Una recensione di Mimmo Lastella al romanso di Lucilla Vianello.

Ebbene sì, la sofferenza di un essere umano, dovuta ad una malattia in questo caso: "il cancro", durante il suo percorso terapeutico, può incontrare un Dio, una divinità non convenzionale ma mitologica, sto parlando del Dio Eros, il Dio della vita; tutto il contrario che la malattia del secolo genera, ovvero il Dio Thanatos, quello della morte o, parafrasando San Francesco D'Assisi: "di nostra sorella morte corporale"; che, in quest'ultimo periodo, sta governando il nuovo ordine mondiale.

Diario di un delirio, un libro autobiografico , della scrittrice Lucilla Vianello, tratta proprio questo tema.

Narra la storia di una donna che, colpita da un cancro al seno , tumore che la conduce alla fine del matrimonio con suo marito, durante il duro percorso chemioterapico "che lei decide di abbandonare", finisce per innamorarsi follemente del suo chemioterapista, un innamoramento condito da scene di sesso, forti ed estreme al limite del porno.

Un capolavoro di narrativa, sia erotica che tradizionale che, ovviamente, ha suscitato le ire funeste e false moraliste dei bigotti e delle bizoche che la stessa autrice definisce: "maschere della società"; in quanto, costoro, sono i primi a praticare sesso anche estremo nelle sacrestie delle chiese.

Da una prima rapida lettura, mi sembra una storia molto interessante, un mix di problemi di vita reale, in questo caso: "la malattia del secolo", il cancro, in quest'ultimo periodo messo nel dimenticatoio per far spazio alla pandemia del secolo che sta distruggendo economicamente, oltre che dal punto di vista sanitario, un intera collettività, "il covid", l'amore ed infine il sesso, percorso naturale del genere umano e animale. In questo caso, usato come valvola di sfogo per alleviare la malattia e la sofferenza di una donna, il cui destino sembra ormai prematuramente segnato.

Di situazioni come quelle raccontate da Lucilla, se ne possono contare a bizzeffe; ma, purtroppo e ovviamente per ragioni morali e di privacy , rimangono nascoste nelle menti dei protagonisti e delle protagoniste che le hanno vissute.

Una storia simile, è capitata a chi scrive dieci anni orsono; quando lavorava come portiere centralinista nella hall di un ospedale.

In quel periodo, si venne a ricoverare, una simpatica e ancor' piacente signora settantenne; che, per motivi di privacy chiamiamo Maddalena; sì, proprio come la meretrice evangelica convertita ; la quale, ormai lacerata dal diabete, rimasta vedova, aveva bisogno di tornare a provare il piacere eccelso della vita: il sesso, insaporito da amore e un po' di coccole, piacere che, aveva perso, con la dipartita del marito.
Essa, aveva individuato in chi scrive colui che, la poteva accontentare, cosa che feci con piacere e volentieri.
Una storia appassionante che mi riservo di narrare in un prossimo racconto erotico.

Ritornando al libro scritto da Lucilla; esso, è un capolavoro degno di una sceneggiatura a sfondo erotico, un sogno che, l'autrice si prefigge di realizzare.
Speriamo che, la censura, non faccia la sua idiota parte.
Mimmo Lastella "scrittore narrativa erotica e opinionista".

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Categorie: Curiosità