia la sua sofferenza interiore, di quanto aiuto avesse bisogno. La guardiamo e basta, in tutto il suo splendore. Non sono rari i suicidi di giovani attrici nel campo del porno.
È una cosa di cui non si parla, che viene tenuta lontano da quell’ambiente come fosse un parente scomodo. August, grazie alla sua popolarità a livello planetario, ha fatto sì che un minimo di dibattito si svolgesse anche oltre oceano e articoli le sono stati dedicati pure da noi qui in Italia. Il disagio subìto da professioniste del porno, continuamente sotto pressione per la continua esigenza di restare sulla cresta dell’onda, cosa niente affatto semplice poiché c’è un ricambio ogni quattro mesi circa di nuove aspiranti attrici che si affacciano nel settore dell’hard e che sono disposte a tutto pur di sfondare, rende una tipa come August (che sempre si era rifiutata di girare scene anal) una mosca bianca che aveva la capacità di restare in vetta facendo quel che voleva e come lo voleva.
Forse, la canadese, pagò di ingenuità quando, su Twitter, scrisse che si era rifiutata di girare una scena con un attore che lavorava anche come partner in porno gay, temendo che questo potesse esporla al contagio da HIV. Quell’affermazione le restituì una valanga di commenti violenti. Venne definita sessista, omofoba e nulla poterono i suoi chiarimenti e scuse. Venne travolta da una frana vera e propria che destabilizzò totalmente un sistema nervoso già in frantumi.
“La prossima volta mi accontenterò di tenere per me la mia opinione”, furono le ultime parole che rivolse a un pubblico che la stava bullizzando senza pietà, sfiancandola. Quello Twitter è il profilo dell’attrice tenuto attivo da chi l’amava e la ama tuttora
https://twitter.com/AugustAmesxxx/with_replies
Forse, come giusto che sia, l’immagine di August sta cadendo lentamente nel dimenticatoio.
Le classifiche che la vedevano come leonessa nelle prime dieci posizioni, la mostrano ora sperduta tra migliaia, come una qualunque, una qualunque che, però, August non è mai stata. La ragazzona canadese datasi al porno poiché aveva un’anima ribelle e voleva godere della sua sessualità, sfruttandola, ha dimostrato di essere una ragazza fragile e indifesa, incapace di rispondere alle avversità e insulti gratuiti di un mondo, in particolare quello social, che non ha pietà per niente e nessuno, specie se sei una donna che si guadagna da vivere facendo sesso su un set.
A lei e tutte quelle come lei che vengono vessate da minacce e insulti continui, va la mia solidarietà, la solidarietà di una donna che scrive e guadagna col porno e che per questo sa cosa significa essere trattata come un oggetto e insultata gratuitamente di continuo.